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Autore: HummelBerry90    31/10/2013    8 recensioni
E'il primo giorno di scuola per il piccolo Blaine Anderson. Chi incontrerà?
“Tu sei gay.” Disse Puck e in quel momento, tutto il mondo per Kurt si fermò. Gay? Che cosa voleva dire quella parola?
Gay.
“Gay..?” il piccolo Kurt ripetè quella parola sottovoce, voleva coglierne bene il significato. “Io sono..gay?” domando più a se stesso che agli altri bambini. Che cosa voleva dire? E perché gli altri bambini pensavano che fosse una cosa brutta?
Baby!Klaine
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti! *Passa balla di fieno* Lo so, sono sparita per mesi senza postare nulla e ora me ne esco con questa OS Klaine. Sono inperdonabile. Ma vi ho portato dei cioccolatini! *Manda cioccolatini* Va bene, ora che mi avete perdonata..leggete questa cosa senza senso che ho scritto durante una noiosa ora di latino.
Ci vediamo giù!

Il piccolo Blaine Anderson aveva aspettato per giorni, per intere settimane che arrivasse il 20 Settembre. A dir così questa sembra una data senza alcun significato. Ma questa data aveva un gran significato per il piccolo Blaine.
Quella data avrebbe cominciato il lungo viaggio di Blaine verso il mondo degli adulti e verso una completa integrazione nella società. Il 20 Settembre Blaine avrebbe cominciato il suo primo anno d’asilo. E quel giorno era finalmente arrivato.
 
Come ogni giorno, l’asilo William McKinley era piano di bambini. Bambini che correvano di qua, bambini che correvano di là, bambini che gridavano e bambini che ridevano.
La maggior parte dei bambini andava d’accordo von le loro maestre, soprattutto con Luna.
Luna era arrivata dal poco all’asilo, ma tutti i bambini avevano subito fatto amicizia con lei. Aveva poco più di vent’anni, era alta, con un bel fisico. Aveva i capelli di un bel mogano naturale e gli occhi marroni cioccolato. Non veniva considerata sempre una bella ragazza, ma tutti sapevano che aveva un gran cuore e che amava i bambini e gli animali. Era molto intelligente e matura, ma allo stesso tempo infantile. “Ma questa e’ una buona cosa”, dicevano le altre maestre dell’asilo. Era grazie a questo suo lato infantile se andava così d’accordo con i bambini.
Comunque, quel giorno l’asilo non era molto diverso dal solito.
 
Il piccolo Kurt stava disegnando con i pennarelli che gli aveva appena dato Luna. Insieme a lui c’erano la piccola Mercedes, la piccola Tina e il piccolo Artie.
Le piccole Quinn, Santana e Brittany stavano giocando con le bambole. Quinn adorava vestire le bambole e scambiare i vestiti con le altre bambine. Brittany adorava due bambole in particolare; una bionda con gli occhi azzurri e l’aria confusa. Mentre l’altra era una bambola più scura di pelle, con i capelli mori e gli occhi neri e penetranti. Brittany diceva sempre che quelle due bambole le ricordavano lei e Santana. Spesso inventava delle storie con quelle bambole e tutti i bambini  restavano ad ascoltarla. Tutti sapevano che Brittany aveva una grande fantasia. Santana era molto legata a Brittany.
Noi siamo migliori amiche! Vero, Santana?” –“Certo, Brittany! Noi saremo migliori amiche per sempre!” Tutti quanti adoravano la loro amicizia.
Vicino alla finestra c’era Rachel Berry con un piccolo microfono finto. Lo portava ogni giorno perché adorava cantare. “Da grande farò la cantante! Sarò la migliore di tutti! La più brava!” Diceva sempre con sguardo fiero.
Infine c’erano Finn e Noah Puckerman seduti a terra a giocare con le macchinine. Tutti sapevano che Noah detestava essere chiamato con il suo vero nome, così si rivolgevano a lui con il nome “Puck”.
Andavano tutti quanti d’accordo, anche se quel giorno..
 
Santana avvicinò Puck e gli sussurò qualcosa, lui annuì e si avvicinò al tavolo dove Kurt e gli altri bambini stavano disegnando. Puck fece alzare Mercedes, Tina e Artie e li fece andare da Santana la quale stava radunando gli altri bambini. Kurt non si accorse di quello che gli stava capitando attorno, era concentrato sul suo disegno. Sorrideva divertito; sembrava davvero molto felice mentre disegnava.
Santana cominciò a sussurrare qualcosa agli altri bambini, mentre Puck annuiva a ogni parola. Dopo qualche secondo, il piccolo Kurt si alzò dal tavolino e si avvicinò agli altri bambini.
“Guardate il mio disegno!” Disse allegro, mostrando a tutti il suo bellissimo disegno. Kurt aveva disegnato due ragazzi che si tenevano la mano, come se fossero fidanzati. Sopra le teste dei due ragazzi c’erano scritti due nomi; Kevin e Micheal. Tutti i bambini lo guardarono stranamente ma non dissero niente. Puck si avvicinò a Kurt, prese il suo disegno e lo distrusse, senza batter ciglio. Kurt cominciò a lacrimare, continuando a guardare fisso il suo compagno che non faceva e diceva nulla. “Perché hai distrutto il mio disegno?!” disse tra le lacrime, il piccolo Kurt.
“Il tuo disegno era strano.” Disse Quinn. Kurt guardò subito la piccola bionda che fissava i frammenti del disegno.
“Due ragazzi che si tengono la mano non sono normali.” Disse subito Brittany, affiancandosi alla sua amica.
“Ma se si vogliono bene?” chiese Kurt, lacrimando. Tutti i bambini scossero la testa a quella domanda.
“Tu sei sbagliato.” Disse semplicemente il piccolo Puck, mentre Kurt si girava per guardarlo in faccia. Kurt non sapeva cosa dire e cosa pensare. Che cosa voleva dire che “era sbagliato”? Perché i suoi compagni dicevano questo?
“Mia nonna mi ha detto che quando un maschio che vuole bene a un altro maschio vuol dire che è sbagliato.” Disse Santana, con cattiveria.
“Non è normale, i maschi devono voler e bene solo alle femmine.” Aggiunse il piccolo e timido Finn.
Kurt non sapeva cosa dire in sua difesa. Lui non pensava quello che pensavano gli altri bambini. Lui pensava che i maschi potevano voler bene ai maschi, e le femmine potevano voler bene alle femmine. Se c’era amore, non importava più nulla. Giusto?
“Tu sei gay.” Disse Puck e in quel momento, tutto il mondo per Kurt si fermò. Gay? Che cosa voleva dire quella parola?
Gay.
“Gay..?” il piccolo Kurt ripetè quella parola sottovoce, voleva coglierne bene il significato. “Io sono..gay?” domando più a se stesso che agli altri bambini. Che cosa voleva dire? E perché gli altri bambini pensavano che fosse una cosa brutta?
“Ti piacciono i bambini?” chiese la piccola Rachel, più per curiosità che per cattiveria. “O ti piacciono le bambine come me?”
Kurt la guardò, si morse leggermente le labbra e dopo qualche secondo girò lo sguardo senza rispondere.
“Si, tu sei gay.” Disse Santana con fierezza, come se stesse annunciando che ci sarebbe stata una festa di compleanno. Puck si avvicinò a Kurt e lo spinse, facendolo cadere a terra. Kurt Le ginocchia del piccolo cominciarono a sanguinare e a bruciare. Kurt cercò di non piangere, alzandosi da terra.
“Ma perché fate così? Voi siete miei amici!” gridò Kurt.
“Noi non vogliamo essere tuoi amici. Sei strano.” Disse Puck, facendo scoppiare in lacrime il piccolo Kurt.
“Siete cattivi!!” Gridò Kurt, correndo in bagno a piangere.
 
In quel momento, qualcuno bussò al citofono dell’asilo. Luna rispose al citofono e andò ad aprire la porta, ritrovandosi davanti un piccolo Blaine Anderson tutto eccitato e saltellante.
“Ehi, ciao piccolo. Tu sei Blaine, giusto?” disse Luna sorridente. Blaine annuì saltellando e ridendo. La madre di Blaine lo raggiunse e strinse la mano di Luna. “Sei pronto per il tuo primo giorno di scuola, Blaine?” chiese Luna, abbassandosi per poterlo guardare in faccia. I capelli di Blaine era neri e ricci, molti piccoli ricciolini cadevano sulla piccola fronte del bimbo. Forse avrebbe dovuto tagliarli un po’. Il piccolo aveva degli occhi davvero belli; erano verdi con qualche sfumatura di marrone chiaro. Ma la cosa che mi più fece tenerezza a Luna, furono le sopracciglia di Blaine; erano molto folte e avevano una strana forma. Sembravano quasi triangolari.
“Si! Ora sono un bimbo grande.” Disse fieramente, mettendo le mani sui fianchi. Luna rise e la madre di Blaine sorrise.
“Oh, ma che bel papillon. E’ un papillon da bimbo grande, giusto Blaine?” chiese Luna. Il papillon di Blaine era rosso a poi gialli. Due colori che Luna non avrebbe mai indossato insieme.
“E’ il papillon che il mio papà indossava quando ha conosciuto mamma!” Disse Blaine con allegria. “Adesso è mio.” Mise una mano sul papillon, così nessuno lo avrebbe preso.
“Non ti preoccupare, non voglio rubarmelo.” Disse Luna, facendo ridere Blaine.
“Vai Blaine, la mamma deve andare a lavoro. Fai il bravo, va bene?” lo raccomandò la mamma. Blaine si girò e l’abbraccio, sussurrandole “va bene”. Si staccò subito dalla madre e corse nell’asilo. Vide la porta del bagno chiudersi violentemente, così decise di andare a vedere. Aprì la porta e ci trovò dentro un piccolo Kurt Hummel che piangeva seduto a terra.
 
“Ciao, perché piangi?” chiese Blaine, mentre chiudeva la porta del bagno.
“Chi sei tu? Sei un bambino nuovo?” rispose Kurt, singhiozzando.
“Si, io sono Blaine Devon Anderson. Tu come ti chiami?” chiese allegro il piccolo Blaine.
“Io sono Kurt.” Rispose semplicemente. “Non puoi parlare con me.”
“Perché no?” chiese confuso Blaine. “Io voglio parlare con te.” Sorrise e si sedette vicino a Kurt. Il piccolo si stava massaggiando il ginocchio per alleviare il dolore della caduta. Scoprì il ginocchio, che era diventato rosso. “Oh, aspetta.” Disse Blaine che di colpo si alzò in piedi. Tirò fuori un fazzoletto e lo bagnò con dell’acqua. Appoggiò il fazzoletto sul ginocchio di Kurt, che poco dopo coprì con i pantaloni.
“Grazie, ora sto bene.” Kurt ormai aveva smesso di piangere. Blaine sorrise e il suo sorriso fece sorridere anche Kurt.
“Perché piangevi?” chiese Blaine, sedendosi di nuovo vicino Kurt.
“Perché non ho amici.” Rispose il piccolo, guardando il pavimento.
“Io posso essere tuo amico.” Disse Blaine sorridendo. Kurt scosse la testa, continuando a guardare a terra.
“Nessuno vuole essere mio amico. Perché io sono strano.” Ammise Kurt.
“Strano?” ripetè Blaine confuso.
“Gli altri bambini dicono che sono sbagliato. Solo perché penso che i bambini posso volere bene ad altri bambini, e le bambine possono volere bene ad altre bambine.” Disse lentamente. Blaine lo guardò in faccia.
“Tu non sei sbagliato.” Gli disse Blaine. “Gli altri bambini dicono che sei sbagliato, ma non è vero. Io non la penso come loro.” Kurt guardò Blaine negli occhi e ne rimase incantato.
“Hai degli occhi davvero belli.” Disse Kurt sottovoce, come se fosse una cosa sbagliata da dire. Blaine sorrise.
“Anche tu.” Ed era vero. Il piccolo Kurt aveva dei bellissimi occhi azzurri, con qualche sfumatura di verde chiaro. Kurt ritornò triste.
“Non voglio tornare dagli altri bambini. Mi diranno che sono strano.” Blaine scosse la testa.
“Non ascoltare gli altri bambini. Tu sei speciale.” Kurt inclinò la testa confuso.
“Io non sono speciale.”
“Si. Tu pensi cose diverse perché sei diverso. Sei speciale.” Disse Blaine sorridendo. Kurt abbassò di nuovo la testa.
“Se gli altri ti vedono parlare con me, non vorranno essere tuoi amici.” Sussurrò preoccupato.
“Io non voglio essere loro amico. Io voglio essere tuo amico.” Kurt sorrise e Blaine lo abbracciò felice. “Sei bello quando sorridi.” Kurt si alzò e prese un grande respiro profondo. Si alzò anche Blaine e si levò il suo papillon.
“Che fai?” chiese Kurt. Blaine gli mise il papillon e sorrise.
“E’ tuo. Te lo regalo.” Kurt aprì la bocca sorpreso e stupito. “Era del mio papà. Lo indossava quando ha incontrato per la prima volta la mia mamma.”
“Ma perché me lo vuoi dare?” chiese Kurt. “Era del tuo papà.”
“Si, ma adesso è tuo. Così quando sarai grande ti ricorderai di me.” Disse semplicemente Blaine. Kurt sorrise e lo abbracciò.
“Grazie, Blaine.” Gli sussurrò, stringendolo forte. Si avvicinò alla porta. “Quindi, siamo amici.” Disse, non era una domanda.
“No. Non siamo amici.” Kurt si girò e diventò triste. Blaine gli si avvicinò e gli prese le mani. “Noi siamo migliori amici.” Kurt sorrise e finalmente, aprì la porta.
 
Kurt si avvicinò piano alla stanza dove c’erano gli altri bambini, seguito da Blaine. Prese un respiro profondo e entrò. Si aspettava di essere preso in giro e di essere chiamato “strano” di nuovo. Ma questo non successe. Puck gli si avvicinò, era visibilmente triste.
“Mi dispiace, Kurt.” Kurt era sorpreso. Guardò gli altri bambini e tutti erano tristi. “Mi dispiace di aver detto che sei strano.” Si avvicinò Santana, anche lei era dispiaciuta.
“Noi vogliamo essere tuoi amici.” Sussurrò, anche se tutti la sentirono.
“Ma..” Kurt cominciò, ma Finn lo interruppe.
“E’ venuta Luna e ci ha detto che quando un maschio vuole bene a un altro maschio, non è strano.” Disse annuendo alle sue stesse parole.
“E anche quando una femmina vuole bene a un'altra femmina. Non è una cosa strana.” Intervenì Rachel.
“Possiamo essere tuoi amici?” chiese Puck e tu si avvicinarono al piccolo Kurt. Aspettò un paio i minuti prima di rispondere;
“Certo.” Disse allegro. Tutti sorrisero e abbracciarono Kurt. In quel momento, entrò Blaine. Tutti si girarono a guardarlo. “Lui è Blaine. E’--“
“Sono il migliore amico di Kurt.” Disse, con un grande sorriso. Accarezzò per un paio di secondi la manina di Kurt e poi la strinse. Kurt gli sorrise e in quel momento, entrò Luna. Vedendo la dolce scena tra i due bambini, le scappò un sorriso divertito.
“Kurt, la tua mamma è venuta a prenderti.” Disse al piccolo, quasi dispiaciuta. Blaine diventò subito triste e guardò Kurt.
“Ci vedremo domani, Blaine.” Disse Kurt, facendo sorridere Blaine.
Luna accompagnò Kurt alla porta, seguiti di nascosto da Blaine. “Blaine, lo so che mi stai seguendo.” Disse Kurt, ridendo. Blaine si fece vedere da Kurt e gli si avvicinò.
“Allora, ci vediamo domani?” chiese Blaine, sapendo già la risposta. Kurt annuì sorridendo. Blaine si avvicinò ancora di più e gli diede un bacio sulla guancia. Kurt arrossì, ma non gli importava. Quel bacio era bello. Blaine tornò subito dagli altri bambini, mentre Luna apriva la porta e salutava la signora Hummel.
La signora Hummel e il piccolo Kurt stavano uscendo dal cortile dell’asilo.
“Chi ti ha dato questo bel papillon?” chiese la madre. Kurt sorrise e sussurrò “un mio amico”.  La madre sorrise e Kurt le lasciò la mano. “Che c’e, Kurt?”
“Devo fare una cosa.” Disse, e corse di nuovo nell’asilo. Bussò alla porta e ovviamente, si ritrovò Luna davanti.
“Kurt, hai dimenticato qualcosa?” chiese la ragazza. Kurt non rispose e corse dagli altri bambini. Tutti lo guardarono confusi, tutti tranne Blaine.
“Kurt, non eri andato via?” chiese confusa la piccola Brittany. Kurt non rispose e guardò Blaine. Lui si alzò subito e gli si avvicinò. Kurt gli prese le mani e gli diede un piccolo bacio sulla guancia. Blaine saltellò sul posto gioiosamente. Kurt salutò tutti e se ne andò, dopo aver bisbigliato al piccolo Blaine;
“Ti voglio bene.” 
Eccoci quì, che dire? Non so perchè abbia scritto questa cosa, ero semplicemente annoiata. 
Vi prometto, che pubblicherò al più presto il terzo capitolo della http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1892702&i=1">mia FF Klaine
Un più, ho anche una piccola sropresa! La parola chiave di questa sorpresa? HummelBerry. Qualcuno già avrà capito, lo so,
Bene, spero che questa OS vi sia piaciuta. Ringrazio in anticipo tutte le persone che recensiranno e ovviamente, tutte quelle che leggeranno soltanto. 
Au revoir, e sopratutto..
Buon Halloween! 
   
 
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