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Autore: Nimel17    31/10/2013    6 recensioni
Boys and girls of every age, wouldn't you like to see something strange? Come with us and you will see this our town of Halloween!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Tutti si stavano divertendo quella sera. C'era una nebbiolina leggera, la luna piena, i pipistrelli volavano nel cielo, le ombre oscuravano di tanto in tanto la luce delle candele e delle stelle.
Solo lui, Rumpelstiltskin, il Re delle Zucche, non riusciva a divertirsi. 
Erano trecento anni, forse di più, che organizzava un Halloween dopo l'altro. Il sindaco, Regina, era molto fiscale 
sulla puntualità, sul duro lavoro. Non riusciva più a godersi la vita, anche se ultimamente le cose erano migliorate grazie al suo fidanzato zombie... Daniel, gli pareva che si chiamasse.
Un tempo, quando aveva aperto la porta nell'albero con una zucca dipinta in rilievo, aveva creduto di aver trovato finalmente la sua casa. Un tempo, fare paura alla gente era stata la sua delizia.
Bastava che facesse una delle sue risatine acute, che fosse appena visibile la sua pelle verde grigiastra, e tutti i più valorosi cavalieri scappavano terrorizzati.
Ma ora tutto questo non aveva più sapore per lui, sommerso dalle grida estasiate dei suoi sudditi.
"La parata di cuori pulsanti di Cora ha superato se stessa, quest'anno!"
"I tentacoli dei calamari giganti mi sembravano ancora più viscidi del solito!"
"E le vampate di fiamma del sindaco? Sembra sia nata con il fuoco come elemento!"
Un ululato distrasse Rumpelstiltskin da quelle chiacchiere noiose. Due occhi gialli lo stavano fissando incuriositi. 
Si sforzò di sorridere.
"Red, che piacere vederti. È un sollievo non portare più quella mantella, vero?"
La lupa mannara fece un inchino, poi riprese a correre tra gli alberi. Lui sospirò e si allontanò senza essere notato dagli altri invitati. O almeno, così sperava.
" Rumpelstiltskin!"
La regina  dei vampiri lo raggiunse, una macchia candida nel nero della festa. Il pallore della sua pelle era tale da valerle il soprannome di Biancaneve.
" Cosa posso fare per te, dearie?"
" Dove pensavi di andare, così di soppiatto? Sei l'ospite più importante qui."
" Devo... Devo cercare Bae. Non lo vedo da un po'."
" Ti capisco. Anche Emma ha il vizio di scomparire all'improvviso."
Lui non poté che sentire una fitta di simpatia per la vampira. Sua figlia era uno spirito estremamente ribelle, bionda come il padre e bella come la madre.
" Ha scelto allora tra i suoi spasimanti?"
" Non sono nemmeno certa di conoscerli tutti. Credevo avesse una preferenza per il cacciatore lupo mannaro, poi è arrivato quel ragazzo di legno, senza contare il pirata senza mano della nave fantasma. Vorrei tanto che potesse scegliere il tuo Bae."
" Almeno dovremmo cercarli una sola volta. Ci penserò, dearie, ma proprio tu dovresti conoscere l'importanza del Vero Amore."
il suo tono era estremamente amareggiato mentre pronunciava queste parole. La sua interlocutrice evitò di commentare, anche se tutti sapevano la storia del re, che un secolo prima si era innamorato di una sirena di nome Milah, ma lei l'aveva abbandonato dopo avergli lasciato tra le braccia il loro figlio appena nato, Baelfire.
Rumpelstiltskin proseguì il suo cammino fino al campo delle zucche, dove era certo avrebbe trovato il ragazzo.  
Il fantasma del suo vecchio cane lo seguì.
" Dobbiamo trovare Bae, Pongo. Giocherai con lui più tardi."
Suo figlio era seduto in cima alla rupe, la zazzera di capelli neri gli ricopriva gli occhi e il flauto era inerte tra le sue dita pallide. 
" Ehi, Bae, come mai non sei alla festa?"
Gli si strinse il cuore, vedendolo così abbattuto.
"Ho visto Emma andare via. Pensavo di raggiungerla, ma poi ho visto che stava andando dal suo pirata."
Rumpelstiltskin strinse le labbra, pensando in fretta.
"E... Che ne dici di quella ragazza indiana? Non aveva un tomahawk fantastico?"
"Io e Tamara non ci vediamo più da un pezzo."
"Ma potresti fare ingelosire Emma. Sai come non la sopportasse."
Una volta questo suggerimento avrebbe fatto felice suo figlio, ma non in quel momento.
"Cosa importa? Tanto saremo sempre qui, a fare le stesse feste, anno, dopo anno, dopo anno...."
Lui gli si sedette accanto, sbuffando.
"Lo dici tu, che compi cento anni tra due mesi? Io sono il Re delle Zucche da tre volte tanto, ma... Non mi basta più, Bae. Ho dentro me un vuoto che non so spiegarmi."
"Ma dove potremmo andare? Non c'è altro posto oltre ad Halloween."
Rumpelstiltskin rise, divertito dall'ingenuità del suo piccolo.
"Sai Bae, quando sono arrivato qui, dal mondo degli umani, ho scelto questo portale, ma ce n'erano altri."
"Dici davvero?"
"C'era la nostra porta, con la zucca dipinta sulla corteccia; poi una con l'immagine di un albero verde, pieno di aghetti sottili, palline colorate e stoffa attorno..."
"Sembra bello!"
"Le altre porte non le rammento benissimo. Forse una aveva un coniglietto rosa."
"Dobbiamo andare nel bosco e trovarle! Forse allora potremmo..."
Bae tacque, ma Rumpelstiltskin finì per lui, quieto.
"Essere felici?"
"Cosa state bisbigliando voi due?"
Padre e figlio si voltarono, e la carnagione squamosa del Re delle Zucche assunse una tonalità più intensa, come notò uno sbalordito Baelfire.
Davanti a loro c'era Belle, la bambola di pezza assistente del dottor Frankenstein. Aveva bellissimi occhi di vetro blu, lunghi capelli castano rossicci e un vestito giallo, blu e viola rattoppato molte volte. Una volta Rumpelstiltskin le aveva chiesto se non avesse voluto un vestito nuovo, ma lei aveva scosso la testa e gli aveva risposto che quell'abito le ricordava la sua pelle di stoffa. 
Era stata la prima creazione di Victor Frankenstein, che prima di dedicarsi agli zombie aveva provato a portare in vita altra materia inanimata, così erano visibili nelle braccia, nelle gambe, nel collo e nel viso di Belle le numerose cuciture.
Ma tutto quello che lui vedeva da quando la conosceva era la dolcezza del suo sorriso, la sua fine bellezza e la sua vitalità.
Lei era l'unica cosa davvero viva in mezzo a tutti quei mostri.
"Cosa ci fai qui, Belle?"
La bambola sbuffò e si sedette vicino a lui, appoggiando un libro sulle ginocchia.
"Gaston continua a perseguitarmi, chiedendomi di vedere la sua collezione di teste, ma non lo sopporto. È così noioso..."
"Ricordami, dearie, chi è Gaston?"
"L'armatura medievale."
Lui digrignò i denti. Nessuno poteva infastidire la sua... Poteva infastidire Belle.
"Voi, piuttosto, che cosa stavate tramando, misteriosi come gatti neri?"
A Rumpelstiltskin si formò un groppo in gola, ma doveva pensare a Bae.
E poi, perché Belle avrebbe dovuto interessarsi a lui, dalla pelle di uno strano colore, capelli indomabili, unghie nere e tanto più vecchio di lei?
"Io... Io e Bae stavamo pensando di..."
"... Di invitarti a cena a casa nostra, domani sera!"
Lui si voltò a guardare il figlio, stupito, ma all'occhiata ammonitrice che lo ricambiò si schiarì la gola.
"Che ne pensi, dearie?"
Belle lo abbracciò, e lui rimase confuso e turbato. Come....?
"È fantastico! Grazie, Rumpel!"
Rumpelstiltskin continuò a sorridere, l'espressione un poco instupidita. La ragazza profumava di vecchi libri e Belladonna.
"A domani, Rumpel, Bae."
Lui si sforzò di distogliere lo sguardo da lei per rivolgersi al figlio.
"Ma che ti è successo? Pensavo che volessi andartene!"
"Dev'essere stata la malinconia del momento. Lungi da me essere un ostacolo sulla strada del Vero Amore."
Bae sogghignò vedendo ancora quella sfumatura accentuata sugli zigomi del padre.
"Sciocchezze. Lei..."
"Lo sapevi che, quando ha preso possesso della Biblioteca Pubblica, mi ha chiesto tutti i tuoi libri preferiti per poterli includere nel catalogo?"
Rumpelstiltskin arrossì ancora, ma sorrise.
Forse poteva essere ancora felice ad Halloween.
  
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