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Autore: Bieberinfection    02/11/2013    0 recensioni
" -Sei pronta?
Eccome se sono pronta, sono ormai sedici anni che passo la mia allegra vita con una valigia in mano, con dei ricordi nella mente da cancellare al più presto possibile e con una madre psicopatica che ha cambiato almeno 20 città in pochi anni.
Ho imparato a farci l'abitudine: conosco nuovi amici, mi ci affeziono e poi arriva quel giorno in cui devi partire e sei costretta a lasciare e dimenticare tutto.
Prossima fermata: America. Spero solo che questa sia l'ultima.."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Prossima fermata: America.

Mi sento un pesce fuor d'acqua. Alla fine questa sensazione l'ho provata così tante volte.. Una cosa positiva qui è che la gente non ti guarda come se tu fossi un alieno sceso sulla terra perché non ti hanno mai vista in giro, qui c'è gente che corre avanti e indietro, caos, traffico e negozi, tanti negozi. Poi ovvio, ci sono anche dei gran figoni.
Prendo la mia valigia dal cofano della macchina e la porto in casa. Mi guardo attorno studiandola bene, è una bella casa, anche se a me basterebbe avere una camera tutta per me senza mio fratello Thomas che mi infastidisca e posso vivere in pace.

 
Primo giorno di scuola in America.
Mia madre è più ansiosa di me, mentre io invece mi sono alzata come tutte le mattine in Australia, sedendomi sul bordo del mio letto cercando le pantofole con i piedi ad aspettare dieci minuti prima di alzarmi, tanto per realizzare che è tardi e devo andare a a scuola.


 
Una delle cose più umilianti è farsi accompagnare dalla propria madre al college, ma d'altronde non posso lamentarmi, non conosco nemmeno questo posto e potrei perdermi persino nella mia nuova casa.
Mi avvicino agli armadietti cercando il mio, quando ad un certo punto qualcuno mi viene addosso facendomi cadere a terra, seguendomi verso il pavimento. 
 
«Stai comodo?» gli chiedo ironica, visto che siamo rimasti in quella posizione per un po'. Alza la testa guardandomi, devo ammettere che è carino, ma so già che non potremmo mai andare d'accordo.
«Sinceramente, con la mia faccia affondata fra le tue tette, ci stavo da Dio» lui e sui amici ridono insieme. Arrossisco. Poi si alza e mi porge la mano, io l'afferro e mi alzo. Poco dopo, gli sguardi perversi degli amici, mi fanno realizzare di avere la minigonna e di aver messo in mostra tutto, figure di merda a go-go già dal primo giorno, ottimo direi.
«Sei nuova?» mi dice facendo una smorfia.
«No. Com'è possibile che tu non mi abbia mai vista da queste parti!?»fingo di esserne stupita «Sì che sono nuova idiota.»

Ride. «Hai un bel caratterino. Comunque piacere, Dylan» mi sorride. «Non ti sto tanto simpatico, eh?E va bene, mi scuso per averti schiacciata contro il pavimento, così va bene?»
Gli sorrido anch'io «Accetto le scuse, ora devo andare. Ciao Dylan!» mi precipito verso la mia nuova classe.
   
 
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