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Autore: adler_kudo    02/11/2013    9 recensioni
L'arguzia e l'intuizione di un detective, non sono nulla se accanto non c'è una persona importante che lo ispiri. Se, come nel caso di Shinichi Kudo, la persona accanto è il proprio amore allora il successo dell'indagine è assicurato.
Raccolta di one-shot su alcuni casi scollegati tra di loro che vedono come protagonisti Shinichi e Ran come se fossero Holmes e Watson. Non mancheranno le romanticherie e le battute. Spero vi piaccia.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sinfonia di morte

 

Conan si era appena alzato dal letto sbadigliando e stava ciondolando verso la cucina scalzo. I suoi passi riecheggiavano nel corridoio vuoto e lasciavano delle piccole impronte sul pavimento. Tutto era silenzioso, non un suono si percepiva nell'aria, solo il rumore dei suoi piedi a interrompere la tranquillità. Entrò in cucina senza nemmeno accendere la luce svogliato e aprì il frigorifero per cercare un po' di acqua per rinfrescarsi. Aveva appena richiuso l'anta quando il lampadario si accese di colpo rivelando la presenza sulla soglia di Ran.

-Ti sei alzato presto stamane.-

-Avevo sete. E tu, invece? Spero di non averti svegliata.- si sincerò il piccolo detective.

-No, tranquillo. È ora di preparare la colazione.- rispose sorridente la ragazza dandogli una carezza sulla testa.

-Così presto? Sono le cinque e mezza!-

-Già, ma oggi papà è stato chiamato per un'importante caso e deve andare via presto.- spiegò Ran mentre preparava il tè.

Conan annuì in risposta e si offrì di aiutarla, ma la karateka rifutò e lo rispedì a letto allegra.

"Kogoro che risolve un caso senza di me? Bhà, dubito!" Il bambino si rivestì mezz'ora dopo e tornò in cucina per fare colazione, Kogoro era appena uscito e Ran stava girando il cucchiaio nel suo tè.

-Ciao!-

-Ciao, Conan. Ti spiace prendere la posta? Ieri mi sono dimenticata.- chiese la ragazza gentilmete. Il detective obbedì e scese per aprire la cassetta. Senza curarsi di guardare le lettere le passò a Ran e si sedette per fare colazione.

-Bolletta... bolletta... parcella... pubblicità...- la ragazza stava bofonchiando il tipo di posta ricevuta con disinteresse - ...bolletta... lettera per papà... lettera per... Shinichi???!- urlò vedendo la busta bianca indirizzata a Shinichi Kudo con il suo indirizzo.

-Cosa? Fa vedere!- disse Conan strappandogliela dalle mani. "Una lettera? Per me? Non c'è il mittente... vediamo" stava per aprirla, quando Ran lo fermò.

-Cosa fai? È di Shinichi, non è per te! Non puoi aprirla!-

-Ma potrebbe essere importante e lui non la può leggere, quindi se la leggo posso avvisarlo, no?- protestò il bambino odiando la sua condizione, dato che moriva dalla voglia di aprirla.

-Uhm... hai ragione... la aprirò io.- si convise Ran.

"No! Se contiene cose compromettenti io..."

-Si tratta di una richiesta d'aiuto.- lesse la ragazza -Un tale di nome Iroshi Hashimoto chiede la consulenza di Shinichi su uno strano caso.-

-Ah, davvero? E che dice?- chiese Conan curioso "Fiuuu... nulla che potesse collegare la mia doppia identità..."

-Uhm... dice che è un caso della assoluta riservatezza, quindi conviene che chiami immediatamente Shinichi.- disse Ran prendendo il cellulare e digitando il numero del ragazzo. Conan con la scusa di andare in bagno corse a recuperare papillon e cellulare e rispose alla telefonata.

-Pronto, Ran? Dimmi.-

-Ciao Shinichi. Come va?-

-Bene, grazie. Cosa volevi?- chiese piuttosto impertinete Shinichi.

-Ti sembra il modo di rispondere?!- lo rimproverò la karateka.

-No, no, scusa... allora?- domandò impaziente.

-È arrivata una lettera per te a casa mia. Non ti dispiace se l'ho aperta, vero?-

-No, no, cosa dice?-

-Un tale di nome Iroshi Hashimoto ti chiede aiuto per un caso molto strano... si tratta di uno spettacolo musicale... non ho ben capito... dice che ti spiegherà tutto quando e se accetterai di dargli una mano. Dice che è un caso della massima risevatezza, ma non ha specificato altro oltre all'indirizzo.- spiegò Ran in spiccio.

-Ah, ok... bhè, sai che non posso andarci, ma il caso mi incuriosisce... ti spiace andarci tu con Conan al posto mio? Poi potreste chiamarmi e farmi avere i dettagli del caso, no?- propose Shinichi che voleva sempre di più sapere chi era quell'uomo e cosa voleva.

-Uhm, bhè per oggi non avevo da fare più di tanto. Va bene.-

-Grazie Ran, sei la migliore! Ti adoro!-

-Uh, non ho fatto niente di speciale...-

-No, sei fantastica! Grazie. Ora devo andare, ciao! Smack!-

-C-ciao...- Ran chiuse la telefonata sorridendo con un sopracciglio alzato per lo stupore.

-Conan! Vieni!-

-Arrivo Ran!- il bambino corse in fretta in cucina dopo aver riposto cellulare e papillon in tasca e si mise seduto pronto ad ascoltare la sorellona con fare ingenuo.

-Bene... ho chiamato Shinichi e ha chiesto se gli facciamo il piacere di andare al posto suo per sentire cosa vuole il signor Ashimoto. Che ne dici?-

Conan annuì deciso e sorridente. Avrebbe risolto un caso senza doversi nascondere, per una volta, e non sarebbe apparso nulla sui giornali dato che l'uomo che l'aveva contattato non desiderava si sapesse. Forse era stato un po' incauto ad accettare, poteva trattarsi di un trucco dell'organizzazione, ma il suo intuito da detective gli suggeriva che non c'era nulla di cui preoccuparsi o meglio nulla che potesse mettere in pericolo la persona che amava.

-Dobbiamo prendere un treno però... il luogo è fuori città, ma dovremmo fare in tempo ad arrivare. Sono appena le sei e un quarto e il signor Hashimoto ha dato appuntamento alle nove.- considerò Ran mentre guardava in internet gli orari dei treni per la località specificata nella lettera. Trovò un treno che partiva per le sette e che in una sola ora li avrebbe portati a destinazione. Poi avrebbero preso un taxi fino all'indirizzo indicato.

-Lascio un biglietto a papà così non si preoccupa.-

-Intanto io prendo una cosa.- Conan sparì nella sua stanza e tornò poco dopo con un sorriso enigmatico.

-Coraggio andiamo o facciamo tardi.-

Uscirono di casa e camminarono per i viali alberati che si tingevano dei tanti colori dell'autunno. Il freddo non era ancora arrivato e si riusciva a girare per le strade senza cappotto, bastava solo ricordarsi un ombrello perchè il tempo era molto volubile per evitare di ammalarsi.

Arrivati alla stazione Ran si mise in coda per acquistare i biglietti e quando fu ora di pagare Conan tirò fuori un portafoglio da uomo di cuoio pregiato ben rifinito.

-Ma quello è il portafoglio di Shinichi!- esclamò Ran vedendolo.

-No, non proprio... Shinichi me lo ha dato perchè se c'erano delle spese da sostenere avrei potuto pagare senza sfruttarti.- spiegò Conan con aria innocente.

-Oh, Conan... non è affatto un problema. Come siete stati premurosi voi due...- li adulò la ragazza con un sorrisone addolcita dalle parole del ragazzo -Non è necessario, piccolino. Pago io.-

-Insisto per favore.-

-Va bene, se ci tieni tanto.- acconsentì la karateka divertita pensando che fosse come tutti i bambini che volevano provare a comportarsi da adulti, ma non aveva letto in quel gesto la premura di Shinichi nel non farle spendere soldi inutili, di comportarsi da gentiluomo, di tentare di sembrare al suo fianco anche se non lo era, in teoria. Dopo che Shinichi ebbe pagato, Ran gli prese la mano avvertendolo -Conan, dammi la mano. Le stazione sono molto affollate rischi di perderti.-

Il bambino annuì e si lasciò condurre al binario come avrebbe fatto un qualsiasi marmocchio sperduto in una stazione come quella di Beika. Il treno arrivò puntuale e i due si sedettero uno di fronte all'altro accanto al finestrino sulla destra. Il paesaggio cambiava man mano che si allontanavano dalla caotica metropoli e si avvicinavano alla campagna circostante. Il treno procedeva velocemente con un movimento costante che cullava i due innamorati sui sedili. Ran, che guardava fuori dal finestrino con aria triste, pian piano si lasciò prendere dal sonno e si addormentò con la guancia appoggiata al vetro. Shinichi stava scrutando l'orizzonte pensoso e si voltò in direzione della ragazza sorridendo dolcemente vedendola in quella posizione. Anche lui decise di abbandonarsi a Morfeo e chiuse gli occhi rimanendo lo stesso vigile per vegliare sulla sua amata.

-Ran, Raaan..- Conan stava tentanto di svegliare la ragazza ancora addormentata dato che tra pochi minuti sarebbero arrivati.

-Sh...Shin...Shini...chi...- mormorò Ran prima si aprire gli occhi e scontrare le sue iridi indaco con quelle blu cobalto del ragazzo -Oh, Conan... siamo... siamo già arrivati?-

-Sì. Siamo quasi in stazione.-

-Ma potevi svegliarmi prima!- disse la karateka stiracchiandosi.

-Dormivi così bene che non ho voluto svegliarti... che cosa stavi sognando?- chiese Conan con aria furbetta.

-Niente che ti interessi, ora coraggio usciamo o il treno riparte.- Ran lo spinse giù dal vagone senza rispondere alla sua domanda e lo trascinò all'uscita. La cittadina che gli si profilava di fronte era piuttosto piccola e tradizionale. I viali alberati erano colorati di giallo e rosso autunnali e facevano da cornice agli edifici nipponici circostanti, tutti con un bellissimo giardino ornato di lussureggiante vegetazione e case con pannelli in carta di riso. Presero un taxi che li condusse fino a destinazione. La costruzione che si ritrovarono di fronte era un teatro che doveva essere uno tra i più antichi della città. Aveva all'ingresso le caratteristiche colonne rosse giapponesi ornate da due orchidee in oro, l'interno era classico con pannelli in elegante carta di riso e legno scuro pregiato a rifinire il tutto. La platea era divisa in due da una passerella che si collegava direttamente con il palco che al posto dei sipari aveva pannelli in riso in tema con il resto del teatro. Doveva aver avuto quasi cento anni quel posto anche se era tenuto splendidamente. Ran e Conan avanzarono tra la platea guardandosi attorno come spaesati e solo il rumore dei loro passi si poteva percepire nell'aria. La karateka guardò prima la parete di destra e poi quella di sinistra e non vedendo nessuno chiese ad alta voce -C'è nessuno? È permesso?-

D'un tratto dalla penombra si sentì una voce maschile che rispose -Chi è?- in tono piuttosto sgarbato.

-Ehm... siamo qui per incontrare il signor Iroshi Hashimoto. È possibile?- disse Ran rivolta volgendo il capo verso la porta che si era appena aperta sulla sinistra.

-Sono io Iroshi Hashimoto. Voi chi siete?- era un'uomo giovane sulla trentina, capelli scuri, piuttosto affascinante se non fosse stato per i suoi modi un po' burberi. Conan fece qualche passo in direzione del tale e la ragazza lo seguì a ruota presentandosi.

-Il mio nome è Ran Mouri e lui è Conan Edogawa. Siamo venuti qui in vece di Shinichi Kudo, il quale ha ricevuto una sua lettera nella quale accennava ad un caso.-

-Uhm, avrei avuto piacere di parlarne direttamente con lui...-

-Lo so signore.- intervenne Conan con vocina infantile -Ma, vede, Shinichi è impeganto in un caso molto importante e non poteva essere presente, però ritiene il suo caso degno di nota quindi ci ha pregato di venire qui al posto suo e di inviargli via mail le informazioni, così potrà valutare lui stesso.-

-Uhm... va bene. Seguitemi.- l'uomo fece cenno di andargli dietro e portò i due in una stanza che sembrava un camerino, ma totalmente piena di strumenti musicali di ogni specie. Vi erano al centro, però, una poltrona e un divanetto sul quale il signor Hashimoto fece accomodare Ran con il bambino accanto.

-Vi infomo, intanto, che non è stato per nulla facile trovare il vostro amico. Ho dovuto contattare un dectective per aver il suo indirizzo, signorina.- iniziò l'uomo indicando Ran -Ho dovuto inviare a lei la lettera perchè l'investigatore che avevo assunto mi ha informato che lei è la persona più vicina a Shinichi Kudo, in Giappone.-

La ragazza annuì e poi assumendo un tono professionale -Ci parli del caso.-

-Oh, sì. Il caso. Vi avverto che esigo la massima riservatezza, è piuttosto importante e strano. Si tratta di due morti che tutti hanno classificato come naturali ma io non ne sono affatto sicuro. Anzi, sostengo che siano due omicidi.- spiegò il signor Hashimoto.

-Si spieghi meglio.- intervenne Shinichi catturato nell'interesse.

-Allora, tutto cominciò quando l'orchestra sinfonica della città, di cui io sono il primo violino, fu ingaggiata per celebrare il centenario di questo teatro con l'esecuzione della sinfonia che duarnte la sua innaugurazione era stata lasciata incompiuta alla prima perchè il direttore d'orchestra era deceduto durante lo spettacolo, da allora la sinfonia venne considerata maledetta e prese il nome di "Sinfonia di morte". Comunque, ci preparammo bene per lo spettacolo con il nostro direttore d'orchestra, piuttosto attempato, il signor Yamada, che però era un uomo molto energico e rispettabile. Durante la prima dello spettacolo musicale proprio durante la parte più intensa della sinfonia, il signor Yamada stramazzò al suolo. Quando arrivò l'ambulanza non c'era più nulla da fare e dissero che era morto d'infarto. Eravamo tutti molto scossi, ma lo spettacolo doveva continuare quindi rinviammo la prima a una settimana dopo e chiamammo un altro direttore che aveva assistito all'allestimento dello spettacolo e che quindi conosceva la partitura. Il signor Kimura, così si chiamava, era anche lui piuttosto vecchio, ma non si tirò indietro e diresse la seconda prima in modo ineccepibile fino a quando, nello stesso crescendo del suo predecessore, morì allo stesso modo. La cosa venne definita un tragico incidente e non fu aperta alcuna inchiesta, ma io ho notato che che sulla mano destra di entrambi c'erano alcuni segni nerastri: uno sul pollice, uno sull'indice e uno sul lato del medio. L'ho riferito alla polizia, ma gli hanno declinati come delle sbavature della penna con la quale scrivevano entrambi, cioè una stilografica. Io, però, non ci credo. Non può essere solo una coincidenza. E io non mi sento tranquillo per il prossimo spettacolo.

-Uhm, interessante... ci sono delle foto dei morti?- domandò Conan pensoso.

-Sì, eccole qui. Questo è il signor Yamada e la sua mano... e questo è il signor Kimura e la sua mano.- disse il signor Hashimoto porgendo al detective le immagini dei due cadaveri. Il bambino le osservo dubbioso, in particolare le mani che non lo convincevano per nulla, poi le passo a Ran che le scrutò leggermente scossa e le ridiede in fretta all'uomo.

-Chi ha scattato le foto?- chiese Conan.

-Sono stato io. Subito dopo la loro morte. Ero certo che sarebbero state utili.-

"Infatti... il caso si rivela piuttosto interessante. Non credo che si tratti solo di coincidenze. Quei segni delle mani... sembrano segni di un veleno assunto a livello cutaneo anche se somigliano davvero a segni d'inchiostro... bisognerebbe esaminare bene i corpi, ma si sono già svolti i funerali." Conan pensoso si portò una mano al mento e corrugò la fronte attirando l'attenzione di Ran al quale ricordò davvero tanto il suo Shinichi. "Shinichi... coraggio Ran, comportati come farebbe lui!" si spronò mentalmente la ragazza rivolgendosi poi al signore di fronte -Ehm... signor Hashimoto, potrebbe mostrarci, per favore, il luogo di lavoro dei due signori?-

-Sì, seguitemi. E, potete benissimo chiamarmi Iroshi, mi fate sentire vecchio!- rise l'uomo mettendo una mano sulla spalla della karateka e conducendola verso le quinte del palcoscenico, continuando a parlare con lei amabilmente facendola ridacchiare. Shinichi rimase dietro di loro osservando il quadretto e ribollendo di gelosia. "Chi si crede di essere quello? Chiede il mio aiuto e poi si mette a fare il cascamorto con Ran??? La mia Ran??? Il caso, se vuole, se lo risolve da solo se continua così! Razza di... di... aah! D'accordo, d'accordo... sono calmo. Shinichi, respira... uff. Allora, concentriamoci sul caso. Ma ora che fa? Le sussurra una cosa all'orecchio??!! Ora basta!"

-Ehm, Ran?- intervenne il bambino cercando di mascherare il suo umore.

-Sì, dimmi, Conan.- Ran si piegò alla sua altezza sorridente.

-Mi prendi in braccio?- propose il detective per evitare che il trentenne continuasse a importunarla.

-Come, scusa?- la karateka strabuzzò gli occhi divertita.

-Sì, sono stanco! Allora, mi prendi in braccio? Dai!!!- piagnucolò il bambino tendendo le mane verso di lei.

La ragazza sospirò e lo prese tra le braccia sollevandosi, Conan l'abbracciò rilassato e scrutò Iroshi con due occhi minacciosi da far raggelare il sangue. L'uomo sussultò sorpreso e indicò la porta che portava nelle quinte. Il retro del teatro era piuttosto tetro e cupo, ma pulito. Iroshi li portò nella sala prove e mostrò gli spartiti e i leggii dell'orchestra.

-Questo è lo spartito usato dai direttori. E questo il loro leggio.-

-Non mi sembra ci sia nulla di strano...- fece Ran osservandoli attentamente -Meglio inviare le foto a Shinichi.-

-Ah, no. Non preoccuparti, faccio io.- Conan estrasse il suo cellulare e fece finta di mandarsi le foto e la mail con i dettagli -Perfetto. Fatto. Shinichi risponderà a momenti.- avvisò poi.

-Cos'è quella?- chiese la karateka indicando una bacchetta da direttore d'orchestra scura in un legno che pareva molto pregiato e antico chiusa in una teca di vetro.

-Quella è la bacchetta del primo direttore d'orchestra di questo teatro, risale a cento anni fa. L'abbiamo usata solo durante le due prime per il centenario perchè portasse fortuna, ma non l'ha fatto in realtà.- spiegò Iroshi con un tono lievemente malinconico.

"È stata usata solo dai due direttori? Uhm, potrebbe..." pensò Shinichi colto da un lampo

-Mi scusi, chi altri ha toccato quella bacchetta?-

-Nessuno, piccolo. Solo il signor Yamada e il signor Kimura.- rispose l'uomo cordialmente.

-Ah, ok. Grazie.- "Uhm, se nessuno l'ha toccata è probabile che il veleno si trovasse lì. Se non sbaglio i direttori d'orchestra tengono la bacchetta tra pollice indice e medio, proprio dove ci sono i segni sulle mani delle vittime."

-Questo caso mi ricorda molto Il nome della rosa...- intervenne Ran sfogliando gli spartiti musicali.

-Come?- fece Iroshi incuriosito da questa sua considerazione.

-Bhè.. è un romanzo di Umberto Eco, Il nome della rosa, è alquanto famoso come autore, è italiano.- spiegò la karateka.

-Ah, di che cosa parla?- domandò il violinista con aria interessata mentre Conan continuava ad indagare.

-Bhè, in un monastero vengono trovati morti alcuni frati, tutti in biblioteca mentre stavano leggendo e tutti con un indice nero. Gli altri frati iniziano ad indagare e alla fine si scopre che...-

-No! Non dirmelo, non voglio rovinarmi il finale.- la interruppe l'uomo.

-Vuoi leggerlo?-

-Sì, mi incuriosisce. Sembra interessante, non pensavo ti piacessero questo genere di libri...- disse Iroshi amabilmente.

-Effettivamente non è il mio genere... Shinichi mi ha costretto a leggerlo.- spiegò Ran, mentre l'altro si fingeva sempre più interessato.

-Uhm, dunque tu e Shinichi Kudo siete molto legati?- chiese l'altro con fare inadgatore.

La ragazza stava per rispondere qualcosa un po' imbarazzata, quando Shinichi, nel suo piccolo corpo, intervenne seccato -Sì, molto legati. Moltissimo! Chiaro?-

-Conan! Comportati bene...- lo rimproverò Ran, ma l'altro se ne infischiò. "Come si permette di fare il cascamorto con la mia Ran davanti ai miei occhi! Per di più è stato lui a contattarmi e ora se ne frega per flirtare con lei??!! Ma io lo faccio arrestare! Non riesco a lavorare con quei due che... che... che... bhè lasciamo perdere. Insomma non si può lavorare così!"

-Ran, hai trovato qualcosa di interessante?- domandò Conan che ancora stava sbollendo dalla gelosia.

-Non mi sembra...-

-Ah, ok- Conan era piuttosto deluso da quel primo sopralluogo; non era riuscito a trovare neanche uno straccio di indizio. D'un tratto gli venne in mente il finale de Il nome della rosa. Alla fine si scopriva che erano le pagine dei libri ad essere avvelenate e che i monaci ingerivano la sostanza quando si leccavano l'indice per voltare pagina. Shinichi controllò gli spartiti, ma questi erano stati toccati da tutti e non potevano certo contenere veleno. Ma allora cosa era che solo i direttori avevano toccato? Un lampo si fece largo nella sua mente: la bacchetta. Si voltò soddisfatto verso la teca e pensò "Dunque è così, eh? Ingenioso..." Aveva capito tutto, ora restava solo da spiegarlo agli altri, ma per farlo doveva essere Shinichi Kudo. Con una scusa si allontanò fuori ed effetuò la chiamata a Ran restando sempre nei paraggi pronto a spuntare fuori.

-Eh, eh.. Conan, sempre il solito. Deve correre sempre al bagno...- stava dicendo la karateka a Iroshi dopo che il bambino era scappato di corsa. L'uomo le si avvicinò e le stava per mettere un braccio attorno ai fianchi quando il cellulare della ragazza squillò forte.

-Uh! Questo deve essere Shinichi... Pronto?-

-Pronto, ciao Ran.-

-Ciao Shinichi, hai risolto il caso?-

-Sì, Conan mi ha inviato le foto e i dettagli. Per cortesia prendi la teca.-

Ran obbedì e la posò sopra un mobile che fungeva da tavolo.

-Fatto e ora?-

-Aprila, ma fa attenzione a non toccare la bacchetta.-

-Ok. E adesso?-

-Ecco il tuo colpevole.- disse semplicemente il ragazzo.

-Come? Che vuol dire?- chiese la karateka sconcertata.

-Vuol dire che... aspetta mettimi in vivavoce così non devo spiegare le cose due volte...-

-Va bene... fatto.-

-Ottimo. Allora, signor Iroshi Hashimoto, le spiego come si sono svolti i fatti. Aveva ragione a non credere alla morte naturale dei due direttori, perchè si è trattato di omicidio. Sfortunatamente il suo autore è morto da parecchi anni. La bacchetta con cui è stata diretta l'orchesta è stata avvelenata. È stata intinta in un veleno molto potente, l'aconito che è tra i pochi che uccidono anche a livello cutaneo, ancora durante l'inaugurazione del teatro. Il vero obiettivo era uccidere il primo direttore d'orchestra, poi quella bacchetta non sarebbe più stata utilizzata e il delitto sarebbe rimasto impunito. A distanza di cento anni il veleno si è seccato sull'impugnatura, ma è ancora efficacie. Durante il concerto i due direttori l'hanno impugnata e hanno, con il sudore delle loro mani, assorbito il veleno residuo dai pori della pelle e sono morti. L'aconito è un veleno subdolo e non si può notare così su due piedi la differenza tra un avvelenamento e un infarto. Tenuto conto dell'età dei due signori tutti hanno pensato che si fosse trattato di un tragica morte naturale, invece di ciò che era in realtà.-

-Stupefacente!- esclamò Iroshi sbalordito -Un così giovane ragazzo senza neppure vedere la scena di persona è riuscito a capire tutto questo. Geniale!-

-Grazie, ma non è nulla... In realtà il merito non è stato mio, ma di Ran.- disse il detective con falsa modestia -È stata lei a darmi l'intuizione per la soluzione grazie al suo riferimento a Il nome della rosa.-

-I miei complimenti anche a te, allora! Non solo sei molto carina, ma anche intelligente!- si complimentò l'uomo prendendo le mani di Ran. Shinichi, dall'angolo fuori dalla porta dove si trovava, vide la scena e intervenne immediatamente -E inoltre... Ran puoi togliere il vivavoce?-

-Sì, fatto.- disse la karateka sciogliendosi dalla presa di Iroshi.

-Puoi passarmi il signor Hashimoto?-

-Certo. Tieni Iroshi.- fece Ran porgendo il telefono all'altro.

-Pronto? Finalmente parliamo solo noi, Shinichi Kudo. Ottima deduzione! Cosa volevi dirmi?-

-Volevo dire che la parcella per i miei servigi sarà doppia rispetto al solito, data la collaborazione anche della mia ragazza e di Conan. Il totale è di ottantamila yen.

-Ott...Ottantamila???- domandò Iroshi strabuzzando gli occhi.

-C'è qualche problema, forse?- chiese Shinichi mentre intanto si godeva la sua reazione.

-N-no, no.-

-Bene allora li consegni alla mia ragazza in busta chiusa. E mi ripassi lei per favore.-

-Certo... certo.- l'uomo ridiede il cellulare a Ran.

-Pronto, Ran?-

-Dimmi, Shinichi.-

-Volevo dirti geniale quella tua intuizione sul romanzo.-

-D-davvero? Mi hai appena detto che sono stata geniale??? Ma sto parlando con Shinichi Kudo o il gemello buono?- scherzò la ragazza.

-Cosa? Guarda che non sono cattivo!-

-No... certo che no... sei solo altezzoso.-

-Devo andare ora, Ran. Mi dispiace.-

-Uff, lo so. Come al solito. Ciao.-

-Ciao.-

Chiusero entrambi la chiamata con un sospiro. Sembrava di essere tornati ai vecchi tempi, in cui era normale per loro prendersi in giro, ridere e scherzare assieme. Come se nulla fosse cambiato. Mentre Ran e Conan uscivano con la busta bianca di Iroshi in mano, una folata di vento fece cadere le foglie dagli alberi avvolgendoli in una fresca tormenta autunnale colorata. Iroshi non aveva detto cosa c'era all'interno del pacchetto, aveva solo detto che era per lei e per Shinichi; così Ran l'aprì e dentro vi trovò la bellezza di Ottantamila yen in contanti e un biglietto in allegato.

Ringrazia il tuo ragazzo da parte mia. E digli di abbassare le parcelle!

-C-come??? Il mio ragazzo???-

-Uh? Cosa c'è Ran?- domandò Conan in modo ingenuo ma sotto sotto aveva capito benissimo ed era soddisfatto al massimo.

-Eh? Niente, niente. Solo... oh, un messaggio!- Ran prese il cellulare sollevata di quell'interruzione, sarebbe stato troppo imbarazzante spiegare al bambino cosa c'era scritto, e lesse sul display il nome di Shinichi.

Goditi la tua prima parcella, Watson.

P.S. Non trascinare il povero Conan a fare shopping.

E come Iroshi??? Da quando in qua si da del tu ad un cliente???

La karateka non potè fare a meno di ridacchiare e ringraziò mentalmente il detective dicendo poi ad alta voce con un sorriso a trentadue denti trasognate -Ma che gelosone...-

-Cosa? Chi?- esclamò il piccolo detective accanto a lei come se fosse appena stato colto in flagrante.

-Nessuno, coraggio andiamo a casa.-

Mentre stavano tornando a casa in treno Shinichi, guardando la karateka, non potè fare a meno di pensare "Io sarò anche geloso, ma non dirmi che non ti piace che lo sia..."

-Allora, Conan... Shinichi, anche se non mi sembra giusto, mi ha lasciato alcuni spiccioli per il disturbo, quindi... domani tieniti libero che andiamo a spenderli!- rise Ran visibilmente di buon umore.

"Oh, no!" pensò il ragazzo disperato "Le avevo pure chiesto di non farlo! Aiuto!"

Angolo Autrice:
Ciao!!! 
Per chi non lo avesse ancora capito adoro gialli e misteri, ma adoro anche Shinichi e Ran!
Quindi ecco le mie personali indagini con loro due soli soletti.
Per questa indagine mi ha dato l'idea la mia sorellina che è una violinista che come me adora Detective Conan.
Spero vi sia piaciuta!

Alla prossima con La Malamela
=)

 

  
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