Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: redbullholic    29/10/2013    2 recensioni
La ragazza sbarrò gli occhi e si sentì mancare il respiro, mentre le gambe minacciavano di cedere da un momento all'altro. Aveva la bocca completamente asciutta, e la gola sembrava essersi sigillata, rendendole difficile anche deglutire. La sua testa era un turbinio di pensieri sconnessi. Non poteva essere, non poteva avere di fronte proprio lui... Non era possibile, lui era morto...
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Premessa
La protagonista, Kelly Gibbs, è un personagigo marginale del telefilm NCIS, che io ho "adottato", mentre Johanna è il personaggio dell'utente EFP Avah.
La trama della storia è ispirata a un episodio non ancora andato in onda in Italia, quindi occhio agli spoiler!

Countin' on a Miracle
«Non credo nella magia,
ma per te lo farò, per te lo farò
Se sono un pazzo, sarò un pazzo
per te, piccola»

- Bruce Springsteen -

 
Kelly parcheggiò l’auto di fronte a casa sua e scese, stringendosi più che poteva nel cappotto. Era inverno inoltrato e la prima neve sarebbe arrivata a breve. La ragazza sentiva il freddo penetrarle nelle ossa; erano giorni che lavorava a un caso particolarmente complicato insieme ai due colleghi e non vedeva l’ora di fare una bella doccia calda e di rintanarsi sotto le coperte.
Rovistò in tasca, in cerca delle chiavi. Mentre apriva il portone, ebbe la sensazione di essere osservata. Si voltò di scatto, ma tutto ciò che vide furono la strada deserta e le auto degli altri condomini parcheggiate accanto alla sua. Scrollò le spalle, sentendosi sciocca e paranoica, probabilmente a causa della stanchezza, ed entrò nel palazzo.
Una volta raggiunto il suo appartamento ripose pistola e distintivo, si spogliò e si tuffò immediatamente sotto la doccia. Il getto d’acqua bollente che le sferzava la pelle infreddolita la fece sentire come rinata, e le aumentò la voglia di accoccolarsi sotto le coperte e non uscirne più. Si asciugò velocemente poi finalmente, dopo notti su notti trascorse tra lo scomodo divanetto dell’ufficio e la moquette, si lasciò cadere sul letto e si addormentò non appena la sua testa toccò il cuscino.
 
Il sonno profondo nel quale era scivolata Kelly non durò più di qualche ora. Non era ancora l’alba infatti che il suo cellulare prese a squillare insistentemente, svegliandola. La ragazza allungò un braccio in direzione del comodino e lo afferrò.
-Gibbs- rispose, con la voce ancora impastata dal sonno.
-Kelly, sono io- fece la voce di Johanna dall'altra parte, altrettanto assonnata -C'è stata una sparatoria, non lontano da dove abiti tu. La Kruger vuole che andiamo sul posto- un sonoro sbadiglio interruppe la frase -Stiamo venendo a prenderti-.
-Mmmh- fu la risposta di Kelly, prima di riattaccare.
Dovette far appello a tutte le sue forze per alzarsi e vestirsi. Pochi minuti dopo era di nuovo di fronte al portone del palazzo dove abitava, divorata dal freddo della notte. Per fortuna, i suoi colleghi non la fecero aspettare a lungo; l'auto di Semir comparve presto in fondo alla strada, e si fermò davanti a lei con un sonoro, immancabile stridio di gomme. Kelly prese posto sul sedile posteriore, salutando i colleghi.
-Ma di tutti gli agenti che sono di turno stanotte- bofonchiò non appena Semir ripartì -Perché la Kruger ha chiamato proprio noi?-.
-Valla un po' a capire- sbuffò Semir.
Poco dopo imboccarono la strada segnalata dal Comando. Due volanti erano già sul posto, di fronte ad una villetta che lasciava intendere che gli occupanti conducessero uno stile di vita piuttosto agiato. Il cancello era spalancato e sul vialetto c'erano delle evidenti tracce di sangue. Kelly le seguì fino alla porta d'ingresso, anche quella aperta, e quando la raggiunse notò con orrore il cadavere di una donna riverso a terra, con due fori di proiettile all'altezza del cuore.
-La donna morta viveva qui, con il compango- stava spiegando uno degli agenti che già si trovavano sul posto a Semir e Johanna -Di lui non c'è traccia, probabilmente era lui che volevano...-.
-Quanti erano?- gli domandò Kelly.
-Almeno tre- rispose prontamente l'agente -Quando siamo arrivati, due stravano trascinando fuori l'uomo, e hanno aperto il fuoco contro di noi, mentre un terzo li stava aspettando in auto-.
-Che macchina era?- chiese ancora Semir.
-Un suv, nero. Niente targa-.
I tre agenti annuirono e tornarono verso la loro auto. Non c'era più molto da fare lì, l'unica era tornare in ufficio e tuffarsi in questo nuovo caso da risolvere.
 
-L'uomo si chiama Helmut Schreoder- disse Johanna, indicando la foto dell'uomo scomparso sullo schermo di fronte ai colleghi e al capo -E' un imprenditore, titolare di alcune aziende. Non ha precedenti-.
-Una rapina finita male, forse? Una richiesta di riscatto?- ipotizzò Semir.
-La rapina è improbabile, non mancava niente dalla casa- ribatté Johanna.
-Concentratevi sul rapimento e rintracciate gli altri membri della sua famiglia ai quali i rapitori potrebbero chiedere il riscatto- ordinò il capo, congedandoli poi con un cenno della mano.
I tre colleghi tornarono nel loro ufficio.
-Era troppo strano che la Kruger ci avesse dato un giorno di riposo- sbuffò Johanna -Qualcosa doveva per forza succedere!-.
-Allora, chi viene con me dai genitori di Schreoder?- chiese Semir; informare i parenti delle vittime era una delle cose che più odiava,  e avere accanto una delle due colleghe aiutava sempre.
Kelly si affrettò a recuperare giacca e chiavi dell'auto -Io vado a casa sua a vedere come procede Hartmut!- disse mentre usciva, senza dare la possibilità agli altri due di replicare.
-Grazie, eh! Bell'amica che sei!- le gridò dietro Johanna, seguendo controvoglia Semir.
 
   
 
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