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Autore: Cocomero_    02/11/2013    1 recensioni
Pensieri da doccia.
"E poi mi è venuta l’angoscia perché non stiamo più insieme eppure mi sembrava di essere tornata alla nostra odiosa quotidianità, quella che ci ha fatto lasciare, quella che ci ha fatto notare che non eravamo fatti per stare insieme e che come amici riuscivamo molto meglio."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E poi mi è venuta l’angoscia perché non stiamo più insieme eppure mi sembrava di essere tornata alla nostra odiosa quotidianità, quella che ci ha fatto lasciare, quella che ci ha fatto notare che non eravamo fatti per stare insieme e che come amici riuscivamo molto meglio. “Dove sei? Cosa fai? Con chi sei? Ti raggiungo, Salutami mamma, Vengo via con te, Dove vogliamo andare a mangiare?” quell’odioso plurale che dovrebbe farmi innamorare sempre di più di te ogni volta che distrattamente lo infili dentro le frasi, ma che in realtà mi fa soltanto venire l’orticaria, i brividi e l’ansia, perché voglio essere un noi, ma non un noi da infilare nelle frasi come una vecchia coppia di cinquantenni sposati da vent’anni, voglio essere un noi di due persone che combattono insieme per il resto del mondo, schiena contro schiena a lottare per proteggere le spalle dell’altro; a raccogliere chi ha bisogno di aiuto intorno a noi, dargli una mano e consultarci su pareri, impressioni e stati d’animo nostri e del “paziente”; si, perché ci piace tanto fingerci psicologi, sentir parlare i nostri amici dei loro problemi per aiutarli a trovare una soluzione e poi rintanarci in un angoletto e confrontare le diverse chiacchierate per un “consulto” quando forse dovremo essere noi ad andare da qualcuno per riuscire a dire tutto, perché le mezza verità che ci raccontiamo su di noi, quelle si che fanno ridere…

Quindi ti dicevo, mi è venuta l’angoscia, perché sono strana, non riesco a condividere la mia vita con nessuno, quella è mia, nessuno può entrare e farla sua, se pensi che non ho una migliore amica e che i miei segreti sono sparsi per tutta Italia ognuno ad una persona diversa, tanto che alle volte neanche mi ricordo a chi ho detto cosa! Mi è venuta l’angoscia, perché ho avuto un flash della mia vita fra 20 anni, io a casa, in balcone, sigaretta in bocca, che mi chiedo il motivo della mia tristezza, della mia insoddisfazione, te, in salone, davanti alla televisione, sigaretta in bocca, che tenti di calmarti perché sei incazzato nero, perché lo sei sempre quando a me prendono i momenti di depressione e non riesco a spiegarti il perché, cavoli miei, vita mia, non tua, esci, esci finchè sei in tempo!

E poi è capitato che hai avuto da fare e quando hai altro per la testa diventi improvvisamente l’uomo più impegnato della terra, non hai tempo per nessuno! E sono stata bene, un po’ mi sei mancato, ma sono stata bene, nessuna domanda inquisitoria, nessuno sguardo sottobanco, i pensieri miei rimanevano miei, non ci stavi te accanto che anche se non cambio espressione capisci cosa penso, è stata una settimana di pace. Poi è arrivato il tuo solito messaggio di scusa, “Scusa se sono stato un po’ freddo in questi giorni ma ho veramente mille cavoli per la testa” Scusa…scusa…scusa…e di che?...io sono sparita, io ho messo un po’ di distanza, io non ho chiamato per sapere come era andata, io ti ho evitato per i corridoi, eppure tu ti scusi, e io tutte le volte mi chiedo se anche per te vale la nostra amicizia, se anche te credi che funzioniamo molto meglio così, se anche te ritieni che rimetterci insieme sarebbe la cosa peggiore che potrebbe capitare a tutti e due. Perché quando usi il plurale, quando mi capisci al volo, quando mi chiedi come sto, quando mi raggiungi per stare insieme mezzo minuto non sono chiarissime le tue intenzioni, io mi fido, so di poterlo fare, ma mi fido di me? Io sono sicura, si perché penso a noi tra 20 anni e ci vedo in quel modo, eppure, adesso potremmo essere perfetti…

E quindi mi è venuta l’angoscia, perché non voglio ritrovarci in quel modo fra 20 anni, perché mi da fastidio il tuo modo prepotente di entrare nella mia vita, perché voglio decidere io a chi raccontare cosa, eppure mi chiedo se troverò mai qualcuno come te, eppure mi chiedo perché, dopo due settimane che non ci vediamo, mi manchi, anche se so che non è giusto incatenarti in questo modo, perché la mia vita e mia e non ci farò mai entrare nessuno.

 
Devo smettere di guardarmi Grey's Anathomy, xmela
 
  
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