“Ti amo, ti amo, ti amo”
Entro
in punta di piedi. A quest’ora di notte starà sicuramente dormendo. Ma non ho
bisogno di suonare per aprire la porta. Io ho le chiavi. Ci ho abitato in questa
casa, io. Nell’enorme villa della Capsule Corporation. La villa che mi ha visto
cambiare. Che mi ha visto crescere, tradire il mio ideale di guerriero crudele.
Che mi ha visto innamorato. La villa che ha assistito alla nascita del mio
amore. E alla sua fine. Per colpa mia.
Salgo
le scale senza far rumore. Il silenzio mi piace. E’ il mio
elemento.
Mi
guardo intorno e sento una fitta nel petto. Il profumo di LEI è nell’aria.
Apro
la porta della camera da letto.
E’
lì che dorme.
L’amore
della mia vita.
Dorme
con un viso così dolce… innocente… un viso bambino, candido,
puro.
I
suoi capelli azzurri sono sparpagliati sul cuscino.
Bulma.
L’amore
della mia vita.
Quello
che ho abbandonato, senza alcuno scrupolo.
Bulma.
Fortuna
che il piccoletto è in camera sua. Scommetto che quel bambino pappamolle ogni
tanto va nel lettone della mamma. Ma per fortuna, stanotte è
sola.
Bulma.
Mi
avvicino al letto con un fruscio.
Lei
apre gli occhi blu.
“Vegeta?”
“Bulma…”
mi avvicino al suo viso per baciarla.
Lei
si scosta e in un secondo mi trovo a toccarmi la guancia arrossata da uno
schiaffo.
Bulma
sta piangendo.
“Vattene
da casa mia…”
“Amore…”
“Vattene
subito”
“Bulma
io ti amo… Non posso più stare lontano da te”
Vorrei
spiegarle tutto ciò che penso. Tutto. Ma non ci riesco.
Mi
mordo il labbro per l’impotenza.
Sento
la vita che mi esce ogni respiro che faccio.
Sento
di morire. Sto morendo.
Sono
un’idiota. Sto perdendo l’ultima possibilità di
riconquistarla.
Nella
mente mi riaffiora una canzone che per mille volte ho ascoltato, perché per
mille volte lei l’aveva messa nello stereo.
Ti
amo.
Una
canzone stupidissima, che io ho sempre odiato, ma che ora mi sembra così vera e
così… profonda.
Prima
solo un motivetto cantato a bocca chiusa, poi le mie labbra si schiudono e un
sussurro di melodia ne esce. Ma proprio un bisbiglio perché mi vergogno
tantissimo di quello che sto per fare.
“Ti amo,
un
soldo
ti
amo
in
aria
ti amo
se viene testa vuol dire che basta
lasciamoci.
ti
amo, io sono, ti amo, in fondo un uomo
che non ha freddo nel cuore, nel
letto
comando io
ma tremo davanti al tuo seno,
ti odio e ti amo,
è una farfalla che muore sbattendo le ali
l'amore che a letto si fa
prendimi l'altra metà
oggi ritorno da lei
primo Maggio, su coraggio
Io ti amo e chiedo perdono
ricordi chi sono
apri la porta a un
guerriero di carta igienica
e dammi il tuo vino leggero
che hai fatto
quando non c'ero
e le lenzuola di lino
dammi il sonno di un bambino
che fa
sogna
cavalli e si gira
e un po' di lavoro
fammi
abbracciare una donna che stira
cantando
e poi fatti un po' prendere in
giro
prima di fare l'amore
vesti la rabbia di pace e sottane sulla luce
io ti amo e chiedo perdono
ricordi chi sono
ti amo, ti amo, ti amo
ti amo
e dammi il tuo vino leggero
che hai fatto quando non c'ero
e
le lenzuola di lino
dammi il sonno di un bambino
che fa
sogna
cavalli e si gira
e un po' di lavoro
fammi abbracciare una donna che
stira
cantando
e poi fatti un po' prendere in giro
prima di fare
l'amore
vesti la rabbia di pace e sottane sulla luce
io ti amo e chiedo
perdono
ricordi chi sono
ti amo, ti amo, ti amo ti
amo”
Bulma
mi guarda con gli occhi sbarrati e le labbra tremanti.
Si
mette una mano davanti alla bocca per non esplodere. Di pianto o di rabbia o di
sollievo, non lo so.
Ma
a qualcosa è servita questa canzone. Mi sento più libero.
Ci
siamo solo io e lei.
Io
e lei.
Nessun
altro che mi possa giudicare o rimproverare o deridere.
Solo
io e lei.
E
visto che mi ha appena visto cantare, ormai non posso peggiorare la mia
situazione ai suoi occhi. La mia dignità non può essere calpestata più di così,
qualsiasi cosa io dica ora.
Quindi…
fatto 30, facciamo 31.
Le
lacrime scendono dalle guance di Bulma, ma non emette un
gemito.
E’
silenziosa.
Come
me.
Devo
dire qualcosa.
Comincio:
“Amore…”
Ma
Bulma mi interrompe: “Pensi che basti una stupida canzone per farti perdonare?
Mi hai lasciata, abbandonata, rifiutata…. E ora torni qui e cosa speri di
ottenere?”
Io
non so che dire. Ha ragione. Nemmeno la mia parlantina, la mia battuta pronta,
il mio sarcasmo può qualcosa verso questa logica così pura, cristallina e
limpida. Ha ragione.
“Bulma,
io lo so che hai ragione. E so anche che avresti tutte le ragioni per sbattermi
fuori stanotte…. Ma…”
Le
parole mi muoiono in gola.
“Io…
io… non so che fare. Dimmi tu che devo fare per farmi perdonare. Io ti amo e …
ti giuro che… che…”
Prendo
un respiro profondo e la guardo negli occhi.
“Ti
giuro che non ti darò più occasioni per piangere. Ti proteggerò e ti darò tutto
il meglio che ho. Farò di tutto. Te lo giuro.”
Bulma
toglie la mano da davanti la bocca e mi sfiora i capelli dietro la
testa.
“Vegeta…”
dice con voce rotta dai singhiozzi “non sai quanto mi sei
mancato…”
Io
avvicino il mio viso al suo, lei fa lo stesso titubante.
La
bacio.
E
sento la vita che scorre nelle mie vene, ciò che non avevo provato per così
tanto tempo….
Non
so cosa succederà, non so che cosa farò o che diranno gli
altri.
Ma
so che farò di tutto per meritarmi una seconda
possibilità.
E
all’improvviso, mi sento di nuovo vivo.
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