Peeta non riusciva a dormire quella
notte. A cosa
serviva tutta la comodità intorno a lui se non riusciva a
sfruttarla? Gli
facevano assaporare il lusso più sfrenato,
l’abbondanza esasperata, prima di
mandarli al macello. Quell’idea gli dava la nausea.
La sua vita, prima ancora di
cominciare a viverla,
era già conclusa.
Come se non bastasse, come se
questo non fosse già
la realizzazione del suo peggior incubo, quel destino che sembrava
così
arrabbiato con lui aveva fatto sì che sul patibolo
ci fosse anche
Katniss. Se mai l’idea di tornare da vincitore
l’avesse sfiorato, sarebbe
stato totalmente assurdo, visto che la sopravvivenza di uno di loro due
escludeva
quella dell’altro.
Poteva giusto immaginare, riempirsi
la testa di se e ma.
Se Katniss non fosse stata
lì,
e lui fosse tornato da vincitore, avrebbe certamente avuto
più determinazione
per avvicinarsi a lei. Ma Katniss
era
lì.
Se solo lei non si fosse
offerta come tributo, sarebbe a casa sua al sicuro… ma con lui ci sarebbe stata sua sorella.
Avrebbe forse ucciso Prim?
Se, ancora se,
un altro ma… Era una
trappola. Ecco cos’era.
Non appena provava a chiudere gli
occhi, nella sua
testa si alternavano immagini di quello che avrebbe potuto essere il
bagno di
sangue dei giorni a seguire, a immagini di casa sua. Concentrandosi,
riusciva
quasi a sentire il profumo della panetteria, il calore delle mani di
suo padre.
-
Che fai
in giro per casa a
quest’ora?
Erano
le tre
di notte e lui aveva un gran mal di testa. Era andato quasi ad occhi
chiusi in
cucina a cercare un’aspirina e ci aveva trovato suo padre che
mangiava e lo
guardava con aria interrogativa.
-
Ho mal
di testa, E tu stai
mangiando di nascosto, sei più in fallo di quanto lo sia io –
spiegò mentre prendeva dal cassetto la sua
medicina e guardava incuriosito il contenuto del piatto di suo padre.
Patate e…
– E’ uno scoiattolo quello?
-
Beccato
– suo padre scosse
la testa e sorrise colpevole – Ne vuoi? Io non so resistere,
ogni tanto ne prendo
uno dalla Everdeen. Li sa colpire talmente bene… dritto
nell’occhio. La carne
non si rovina. Sono perfetti…
Al
signor
Mellark non sfuggì quella strana luce negli occhi azzurri di
suo figlio al
sentir nominare quella ragazzina. Succedeva sempre. Un luccichio
impercettibile
per chiunque altro.
Peeta
si
sedette, indeciso se prendere l’aspirina o no. Preferiva
rimanere un po’ in
cucina con suo padre, piuttosto che tornare a letto. Quei momenti erano
molto
rari con la panetteria aperta tutto il giorno e i suoi fratelli sempre
fra i
piedi.
-
Allora
siete diventati
amici?
La voce
di suo
padre lo fece sobbalzare, mentre pensava a come poter battere suo
fratello
nella prossima gara.
-
Con chi?
-
Katniss…
-
No
papà.
-
Dovresti
pensarci Peeta. E’
in gamba. Anche tu. Andreste d’accordo… Mi
piacerebbe avere una figlia così,
insomma… guarda che scoiattolo!
-
A me
non piacerebbe averla
come sorella…
Si
guardarono
negli occhi e scoppiarono a ridere, Peeta si scordò il mal
di testa, e
passarono minuti interminabili prima che si rendessero conto che era
notte
fonda e che avevano svegliato tutti.
Si rigirò nel letto, si
sforzò di rimanere con gli occhi
chiusi, e di provare a dormire. La sua mente non riusciva a staccarsi
dal
distretto, dal letto di casa sua. Era rimasta a quella sera in cui
tornò a
dormire senza il mal di testa.
La mattina dopo, avrebbe cercato di
far asciugare il
cuscino bagnato.
Oh where have
those
good times gone?
You should have been given more
Should have
been given
love
- Nostalgia - Elisa
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Ciao
bella gente!
Ecco a voi
questo piccolo
missing moment.
Ogni volta
che al cinema deve
uscire un sequel, mi “preparo” rileggendo il libro,
se ce l’ho, e rivedendo
il film. E’ da matti, lo so! Ma
questa fic è nata proprio così, mentre rileggevo
il primo Hunger Games. Si
svolge la notte dopo il primo giorno di addestramento.
La storia
non è nata sulle note
della canzone citata, ma quando le ho dato il titolo è stato
inevitabile per me
pensare ad Elisa, e ho trovato che le parole fossero perfette.
Cos’altro
dire? Io sto letteralmente
impazzendo nell’attesa di Catching Fire, non so
voi… :D
Ad ogni
modo. Spero che questa
fic vi sia piaciuta almeno un po’!
Un
abbraccio,
Gabry