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Autore: micRobs    31/10/2013    7 recensioni
"Ma Jeff non aveva centimetri di scorta da prestargli e Thad non se l’è sentita di smorzare il suo entusiasmo, così ha dato nuovamente il suo consenso e adesso si trova saldamente ancorato al bancone del locale a difendersi da coloro che gli chiedono di fargli vedere la spada o se possono assaggiare il suo rhum. Jeff è sparito con Batman e lui è costretto a sopportare Viserys Targaryen che tenta disperatamente di invitarlo a ballare. Grandioso."
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note di Robs: Se state leggendo questa shot perché non siete potuti andare al Lucca Comics, avete tutto il mio sostegno e la mia comprensione. Volevo scrivere qualcosina per Halloween e questo è quello che ne è venuto fuori. Oltretutto, si è scritta in talmente poco tempo che credo davvero di soffrire di qualche patologia strana, visti i picchi di produttività che sto avendo in questo ultimo periodo. Spero vi strappi un sorriso, uno di quelli belli ♥
 
 

Hijacked
 
 
 
 
 
A quasi ventitré anni, Thad Harwood si aspetta due cose dalla sera di Halloween: una maratona di classici dell’horror e una porzione mega di tacos da dividere con il suo migliore amico, Jeff Sterling. Eppure, quando si ritrova a dover trarre in salvo il suo cappello dal terzo idiota che ha pensato fosse divertente tirarglielo via, deve ammettere, con una punta di sconfitta, che la serata non sta procedendo come lui si era aspettato. Affatto.

Il locale in cui è stato trascinato, da quello che fino a due ore prima sarebbe stato pronto a definire addirittura “il suo qualcuno”, è un caleidoscopio di luci e colori che lo costringono a strizzare gli occhi per il fastidio che gli causano; il rumore della musica assordante gli riempie le orecchie e confonde i pensieri e lui non è più certo di possedere ancora qualche neurone lucido abbastanza da consentirgli di pensare con raziocinio. Ha perso di vista Jeff non appena hanno messo piede nella sala e, per quanto si sforzi, non riesce ad individuare la sua chioma bionda e il suo costume da Capitan America da nessuna parte.

Tipico di Sterling, dopotutto, costringerlo a boicottare la tranquillità della sua tradizione halloweeniana per prendere parte alla “più grandiosa festa dell’anno, ommioddio, Thad, non puoi mancare, ti ho detto che l’ha organizzata Nicky?”. Sì, almeno dieci volte, ha risposto Thad, ma ciò non ha impedito al suo amico di ripeterlo ancora. E ancora. E ancora. Fino a che lui non si è arreso e ha dato il suo assenso.

“Al tuo vestito ci penso io” ha assicurato quell’uragano biondo che è Jeff. “Altrimenti tu riesumi Zorro e fa talmente duemiladieci che ti impedirò di farti vedere in giro con quel trionfo del cattivo gusto addosso.”

Thad non lo ha ringraziato, perché non era certo di doverlo effettivamente fare: quando però il ragazzo si è presentato da lui con quello che sarebbe stato il suo costume di Halloween, ha capito di aver fatto bene a tenersi per sé eventuali parole gentili da riservargli.

“Jack Sparrow non passa mai di moda, con questo farai un figurone.”

E grazie tante, avrebbe voluto rispondergli, se magari avessi anche qualche centimetro in più, nella tua busta di cellophane, sono sicuro che il risultato sarebbe anche più credibile.

Ma Jeff non aveva centimetri di scorta da prestargli e Thad non se l’è sentita di smorzare il suo entusiasmo, così ha dato nuovamente il suo consenso e adesso si trova saldamente ancorato al bancone del locale a difendersi da coloro che gli chiedono di fargli vedere la spada o se possono assaggiare il suo rhum. Jeff è sparito con Batman e lui è costretto a sopportare Viserys Targaryen che tenta disperatamente di invitarlo a ballare. Grandioso.

D’un tratto poi, accadono più cose contemporaneamente e Thad non è sicuro di riuscire ad ordinarle secondo la giusta sequenza di causa-effetto. Quello di cui si rende conto è lo sguardo di Viserys che cambia e un braccio che, sicuro e protettivo, gli va ad avvolgere il fianco.

«Il Targaryen ti sta importunando?» Domanda una voce al suo orecchio e Thad si irrigidisce completamente e trattiene il respiro, perché non è certo di quello che sta accadendo. Non ha tempo di dire alcunché, però, che il drago scuote ripetutamente la testa e solleva le mani in segno di resa.

«Stavamo solo parlando, amico» garantisce, prima di volatilizzarsi nel tempo di un battito di ciglia, in piena concordanza con il personaggio da cui è mascherato.

Thad è confuso. Sbatte più volte le palpebre per assicurarsi di non essersi perso nessun passaggio in quella faccenda, poi si rende conto di aver ancora quel braccio a cingergli il fianco e allora sbarra gli occhi e si gira velocemente alla sua destra.

Dove Il Fantasma dell’Opera lo sta osservando con espressione a metà tra il preoccupato e il divertito – cosa di cui comunque Thad non può essere pienamente sicuro, visto che riesce a vedergli solo mezzo viso. Un gran bel mezzo viso, tra l’altro.

Si volta in quel mezzo abbraccio fino a sgusciarne via, ma il sorriso sul volto del ragazzo non dà segni di incertezze o imbarazzo – cosa che sarebbe stato logico aspettarsi, considerando che, fino a trenta secondi prima, gli teneva un braccio intorno alla vita.

«Non era necessario» alza la voce per farsi sentire oltre il frastuono della musica. «Non mi stava dando fastidio.»

Il Fantasma dell’Opera non si perde d’animo ma, anzi, cala lievemente le palpebre e gli rivolge uno sguardo talmente intenso che Thad lo sente scivolargli fin dentro il bacino e farlo rabbrividire. «Chi ti dice che non cercassi una scusa per avvicinarmi a te?»

E adesso Thad è ancora più confuso. Schiude le labbra e le richiude di nuovo, prima di inarcare un sopracciglio in una smorfia vagamente scettica. «Lo stavi facendo?»

«Ho sempre avuto un debole per i pirati.»

E io per i fantasmi, si ritrova a pensare Thad, poi scuote appena la testa per allontanare quella constatazione che, così come gli è venuta in mente, è piuttosto inquietante e raccapricciante.

«Quindi» prosegue il ragazzo e distoglie per un attimo lo sguardo da lui, puntandolo in direzione della pista da ballo. «Davvero non ti va di ballare, o era una scusa riservata al Re Mendicante

Lo sguardo sicuro e predatore che gli rivolge, accompagnato dal quel sorriso sghembo che gli causa qualche scompenso cardiaco, gli rende difficile anche pensare. O almeno, pensare lucidamente e con buon senso: prima di rendersene concretamente conto, infatti, si ritrova ad accettare la mano che il ragazzo gli porge e a seguirlo alla volta della pista da ballo affollata.


 
«Il Fantasma dell’Opera? Chi è che si vestirebbe da Fantasma dell’Opera per una festa di Halloween?»

Thad si stringe nel giubbotto e scrolla le spalle. «Lui, a quanto pare. E poi, cosa c’è di male? È un travestimento come un altro, anche molto originale, se posso dirlo.»

Jeff non pare convinto, tant’è che inarca un sopracciglio e schiude le labbra come se volesse aggiungere qualcosa, ma Thad lo interrompe prima che abbia modo di farlo. Lo ha costretto a mascherarsi e a uscire quando non voleva, adesso non può fargliene una colpa se ha trovato un motivo per cui è felice di averlo assecondato.

«Voglio solo sapere come si chiama e ringraziarlo per la bella serata» e poi chiedergli di uscire e magari ballare con lui ancora e ancora e ancora. «Tutto qui.»

«E pensi che Nick sappia chi è?»

«L’ha organizzata lui la festa: se non li conosce lui gli invitati, chi?»

Il suo ragionamento non fa una piega, così Jeff non ha nulla con cui ribattere. Certo, sempre se non si considera che Thad sta varcando la soglia del bar in cui lavora Nick con l’unico scopo di sapere chi era il ragazzo con cui ha passato tutta la sera precedente e che mi ha stretto talmente forte che ho pensato non mi avrebbe più lasciato andare.

«Ciao, cucciolo» cinguetta Jeff, una volta che entrambi hanno preso posto al bancone. Nick scuote lievemente la testa, ma intanto sorride e posa davanti a loro due bicchieri di limonata. «Non che non sia felice di esserti venuto a trovare, ma Thad deve chiederti una cosa.»

Se Thad fosse una persona più attenta, o se almeno non avesse lasciato il cervello sulla pista da ballo del locale, si sarebbe sicuramente accorto del leggero cambiamento dell’espressione di Nick, che adesso si è fatta abbattuta e sconfitta.

«Dimmi tutto» concede il ragazzo e Thad si limita a farlo, perché è animato da talmente tante buone intenzioni e positività che dubita riuscirà a trattenersi oltre.

«Dunque» inizia, non sapendo bene come continuare senza mostrarsi troppo ridicolo e senza speranza. «Il fatto è che- uhm, ieri sera alla festa ho conosciuto un ragazzo e- insomma, mi chiedevo se tu potessi dirmi chi è, visto che lui non lo ha fatto e adesso-»

Non ha tempo di concludere però, che Nick si produce in un lamento frustato e avvilito che gli fa sgranare leggermente gli occhi e schiudere le labbra. «Seriamente, Harwood? Ma quanto sei prevedibile?»

Thad è di nuovo confuso; si scambia un’occhiata dubbiosa con Jeff, che sembra ne sappia tanto quanto lui, e poi ritorna a fissare Nick, che però è sparito.

«Dove accidenti-» Jeff si guarda intorno alla ricerca del suo ragazzo, ma quello non gli lascia il tempo di preoccuparsi a dovere, visto che ricompare improvvisamente dalla porta che conduce nel retro. Tra le mani, Thad la riconosce con un tuffo al cuore, la maschera del Fantasma dell’Opera.

«Mi hai appena fatto perdere cinquanta dollari, grazie mille» lo informa, mettendogliela davanti con il sorriso storto di chi la sa lunga.

Nonostante le sue parole, non sembra per nulla contrariato o demoralizzato e Thad inizia a sospettare che ci sia qualcosa che gli sfugge, in tutta quella situazione; ne diventa assolutamente certo quando, rigirandosi la maschera tra le mani, vi trova un foglietto di carta attaccato con un pezzo di nastro adesivo alla superficie interna.

Avverte Jeff squittire al suo fianco e blaterare qualcosa a proposito del fatto che lui sapeva che avrebbe fatto colpo con quel costume, ma sono suoni che gli arrivano ovattati e distorti perché tutti i suoi sensi sono proiettati sul foglio che le sue dita adesso stanno provvedendo a staccare delicatamente. Lo dispiega con il cuore che batte più veloce e lo stomaco annodato e non ha tempo di fermarsi a pensare che magari vi sono scritte cose che i suoi amici non possono leggere, perché la voglia di sapere è più forte della fretta di cercarsi un posto appartato per farlo.

Sulla carta bianca, vergate da una calligrafia sottile ed elegante, vi sono impresse solo poche parole e un numero di telefono.

“Pare che io abbia appena vinto cinquanta dollari, ti va di uscire a cena? Chiamami. -Sebastian.”

Nick e Jeff non hanno neanche il tempo di rendersi conto di quello che è accaduto, che Thad sta già correndo fuori dal bar.


 
«Salut

«Ti odio quando hai ragione. È appena stato qui.»

«Allora scusami ma devo tenere il telefono libero, sto aspettando una telefonata importante.»

«Aspetta. Sebastian, Thad è un bravo ragazzo, sei sicuro che-»

«Duval. Ti ho costretto ad organizzare quella stupida festa solo per conoscere questo bravo ragazzo: credi davvero che manderei tutto all’aria così?»

«No, io- no. Ma i tuoi precedenti non sono esattamen-.»

«Tempo scaduto, Nicholas, chiamata in attesa. Addio.»                 

 
 

 

 
Viserys Targaryen (e, di conseguenza, il drago e il Re Mendicante) è un personaggio dei romanzi di George Martin, “Le Cronache del ghiaccio e del fuoco”. I costumi di Nick e Jeff sono stati scelti because of reasons, mentre quelli di Thad e Sebastian… per gusto personale, immagino.

Il titolo della shot significa letteralmente “dirottato”, grazie ai Panic! At The Disco, as always.

Per qualsiasi cosa, informazione, spoiler circa le mie storie, banalità e chiacchiere random, mi trovate in pagina

Bacioni,

Robs
 
                                                        
 
   
 
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