E ora che sono qui, voglio andarmene, perché tutto ciò non è vero.
Ero arrivata a casa e stavo mangiando, quando mio fratello mi chiama. Strano, mi chiama solo per cose molto importanti. Comincio a preoccuparmi, ed esitante, premo il tasto per rispondere. Cercò di apparire tranquilla.
-ciao Andre, c’è qualcosa di cui devi parlarmi?- rispondo schietta, temendo la sua risposta. Non si sente niente, solo alcuni suoi sospiri e singhiozzi.
-ehi, Andrea, mi spaventi, che succede?- domando preoccupata. Non darmi quella risposta, ti supplico.
-Manu, devo dirti una disgrazia… la mamma….- e comincia a piangere. No, ti avevo supplicato di non dirmelo.
-la mamma è… la mamma è mor…- non ci riesco, non riesco a dirlo.
-si, Manuela, la mamma è morta…- mi sussurra Andrea, piangendo. Metto giù la chiamata, mi alzo, e comincio ad urlare, e tirò il piatto per terra, schizzando pomodoro da tutte le parti.
“perché lo hai fatto, mamma? Non ti piaceva avermi vicino a te? Non stavi bene? Perché non me lo hai detto, ti avrei aiutato, lo sai.”
Continuo a dire nella mia mente. Ma ora è il momento di avere coraggio, andare da mio fratello, proteggerlo, consolarlo, ed io soffrire in silenzio.
Mi preparo, e piangendo, comincio ad avviarmi verso casa di mia madre.
Penso e ripenso solo a quella scena, ma quella che fa più male mi appare nella mente, ed io provo a scacciarla, ma inutilmente.
Sono arrivata sotto casa di mia mamma, e mi convinco a calmarmi. Spengo il motore e scendo, aprendo quella fottutissima porta con mano tremolante.
Entro e mio fratello mi si butta addosso, ed io lo lascio stare. Comincio ad accarezzargli la schiena, dicendogli frasi di conforto inutili, a dargli baci sulla testa e lo conduco su una sedia. Restiamo così ancora per un po’, quando gli pongo una domanda strana anche a me:
-vado a vedere la mamma, poi mi dici come è successo, ok?-
-ok, ma se vuoi che ti accompagno…- mi dice lui, ma io scuoto la testa come diniego.
-è una cosa che devo fare da sola, Andrea.- Mi avvio verso camera sua, di mia madre. Entro, e tra poco sarei caduta per terra. Mia madre è lì, con un sorriso angelico sul viso, con i capelli sciolti e gli occhi chiusi. Mi avvicino, e scoppio a piangere.
“ti ricordi quando dicevo che niente è tutto bianco o tutto nero? Bene, ora me ne pento. Perché tu, o sei felice o sei triste. Tu, o sei bianco o sei nero. E indovina come sono io? Io sono nera. Ero bianca, prima, e ora sono nera.
Pensai questo in un mare di lacrime, poi andai a mantenere la promessa…
E ora che sono qui, a guardare la lapide in cui c’è scritto: ”Michela”, posso dirti che la promessa la manterrò, ma avrò io dei momenti in cui devo essere protetta, ma non da Andrea, Serena o Diego, ma da te, perché anche se tu adesso non ci sei più, la mamma resta sempre la mamma.
Angolo Autrice:
da come avrete già letto dall’intro, questa è la mia prima ff, e spero vi piaccia.
L’idea mi nasce da un fatto che è veramente successo, a mia madre però. Ma ho sofferto anche io, perché quella era la mia nonna-confidente… comunque i nomi sono inventati. Se volete farmi sapere se vi piace o no, o volete farmi notare un errore, recensite pureJ.
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