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Autore: Rota    30/10/2013    2 recensioni
La prima grande virtù di Kasamatsu Yukio era che non riusciva a mentire ed era sincero e brutale assieme nel proprio rigore e nel proprio orgoglio – e, allo stesso tempo, era il suo più grande vizio.
[Kasamatsu x Fem!Kise]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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*Autore: margherota
*Titolo: Vizi e virtù
*Personaggi: Kise Ryoko, Kasamatsu Yukio
*Generi: Romantico, Fluff
*Avvertimenti: What if...?, One shot, Lime
*Rating: Arancione
*Dedica: A quella santa donna che è la Danna (L) E alla Neme, che è il mio specialissimo Kise (L)
*Note: Volevo fare KasaKise e lo volevo anche het. Ne è uscito questo.
Il nome di Fem!Kise è il classico nome fandomico, non mi sono sforzata molto in tal senso XD
Sappiate che esistono club sportivi, anche nelle scuole superiori giapponesi, in cui vengono riuniti maschi e femmine assieme. Questo per dire che Kasamatsu, anche rimanendo un ragazzo, sarà sempre il Capitano di Kise da femmina ovò
Buona lettura (L)




 





 

 

 

La prima grande virtù di Kasamatsu Yukio era che non riusciva a mentire ed era sincero e brutale assieme nel proprio rigore e nel proprio orgoglio – e, allo stesso tempo, era il suo più grande vizio.
Così come non aveva mai finto approvazione verso il suo comportamento frivolo e sempre alla ricerca di attenzioni, arrivando persino ad assumere atteggiamenti più sciocchi e leggeri del dovuto, così aveva sempre esternato il proprio punto di vista non con la sicurezza di essere assoluto ma con la giustezza di chi espone un'opinione forte e valida. E se magari aveva peccato d'arroganza e di cattivo costume ai suoi occhi – che non si parla a una ragazza così graziosa in quella maniera bruta – più che lamentarsi del metodo, Ryoko non aveva mai avuto altro da ridire sulla sua persona, persino quando la propria irriverenza nel rispondergli e nel fargli notare che lei, pur essendo una frivola idol di giornaletti da ragazzina nelle sue parole, apparteneva pure alla Generazione dei Miracoli, e quindi tanto scarsa non era, la portava a fare dieci giri in più del campo. Accompagnata da lui che le urlava indietro per incitarla a non perdere il passo e la spronava a mantenere il ritmo della corsa esattamente come stava facendo a propria volta.
Si era trovata una volta, persino, a difendere il proprio Capitano agli occhi delle compagne di squadra, che avevano cominciato a parlare di bellezza e capacità dei compagni maschi di basket. Ma dopo le prime risate, dove conveniva senza difficoltà sul cattivo gusto dei suoi scaldamuscoli scuri e sui pantaloncini sbiaditi che di solito usava, durante gli allenamenti, non aveva più risposto alle parole delle altre, che tiravano in ballo sopracciglia folte, sguardo da pesce lesso e maniere così brusche da non risultare per nulla attraenti. Ryoko si era domandata, mentre urlava contro a tutte loro che nessuno, proprio nessuno di tutti i modelli che aveva visto, aveva uno sguardo tanto bello come quello di Kasamatsu Yukio, cosa volesse dire essere belli di fronte alla sincerità di una parola gentile, al candore di un contatto innocente e non ricercato con malizia – a quello sguardo sfuggente persino quando erano le spalle a toccarsi e le mani a sfiorarsi, nella novità assoluta del tutto che cominciava da un sorriso dolce e indirizzato appositamente.
Dopo un allenamento che li aveva occupati fino a sera inoltrata, lui l'aveva accompagnata alla stazione della metropolitana e le aveva per la prima volta rivolto un complimento.
-Sei davvero bella.
La seconda grande virtù di Kasamatsu Yukio era che si comportava sempre da uomo – e, allo stesso tempo, era il suo secondo più grande vizio.
Era sempre stato un capitano intransigente e rispettabile con tutti i membri del proprio club, che fossero maschi o femmine, che fosse Kise o Moriyama a dargli noia, applicando ugual metodo a ugual scocciatura: senza neanche pensarci, era riuscito a entrare in collisione col sedere di Kise più volte che un vero e aspirante suo fan, imprimendogli per bene nella natica destra l'impronta della scarpa da ginnastica come a un qualsiasi altro giocatore troppo vivace. Ryoko non aveva neanche osato attribuirgli una qualche sorta di malizia, per la ripetitività del gesto, perché non gli sembrava proprio la persona che si sarebbe abbassata a tanto né voleva sperare che fosse il metodo con cui venir avvicinata così palesemente.
Eppure, quando il ragazzo aveva capito di non essere insensibile alla straordinaria bellezza di lei, e di provare qualcosa di più che un'infatuazione, aveva preso i giusti provvedimenti a riguardo. Non solo si era fatto avanti come un vero gentiluomo e aveva calcolato data, vestito adatto, doni e parole da rivolgerle, dimostrando in quel modo a lei e a ogni dubbio molesto che aveva conservato nel cuore che no, non mostrava interesse solo per il suo bel faccino o per i suoi capelli lunghi e biondissimi ed era altrimenti più proiettato verso un incontro di anime, ma aveva anche preteso di poter presentarsi prima di tutto alla famiglia di lei e chiedere così al padre o alla madre il permesso di vederla anche in qualità di ragazzo e non solo di compagno di scuola più grande, che non dovessero temere nulla da lui e che l'avrebbe accompagnata ogni sera a casa entro le dieci.
Tra il profondo imbarazzo e la terribile vergogna, cercando di non badare troppo alle sorelle maggiori che a stento trattenevano le risa, aveva ascoltato il suo discorso accorato e balbettante, così rosso in viso da sembrare più un pomodoro che un ragazzo normale: aveva parlato di gentilezza, di premura, di sincerità e di dolcezza – senza mai dire una parola che non fosse un elogio diretto allo spirito di lei. Non avrebbe neanche potuto lamentarsi di lui o trovare come scusa per essere indispettita, scioccamente, da un qualche dettaglio fuori posto, perché quella volta il vestito glielo aveva scelto personalmente, e più che un istrice compresso gli era sembrato un poveretto sull'orlo di una crisi di panico.
Aveva capito, quel giorno, di poterlo davvero amare.
La terza grande virtù di Kasamatsu Yukio era che sapeva prendersi le proprie responsabilità e andava dritto in fondo alla strada che aveva scelto, ovunque questa l'avrebbe portato – e no, forse questo non era poi un grandissimo difetto.
Perché essere sincero, sia con se stesso che con la propria partner, voleva anche dire non nascondere certi desideri e quella spinta purtroppo non solo psicologica che avvicinava il corpo a quello di lei, che gli faceva muovere lo sguardo lungo le braccia e le gambe, soffermandosi sul collo e sul viso, gli occhi e le labbra – non osava fare di più, per un pudore che mai si sentiva di lasciare.
Ryoko aveva creduto, per diverso tempo, che la freddezza che si imponeva fosse figlia di un disinteresse piuttosto marcato, ne aveva sofferto e aveva recriminato scioccamente una mancanza d'attenzione: cosa poteva essere un ruvido complimento in confronto ai mille di fans sbrodolanti e vaneggianti, se era persino insipido di una qualche forma d'amore particolare? Ma più si era comportata da sciocca, esigente e frettolosa, più se n'era pentita quando aveva capito la ragione del tremore di lui, quando intrecciava le proprie dita alle sue, e quella reticenza a baciarla sempre. Perché per farla sua doveva avere luogo, occasione, scena adatta, e non si sarebbe accontentato di niente di meno che il meglio; la frustrazione a non riuscire a fare tutto ciò alla perfezione lo rendeva intrattabile e insoddisfatto allo stesso tempo, ma mai, davvero mai stanco di lei. Questo era Kasamatsu Yukio, il suo compagno e fidanzato.
Si era quindi trovata a stringerlo al petto, ad accarezzargli le guance con le dita sottili della mano e baciargli i capelli con tenerezza con le labbra. L'abbraccio di lui era stato forte, il suo respiro contro la pelle sempre più caldo e il primo bacio sulla bocca qualcosa di davvero travolgente.
Si era sentita sciogliere i capelli e toccare ovunque dalle sue mani attente e piene di cura, di amore sincero.
Aveva fatto l'amore con i suoi occhi e il suo respiro – lui le aveva ripetuto in continuazione quanto gli piacessero i suoi capelli, mentre ancora stringeva le sue cosce e accarezzava la sua pancia piatta dalla pelle bianchissima. Non si era sentita sola neppure per un istante, e benché l'imbarazzo della prima volta li aveva colpiti entrambi, con la stessa intensità d'emozione, si erano ritrovati a sorridere con piacevolezza e delicatezza, baciarsi ancora una volta e non averne mai abbastanza.
Non fu sconcio, non fu ruvido, non fu disattento: visse quella notte per lei e con lei, solamente.
L'ultima grande virtù di Kasamatsu Yukio era la passione che riservava a certe attività intime, una volta presa dimestichezza con queste e con le reazioni del proprio corpo da non più adolescente – ma quella era una questione privata, che difficilmente Ryoko avrebbe lasciato divulgare ai quattro venti: quello che si seppe, rimase sufficiente al giudizio.

   
 
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