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Autore: IlaryB    30/10/2013    1 recensioni
L'amore è fiducia. E cosa succede quando la persona di cui in assoluto ci fidiamo di più, ci inganna?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Posso fidarmi di poche persone. L’ho imparato col tempo, a mie spese. L’unica di cui ho la certezza che potrò sempre fidarmi è questa nanetta riccia che sta sempre un passo davanti a me, fissa davanti a ogni vetrina di ogni negozio. E’ amore assoluto quello che provo lei. Mi fa sorridere sempre, ogni volta che il suo volto incrocia il mio. Quando la sfioro, il mio cuore palpita, ogni volta. Quando sorride, mi illumino di bene. Quando piange, il cuore si accartoccia e mi si stringe in petto.

Adesso sta fissando il cartellone di una modella, nel negozio d’abiti in centro città. La fissa, la scruta, come fa sempre con tutti.
-Papi, ma io diventerò come lei?-

Sorrido, avvicinandomi a quella donnina in miniatura. Mi abbasso sulle ginocchia, abbracciandola da dietro e baciandole una guancia profumata e candida. –Come lei? Amore mio, tu sei già mille volte più bella.-

Lo so, ho un cuore di papà che è tipo enormemente grande. Ma lei è davvero bellissima. Me lo dicono sempre tutti. Ha i capelli ricci, castani. Due occhi che sono caramello fuso. La pelle candida, con le guance leggermente rosate. E un sorriso di cui dovrò preoccuparmi parecchio quando avrà abbastanza anni da far cadere tutto l‘universo maschile ai suoi piedi.
Sono irrecuperabile. Irrimediabilmente perso.
Da quando è venuta al mondo, la mia vita ha finalmente acquisito un senso. Un vero e proprio senso. Vedevo chiaramente la strada da percorrere. Far star bene lei per stare bene. È questa la mia missione da 4 anni. Lei al primo posto, su tutto. Mi muovo in sua funzione.
Sì, forse l’ho un po’ viziata. Ma sa bene quali sono i ruoli. Io il padre, lei la figlia. Sa che posso farle passare una o due marachelle, ma che alla terza deve iniziare a scappare. Sa anche, e di questo un po’ se ne approfitta, che se si addormenta “accidentalmente” sul divano, magari “per caso” sopra il mio petto, io non resisto e la porto nel lettone con me. Ma questo capita di rado. Forse una volta al mese. Bè, magari due volte al mese…forse tre…non ricordo esattamente.

 
Si gira tra le mie braccia. –Tu sarai sempre il mio principe azzurro?-

-Sempre, amore mio.-

-Sempre, semprissimo?-

Ridacchio, stringendola a me. –Sempre, semprissimo.-

-Mh…quindi le scarpe rosse me le prendi?-

Lo dicevo io che sa quali sono i ruoli: lei sceglie, io compro.
-E andiamo a prendere queste scarpe.-
 

 
Un po’ odio entrare nei negozi con Matilde. Le commesse mi rivolgono delle occhiate strane, mentre a lei riservano esclusivamente sguardi schifosamente compassionevoli. Ok, non saremo una famiglia normale, ma siamo la nostra famiglia. Io ho lei, lei ha me. Ci bastiamo a vicenda. Ci amiamo a vicenda. Non è forse questo che conta?

 
-Wè, bello lo zainetto di Barbie, fratè! Però me lo devi dire che abbandoni Biancaneve. Io se no rimango indietro.-

 
Dicevo. Ci sono poche persone di cui posso fidarmi. Una è Matilde. L’altra…bè, l’altra è Tommaso. L’altra mia ancora, l’altro mio punto fisso. Un fratello non consanguineo. Ma pur sempre un fratello.

-Io sono giustificato, ho una figlia. Ma tu…che ci fai in un negozio di abiti femminili? Che mi devi dire qualcosa?-

Sfotterci. Questa è la nostra regola.

-La tua simpatia è disarmante. Passavo di qua e vi ho visti! E ho pensato di salutarvi, visto che è secoli che non ci vediamo.-

-Zio Tommy!!- Matilde salta letteralmente in braccio a Tommaso facendolo leggermente barcollare.

-Ciao bellezza della natura.- le schiocca un bacio sulla guancia e poi lei si dilegua verso lo scaffale delle scarpe che ha adocchiato.

-Ti tiene in pugno, eh?- mi chiede, fissandola.

-Abbastanza.- ammetto, ridacchiando. –Però è lei la mia felicità. È lei la mia vita, lo sai.-

-Ti adora, Stè. Stravede per te. Anna  l’altro giorno è tornata a casa e mi ha detto che non ha fatto altro che dire che padre fantastico tu sia e quanto lei ti voglia bene.-

Anna, la fidanzata storica di Tommaso, nonché babyistter occasionale di Matilde quando mi trattengo al lavoro più del dovuto.

Tommaso mi guarda. –L’hai sentita?- si riferisce alla mia ex moglie. Nonché madre di Matilde. Madre…diciamo madre biologica.

-No, nemmeno questo mese. Chissà dov’è sparita.-

-Lei ti chiede di sua madre?-

Scuoto la testa. –No…forse dopo quella volta che abbiamo parlato ha capito qualcosa. Sai che è sempre stata molto intelligente.-

Sospira. –Già. Beh, con un padre così, non ha bisogno di nessun altro.-

Lo ringrazio con lo sguardo. E va bene così.
 

 
Finisco di pagare e dopo aver salutato Tommaso, prendo Matilde per mano e usciamo dal negozio.

-Papà, mi sa che sta per piovere.-

-Ma che dici, principessa? Guarda! Le nuvole non sono nere! Che ne dici se…?-

Un’improvvisa, violenta pioggia si abbatte su noi. E sul resto della città.
–Papi, io te l’avevo detto!-

La prendo in braccio, mettendomi a correre a perdifiato fino a che non arriviamo a casa. Appena dentro la guardo e lei scoppia a ridere.
–Ti voglio bene lo stesso, anche se non mi dai mai retta, papi!-
 
 
 

  
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