Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: Martina Sapientona    28/10/2013    3 recensioni
La mia One shot parla della fantastica coppia di Percy e Annabeth. Percy dovrà affrontare una nuova Annabeth dopo il suo ritorno dalla battaglia...
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sapientona e Testa d'Alghe per sempre.
Era seduta tutta sola al tavolo di Atena. Si arrotolava una ciocca di capelli color miele sulle dita affusolate e graziose. I suoi occhi, capaci di fulminare e di intenerire, sembravano vuoti e fatti di cenere. Pronti a volare via da un momento all’altro. Succedeva sempre da quando Annabeth era tornata dalla battaglia di Manhattan e da quando Luke, l’unica persona che aveva considerato suo fratello, era andato via per sempre. Era sempre da sola a fissare un punto nel vuoto o a riguardare i suoi vecchi progetti. Non partecipava più agli allenamenti di tiro con l’arco e alla caccia alla bandiera. Luke era morto e la mia Annabeth se ne era andata via con lui. Appena la battaglia finì cercò di essere forte ma dopo qualche mese, in mia assenza dal campo, crollò. Che benvenuto al campo. E sì, quello era il mio primo giorno di campo dopo l’epica battaglia. Avevo abbandonato Annabeth per andare da mia madre. Che idiota. Non sapevo cosa fare perché non l’avevo mai vista così. Era lei quella forte e capace di andare avanti con una soluzione brillante in ogni situazione, non io; io ero debole. Mi avvicinai in preda da una paura che mi scuoteva dal tallone alle orecchie e mi sedetti vicino a lei con il fiato corto nonostante i pochi passi compiuti. Lei mi guardò con la coda dell’occhio e poi continuò a fissare il suo piatto ancora intero.
- E’ molto buona l’insalata di oggi, non credi? - dissi. Mi resi conto della cavolata che avevo detto un secondo dopo. Erano mesi che non ci vedevamo, l’avevo abbandonata nel momento peggiore della sua vita e l’unica cosa di cui riuscivo a parlare era di insalata. Aveva ragione lei: ero proprio un Testa d’Alghe.
Annabeth si alzò e si avviò verso un altro tavolo. L’avevo combinata grossa questa volta. Non ebbi tempo di pensare a come rimediare che la vidi cadere per terra e lì vicino un gruppetto di ragazze della casa di Ares che ridacchiavano. Mi arrabbiai. Attaccai Clarisse al muro e le dissi di smetterla prima di tirargli un pugno dritto sul naso. Non mi interessava se era una ragazza, stava facendo del male alla mia Annabeth.
Mi girai per vedere se Annabeth stava bene ma non c’era più. La vidi che correva verso il laghetto. Decisi di seguirla ma prima scoccai un’ultima occhiata a Clarisse che mi ripagò con uno sguardo vendicativo. Iniziai a correre ma solo dopo un paio di km mi accorsi di quanto fosse lontana la mia meta. Continuai a correre. Gli alberi alti sfrecciavano a fianco a me. Arrivai al laghetto stanco come non mai.
La vidi seduta sulla riva del lago che osservava il tramonto. Oh Dei come era bella!! L’acqua specchiava il sole. I suoi occhi erano velati da una luce tremolante. Mi avvicinai a quell’essere che sembrava venuto da un altro pianeta ma che in realtà era solo Annabeth. Mi sedetti accanto a lei mentre le onde leggere ci bagnavano i piedi.
- Grazie per avermi difeso – disse lei a voce bassa
- Di nulla. Perché non reagisci più a nulla Annabeth? Quasi non ti riconosco. Scappi. Non lo hai mai fatto – esclamai un po’ più duramente di quanto avrei dovuto.
La vecchia fiamma le accese gli occhi di rabbia.
Si alzò in piedi – Perché sono così? Percy prova a chiedertelo! Ho perso il mio migliore amico, la guerra è stata vinta ma ad un prezzo troppo alto e poi…- si sedette rossa di rabbia e con le lacrime che le rigavano le guance paonazze -…e poi tu mi hai abbandonata – disse tra le lacrime.
Non ero capace di vederla soffrire così. Le accarezzai il volto oramai pallido, le scostai il ciuffo ribelle che le ricadeva sugli occhi e sospirai.
- Annabeth, io ti ho lasciato andare, è vero. Ti ho lasciato sola nel periodo peggiore della tua vita e ho sbagliato. – le dissi dolcemente tenendole il volto tra le mani – Sono stato uno sciocco e ora ho capito. Tu avevi bisogno di me e io di te. Ogni giorno che non ti vedevo ero sempre più preoccupato e trafitto da un dolore incontenibile. Questo dolore è l’amore che provo per te. Rivederti oggi mi ha guarito più del Vello d’Oro. Tu sei la mia medicina Annabeth. Tu sei la mia acqua. Tu sei il mio tutto. -.
Vidi l’espressione colpita e triste dipinta sul suo volto. Forse ero riuscito a farmi perdonare.
Annabeth iniziò a piangere raggomitolata sulla sponda del lago. Io la osservavo impotente: ero un semidio ma con queste situazioni proprio non ci sapevo fare. Mi avvicinai silenziosamente e mi chinai di fronte a lei con calma. Accarezzai quei capelli biondi. Le mie mani scesero sulle sue spalle. Lei si buttò fra le mie braccia scossa da singhiozzi che le creavano difficoltà anche a stare in piedi. Dopo un lungo abbraccio, lei ancora lacrimante si raggomitolò sulle mie gambe e si fece coccolare dolcemente da me. Le mie mani sfiorarono le sue guance pallide sotto la luce della luna, il collo magro e la t-shirt del campo di qualche anno fa.
Le nostre labbra si incontrarono. I nostri pensieri si fusero in uno solo. Il bacio migliore che io ricordi.
Ero riuscito a farmi perdonare da lei. Dalla mia Annie. Lei era tornata la mia Sapientona e io il suo Testa d’Alghe. Per sempre.



Postilla dell'autrice
Si tratta della mia prima One shot... Spero vi piaccia!!! Spero in tanti commenti, negativi e positivi. Godetevi la storia. Buona lettura :)

 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Martina Sapientona