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Autore: Giuli_sky    03/11/2013    11 recensioni
Cosa succede quando l'Oscuro e il Signore Oscuro si incontrano, in fila dal gelataio? Sicuramente non ne può uscire nulla di buono!
Dal testo:
"L'incappucciato, sentendosi chiamato in causa, si girò, mostrando un viso dalla pelle bianchissima, con un naso quasi inesistente e una calvizie in stato decisamente avanzato.
«Ce l'hai con me?» sibilò l'uomo.
«No, solo con la tua faccia di serpente.» Ribattè Rumple, con un ghigno.
«Attento come parli, sporco Babbano, io sono Lord Voldemort e i comuni mortali mi chiamano the Dark Lord, e ora levati dai piedi»"
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ok, sono passati mesi dall'ultima volta che ho scritto qualcosa e ancora di più da quando ho pubblicato, inoltre questa fanfiction è nata in una sera di delirio totale, quindi non aspettatevi niente di particolare XD Era da un po' che avevo in testa l'idea di un incontro fra Voldemort e Rumpelstiltskin, i due grandi Signori Oscuri (ok, uno è Oscuro e basta, ma insomma...il senso è quello xD). Mi scuso in anticipo per eventuali errori che possono essermi sfuggiti, se li trovate ditemelo, grazie!

Vi lascio alla lettura, sperando che non vi faccia troppo schifo, anche se ne dubito, in realtà speravo venisse un po' meglio xD...in ogni caso, lasciate un commentino, please!:D

 

Giuli_sky      




Voldy & Rumple

 

Rumpelstiltskin batté nervosamente il bastone a terra, ripetutamente. Era in fila già da dieci minuti e la situazione non sembrava voler migliorare. Era mai possibile che un mago potente come lui fosse costretto ad aspettare, insieme a dei comunissimi mortali per giunta, per un semplice gelato?

Ma Belle aveva insistito tanto per averne uno fatto a mano, diceva che quelli evocati magicamente avevano un retrogusto di legno. Rumple ancora doveva capire come la sua dolce dama potesse conoscere il sapore del legno, ma ovviamente non aveva potuto resistere ai dolci occhioni di lei.

 

Finalmente, dopo aver resistito alla tentazione di lanciare almeno tre maledizioni e quattro incantesimi contro diversi ragazzini molesti, arrivò il turno della persona davanti a lui.

Ma proprio mentre si accingeva ad avvicinarsi al gelataio, che stava ancora servendo il ragazzo, un tizio avvolto da un lungo mantello nero si spostò dalla fila e lo superò.

«Ehi, tu! Dove credi di andare, torna indietro al tuo posto!» Esclamò, irritato, riuscendo a trattenersi dal scagliarlo direttamente in fondo alla fila.

L'incappucciato, sentendosi chiamato in causa, si girò, mostrando un viso dalla pelle bianchissima, con un naso quasi inesistente e una calvizie in stato decisamente avanzato.

«Ce l'hai con me?» sibilò l'uomo.

«No, solo con la tua faccia di serpente.» Ribattè Rumple, con un ghigno.

«Attento a come parli, sporco Babbano, io sono Lord Voldemort e i comuni mortali mi chiamano The Dark Lord, e ora levati dai piedi» affermò Voldy, con una discreta aria di superiorità. C'era da dire che su una cosa aveva sicuramente ragione, la faccia di Rumple aveva decisamente bisogno di una bella lavata.

«The Dark Lord, eh? Beh, mi spiace deluderti, o meglio, non mi dispiace affatto, ma hai di fronte a te Rumpelstiltskin, chiamato The Dark ONE, cioè il solo e unico Oscuro» ribatté beffardo l'altro, facendo un piccolo inchino.« Sicuramente avrai sentito parlare di me e dei miei immensi poteri» sogghignò compiaciuto.

Voldy strinse le sue (inesistenti) narici.

«Mi dispiace, mai sentito. Ma in ogni caso i miei poteri sono superiori ai tuoi, la nobile stirpe di Serpeverde è al di sopra di chiunque».

Per tutta risposta Rumple ridacchiò divertito, con quella risatina stridula che lo caratterizzava, e che non presagiva niente di buono.

« Magnifico, è una sfida?».

Il Mago Oscuro tirò fuori la bacchetta e, con un semplice gesto, incendiò il primo albero nelle vicinanze.

«Oh, una bacchetta! Che carino...» Rumple aprì la mano, dalla quale spuntarono fiamme scintillanti che lanciò contro l'albero a fianco, riducendolo in cenere.

«Guarda che posso anche far scomparire le cose!»sbottò Voldemort, facendo evanescere una panchina.

«E io posso farle ricomparire!» ed al gesto della mano di Rumpelstiltskin, la panchina tornò dove era sempre stata.

Voldy iniziava a perdere la pazienza «Aguamenti!» un getto d'acqua fredda colpì Rumple dritto in faccia, che però si riprese subito e scagliò contro il “nemico” un incantesimo del sonno. Voldy lo schivò prontamente e questo finì per colpire un povero ragazzo che passeggiava pochi metri più in là.

« Ahahah, pessima mira vedo», non fece in tempo a finire di parlare, che Rumple si spostò per evitare lo Schiantesimo che Voldemort gli stava lanciando, che fece crollare a terra una ragazza intenta a portare il cane a passeggio.

A quel punto, la folla di persone, inizialmente incuriosite, che si era fermata a guardare i due maghi combattere, decise che era giunto il momento di andarsene, per paura di rischiare la vita. Persino il gelataio stava valutando l'idea di chiudere bottega e levare le tende.

I due contendenti, intanto, continuavano la loro battaglia, incuranti dei disastri che combinavano intorno a loro.

«Sono più forte io!»

«Non è vero, sono più forte io!»

«Arrenditi! Non puoi battermi, sono invincibile!» esclamò il Signore Oscuro.

«Beh, io sono immortale, per cui direi che non hai speranze».

«Immortale? Co-cosa..come?» Voldy sgranò gli occhi, ma dopo la risatina che Rumple gli rivolse, lo stupore fu presto sostituito da rabbia e invidia. Questo stupido Mezzosangue doveva assolutamente morire! Ah, già, non poteva ucciderlo... Ma come aveva fatto quello stupido maghetto a diventare immortale, dopo che lui ci aveva provato per anni senza mai avere davvero successo?

«Ti farò vedere io! Sono il più grande e potente mago di questi tempi! Posso piegare anche le persone al mio volere,guarda... Imperio!» Voldemort scagliò l'incantesimo contro un povero signore che, insieme all'amico, non era riuscito ad allontanarsi abbastanza velocemente e lo costrinse a bere dalla fontana come un cagnolino.

«Tutto qui?Io sono so fare di meglio!», lo schernì Rumple, poi si girò e infilò la mano nel petto dell'uomo, che ancora fissava l'amico, stralunato, e ne estrasse il cuore, in modo da averlo in suo potere.

 

Presi com'erano dalla loro battaglia a “Chi è il più grande e oscuro mago di tutti i tempi”, non si erano accorti di due giovani donne che camminavano verso di loro a passo di marcia, infuriate.

«Rumple, cosa stai facendo!? Restituisci subito il cuore a quel povero signore!»

«Voldy, è così che prendi il mio gelato?! Smetti di giocare con quell'inutile Babbano e renditi utile!»

Al suono di quelle voci acute i due si immobilizzarono, mentre una vena di paura si insinuò nei loro occhi. Rumple si affrettò a riposizionare il cuore nel petto dell'uomo, mentre Voldy scioglieva l'incantesimo, poi entrambi si girarono, cauti.

« Belle, mia cara, non è come sembra...ti posso spiegare...» cominciò Rumple.

«Bella, serpentina mia, non stavo facendo nulla di male... » cercò di scusarsi Voldy.

«...È questo tipo qua che si è messo a darmi fastidio!» piagnucolarono entrambi, pronti (si fa per dire) a subire le ire delle loro dame.

 

Dopo averli sgridati per bene, le due ragazze si lanciarono sguardi esasperati.

«Siete peggio di due bambini. Avanti Rumple, chiedi scusa e andiamo a casa»

«Perché devo chiedere scusa io? È stato lui a saltare la fila!» borbottò l'Oscuro, imbronciato.

«Chiederete scusa entrambi, non è vero?» intervenne Bellatrix, dando una gomitata a Voldemort.

«Oh, e va bene...» sbottò quest'ultimo, abbassando lo sguardo.

«...Scusa » mugugnarono entrambi, con poca convinzione.

«Bene, per fortuna è tutto sistemato ora » esclamò Belle, il sorriso di nuovo sulle labbra, «Ci vediamo lunedì, Bella!»

«Lunedì?» chiesero in coro i due maghi, spalancando gli occhi.

«Oh giusto, abbiamo dimenticato di dirvelo, mentre voi due eravate impegnati a scannarvi a vicenda, invece di prenderci il gelato - e a nessuno sfuggì l'occhiataccia che lanciò ai due malcapitati - io e Belle abbiamo fatto amicizia e abbiamo deciso di rivederci...Sai, per essere una quasi-babbana, non è così male» spiegò la strega, sussurrando l'ultima frase in direzione di Voldy, «magari potreste imparare ad andare d'accordo!» aggiunse poi, allegra.

I due si scambiarono un'occhiata gelida, digrignando i denti.

« MAI!» gridarono all'unisono, afferrando ognuno la mano della propria donna ed allontanandosi il più velocemente possibile.

  
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