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Autore: _Krzyz    29/10/2013    13 recensioni
[Interattiva]
Una storia di speranza, di 24 ragazzi che vanno incontro alla morte, di sangue, di amore, di luci colorate e di dolore.
La storia di un'edizione fantasma.
La storia dei 47esimi Hunger games.
I Tributi sono al completo!
Cercasi Mentori!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Altri tributi, Caesar Flickerman, Presidente Snow
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E la Falce Calò
-
I Parte


- Distretto 1 - 

C’erano voci di genitori esaltati, vestiti luccicanti e aria di festa, al distretto 1. Era il giorno della Mietitura. Mentre nei distretti remoti i cuori delle madri si spremevano e si contorcevano, addolorati, nel veder partire i propri figli, in quel posto era probabilmente uno degli avvenimenti più amati ed importanti. A nessuno interessava il fatto che due ragazzi innocenti si stavano recando ad un appuntamento con la morte, per loro contava solo il fatto che l’estratto avrebbe portato onore al distretto. Era uno spettacolo surreale, di burattini vestiti a festa che smaniavano per mettere piede sul palco, montato davanti allo sfarzoso Palazzo di Giustizia, ed essere ufficialmente considerati Tributi. Silvestria era contentissima che le fosse stato assegnato il distretto 1, quell’anno. Di solito le erano sempre capitati distretti come il 10 o l’11, colmi di bambini magri e sporchi e in cui soffiava un vento di tristezza. Lei non voleva vedere il grigio, il degrado, lei era splendente come le gemme  che si era fatta impiantare al posto dei denti. Il distretto 1 era il meglio che si potesse desiderare: gioielli, beni di lusso, oggetti pregiati e volontari a non finire. La donna salì sul palco, cercando di non incespicare nelle scarpe dal tacco altissimo. Afferrò il microfono e , con aria briosa, diede il benvenuto alla folla.
-“Felici Hunger Games, possa la fortuna sempre essere a vostro favore! Allora allora allora, è arrivato il momento di estrarre la gentil donzella di quest’anno!”- disse ficcando la mano nell’urna ed estraendone un foglietto spiegazzato, reggendolo tra le unghie smaltate di un acceso color acquamarina .
-“Luxury Spark!”-
Un brivido freddo corse giù per la schiena della gente, facendo vibrare le ossa delle colonne vertebrali di tutto il distretto, mentre dalla fila delle 15enni una ragazza si avvicinava al palco a passo deciso. Le ragazze che volevano offrirsi volontarie di colpo raggelarono, non trovando forze per alzare le mani. Luxury Spark. Tutti sapevano chi era lei, le voci correvano veloci, passando di bocca in bocca. Chiunque al distretto la temeva e le stava alla larga. Era stata allontanata dall’Accademia nel giro di una settimana perché terrorizzava gli altri bambini, e molti dicevano che era stata lei ad uccidere Shine, sua sorella minore, morta per apparente soffocamento accidentale. Voci o non voci, sta di fatto che quella ragazza non era del tutto sana. Avrebbe potuto fare una strage, in un raptus di follia. I capelli biondi e lisci ondeggiavano mentre la slanciata figura della quindicenne saliva gli scalini. Due occhi azzurri scrutarono la folla, gelidi e inespressivi come ghiaccio. Silvestria deglutì , porgendo il microfono alla giovane.
-“Allora , tesoro, vuoi dire qualcosa?”-
-“No”- rispose lei, la voce sferzante quanto la lama di un coltello. La capitolina fissò perplessa la ragazza.
-“Bene…e per i ragazzi abbiamo… Bitt Lee Jeuse!” –
Una risatina sommessa arrivò dal fondo della piazza, mentre un eccentrico ragazzo, che nulla aveva da invidiare ad un capitolino modaiolo. I capelli cotonati con striature verdi, gli occhi celati da lenti a contatto di colori inimmaginabili, un tailleur a righe verticali bianche e nere e delle scarpe con un leggerissimo accenno di tacco. Silvestria, e buona parte del distretto, non era del tutto sicura che fosse un ragazzo. Era decisamente più femminile di molte ragazze, questo era sicuro. Fischi e insulti provenivano dalla folla, ma lui c’era abituato. Anni e anni passati con due cugini che lo maltrattavano e lo terrorizzavano, uniti ad uno zio burbero, sostituto del padre mentalmente disturbato e ad una vita non proprio felice gli avevano fatto le ossa. Nulla gli importava, avrebbe preferito essere odiato per quello che era che essere amato per la maschera che indossava. Salì i gradini che conducevano al palco saltellando.
La capitolina fu folgorata. Mai le era capitato di vedere un ragazzo con così tanto senso della moda. Il ragazzo la squadrò dalla testa ai piedi, mentre la donna gli porgeva il microfono.
-“Hai qualcosa da dire, caro?”-
-“Mmmm… penso che il color acquamarina non ti si addica per niente!”-  disse il ragazzo, con fare beffardo e leggermente effemminato.
La gente si mise a ridere sommessamente. Seccatissima e visibilmente turbata, la capitolina incitò i due ragazzi a stringersi la mano. E proprio mentre le dita fredde di lei incrociavano le unghie smaltate di lui, in una stretta inquietante, Silvestria trillò:
-“ E possa la fortuna sempre essere a vostro favore!”-

- Distretto 2 -

La folla si stringeva sempre di più attorno al palco montato davanti al Palazzo di Giustizia. La calca di ragazzi del distretto 2 fissava con ammirazione le urne che contenevano i loro nome, mentre la voglia di essere estratti cominciava a crescere nell’animo dei più spavaldi. Gli Hunger Games volevano dire fama, gloria, ricchezza, tutto ciò che una persona potesse desiderare. I tributi provenienti dai distretti poveri perivano quasi sempre sotto le armi dei ragazzi che provenivano da li. Erano allenati, cattivi, assetati di sangue.
 O almeno questo pensavano tutti.
Zach, per esempio, non era così. Lui odiava quella città di vetro scintillante che era Capitol City, così sfarzosa e contemporaneamente così superficiale. Per lui la Mietitura non era un bel momento, anzi. Avrebbe voluto scappare, correre lontano,  rintanarsi in un posto buio e  piangere in silenzio. Eppure, qualcuno glielo impediva, fissandolo dalla massa di persone accalcate ai bordi della piazza. Qualcuno con i suoi stessi occhi e un’ uniforme bianca addosso.
Dall’altra parte, nel gruppo delle ragazze, due iridi azzurrissime scrutavano silenziose il palco sezionandone ed analizzandone ogni singolo centimetro. Nulla poteva sfuggire al suo sguardo. Maysilee, così si chiamava quella ragazza. E’ stato il primo nome che ha letto, inciso su una lapide, nella cripta in cui è stata data alla luce. O meglio, nella cripta in cui è ritornata alla luce. Nulla ricordava del suo passato, se non qualche brandello di memoria che riaffiorava di tanto in tanto dall’oblio e la paura dell’acqua. Sapeva che doveva partecipare alla Mietitura, conosceva gli Hunger Games, e la cosa le piaceva.
Costantia, la capitolina incaricata dell’estrazione del distretto 2, ficcò la mano entusiasta nell’urna delle ragazze.  Era un bel po’ di anni che aveva quel distretto, e ogni anno era come il primo: gente entusiasta, preparata, cattiva esigente. Tutto ciò che più le piaceva degli Hunger Games. Pescò il biglietto con fare esaltato, aprendolo ed esclamando:
-“ Per le ragazze Maysilee Leanna Mathilda Bianca Swan!”-
Le persone attonite si fissarono a vicenda, sconcertate. Quella ragazza non era al 2 da molto, o almeno non se la ricordavano, ma sembrava così fragile e delicata… Salì sul palco ponderando ogni singolo passo. I capelli lisci, del colore del fuoco, le incorniciavano il viso candido e perfetto.
Costantia esclamò – “Ci sono volontarie?-
Non fecero in tempo ad alzare le mani che la giovane disse, con una voce tintinnante ed una calma innaturale : -“No, grazie, vorrei partecipare!”-
A Zach tornò in mente il giorno in cui il suo punto di riferimento era stato estratto per andare al macello. Il giorno in cui Adam era stato mandato a Capitol City per partecipare agli Hunger Games. Adam, il suo unico amico, era praticamente un fratello per lui, era qualcosa di stabile in un mondo in bilico. E ci perse la vita, in quel massacro teletrasmesso. Si ritrovò immerso nel buio, Zach, giurando vendetta. Costantia non fece in tempo a dirigersi verso l’urna dei ragazzi che subito qualcuno urlò.
-“Mi offro volontario! Mi offro io!”-
Esatto, Zach si era offerto. Aveva il cuore in gola, e l’odio e la paura lievitavano in lui come forme di pane. Lui non lo voleva, ma suo padre si. E temeva suo padre quasi più degli Hunger Games.
-“D’accordo caro, Sali pure!”-
Il ragazzo si avviò verso il palco con area funerea, mascherata da una finta spavalderia. Sale sul palco con aria decisa, stringendo i pugni. La capitolina gli si avvicinò, facendo sfoggio della parrucca rosa shocking.
-“Come ti chiami, ragazzo?”-
-“Zachary, Zachary Twins”- disse il ragazzo scompigliandosi i capelli corti, del colore delle piume di corvo.
-“Perché ti sei offerto, tesoro?”-
-“Per la gloria e per l’onore, è ovvio!”-
Bugie. Bugie. Null’altro che bugie uscivano dalla bocca di Zach.
Costantia allora fece una piroetta ed esclamò briosa: -“Che aspettate? Stringetevi la mano e felici Hunger Games!”-
Gli occhi color ghiaccio di Zach si piantarono nell’azzurro liquido di Maysilee, mentre le mani fredde si strinsero con moderazione. Per un secondo il sedicenne scorse una parola sulle labbra della rossa.
Una parola che diceva: -“Illusi.”-

- Distretto 3 -

Il distretto 3 era strano, il giorno della Mietitura. Le ciminiere delle fabbriche non emettevano un solo filo di fumo, i computer non lampeggiavano e i mille ingranaggi che mandavano avanti tutto si bloccavano, lasciando come unica colonna sonora dei sospiri sommessi e l’incessante ticchettio dell’orologio del Palazzo di Giustizia. L’unica cosa che rompeva il silenzio era la prorompente voce di Alenia, la capitolina, che annunciava la venuta degli Hunger Games sin da quando si aveva memoria. Era una donna dall’età indecifrabile, avrà avuto almeno 50 anni, ma ne dimostrava meno di una trentina. Aveva la pelle color menta e i suoi capelli ricordavano una nuvola bordeaux.
-“Benvenuti, miei cari, ad una nuova edizione degli Hunger Games! E ora vediamo chi sarà la fortunata partecip..”-
-“Mi offro volontaria!”-
Chi aveva parlato era una ragazza nella fila delle 14enni dal volto scavato, incorniciato da una chioma rosso scuro, e dal braccio scheletrico. Si avvicinò velocemente al palco, muovendo le gambe terribilmente ossute. Mentre saliva i gradini il suo intero corpo scricchiolava come un’asse sul punto di rompersi. I suoi occhi verde smeraldo erano accentuati dalla magrezza del viso , esprimevano saggezza.
Alenia le chiese il nome e la ragazzina rispose con una voce fina e flebile.
-“ Evelyn Wring”-
Wring. Tutti conoscevano la storia della sua famiglia. I suoi divorziarono quando lei e sua sorella Uma erano ancora piccole, a causa di suo padre, sempre ubriaco. Un anno dopo la madre delle bimbe morì bruciata in un incendio, nella fabbrica in cui lavorava. Non trovarono che cenere ed una piccola volpe di smeraldo, che teneva legata alla cintura dell’abito. Suo padre la picchiava, era risaputo. Gli ematomi , ancora recenti, si vedevano benissimo sulle scheletriche spalle scoperte e sullo zigomo, tumefatto. Il fatto che Evelyn si fosse offerta volontaria non stupì affatto la gente del distretto 3: voleva ricominciare. Voleva vivere. Avrebbe fatto di tutto per tornare a casa quasto era sicuro.
La voce di Alenia rimbombò nuovamente
-“Per i ragazzi invece il tributo è…. Kyte Densmith!”-
In quel momento al sedicenne passò per la mente una sola immagine: Amy. Amy, sua sorella di dodici anni. Amy, la sua unica ragione di vita. Amy, che amava più di se stesso. Perché lui la amava, la amava davvero. E ora un intero universo gli stava crollando sotto i piedi, mentre un pianto disperato scoppiava nella fila delle ragazzine.
-“Fratellone! Fratellone!”-
Una piccola bambina dai capelli neri come pece cominciò a correre nella sua direzione, venendo tempestivamente bloccata da un Pacificatore.
-“Amy! Amy!”-
Niente, non poteva fare niente. Non ci sarebbero stati volontari a sostituirlo. Lui era famoso per il suo aspetto fisico, bello come il sole e oscuro come la notte. Gli occhi ghiacciati si riempivano di lacrime mentre arrancava verso il microfono, disperato. Amy, la sua amata Amy…
Alenia lo afferrò, dandogli dei leggeri colpetti sulla spalla per consolarlo.
-“Su cari stringetevi la mano!”-
E in una stretta che sapeva di lacrime e cenere, Evelyn e Kyte si diedero la mano, lasciando due sorelle a casa e partendo con un treno diretti al macello.
E il distretto rimase in silenzio, tutto era alienante e cupo. E il filo del nulla veniva rotto solo dai singhiozzi di Amy, dalle grida di Uma e dall’incessante ticchettio dell’orologio del Palazzo di Giustizia, che segnava l’inesorabile scorrere del tempo, levando minuti preziosi alla vita dei due giovani tributi.

E la Falce Calò.

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IL KACTUS DI KRZYZ

Ecco a voi il primo capitolo di questa fic! :D Spero di aver reso abbastanza bene i personaggi, e chiedo anticipatamente perdono ai creatori se non ci sono riuscita! 
TRIBUTI :
D1 - Luxury Spark (emily_me) ; Bitt Lee Jeuse (Tinkerbell92)
D2 -  Maysilee Leanna Mathilda Bianca Swan (_cashmere); Zachary Twins (Fyamma)
D3 - Evelyn Wring (Bolide Everdeen) ; Kyte Densmith (Claireroxy)
Tenetevi a mente i nomi die mentori, perchè serviranno per la sponsorizzazione che verrà spiegata più avanti!
Incito i proprietari dei tributi maschi del 11,10,9,5 e femmine del 4, 6 e 10 ad inviare la scheda a breve :D
Un abbraccio!

_Krzyz

 
  
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