Abbiamo bisogno di un corpo allo stesso modo di un tessuto molle che necessita del sangue per il suo nutrimento.
Di questi tempi quelli come noi non vivono a lungo; è per questo che siamo diventati  cacciatori molto pazienti.
Lentamente, ci lasciamo trasportare nell’immensità di un mondo microscopico, sfiorando particelle e amici batteri, aspettando senza fretta il momento di entrare in azione.
Non amiamo la competizione, forse non ne conosciamo nemmeno l’esistenza. Ognuno di noi ha qualcosa su cui appoggiarsi, qualcosa con cui interagire. Il mondo microscopico ha mille sfaccettature diverse, mille realtà che abbiamo imparato a conoscere e frequentare.
Ci sono giorni in cui la natura ci aiuta e l’atmosfera si riempie di miliardi di particelle provenienti da persone che hanno già avuto modo di conoscerci; l’uomo è solito chiamarle “particelle di Flügge” e, quando si presentano, cullandoci all’interno del loro vortice, gli umani ne sono infastiditi e tendono ad adottare le dovute precauzioni per evitarle.
E’ il momento decisivo. Il cerchio si stringe ed il contatto diventa molto più vicino e diretto.
In questi giorni ci assale l’urgenza di cercare un corpo e, fortunatamente, avvicinarsi ed entrare all’interno di uno di loro diventa assai facile.
La meravigliosa macchina umana è il nostro ospite preferito, anche se perire all’interno di questa è ormai diventato un evento comune.
La struttura di un corpo è perfetta: al suo confronto la nostra natura è quasi insignificante.
Eppure, una volta fissatici al suo interno, siamo subito capaci di soggiogarlo e, per pochi giorni, riusciamo nel nostro intento.
Un buon virus sa sempre dove trovare la giusta cellula, il nostro dolce avversario, una delle parti più piccole dell’immensa realtà umana. E pensare che noi siamo ben cento volte più piccoli di questa!
Non riusciamo mai a creare un contatto diretto con la nostra amata. Stanchi dal lungo viaggio, ci posiamo sulla sua superficie così liscia e perfetta, scalfendo con la nostra struttura la sua parete esterna.
E’ in questo momento che ha inizio la nostra vera vita; con abilità e astuzia riusciamo ad invadere la cellula che abbiamo scelto, inserendo al suo interno piccoli filamenti del nostro RNA.
Lei impara a conoscerci e, con obbedienza, si sottomette alla nostra volontà, donandoci proteine e succulenti amminoacidi necessari alla nostra crescita e al nostro sviluppo.
Per un virus, la convivenza con la propria cellula è l’unica cosa che realmente conta. Il suo legame è l’unico che riesce a donarci la vera vita e i giorni trascorsi in sua compagnia sanno ristorarci dalla lunga ricerca.
Noi virus amiamo una cellula al punto di arrivare persino a distruggerla, alimentati dall’insaziabile impulso di unirci con tutte le altre.
Nonostante tutto, sappiamo che dietro questo felicità si nasconde anche una sottile paura. Ogni virus, infatti, è consapevole che, da un momento all’altro, arriverà il nemico pronto a sterminarlo con la sua arma letale.