Il viaggio di una vita

Ero alle porte della città con uno zaino sulle spalle senza meta, senza una cartina, ma solo dove mi guiderà il mio intuito e il mio istinto.

Non so perché ho scelto di farlo, avrei potuto benissimo tornare in Norvegia, ma non sapendo nemmeno il perché, ho deciso di muovermi senza meta.

Ormai sono trascorsi due anni e il freddo sembra arrivare a spezzarmi le ossa, anche se ho il mio caldo giubbotto blu addosso.

Guardai per terra come mi è solito fare e senza accorgermene andai addosso a un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurro mare.

“Mi scusi non volevo” dissi con il mio fil di voce

“Non ti preoccupare e non mi dare del lei. Sarò un po' più grande di te ma così mi fai sentire veramente vecchio” mi sorrise e poi continuò a parlare “Il mio nome è Mathias, il tuo?”

“Eh? Il mio? Io mi chiamo Lukas”

“Lukas? Bel nome, mi piace. Io vengo dal Copenaghen, tu invece?” e la risposta furono solo dei borbottii

“Okay, ho capito sei un ragazzo di poche parole, ma non c'è bisogno di essere così scontrosi e freddi. Di me-” non seppi mai cosa disse perché lo interuppi bruscamente con una richiesta.

“Portami a Copenaghen”

“Cosa? A Copenaghen? Sicuro?”

“Si, ci voglio andare”

Passarono i giorni e feci conoscenza con questo ragazzo di nome Mathias anche se per i miei gusti era troppo chiacchierone.

E mentre lui blaterava di come era buona la birra che producevano a Copenaghen, io mi guadavo intorno.

C'erano fabbriche ovunque, il cielo grigio tetro.

L'unica cosa positiva era che se ci avvicinavamo un po' alla zona portuale e il mare era mosso, si poteva sentire quando le onde si infrangevano sulle prue delle barche o sulla banchina.

Andava a tempo, non saltava mai un nota.

Però tutto questo insieme metteva malinconia e un leggero stato di tristezza ecco perché Mathias mi aveva chiesto se ero sicuro di volerci andare.

A Copenaghen, capitale della Danimarca, quasi tutte le vie erano affollate e occupate da persone così diverse tra loro, per tutta la città si sentiva quella lingua con poca espressione, simile al norvegese.

Dopo il passaggio a Copenaghen e vedendo che non era una città adatta me, io ero pronto a intraprendere una nuova strada da solo, ma Mathias volle venire per forza con me senza accettare un no come risposta.

Mathias, anche se parlava spesso di argomenti per me poco interessanti, devo ammettere che mi teneva compagnia.

Era meglio sentire la sua voce invece del freddo o di alcuni battiti di denti, quella voce mi faceva tranquillizzare.

Mentre passava il tempo noi camminavamo passando per paesi immaginandoci quello avremmo trovato dopo i chilomentri di strada.

Dopo tre o quattro anni ci fermammo in un piccolo paesino abitato da persone che si conoscevano tutte tra di loro.

Alla fine, forse per noia, ripartimmo.

E ora tu che stai leggendo dal mio diario ti starai chiedendo dove siamo.

Beh di sicuro in qualche strada sdraiati per terra senza vita o siamo diventati cibo per uccelli oppure fertilizzante per piante.

Da quanto puoi vedere hai scelta.

Tanti Saluti                                                                                            Lukas

Ciao a tutti!

Eccomi, allora in questa sezione sono nuova e mi presento con questa breve storia senza pretese.

Questa storia era un compito scolastico non so se avete presente quei compiti di antologia che alla fine ti chiedono di scrivere un brano. Ecco quelli.

Se dovete scannare qualcuno, scannate quella ragazza che mi ha pregato in più liguè di postarlo.
Comunque in questa storia Norvegia e Danimarca sono persone normali e non nazioni.

Spero di non aver fatto risultare OOC Norvegia e Danimarca.

Quindi ci sentiamo alla prossima storia :D

Fede_Silver