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Autore: Asu_chan    16/04/2008    6 recensioni
Seguì il suo sguardo, fino a una clessidra che non aveva mai notato. Era grande, talmente grande da contenere un fiore, che galleggiava tranquillamente.
-C'è sempre stato questo?- chiese avvicinandosi, notando con tristezza che solo due petali non erano ancora caduti e il fiore era vicino ad appassire. -Era dei tuoi?-
-Non proprio...- mormorò Yuu, portandosi vicino a lui, guardando il fiore in modo strano.
-E' un loto- disse piano, senza motivo, Lavi, continuando a fissarlo. -Oggi sono quattro anni, già...-
[LavixKanda implicito]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Era uscito una mattina di casa, per andare a scuola, e aveva visto un furgone dei traslochi fermo davanti alla villetta accanto. Per quello che ricordava era sempre stata vuota, e nessuno si era mai interessato ad essa, perciò rimase un pò sorpreso. Ma solo per pochi secondi, il tempo che ci mise sua madre a tirarlo gentilmente per il braccio e farlo salire in macchina. Anche quando partirono, uscendo dal vialetto di casa per immettersi nel lieve traffico mattutino, non staccò gli occhi dagli uomini affaccendati a scaricare scatole e scatole sul piccolo giardino.
Quando tornò a casa quel pomeriggio la villetta accanto sembrava di nuovo deserta. Il furgone non c'era più, e gli scatoloni erano spariti. La porta era chiusa, le finestre anche. A parte i segni dell'erba schiacciata non c'era nulla che suggerisse la presenza di qualcuno.
Sentì solo distrattamente una bambina che lo salutava prima di correre dall'altra parte della strada, dal fratello maggiore.
Continuando a fissare le finestre, in cerca di un segno qualsiasi, e arrivò davanti alla porta di casa sua. Non un rumore, un movimento.
-Che cosa aspetti qui fuori, Yuu?- chiese la voce di sua madre, dopo averlo quasi spaventato aprendo la porta all'improvviso. Sorrise, e si spostò di lato per lasciarlo entrare.
-Ah... niente...- mormorò il bambino, senza smettere di lanciare occhiate distratte alla casa vicina.

-Sai che abbiamo dei nuovi vicini?- esclamò sua madre, qualche giorno dopo, portando via alcuni piatti vuoti dalla tavola. Il piccolo annuì, sgranocchiando distratto un grissino, improvvisamente interessato alla conversazione.
-C'è anche un bambino della tua età- aggiunse, dalla cucina. Yuu smise di masticare e lanciò istintivamente un'occhiata alla finestra. -Me l'ha raccontato Komui, che li ha visti stamattina. Ha detto che è un bambino vivace con i capelli rossi- continuò, tornando dal figlio, per scompigliarli affettuosamente la frangia prima di finire di sparecchiare. Lui sbuffò piano, sistemando di nuovo i capelli, facendola quasi ridere per quanto impegno ci metteva.
-Penso che li vedremo presto. Sei contento?- domandò, ancora nella stanza vicina.
Yuu non rispose.

Sentì la voce di un bambino gridare: -Io escooo!!!-
Si arrampicò sulla scrivania per spalancare la finestra, e sporgere la testa fuori, aggrappandosi al davanzale. Dal giardino a sinistra, con ancora l'erba troppo alta, lo vide correre verso la strada, in direzione della casa proprio di fronte alla sua. Si fermò sul bordo, guardando attentamente prima da una parte poi dall'altra. Sicuro che non passasse nessuno, quasi come sempre su quella strada tranquilla, si fiondò nel cortile di casa Lee.
Sua madre aveva ragione, aveva i capelli rossi, così spettinati che nemmeno la fascia nera riusciva a trattenerli per bene.
Lo guardò suonare insistentemente il campanello, finchè un ragazzo cinese non gli aprì la porta. Gli sentì dire qualcosa, senza capire bene, prima di veder spuntare il viso sorridente e i codini di Lenalee.
Poi sparirono tutti all'interno, dietro la porta chiusa. Aspettò qualche secondo e, riprendendosi come dopo essersi incantato davanti alla tv, scese dalla scrivania e tornò ai suoi compiti.
Ogni tanto non riusciva a trattenere i suoi occhi dal posarsi sul legno scuro della porta di fronte.

-Che fai?- domandò canticchiando la vocina della bambina cinese. Si sedette al suo fianco, sul murettino che circondava l'aiuola.
-Niente- rispose lui girandosi dalla parte opposta.
Lenalee mise il broncio, ma poi scattò in piede e si sedette dall'altra parte. -Cosa leggi?- chiese, sbirciando il libro che Yuu teneva sulle ginocchia.
Lui sbuffò, chiudendo il libro all'improvviso. -Niente- ripetè, guardando un punto imprecisato del cortile della scuola, dove altri bambini giocavano a rincorrersi.
-Che fai oggi pomeriggio?- insistè la bambina, sporgendosi leggermente in avanti. -Vieni a giocare con me e Lavi? Ti va?- propose con un sorriso raggiante, tutta contenta.
Yuu la guardò appena con una piccola smorfia offesa. -Non mi interessa- borbottò.
-Per favore!- continuò lei, sbattendo le ciglia con aria triste.
-Uff, non lo so...- esclamò infine, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi lucidi. -Devo chiedere...- concluse, tornando al suo libro.
Ed equivaleva a un sì.

Era di nuovo seduto alla scrivania, guardando fuori. Lena aveva detto che l'invito era per le tre e mezza, e mancavano ancora dieci minuti. Lui non si sarebbe di certo presentato in anticipo. Anzi, avrebbe aspettato che lei suonasse il suo campanello all'orario preciso, ricordandogli il suo impegno, che in realtà non aveva mai confermato.
Anche quel pomeriggio sentì il bambino della casa accanto sbattere la porta e uscire di corsa verso il marciapiede. Si fermò, guardandosi attorno, poi buttò lo sguardo all'indietro, verso la casa bianca del giapponese. Lo vide alla finestra della sua camera, e lo salutò con un gesto energico della mano.
Yuu rimase un attimo a fissarlo, a guardare la fasciatura che gli copriva l'occhio destro, nascosta in parte dalla fascia nera tra i capelli. Poi abbassò subito la testa con aria colpevole.
Non lo vide inclinare leggermente la testa da una parte, poi correre verso l'edificio di fronte con una scrollata di spalle.
Cinque minuti dopo suonarono al campanello, ma invece della vocina famigliare della bambina sentì quella del rosso urlare: -Saaalve! Yuu può venire a giocare con noi??-
Sorpreso strinse il quaderno di matematica, su cui non aveva ancora scritto niente, e si precipitò di sotto.
Il sorriso dell'altro bambino era perfetto per la pubblicità del dentifricio, pensò, vedendolo così smagliante.
Ma non lo conosceva! Si erano appena intravisti! Come si permetteva di chiamarlo in quel modo?
Aprì la bocca per ribattere qualcosa, ma sua madre fu più svelta di lui.
-Certo che può!- rispose gentilmente, sorridendo ad entrambi. Yuu sbuffò. -Su, forza, fa il bravo bambino!- continuò lei, spingendolo verso la porta, ignorando le proteste silenziose del figlio.

Yuu suonò il campanello di casa, come tutti i giorni, aspettando che la madre gli aprisse la porta. Sbirciò la villetta accanto, come faceva sempre più spesso ultimamente.
Rimase quasi pietrificato quando ad aprirgli non fu l'alta figura dai capelli neri della madre, ma un bambino con i capelli rossi e una fasciatura sull'occhio destro.
-Bentonatoooo!- esclamò, prima di lanciarsi su di lui, abbracciandolo.
Yuu inorridì, cercando di allontanarlo, quando sua madre entrò nella sua visuale ridendo.
-Lavi è venuto a trovarci!- disse, sparendo in cucina.
-Vedo...- borbottò, riuscendo finalmente a farsi mollare dal rosso. -Ma non ci vai a scuola, tu?- domandò scocciato all'altro bambino, mentre lo trascinava nel suo salotto.
Si sedette sul suo divano, come se fosse casa sua, prendendo un bicchiere di aranciata dal tavolino. Yuu si sedette controvoglia vicino a lui, prendendo a sua volta un bicchiere.
-Comincierà la settimana prossima- rispose sua madre, vedendo che Lavi era troppo concentrato sull'espressione corrucciata dell'altro. Appoggiò un piattino con qualcosa da mangiare vicino all'aranciata e poi si ritirò di nuovo in cucina.
I due bambini rimasero da soli, in silenzio. Yuu non aveva per niente intenzione di rivolgergli la parola, anzi stava già preparando la scusa dello studio per scappare in camera sua.
-A te non interessa sapere perchè ho questa fasciatura?- chiese il rosso dopo un pò, con un sorrisino. -Lenalee me l'ha chiesto quasi subito. Anzi, ci guardava ma non mi voleva chiedere niente, così gliel'ho detto io! Allora, non lo vuoi sapere?- domandò ancora, spostandosi più vicino.
-Non mi interessa- rispose Yuu, guardando da un'altra parte. Per qualche secondo rimasero di nuovo in silenzio, poi Lavi sospirò, appoggiando il bicchiere prima di stendersi all'indietro sul divano morbido.
-Si, certo, come vuoi...- mormorò divertito.

-Yuu-chaaaan!!- gridò il bambino, dal giardino di fianco alla casa. Alzò le braccia agitandole per indicargli la sua posizione, ma il giapponese cercò di ignorarlo. Proseguì indifferente lungo il vialetto di casa finchè non lo sentì chiamare ancora il suo nome.
-Dai, vieni un attimo qui, ti devo far vedere una cosaaaa!!- gridò.
Lui sospirò rassegnato e si diresse verso il cortile accanto.
-Che cosa vuoi?- gli chiese con aria scocciata, fissando scettico la piscina gonfiabile da cui ricadeva fuori l'acqua ogni volta che il rosso si agitava un pò. -Che stai facendo?- domandò poi perplesso.
-Guarda, ti piace? Abbiamo ritrovato una piscina in mezzo a tutte quelle cianfrusaglie e volevo controllare che fosse ancora a posto!- esclamò lasciandosi cadere seduto in mezzo all'acqua con il suo costume rosso. Rideva in un modo quasi eccessivo, divertito da qualcosa che l'altro non riusciva a capire.
-Sì, fantastico...- rispose poco convinto, pronto già ad allontanrsi e andare finalmente a stendersi sul suo letto.
-Nuu!!- piagnucolò Lavi, scattando in piedi. Si allungò oltre il bordo azzurro e lo afferrò per un braccio, bagnandogli la camicia.
-Ma che..?!- il giapponese cercò di liberarsi.
Lavi tirò all'improvviso con più forza, lamentandosi della sua scontrosità, facendolo finire nella piccola piscina.
-Ops...- mormorò subito dopo, lasciandolo di colpo. Ridacchiò di fronte allo sguardo infastidito dell'altro, zuppo dalla testa ai piedi. -Che carino che sei!- esclamò poi, tirandogli piano i capelli bagnati.
Yuu si scostò velocemente, cercando di rimettersi in piedi. -C-che combini, stupido!- si lamentò, uscendo dalla piscina tutto gocciolante, poi gli lanciò l'ennesima occhiata risentita.
Solo in quel momento si accorse che non aveva più la fasciatura, ma una benda nera a coprirgli l'occhio destro.
-Sembro un pirata ora, vero?- esclamò con orgoglio, indicandola.
L'altro borbottò qualcosa irritato, recuperando la cartella.
-Dai, almeno i libri sono rimasti asciutti, no?- gli gridò mentre si allontanava, lasciando una scia bagnata dalla piscina alla porta di casa sua.
Scoppiò a ridere quando Yuu, con i capelli appiccicati al viso e i vestiti fradici attaccati addosso, gli lanciò un ultima occhiata offesa.

Il bambino uscì in giardino, e si sedette distrattamente sull'erba, con un libro in mano. Non lo leggeva veramente, anzi il suo sguardo era fisso tra due righe piene di parole, senza vederle. Era leggermente imbronciato, ma non poteva darlo a vedere.
Sua madre si era lamentata del fatto che avesse passato tutta la domenica mattina con quella smorfia annoiata, e gli aveva infine suggerito di andarci lui, da Lavi, se proprio l'altro non lo chiamava ancora. Aveva fatto finta di non capire, ma il suo umore era peggiorato.
E il sole era troppo caldo, gli dava fastidio e la testa cominciava a girargli, però non si perdeva nemmeno un rumore. Tuttavia, a parte un paio di strilli di Lenalee, che Yuu era certo fossero dovuti alla scoperta di un qualche ragno in cantina, non sentì nulla di emozionante. Nelle ultime settimane non c'erano più state delle domeniche così tranquille.
Sospirò scocciato e si alzò, stanco e irritato dal caldo. Si domandò perchè Lenalee non lo chiamava per qualche cosa di stupido, come al solito. Si chiese se avendo un cane da portare a spasso sarebbe davvero passato davanti a casa sua noncurante, sperando che lo vedesse e lo trascinasse dentro.
Appoggiò il libro nell'ingresso, cercando di abituarsi alla minore luce dentro l'edificio.
Sua madre sbirciò un attimo il suo viso, poi lo chiamò in salotto.
-Puoi chiedere al Signor Bookman se ha del miele da prestarci per la cena di stasera?- gli disse, sorridendo innocente mentre finiva di riattaccare un bottone a una camicia.
-Ma...- Yuu cercò di protestare debolmente.
Era tutto inutile, così rinunciò quasi subito davanti alla sua espressione che non ammetteva repliche.
Uscì di nuovo e suonò il campanello dei vicini. Gli aprì il vecchio Bookman, con la sua solita aria severa. Yuu, da bravo bambino, ripetè la richiesta della madre, quasi fosse una filastrocca imparata a memoria. Poi, quando quello si allontanò annuendo, si mise a guardare per terra, tormentando disinteressato lo zerbino con la punta della scarpa.
-Ehi vecchio, chi è??- sentì urlare, dalla stanza di cui si intravedeva appena la lunga tenda bianca appesa a una finestra. Poi Lavi spinse lo schienale della sedia all'indietro, e in bilico su due sole gambe sbirciò nell'ingresso.
-Ah, Yuu-chan, sei tuuu!!!- esclamò raggiante. Con un tonfo fece ricadere la sedia in avanti e si precipitò alla porta, poi lo costrinse ad entrare in salotto. -Vieni, vieni, Yuu! Scusa se non ti ho chiamato prima, ma stiamo ancora facendo i compiti!!-
-Stiamo chi?!- domandò d'istinto il bambino giapponese, pentendosene subito dopo. Non gli interessava per niente se Lavi faceva i compiti con qualcuno della sua scuola privata, davvero, non gliene fregava nulla!
-Questo è Allen-chan! Viene a scuola con me!- disse presentandogli un ragazzino con i capelli bianchi e un vistoso segno rosso sulla guancia sinistra, una cicatrice.
-Piacere!- rispose, con un sorriso educato.
-Allen-chan, lui è Yuu-chan! Abita qui vicino!- concluse tutto contento, beccandosi un'occhiata ancora più infastidita dal giapponese.
-Non chiamarmi così!- esclamò, accigliato. Calò un silenzio imbarazzato, che fu rotto dall'arrivo del vecchio con un vasetto in mano.
-Ecco il miele per tua madre- disse, porgendoglielo.
Yuu afferrò il barattolo, ringraziando stentatamente, e uscì in fretta con un saluto appena accennato.
Lavi cercò di fermarlo, ma Allen lo trattenne per una manica.
-Torniamo ai nostri compiti?- chiese con un sorriso un pò freddo.
-Sì, vedi di darti da fare, moccioso- aggiunse Bookman, tornando ai suoi lavori.
Il rosso mormorò contrariato, ma poi si mise di nuovo seduto e continuò a sfogliare i suoi libri con il bambino dai capelli chiari al suo fianco.





La divisa delle medie cominciava a starle un pò stretta. Continuava a spingere in basso il bordo della giacchetta, un gesto che l'altro trovava irritante di solito. Quel giorno non le disse nulla, nemmeno una volta. Nemmeno lei, a dir la verità, se ne preoccupò molto.
Li salutò con un sussurro, appena udibile, ringraziandoli del passaggio.
-Figurati, Kanda-kun...- rispose Komui, debolmente. -Se hai bisogno di qualcosa, chiedi pure a...- sospirò, cercando di sciogliere un nodo fastidioso in gola che lo costrinse a lasciare la frase a metà.
Lui rivolse ai due uno sguardo distante, annuendo in modo poco convincente.
Lenalee cercò di soffocare ancora i singhiozzi nel fazzoletto del fratello, ma ora che il ragazzo si stava allontanando verso la porta di casa sua non riuscì più a trattenersi. Scoppiò a piangere, il più silenziosamente possibile. Non ne era molto capace, lo capì da come Yuu si girò appena, sentendola, prima di incamminarsi di nuovo verso la casa vuota.
Lo guardò arrivare alla porta e bloccarsi. Le finestre buie, un oggetto qualsiasi dimenticato in mezzo all'erba del giardino e il vialetto vuoto, senza l'ingombro della macchina scura, le mettevano ancora più angoscia. Abbassò la testa, cercando con lentezza esasperante le chiavi di casa nella cartella. Altrettanto lentamente aprì
finalmente la porta, restando a fissare la silenziosa oscurità all'interno.
Quando finalmente si decise, e vide sparire la sua divisa verde scuro, la ragazza cominciò a piangere senza controllo, lasciando che suo fratello la abbracciasse e la costringesse gentilmente a entrare in casa.
Il vento gelido e già scuro agitava le fronde degli alberi, e le pieghe della sua gonna.





Lavi era seduto da mezz'ora buona sul davanzale della finestra proprio di fronte a quella della camera di Yuu. Teneva una gamba fuori, nonostante fosse al primo piano. Per tutto il tempo non aveva fatto altro che guardare il diciottenne giapponese piegato sui libri con disinteresse. Ogni tanto scriveva qualcosa, ma la cancellava subito. Infine alzò la testa, spingendola poi all'indietro per guardare il soffitto. Si massaggiò un pò il collo indolenzito, e con la coda dell'occhio notò qualcosa di strano.
Si accorse finalmente di essere osservato, e quando vide che si trattava di Lavi si alzò sospirando.
-Che diavolo stai facendo, stupido? Vuoi ammazzarti?- domandò, indicando leggermente il terreno un piano più sotto.
-No, no!- rispose ridendo. -Il vecchio rompe, dice che devo studiare, ma non ne ho voglia...- continuò, con un sorrisino.
-E quindi mi spii?- chiese Yuu, con una smorfia infastidita. Finta.
-Posso venire lì da te?- domandò invece il rosso, ignorandolo.
-Non ti basta spiarmi?- insistè l'altro, cercando qualcosa da fare per potergli impedire di andare da lui.
-Ma dai, è sempre così silenziosa casa tua. Posso venire?- domandò ancora, e Yuu lo ignorò, sapendo che lo stuzzicava soltanto. Qualsiasi fosse la sua risposta, nel giro di quattro minuti si sarebbe presentato alla sua porta. -Dovresti far venire Allen ad abitare con te, per riempire un pò la casa...- continuò il rosso, sbirciando interessato la sua reazione.
-Neanche per sogno. Non voglio quel moccioso tra i piedi. Questa è casa mia. E poi, è amico tuo, non mio- concluse Yuu secco, chiudendo con decisione alcuni libri in un cassetto.
Lavi sorrise di più, prima di scendere dal davanzale. Yuu si preparò ad andare al piano di sotto per aprirgli la porta, sapendo che presto gli avrebbe suonato il campanello.
-Allora posso venire io, ad abitare con te. Sì, Yuu-chan?-

Lavi suonò al campanello per la terza volta, tenendo premuto il dito con insistenza.
-Dai, Yuu!! Lo so che sei in casa!!- gridò, esasperato. Comincia a trovare la cosa irritante. Non gli aveva risposto per niente, nemmeno per dirli di sparire. Aveva spento il cellulare, e il telefono in casa suonava a vuoto da tutto il giorno. Più o meno come il campanello che il rosso non si decideva a mollare.
-Yuu, e che cavolo! Almeno rispondi, lo so che ci sei!!- continuò a urlare, attirando anche l'attenzione dell'unico passante.
Guardò attraverso le finestre, poi si allontanò di qualche passo per guardare anche a quelle del piano superiore. Niente, di lui non c'era traccia.
Con un'imprecazione si rassegnò, e andò nella casa accanto, dove il vecchio lo aspettava già da un pezzo.
Aveva liquidato le faccende che Bookman gli aveva appioppato in poco tempo, e si era piazzato alla finestra. Ma Yuu non era in camera, e la sua villetta era incredibilmente vuota, silenziosa in modo inquietante.
Cominciò a piovere, prima piano, poi a diluviare, con dei tuoni che scuotevano i vetri alle finestre. Lavi sospirò sempre più infastidito. Non l'aveva nemmeno sentito rientrare, nel caso fosse davvero fuori. Dove si era cacciato?
-Moccioso! Va a raccogliere il bucato!!- gridò Bookman dal piano di sotto.
Lavi corse subito verso le scale, ricordandosi di aver lasciato tutto appeso fuori quando era ancora una bella giornata. -Ehi vecchio, potevi anche dirmelo prima!!- replicò prendendo una giacca prima di precipitarsi nel giardino sul retro.
-Maledetto vecchio e i suoi reumatismi!- borbottò poco dopo, bagnato dalla pioggia violenta mentre raccoglieva, inutilmente ormai, il bucato che tanto doveva rifare.
Era già sulla porta per rientrare quando si bloccò. Guardò attentamente alla sua destra, poi appoggiò in fretta ciò che aveva in mano ignorando le proteste di Bookman, e corse di nuovo fuori.

Qualcosa di caldo e, in parte, asciutto gli cadde sulle spalle. Ebbe un piccolo scatto, che non potè controllare. Poi sentì la sua voce, e sembrava arrabbiata.
-Che stupido- disse semplicemente. Si inginocchiò accanto a lui, e Yuu alzò appena lo sguardo, fissandolo confuso da attraverso la frangia. Iniziò a tremare, rendendosi conto di avere freddo. Pioveva, anche. Non se lo ricordava.
Aveva solo un piacevole senso di vuoto totale.
Lavi lo costrinse ad alzarsi in piedi, scostando di tanto in tanto una ciocca di capelli rossi che gli copriva l'occhio sinistro. Ormai erano talmente bagnati, entrambi, che non c'era nemmeno troppa fretta. Strinse meglio la sua giacca sulle spalle del giapponese, e lo spinse dentro casa attraverso la porta sul retro, che Yuu aveva lasciato aperta.
-Che stavi facendo? Ci sono modi più sicuri per affogare, sai?- gli domandò cercando di farlo riprendere.
L'altro non disse nulla, guardandolo ancora confuso. Lavi sospirò di nuovo.
-Aspetta, torno subito- gli disse, sparendo.
Yuu, continuando a tremare, si lasciò scivolare in ginocchio sul pavimento gelido e bagnato della cucina.
Poco dopo il rosso tornò con un telo, e lo avvolse attorno al corpo dell'altro.
-Su, non fare così, alzati! Adesso ti fai un bel bagno caldo e poi vai a dormire, eh?- suggerì, aiutandolo ad alzarsi. Yuu non rispose, e distolse lo sguardo. Sembrava che non lo stesse nemmeno ascoltando.

Prese un respiro profondo, fissando le piastrelle chiare del bagno, ancora, come faceva da circa venti minuti. Spinse la testa all'indietro, contro il bordo freddo della vasca, poi si immerse completamente nell'acqua, riemergendo pochi secondi dopo, con i capelli bagnati appiccicati al viso, appesantiti.
Lavi bussò poco delicatamente alla porta, infilando poi la testa nel bagno senza aspettare risposta.
-Va tutto bene?- chiese, entrando. Raccolse un asciugamano e si avvicinò alla vasca. -Dai adesso fa il bravo bambino e lascia che ti asciughi!!- esclamò, con un sorrisetto che non poteva essere classificato se non come idiota.
-Esci...- mormorò l'altro, guardando da un'altra parte, per niente intenzionato ad assecondarlo. E ancora troppo vuoto per arrabbiarsi seriamente.
Lavi uscì ridacchiando, e lo aspettò appena fuori dalla porta.
Passarono diversi minuti, ma alla fine la porta del bagno si aprì di nuovo, e Yuu uscì già vestito, con un asciugamano sulle spalle per i capelli ancora umidi.
Gli rivolse appena un'occhiata poi, come se non ci fosse, andò in camera sua e Lavi lo seguì. E si fermò davanti alla porta prima, quella della stanza dei suoi genitori.
Osservò un attimo Yuu che si sedeva sul suo letto, dandogli la schiena, così potè socchiudere la porta senza che se ne accorgesse.
All'interno era tutto identico all'ultima volta che l'aveva vista, molti anni prima. Yuu non aveva spostato nulla, e la manteneva pulita. Si sentì invadere dalla tristezza.
-Che fai?- domandò distrattamente il giapponese dietro di lui. Non l'aveva nemmeno sentito, e si scusò un pò imbarazzato. Ma l'altro non si arrabbiò, anzi guardava la stanza con la stessa aria distante di quando l'aveva trovato sotto la pioggia. Lavi seguì il suo sguardo, fino a una clessidra che non aveva mai notato.
Era grande, talmente grande da contenere un fiore, che galleggiava tranquillamente.
-C'è sempre stato questo?- chiese avvicinandosi, notando con tristezza che solo due petali non erano ancora caduti e il fiore era vicino ad appassire. -Era dei tuoi?-
-Non proprio...- mormorò Yuu, portandosi vicino a lui, guardando il fiore in modo strano.
-E' un loto- disse piano, senza motivo, Lavi, continuando a fissarlo. -Oggi sono quattro anni, già...-
Poi l'altro sospirò rumorosamente, e si avviò in corridoio. Lavi fece lo stesso, correndo velocemente al suo fianco, di nuovo con un sorrisino sulle labbra.
-Posso restare a dormire qui?-

Lavi gli strinse un pò di più la vita, avvicinandolo. Yuu mormorò qualcosa mezzo addormentato, mentre il rosso cercava di accostarsi abbastanza da sentire la schiena dell'altro contro il suo petto.
-Uff, smettila...- sussurrò leggermente infastidito, spostandogli il braccio e allontanandosi. -E' un letto a due piazze questo, hai tutto lo spazio che vuoi. Non ti appiccicare a me...- continuò, affondando il viso nel cuscino nel tentativo di addormentarsi una volta per tutte.
-Ma io voglio stare vicino a teee- rispose sdolcinato Lavi, stringendogli di nuova la vita, senza trovare resistenza. Poi però Yuu lo allontanò, e lui cominciò ad accarezzargli il braccio, così, senza motivo, solo per infastidirlo un pò.
Vedendo che non si lamentava, provò a stringerlo ancora, abbracciandolo. Riuscì anche ad avvicinare le labbra al suo collo, soffiando piano.
-Ti ho detto di farla finita...- mormorò il giapponese, sospirando. Lavi tirò leggermente il collo della sua maglietta, cominciando a scoprirgli la spalla. Intravide la punta di un disegno, e la spostò maggiormente.
-Che fai, stupido? Mi vuoi strozzare?- si lamentò Yuu, prima di sentire il tocco leggero delle dita di Lavi sulla pelle.
-Quando te lo sei fatto questo tatuaggio?- chiese, perplesso, sfiorando il disegno del fiore.
-Tempo fa- rispose semplicemente l'altro, tornando a premere la guancia nel cuscino.
Continuò ad accarezzare la sua spalla, e i contorni di quel piccolo disegno, finchè non lo sentì sussurrare ancora qualcosa.
-E' un loto- disse, come se quello spiegasse ogni cosa.
Leggermente preoccupato, Lavi fissò il fiore nella clessidra sul mobile di fronte, rabbrividendo quando notò che al buio sembrava poter morire da un momento all'altro.
Allora abbracciò di nuovo Yuu, questa volta forte, premendosi contro la sua schiena.
-Domani ti preparo la colazione!- mormorò contento, cercando di distrarre entrambi da un pensiero triste.
Yuu sbuffò, fingendosi disgustato dalla proposta.
-Sai, non penso che mi sveglierò, domani...-






   
 
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