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Autore: adovrebieber    03/11/2013    1 recensioni
-È nel momento in cui dubiti di volare che perdi per sempre la facoltà di farlo-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Amore... amore... Faith...".
Il mio compagnò mi chiamò più e più volte, mi girai solo per farlo stare zitto.
"Dimmi, Andie!?", lo guardai distratta.
"Tesoro, vai tu su da Tommy?". Stetti zitta e sentii la voce di mio figlio Tomas provenire dalla sua stanzetta.
Con tutta la mia pazienza e la mia calma, salii. 
Era utile pensare a me come una donna felice e completa che ha, finalmente, avuto quello che voleva e cioè un figlio e un compagno... Ecco, non è così!
Mi chiamo Faith Kimberly Anderson. Ho 18 anni e vivo a Stratford, nella casa del mio compagno. 
Faith è significativo, infatti, vuol dire "Fede". Mia mamma era devota al signore e alla chiesa e voleva farmi diventare come voleva lei, cioè una suora di clausura.
Si, beh, l'idea mia era quella.. prima di incontrare il ragazzo che mi aveva rapito il cuore e di cui adesso non volevo sapere più niente. 
Come si chiama? Ebbene, parliamo di un ragazzo che tutti considerano dolce, sensibile e romantico, ma che non è così: Justin Drew Bieber, il padre di mio figlio.
Vedevo Justin come un completo miracolo del cielo, ma adesso pensavo che non fosse così, pensavo che il cielo  mi avesse voluto punire. 
Distolsi i miei pensieri dal suo ricordo e tornai a pensare a Tommy. Entrai nella sua stanza e lo trovai nella culletta che piangeva. 
Tomas Drew Bieber, l'avevo voluto chiamare così perché, nonostante tutto ciò che mi aveva fatto, Justin era stato il mio primo grande amore e il mio primo grande errore, ma per quanto potessi odiarlo, io sentivo ancora di amarlo.
Presi mio figlio in braccio e lo cullai un po'. A volte lo guardavo mentre dormiva e, in ogni posizione, rivedevo suo padre. Lo vedevo quando dormiva, quando sorrideva e quando piangeva. Perché si, Justin era come un bambino a cui servivano delle attenzione a cui, ogni secondo, acconsentivo a dare.

#Flashback
"Faith, vieni qui!", mi indicò il posto nel letto a fianco a lui e mi sedetti. "Ho una cosa importante da dirti"
"Di che si tratta?"
"Ho un contratto con una casa discografica"
"Ma è fantastico, amore", sorrisi felice per lui.
"Si, è fantastico. Ma..."
Tornai immediatamente seria.
"Ma... cosa?!", lo guardai.
"Ma dovrò viaggiare molto e volevo sapere se ti andava di venire con me". Mi guardò con occhi sinceri. No, davvero? Sul serio mi stava chiedendo di partire con lui?
"Ehm... non, non so. Io ho scuola e, e non posso lasciare la mia famiglia".
"Infatti, avevo pensato anche a questo. Però non posso rifiutare e sai che è l'occasione che aspettavo da una vita". Annuii. "Ti prego di pensare bene alla proposta che ti ho fatto, Faith. Poi mi dici". Mi diede un bacio e andò a casa sua. 
E adesso?! Che dovevo fare?
#FineFlashback


Se solo pensavo a quello che potevo essere adesso, mi pento di avergli detto di no. Ad ogni modo, sarebbe finita per un'altro modo... tra di noi era una lite continua, creata dalla mia stupidità e dalla sua strafottenza.
Concentrai i miei pensieri solo su mio figlio e la mia vita. 
Lo cullavo e c'era assoluto silenzio fino a quando Andie non spuntò alla porta.
"Che ne dici di andare a fare una passeggiata? Magari riusciamo a farlo dormire!", mi sorrise. 
"Eh, si, a me va bene", accennai un debole sorriso.
"Allora prendo la roba di Tommy", e scese di sotto a preparare la borsa e tutto ciò che serviva.
Presi la giacchetta del bambino e gliela feci indossare, poi raggiunsi Andie di sotto e uscimmo.
Non avevo mai notato come, il sole e gli alberi, azzeccassero perfettamente con il colore del cielo e della natura. 
"Amore, ti vedo distratta. A cosa stai pensando?", la voce di Andie mi fece tornare alla realtà. 
"A niente. Pensavo a come pagare la baby-sitter quando comincerò a lavorare".
"Per questo non devi preoccuparti, amore. Io ti aiuterò, lo sai. Voglio molto bene a Tomas".
"Grazie, Andie". Gli sorrisi debolmente. 
Lui si avvicinò per darmi un bacio, ma spostai il viso di lato in modo che baciò la mia guancia e non le labbra.
La passeggiata si fece più noiosa man mano che si andava più lontano da casa. 
Pensieri negativi che si affollavano continuamente e uno si interponeva all'altro. 
Un viso familiare mi fece fare capolinea. Mi fermai e lo guardai attentamente. 
Non poteva, non doveva essere lui... sembrava un'incubo senza fine. 
Volevo solo essere sicura che non fosse chi pensavo e, per togliermi il dubbio, mi avvicinai con la prima scusa che mi venne in mente.
"Scusi, sa per caso che ore sono?"
"Eh, si. Le 16.59", alzò la testa e mi sorrise. Poi, non so come, mi parlò ancora. "Sai che assomigli a una persona che conosco?", mi disse guardandomi intensamente negli occhi. 
Eh no, cazzo. Perché era tornato? Voleva rovinarmi la vita, per caso? 
Ad ogni modo, per non sembrare maleducata, risposi: "Grazie, ma no, non credo di averla mai vista. E' stato un piacere. Arrivederci". Mi voltai e feci per andarmene quando la sua voce mi bloccò.
"Faith".
Mi voltai spontaneamente e mi avvicinai sospirando.
"Justin".
"Allora vedi che ci conosciamo?", mi guardò.
"Si, volevo solo evitare di ricordare chi sei". 
"Già, lo immaginavo. Ti capisco fin troppo bene"
"No, io non credo". Mentre Justin stava per rispondere, Andie si avvicinò con Tommy.
"Faith, lo conosci?". Mi chiese il mio compagno.
"Si, è un vecchio amico". Guardai Justin.
"Solo un vecchio amico? Pensavo di essere stato qualcosa di più, o forse no?!", sorrise beffardo. Ed era in queste situazioni che cominciavo a pentirmi di essere stata con lui. Voleva mettermi nei casini con Andie, ecco cosa voleva.
"Comunque, lui è Justin e lui è Andie. Il piccolo è Tommy!", feci delle presentazioni alla veloce, volevo sparire da li e tornare a casa.
"Piacere di conoscerti, Andie", disse Justin.
"Piacere mio!", rispose Andie sorridendo.
"Bene, ora che le presentazioni sono finite, io direi che è ora di tornare a casa. E' stato un piacere rivederti Justin. Andie, andiamo", stavo per andarmene quando, la voce di Justin, mi fermò nuovamente. Cominciavo a essere stanca di lui.
"Complimenti per il piccolo, è davvero un bel bambino!", esclamò.
E dicendo quella frase mi fece andare su di giri. Un bel bambino? Cazzo era il SUO bambino, dannazione. 
"Grazie!", esclamò Andie sorridendo. "Ma non è mio figl-"
"Andiamo, Andie", ero impaziente. Volevo sparire da li e, oltretutto, Andie stava per dire a Justin che non era il padre del bambino.
"Mi sembra di capire che non è tuo figlio", disse Justin.
Eccolo li. Io lo sapevo che tanto sarebbe andata male.
"No, infatti, non è mio figlio... purtroppo. Ma è come se lo fosse", rispose Andie sorridendo.
"Se non è tuo figlio, mi viene solo da chiedermi quanti altri ragazzi ti sono passati sotto dopo di me, Faith". 
Che bastardo!
"Direi nessun'altro, Bieber". Adesso si che ero incazzata.
"Bieber?", Andie interruppe il dialogo tra me e Justin. Mi resi conto di averlo chiamato in un modo totalmente sbagliato. Chi me l'aveva fatto fare ad accettare di andare a passeggiare?
"Bieber non è il padre di tuo figlio, Faith?", mi chiese Andie. Ora i loro sguardi erano tutti e due puntati su di me. Che avrei dovuto dire? Mi feci una dose mentale di coraggio e, una volta per tutte, dissi la verità.
"Si. Direi che qualcuno qua presente è il vero padre del bambino".
Justin mi guardò stupito.
"Perché non me l'hai detto?", mi chiese come se fosse su un'altro pianeta. "Magari, adesso, saresti stata felice, non credi?".
"Perché non sarebbe cambiato nulla. Per te, il tuo lavoro è più importante di qualunque cosa. Non è forse vero?"
"Per quanto il mio lavoro sia importante per me non pensi che, sapere che la mia ragazza è incinta, mi poteva far cambiare idea?". 
"Ti conosco fin troppo bene, Justin. Non avresti cambiato idea, anzi te ne saresti andato più volentieri. Troppe responsabilità per te. Non eri pronto e non lo saresti neanche adesso!".
"Questo non lo puoi sapere, Faith", si stava innervosendo e anche tanto. "Sapere di avere un figlio è un diritto e mi aspettavo che mi avresti detto una cosa del genere, ma no. Sei talmente stupida che hai pensato di poter fare tutto da sola, non è vero?".
"Non venire a farmi la predica adesso, Justin. Si, ci sono riuscita bene a fare tutto da sola, come puoi vedere".
"E' stata una TUA scelta fare tutto da sola, solo perché non mi hai voluto dire ciò che mi spettava di sapere".
"Non pensi che abbia pensato di dirtelo? Ma, come ti ripeto, sarebbe stata un'occasione in più per poter tagliare la corda".
"Non potrai mai saperlo, cazzo. Sarei rimasto con la mia ragazza e mio figlio, se solo non avessi fatto la bambina lagnosa e me l'avessi detto".
"Sei sempre più uno stronzo, Justin"
"E tu sempre più una puttana, Faith".
Come, come, come? Io... Puttana? No, no... aveva sbagliato a parlare, come sempre. Ebbene, questo era il momento di andarmene.
"Va bene, allora non sprecare il tuo tempo prezioso con una puttana. Ciao, Justin". Mi voltai per andare via.
"Vedi? Rimarrai sempre una bambina. Continuerai a scappare come hai sempre fatto. Anche se io ammetto di aver esagerato... scusami, ma non puoi andartene così. Con mio figlio oltretutto". 
Mi stava chiedendo scusa? No dico, ma era impazzito per caso?
"Non sto scappando, semplicemente sei tu che continui a sbagliare a parlare. Come hai sempre fatto, dopotutto. Ma ormai non mi stupisco più, ho imparato a fare spallucce e andarmene per cazzi miei".
"Senti, cerchiamo di sistemare tutto. Ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho fatto, anche per averti lasciato da sola a crescere il bambino. Perdonami, per tutte le cose passate e perdonami anche per quello che è appena successo. Ma devo ammettere che..." e si interruppe.
"Ma devo ammettere che... cosa?", cercai di tirargli fuori le parole di bocca.
"Che sono ancora pazzo di te e che nonostante abbia provato in tutti i modi a dimenticarti, non ci sono riuscito. So che tu ora hai la tua vita e la tua famiglia, ma vorrei poter rimediare... vorrei poter almeno passare il tempo che ho perso, insieme a Tommy. Se sei d'accordo e se anche lui è d'accordo". Per la prima volta, dopo tanto tempo, rividi in quel ragazzo, il Justin di cui mi ero innamorata anni fa. 
Dovevo dirglielo che ero sempre stata con lui, nonostante tutto.. che non l'avevo lasciato e che lo amavo ancora. Ma non ci riuscivo.
"La cosa è chiara. Siete ancora innamorati e io non posso starne in mezzo", disse Andie.
Mi voltai verso di lui. "Che vuoi dire, Andie?".
"Che se tu sei ancora innamorata di lui e non dir di no, non hai motivo di stare con me. 
Sei sempre distratta Faith e non penso che sia per la baby-sitter o altro. Tu pensi sempre a lui. Quindi, ti prego di non prendermi in giro e di dirmelo subito in modo che, anche io, possa farmi una vita con la donna che amo". La donna che cosa? Che dannazione?
"Scusami, ma tu mi stai dicendo, in questo modo, che sei innamorato di un'altra donna e che stavi con me per pena. E' così, forse?".
"Si, è così. Ma non stavo con te per pena, stavo con te perché mi sono affezionato a Tommy e non volevo che vivesse senza un padre, ma ora che lui è tornato non c'è più bisogno di me".
"Bene, mi fa piacere sapere che ti prendevi gioco di me, ma cura di MIO figlio. Non c'è nient'altro da dire, Andie. 
Anzi, grazie per aver pensato a Tomas. Ti lasceremo presto la casa". Dissi prendendo il passeggino.
"Fai con calma, non preoccuparti e scusa per ... beh, per tutto".
"No, voglio andarmene al più presto. Dimentichiamo tutto e tutti".
"Hai una casa dove andare?", disse  Justin.
O finalmente si era deciso a intervenire... per una volta nella sua vita aveva fatto qualcosa di buono.
"No, ma la troverò. So arrangiarmi! Ciao, Andie...  Justin". Mi girai per andarmene e mi fermò di nuovo. 
"No, tu e Tommy verrete con me".
"E dove? In giro per il mondo, per caso? Perché sai, non voglio questa vita per il mio bambino".
"Per il NOSTRO bambino. E comunque non lo voglio neanche io. Ho una casa in paese, l'hai dimenticato?"
"No, ricordo tutto fin troppo bene... purtroppo!"
"Smetti di fare la bambina, per una volta nella tua vita e sii sincera, Faith. Di quello che provi, abbi il coraggio di farlo come l'ho fatto io", mi guardò con una strana luce negli occhi. Non voleva offendermi, si vedeva, voleva solo che io mi liberassi e dicessi come mi sentivo e cosa provavo veramente.
"D'accordo, allora ti dirò quello che penso. Penso che sono stata un'emerita cogliona a lasciarti andare in tour senza di me, penso che ho fatto una cazzata ad averti nascosto la verità, penso di essere stata una stupida a pensare che mi sarei dimenticata di te facilmente. Solo di questa cosa ho la pura e assoluta certezza: io sono ancora innamorata di te  Justin e lo sono sempre stata, ti ho sempre supportato nonostante tutto quello che ho dovuto passare da sola. E ora spero vivamente che si possa cambiare pagina, che si possa essere finalmente una famiglia. E con questo voglio dire che spero nel NOI, come lo speravo e lo credevo anni fa". Lo guardai. Aveva un'espressione indifferente, si aspettava tutto questo. 
"Era questo che volevo sentirmi dire. Continua a credere nel NOI, piccola. Perché adesso si volta pagina". Sorrise e, avvicinandosi lentamente a me, mi baciò.
Era cresciuto, era maturato ed era diventato responsabile. 
Forse, finalmente, potevamo essere la famiglia che avevo sempre sognato. 
E fu con questo che capii che riuscivo ancora a volare, senza paura di precipitare.
The end!

Sera a tutti amici, sono tornata con una storia un po' diversa. 
Spero che vi piaccia. Non è come l'altra, ma ha un qualcosa di particolare che la rende magica.
Mi raccomando passate e recensite. 
Baci Danger_Bieber
 
  
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