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Autore: yingsu    03/11/2013    1 recensioni
«Roel…» pigolò scompigliandogli i capelli «così mi uccidi».
Ma non era stato lui a farla morire.

▪ PREQUEL de "I'm frozen to the bones".
▪ Liv Nerys & Roel Flos - DISTRETTO 2.
▪ Il rating è arancione perchè EFP comanda così, fosse per me, l'avrei messa gialla.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Anche la neve morirà domani.'
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A radioactive e alla mano curiosa di Roel.

 

 



 

 

 

 

 

«And I remember when I moved in you
The holy dove was moving too
And every breath we drew was Hallelujah
»

| BON JOVI → HALLELUJAH|

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il dolce mormorio del ruscello era interrotto a tratti dal suono delle risa, eco delle montagne che abbracciavano quello sprazzo di erba ancora verde sul quale erano stesi.

Una battaglia era in corso: lui coglieva dei candidi ranuncoli di montagna, si impegnava a intrecciarglieli fra i capelli color dell’oro; e quanto più si concentrava ad attorcigliare quei gambi alle ciocche, tanto lei si divertiva a scuotere il capo, facendoli cadere sul prato.

«Non ti regalo più niente…» borbottò Roel fingendosi offeso, raccogliendo i fiori e infilandoseli dietro le orecchie, spargendo i restanti sui vestiti.

«Non fare lo scemo!» ridacchiò la ragazza, ripulendolo dai petali mentre lui si ostinava a respingerla, scacciandola con dei gesti delle mani. Non era arrabbiato sul serio, in tanti anni erano state poche le volte in cui Liv lo aveva visto davvero irritato. Certo, litigavano anche loro, ma anche questo faceva parte del rapporto che stavano lentamente costruendo.

«Smettila!» rise di nuovo lei tirandogli un leggero schiaffo sul braccio, lasciandosi sfuggire un acuto quando il suo fidanzato le afferrò il polso, atterrandola sulla schiena. Sentiva il peso del corpo dell’altro sul suo, ma non abbastanza perché sentisse male. Si guardarono negli occhi per alcuni secondi – le iridi verdi mischiate in quel blu così intenso – e poi Roel sorrise, chinandosi sulle labbra di lei. «Domani c’è la Mietitura…» soffiò su quella bocca, e Liv s’irrigidì appena, affogando le dita fra i suoi capelli.

«Non parliamo di domani…» mormorò in risposta, cercando di rilassarsi, di cancellare dal viso ogni segno che avesse potuto in qualche modo tradirla, lasciando intendere all’altro che cosa in realtà lei avesse in mente di fare. Non voleva parlargliene, sapeva che cosa sarebbe successo se lo avessero fatto, e lei non voleva che lui si arrabbiasse o arrivasse a pensare che a lei non bastava quello che lui aveva da darle: non era per questo che aveva intenzione di vincere i giochi.

«E di cosa vuoi parlare?» le chiese in un sussurrò, facendo leva sui gomiti per evitare di schiacciarla – aveva sempre avuto il timore di farle del male in qualche modo, motivo per cui non aveva sopportato nemmeno le piccole smorfie di dolore che le erano sfuggite la prima volta che avevano fatto l’amore. Lui era così, il solo pensiero di ferirla lo uccideva.

«Non parliamo…» replicò Liv, poggiando poi le labbra su quelle di lui. Le loro bocche si unirono per qualche secondo, si accarezzarono e sfiorarono con una lentezza maniacale, per poi staccarsi e rincontrarsi con più foga e passione, lasciando che anche le loro lingue danzassero e facessero lo stesso. Non fu un solo bacio: ne seguì un altro, e altri due ancora, una lunga serie che a Liv parve infinita, esattamente come la durata di quel momento.

Sentiva solo il respiro di Roel sul suo collo, le mani rovinate infiltrarsi sotto le spalline del vestito mentre la stoffa scivolava sulle spalle, scoprendole le clavicole e l’incavo fra i seni.

«Roel!» lo rimproverò ridendo «Non possiamo, se arriva qualcuno?» domandò poco convinta, stringendogli le spalle.

«Ci fa un applauso e si ferma a godersi lo spettacolo»

«Cretino!» sibilò tirandogli appena i capelli, sentendo l’altro scoppiare in una tenue risata: non c’era niente all’infuori di loro respiri, del canto del rigagnolo che li camuffava, e delle loro mani, di quel tocco bollente che ora le risaliva piano la coscia, costringendola a piegare la gamba.

«Non passa mai nessuno qui…» si giustificò il ragazzo sfiorandole la clavicola con la punta del naso, facendola rabbrividire.

Liv avrebbe voluto dirgli che era un bugiardo, perché in realtà quel luogo era conosciuto da tutti, in città, ma per qualche motivo a lei oscuro si limitò a mormorare «… no?», stringendosi ancora di più al corpo dell’altro.

«No…» le fece eco il fidanzato «tu non lo sai cosa mi fai…» soffiò piano sul quel collo pallido, compiacendosi del brivido che scosse il corpo sotto di lui. Liv non lo sapeva davvero che cosa era in grado di fargli provare, che effetto avevano le sue mani e il suo profumo su di lui. Il fiato caldo di lei gli accarezzò il padiglione auricolare facendolo vibrare mentre le sue mani le toccavano le cosce color madreperla, insinuandosi sotto la stoffa di quel vestitino rosa che le ricadeva in maniera scomposta sulle braccia, scoprendole di poco i seni.

«Roel…» mormorarono quelle labbra, prima che lui le impegnasse in un bacio.

Avrebbe voluto sentirla gridare il suo nome, intrecciare i loro corpi e vedere un po’ se alla fine ognuno sarebbe riuscito a riprendere i propri pezzi, oppure se qualche frammento dell’anima sarebbe comunque rimasta incollata all’altro, diventando definitivamente parte di esso.

Sollevò le braccia lasciando che Liv gli sfilasse la maglietta, lanciandole da qualche parte, in un posto che al momento non riteneva importante, e poi le prese piano un piede fra le mani, posando la bocca sulla sua caviglia. Le baciò il polpaccio e il ginocchio, salendo lentamente verso la coscia, godendo di ogni tremito dell’altra, della pelle d’oca e della unghie che gli graffiavano la schiena. La sentì inarcarsi e sospirare quando finalmente le sue labbra le sfiorarono l’inguine, facendole schiudere le gambe in un gesto involontario.

«Roel…» pigolò scompigliandogli i capelli «così mi uccidi».

Ma non era stato lui a farla morire.

 

 

Roel aprì gli occhi muovendo appena i piedi nell’acqua gelida del torrente, fissando l’albero davanti a lui, oramai spoglio delle foglie. Si sentiva così anche lui: nudo e vuoto, come se Liv si fosse portata via con sé non solo il suo sorriso, ma anche la sua pelle, lasciandolo solo e infreddolito, dolorante e spoglio di ogni sentimento.

Ricordava quel giorno, l’ultima volta in cui i loro corpi si erano incastrati perfettamente a formarne uno solo. Ricordava i sospiri, le unghie di lei che affondavano nella sua schiena ad ogni movimento del suo bacino. Le aveva fatto gridare il suo nome, aveva lasciato che lei si prendesse pezzi di lui, e adesso li aveva persi per sempre… persi assieme a lei.

Non era nulla, non aveva fatto niente di eclatante in vita sua, nessuno lo avrebbe ricordato, ma una cosa gli era riuscita perfettamente, una sola: aveva amato una donna con tutto se stesso, per sempre, ed ora ne stava pagando le conseguenze.

Si mordicchiò l’interno della guancia cogliendo uno di quei ranuncoli cerei e perenni, gli unici che si erano ostinati a non morire, a non abbandonarlo da solo in quell’inverno.

Strappò i petali, uno ad uno, lasciandoli cadere nell’acqua, osservandoli mentre venivano portati lontani dallo scorrere del fiume: lontani da lui, da quello che gli rievocavano.

Si era ripetuto un’infinità di volte che se solo avesse saputo che quella sarebbe stata la loro ultima volta, probabilmente avrebbe fatto in modo che fosse definibile come tale. L’avrebbe resa diversa, avrebbe prestato più cura e attenzione ai dettagli, rendendola memorabile, rendendola quell’ ultima volta che probabilmente Liv avrebbe voluto.

Così mi uccidi, gli aveva detto.

Una tacita preghiera, una richiesta, forse.

Perché morire così, fra i petali bianchi e il suo caldo respiro, sarebbe stato il paradiso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I poeti spesso descrivono l’amore come un’emozione incontrollabile, che cancella la logica e il buon senso. È accaduto anche a me. Non avevo previsto di innamorarmi di te, e immagino che nemmeno tu avessi previsto di innamorarti di me. Ma quando ci incontrammo, fu subito evidente che nessuno di noi due avrebbe potuto controllare quanto ci stava accadendo. Ci innamorammo nonostante le nostre differenze, e nacque tra noi qualcosa di raro e di stupendo. Secondo me, un amore così è unico nella vita, ecco perché ogni minuto passato assieme è sigillato nella mia memoria. Non me ne dimenticherò mai.

 

NICHOLAS SPARKS”

| LE PAGINE DELLA NOSTRA VITA|

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA;

 

Eccomi qui.

Non ho nulla da dire a mia discolpa, questa è una palese Loel (Roel/Liv) un po’… pop-porno.

L’idea mi è stata data da radioactive che ha recensito l’altra Shot dicendo che avrei potuto pensare di fare una fan fiction sul flash back di Roel… ed eccola qua!

Non so come sentirmi, davvero. In realtà non mi piace, ma niente di quello che scrivo mi piace, quindi direi che è tutto perfettamente normale.

La canzone iniziale è la famosissima Hallelujah, e siccome ci sono due versioni tradotte io vi dico subito che intendo quel moved in you  nel senso più letterale del termine. 8D

Ecco perché sta là in alto, sì. Mentre la citazione finale è quella e basta: loro mi ricordano troppo Noah ed Allie – i protagonisti del libro che è anche film, e se non lo avete visto /fatelo/ – , non posso farci niente, scusatemi.

Per il resto non ho nulla da dire, io li shippo e non faccio testo, quindi addio.

Spero che a radioactive sia piaciuta, e che anche voi abbiate apprezzato più di me.

Perdonatemi se potete, altrimenti perirò nella Genna(?).

 

Il magnifico banner – come sempre – appartiene a radioactive. Amatelo quanto me.

 

Salut

 

~yingsu.

 

 

 

 

Ta ta ta ta… pubblicità.

 

Die on the front page, just like the stars [ 72nd Hunger Games | Lyosha and Ariel Isaacs | DISTRETTO 8 ] di radioactive.

  Blur [ Klondon | Klaus e London | DISTRETTO 6 ] di Ivola.

Senza di te non posso sopportare il suono della pioggia. [SPIN-OFF 72nd Hunger Games | Mietitura Distretto 2 | Roel/Liv ] di yingsu.

Sono stato fatto per amarti. [child!Roel/child!Liv | SPIN- OFF 72nd and 73rd Hunger Games ] di radioactive.

When it’s time to live and let die. [ Loel | Roel/Liv | SPIN-OFF 72nd Hunger Games CAP. 13 ] di yingsu.

 

   
 
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