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Autore: cormac    31/10/2013    3 recensioni
C’è qualcosa che rende speciale il giardino dei Vessalius. C’è un fiore che Glen ama più di qualunque altro, un fiore senza petali, senza profumo, punteggiato di spine stilettanti; un fiore pericoloso, un fiore amato. Non c’è, nel giardino dei Vessalius, più bel fiore di Jack.
[Glen/Jack] [flashfic]
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Glen Baskerville, Jack Vessalius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vigom
 
 
Storia partecipante al contest di scrittura della pagina facebook Welcome to Vessalius
Life and Pandora Hearts World (a nome di Turca O. Caduceus)

 
 
C’è qualcosa che rende speciale il giardino dei Vessalius. Glen non sa spiegare a sé stesso cosa sia. Ha la delicatezza di un petalo che sospinto da un alito di vento gli si posa sulla guancia candida, ha il profumo delle corolle rilascianti il dolce polline, il rumore degli steli che si flettono dolcemente sotto il tacco umido degli stivali. Glen ama quel giardino: ne ama il rosso carminio delle splendide rose, ne ama le api ed i primi timidi calabroni che si avventurano fra i fili d’erba, ne ama la brezza che soffia e sembra non acquietarsi mai. Ma c’è un fiore che Glen ama più di qualunque altro, un fiore senza petali, senza profumo, punteggiato di spine stilettanti; un fiore pericoloso, un fiore amato. Non c’è, nel giardino dei Vessalius, più bel fiore di Jack.
« Glen! » il moro socchiude gli occhi lentamente, le iridi si fermano sulla luminosa figura dell’altro. Si assopisce nel fissarlo, perché è una visione eccelsa, irraggiungibile, radiosa; dona pace al cuore, al suo cuore afflitto e tormentato. Ed ecco che le sue labbra statiche si incurvano, un sorriso si delinea su esse: Glen sorride, e tocca il suo fiore come se fosse l’ultima volta. Ne sfiora i lineamenti dolci che ancora non accennano ad indurirsi, traccia con l’indice un disegno invisibile sulle sue labbra. E ride, Jack, ride così innocentemente che il tempo sembra fermarsi.
« Jack. » è il suo nome, per questo gli basta sussurrarlo a sé stesso. Il biondo sa già cosa vuole dirgli, basta loro uno sguardo per intendersi alla perfezione. Glen alza lo sguardo, quel tanto che basta per essere accecato dal contrasto del verde prato dei suoi occhi con l’azzurro intenso di quel cielo senza nuvole che fa da tetto a quel giardino dolcissimo. Jack strappa impietosamente un petalo rosso acceso dalla rosa che rigira fra le mani, lo appunta ai capelli corvini dell’altro; come una perla di sangue che stilla preziosa, altrettanto è bello il rosso fra i capelli di Glen.
« Virágom. » una parola in una lingua esotica e lontana. Il biondo non è certo di riuscire a carpirne il significato, ma suona così leggera pronunciata dalla voce bassa e controllata di Glen, così fresca, così sua. Non sa dire perché, ma la consapevolezza che quella parola deve appartenere solo a lui s’insinua nelle sue membra; tra le braccia dell’altro, tutto si fa fosco, tutto perde di significato e tutto si trasforma. Ed una timida rosa appena sbocciata può perdere le sue spine.
« Significa “mio fiore”. »
   
 
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