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Autore: GottaBeAnApple    01/11/2013    6 recensioni
Fanfiction quattromani di quattro capitoli scritta da ThePirateSDaughter e Onigiri.
In un futuro post-qualsiasi reality, Heather e Alejandro convivono da qualche mese. Un giorno, però, ad Alejandro sorge il proposito di...
Tra suspence, indecisione, amore e un esagerato pasticcio, come saprà svilupparsi la questione?
Speriamo possa piacere a voi quanto a noi è piaciuto scriverla! (il che vuol dire che ci aspettiamo risultati adoranti, dacché noi abbiamo ADORATO lavorare assieme -w-) xD
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***
Dal quarto capitolo:
Alla sola domanda – alla sola domanda- sentì il nodo nello stomaco stringersi ancora di più, inesorabile, accompagnato da una specie di inondazione rovente che sembrò propagarsi per tutto il petto. Perché la domanda, la sola percezione della domanda, conteneva già la sua risposta.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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I did it!
And I Do.


 





 
#Primo.
Scritto da: Onigiri.

Il campanellino sulla porta annunciò il suo arrivo con un lungo trillo festoso, e l'uomo al centro della stanza si voltò verso di lui quasi sobbalzando. Gli occhiali ridicolmente spessi gli scivolarono fino alla punta del naso e i suoi occhietti color azzurro annacquato scintillarono di sorpresa  -forse perché non si aspettava di avere un cliente così presto, quando fuori il sole era ancora tiepido e lui aveva appena aperto le serrande e neanche finito di spazzare il pavimento.
Ma durò poco: il tempo di riprendersi dallo stupore iniziale e l'uomo, nascosta la scopa dietro la schiena e iniziando a muovere qualche passo verso il bancone, esibì subito quello che doveva essere il suo sorriso più professionale.
“Buongiorno! Benvenuto signore, cosa le occorre?”

Alejandro fu invitato a entrare con un ampio gesto del braccio e lui non se lo fece ripetere, lasciando che la porta si chiudesse alle sue spalle e facendo slittare lo sguardo in ogni direzione per studiare l'ambiente attorno a lui. Le luci sulle vetrine delle pareti facevano brillare gli oggetti esposti rendendoli alla vista più sfarzosi di quanto dovessero essere in realtà, e i loro luccichii lo circondarono come se volessero attirare la sua attenzione da tutte le parti.
Strano, pensò mentre si guardava in giro: era passato spesso davanti a quella gioielleria da quasi una settimana, aveva sbirciato con nonchalance dalla sua vetrina senza mai riuscire a trovare il coraggio di varcare la porta, ed ora scopriva che quel posto era molto più piccolo di quanto gli era sempre sembrato guardandolo da fuori.
Che avesse fatto male a sceglierlo?

“Si accomodi”  il vecchio gioielliere prese posto dietro il bancone e Alejandro gli si avvicinò con passo indifferente, anche se in realtà iniziava a sentirsi agitato; persino quel groppo in gola che gli era venuto da quando si era svegliato e aveva lasciato il suo sacco a pelo non gli era ancora passato, ma lo nascose con un'espressione amabile e un bel sorriso sereno.
Buenos dias.” salutò poggiando le braccia sul bancone, e il gioielliere gli rispose con un'occhiata stupita. Probabilmente era perché non conosceva lo spagnolo, perciò Alejandro si affrettò svogliatamente a tradurre: “Buongiorno, bella giornata vero?”
L'uomo sembrò rassicurarsi nel sentire una lingua che conosceva, e la sua espressione incerta si sciolse subito tornando ad essere quella affabilmente professionale di quando Alejandro era entrato. “Oh... sì, bella giornata. Splendida!” convenne, annuendo appena; poi si grattò i baffi con aria distratta e le lenti degli occhiali tornarono a puntarsi sul volto del suo cliente.
“Mi dica signore, in cosa la posso aiutare?”

Per qualche secondo, nessuno dei due parlò più: il sorriso di Alejandro tentennò appena e le mani si inumidirono di sudore freddo costringendolo a mettersele in tasca, travolto da un misto di emozione, incertezza e terrore che lo agguantò e gli crollò addosso come un muro di mattoni.
Si diede dell'idiota: se si sentiva così adesso, che avrebbe fatto dopo, quando sarebbe arrivato il momento di parlare con lei?
I Burromuerto non sono conejos, Alejandro! Si rimproverò mentalmente prima di schiarirsi la gola in preda a un finto colpo di tosse.
“Mi servirebbe...”  s'interruppe nel sentire la voce tremolargli appena, ma riuscì a calmarla ingoiando una sovrabbondante dose di saliva.
Poi, con un sospiro, continuò a parlare: “Mi servirebbe un anello di fidanzamento.”

Il gioielliere non commentò subito, limitandosi ad annuire e ad allargare la bocca in un sorrisetto divertito ed eloquente. Dal modo in cui si mise a guardarlo, sembrò quasi che, per la prima volta da quando Alejandro era entrato nel suo negozio, si stesse accorgendo di quanto in realtà fosse nervosa la sua espressione e del modo irrequieto con cui le sue mani stavano scavando nelle tasche dei jeans senza cercare nulla in particolare.
“Capisco.”   esclamò poi con voce allegra: “Be', congratulazioni ragazzo!”
Gracias...”
“E' bello trovare una donna con cui voler passare insieme la propria vita. Ricordo quando ho incontrato la mia Barbara, sa, e di quando ho deciso di sposarla... be', ai miei tempi c'era ancora il problema dei padri da convincere, e quello di mia moglie era davvero una testa dura, non è stato affatto facile! Ma l'ho vinta, eh: se vuoi una donna devi farti in quattro per averla, non deve essere un vecchio sbruffone a metterti i pastoni fra i piedi. Anche se mia moglie dice sempre che ora lo sono io, il vecchio sbruffone...”

“Mmmh...” Alejandro esibì un sorriso forzato e dovette trattenersi dall'alzare gli occhi al soffitto e sbuffare: per sua fortuna il monologo dell'uomo finì lì, e il discorso ricadde subito sul suo problema.
“Le mostro quel che abbiamo.” l'uomo fece per andare da qualche parte ma si fermò subito, come se si fosse dimenticato di qualcosa, puntando nuovamente gli occhi sul suo cliente: “Prima però mi dica, ha forse qualche limite di budget da rispettare?”
Alejandro ci pensò un momento e poi scrollò le spalle: “No. Direi di no.”

Il vecchio gioielliere annuì pacatamente, ma il suo sguardo scintillò da dietro le lenti degli occhiali più di quanto stessero facendo tutti i gioielli esposti nel suo negozio: in un attimo si chinò e tirò fuori da sotto il bancone una grossa scatola di velluto scuro, dopodiché sgambettò verso lo sportello di una cassaforte per poi tornare frettolosamente con altre tre o quattro ben sorrette fra le braccia corte.
In pochi secondi, Alejandro si vide esposta sotto il naso una quantità così smisurata di anelli che gli venne il capogiro solamente cercando di capire quanti fossero.
L'uomo, dal canto suo, non perse tempo: una volta tornato dietro il bancone, cercò un anello in particolare e glielo mostrò.
“Guardi questo, ultimamente la fascia in oro rosa è la più richiesta: tre diamanti a 0,32 carati, un disegno molto elegante, e il taglio delle pietre è eccellente! Cosa ne pensa? O forse lei stava pensando a un solitario?”
Alejandro prese l'anellino e lo studiò facendolo rotolare fra le dita, e poi guardò gli altri esposti sul bancone, non sapendo come rispondere. Il gioielliere percepì la sua indecisione e gliene mostrò altri, e ogni volta si premurò di descriverne il materiale, il valore, il taglio e il numero delle pietre, senza preoccuparsi di tralasciare ogni particolare possibile.

Alejandro li studiò uno dopo l'altro senza che nessuno stuzzicasse particolarmente il suo interesse, e più osservava quell'infinita sfilata di anelli più lui sentiva di essere stato un enorme, assoluto, perfetto imbécil: tutte le volte che si era soffermato a pensare a quando si sarebbe deciso a prendere l'anello, era sempre stato certo di poter semplicemente entrare in una gioielleria e comprare quello più costoso, brillante e sfarzoso  che gli capitasse fra le mani, e ora si scopriva a non riuscire a trovarne nessuno che lo fosse più di tutti gli altri presenti su quel dannato bancone. 
Un sospiro sconsolato sfuggì al suo controllo senza che riuscisse a fermarlo, e anche il gioielliere, dopo più di tre quarti d'ora passati a indicare tutti i tipi di fasce e di brillanti che gli capitassero a tiro, a un certo punto si fermò cercando di trattenere un verso di stanchezza.

Decise di tentare un approccio diverso: “Lo sa, gli anelli dipendono molto anche dalla donna a cui si vuole donarli” .
Quella frase catturò l'interesse di Alejandro e l'uomo, soddisfatto, continuò il suo discorso, mostrandogli un anello che avevano già visto poco prima.
“Le faccio un esempio: per una donna molto romantica nulla è più adatto di un solitario come questo, e la fascia in oro giallo è classica, ma efficace. O se la sua è una ragazza molto attiva...”  ne prese un altro e lo portò accanto al primo: “Gliene consiglierei uno in titanio o acciaio, più resistenti dell'oro. Vede, la gemma non è molto in alto rispetto all'anello, e questo lo rende poco ingombrante.”

“Lei però non è nessuna di queste cose” rassicurò Alejandro, scuotendo la testa.
Il gioielliere sollevò lo sguardo e la sua espressione si fece curiosa: “E mi dica, allora. Che tipo è la sua ragazza?”
Di fronte a quella domanda, le sopracciglia di Alejandro guizzarono verso l'alto: “Qué?”
“Massì, coraggio. Mi parli di lei!”
“Eeehm...”



Il vecchio sorrise proprio come un bambino che attende l'inizio di una favola, e Alejandro, preso alla sprovvista, rimase immobile e lo fissò a sua volta, la bocca aperta senza che ne uscisse nemmeno l'ombra di un fiato.
La parte più razionale del suo cervello gli suggerì di mentire o di cambiare argomento, e quella più perfida del suo animo di continuare a sorridere e trovare il modo d'intimare il vejestorio a farsi gli affari suoi senza per questo essere cacciato dal negozio;
eppure, per una volta, Alejandro non diede ascolto a nessuna delle due.
Lentamente, puntò lo sguardo verso le file più vicine di anelli sul balcone, e dovette mordersi il labbro per non lasciarsi sfuggire un altro sospiro sconfortato.
Non gli costava molto pensare a un aggettivo che lo aiutasse a trovare quello che stava cercando: ma come mai poteva definire la sua dolce metà cercando al contempo di farla apparire meritevole di un anello di fidanzamento?

Serpente!, fu il suo primo pensiero, e Alejandro ghignò tra sé e sé: forse non era il più adatto da esporre in quel momento, ma di sicuro le calzava a pennello. 


“...prego?!”
“Eh?”

Alejandro sbatté le palpebre e sollevò il mento di scatto, con il gioielliere davanti a lui che lo guardava con aria stralunata.
Sussultò appena quando si rese conto che doveva essersi perso troppo nei suoi pensieri, e si diede dell'idiota.
“Mi scusi, stavo pensando alla mia meravigliosa fidanzata e mi sono distratto.” Alejandro esibì un sorriso amabile, che però il gioielliere non ricambiò.
Per qualche strana ragione, invece, la sua faccia rimase una maschera di stupore, e per diversi secondi non disse più nemmeno una parola.
Alejandro, alzando un sopracciglio, stava per chiedergli cosa avesse, ma lui lo precedette.
“Mi scusi...” bofonchiò prima di sistemarsi gli occhiali sul naso:  “Scusi, io... avrò capito male, ma lei ha... ha davvero detto serpente?!”

In un attimo, un silenzio raggelante franò nel negozio e Alejandro si sentì impallidire: aveva forse pensato ad alta voce?!
Diablos!

“Oh... oh no, no!”  mentì subito, ampliando il suo sorriso e cercando di apparire convincente: “Claro que no, signore, io ho solo detto, uhm, ho detto, ecco... splendente, sì, ho detto questo!”
Alejandro sorrise e annuì appena, come per confermare le sue stesse parole; dal canto suo, il gioielliere non disse nulla, aggrottando la fronte mentre sembrava riflettere sulla spiegazione che gli era appena stata data.
“...ne è sicuro?”  borbottò alla fine: “Eppure io avrei giurato-!”
“Ma no, che dice señor?”

“Io però ero certo...”
“Suvvia, come potrei mai definire la mia adorabile, dolcissima fidanzata con un aggettivo tanto atroce?”

Alejandro si riscoprì a doversi trattenere dal ridere nel pronunciare quell'ultima frase;
perlomeno il gioielliere non sembrò accorgersene.
“O... oh!” esclamò invece, stirando le labbra in un sorriso incerto per poi lasciarsi andare a una piccola risata carica d'imbarazzo. 
“Oh, ma sicuro, quanto sono sciocco: è logico, non può aver certo chiamato la donna che vuole sposare un serpente. Le chiedo scusa...”
Alejandro trattenne un'espressione di sollievo unendosi alla sua risata.
“Non si preoccupi, può succedere di sbagliare...”  e gli diede un'amichevole pacca sulla spalla: smise di fingere di ridere solo quando l'uomo si fermò per primo, togliendosi gli occhiali e massaggiandosi le palpebre con le dita.
“Eh, la vecchiaia tira sempre brutti scherzi ragazzo. Davvero avrei giurato...” scosse il capo senza concludere la frase e si rimise gli occhiali sul naso.
“Dunque, così hai una ragazza splendente, mh?”
“Già, proprio splendente!” confermò Alejandro con falso tono allegro, mentre abbassava lo sguardo sul bancone imponendosi di non scoppiare a ridergli in faccia.

Poi, d'un tratto, il respiro gli si spezzò in gola, e il tempo sembrò come fermarsi.

Il gioielliere si accorse del suo cambiamento di espressione, e osservò Alejandro fissare la fila di anelli come se avesse visto la luce per la prima volta, per poi prenderne uno in particolare e sollevarlo davanti agli occhi.
Ridacchiò di fronte a quella scena: “Ottima scelta ragazzo. Mezzo carato, fascia in oro bianco... Direi che è l'anello adatto per una donna splendente.”

Alejandro non sentì bene quello che aveva detto, né aveva idea del perché avvertisse simili brividi scuoterlo fino al fondo dello stomaco solo per un anello che non sembrava aver nulla di diverso rispetto a tutti quelli che aveva visto fino ad ora.
Probabilmente perché gli era sembrato che il diamante brillasse un po' più degli altri, ed era il primo a cui non riusciva a trovare un qualche difetto che lo rendesse troppo banale o troppo pomposo per poterlo scartare;
e probabilmente perché era anche il primo che, con un groppo in gola per l'emozione, riuscì a immaginare di poter tirar fuori dalla sua custodia di velluto dopo essersi messo in ginocchio, e di poter poi infilare al dito di Heather mentre la fissava negli occhi e si alzava per baciarla proprio quando lei gli diceva che sì, sì, voleva sposarlo!

“Già...” mormorò, preso dai suoi meravigliosi pensieri che gli riempirono la schiena di altri lunghi, piacevolissimi brividi.
 “...uno splendido serpente!”



Prego?!


















***

Nda di Onigiri : Salve a tutti! Per prima cosa, vi ringraziamo tantissimo per aver letto il primo capitolo della nostra storia ^____^ : spero vi sia piaciuto, ma se così non fosse (d'altronde l'ho scritto io xD ^^"") non disperate, perché il prossimo capitolo sarà firmato niente di meno che dalla bravissima e adorabile ThePirateSDaughter, e chi conosce la sua bravura sa cosa intendo dire *__* !

Dunque, Alejandro ha comprato un anello ad Heather per chiederle di sposarlo: cosa mai potrebbe andare storto? 
Spero che la storia vi incuriosisca e che vogliate leggere anche il prossimo capitolo ^^.

Un grande bacio a tutti!



 
   
 
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