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Autore: Spregias    03/11/2013    2 recensioni
Gwen White e Matt Spencer: la coppia dell'anno e non solo per contratto.
Adesso Gwen e Matt vivono in due città diverse, con lavori diversi e possibilità di incontrare nuove persone.
Lei reciterà a Los Angeles nel ruolo di Catherine Earnshaw.
Il suo collega, Harry, è un affascinante attore con cui farà subito amicizia.
Ma l'amore tra Matt e Gwen resisterà?
Seguito di An honest liar
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Londra, 2014.
 
“Santo cielo, Matt!” urlai poco finemente quel giorno di ottobre, mentre controllavo la posta. Il mio ragazzo, questa volta non per contratto, scese le scale con espressione scocciata in viso e cercando di capire il motivo di tale entusiasmo.
 
“Che succede, Gwen?” borbottò palesemente irritato, non scoraggiando però la mia felicità.
“Non puoi capire” continuai io, sventolandogli davanti il telefono ultimo modello che mi aveva regalato lui pochi giorni prima.
 
“Uhm, dai dimmelo” sbruffò avvicinandosi a me e prendendomi tra le braccia.
Non potevo ancora credere che questo cantante bellissimo e famoso, oltre che la persona più incredibile del mondo, fosse davvero innamorato di me. Non potevo davvero crederci. A ventuno anni non pensi mai di poter trovare un amore così intenso, almeno credevo.
 
“Mi hanno proposto di fare un film, cioè dovrei fare un provino, ma mi vogliono nel film.” spiegai con la voce piena di emozione. Insomma, ero famosa, bella, piena di successo, ma facevo la modella, la fotomodella, non l’attrice.
 
“Dove?” chiese subito Matt, intuendo che il punto dolente doveva ancora arrivare. Il sorriso si spense per un attimo dalle mie labbra, così vicine alle sue.
 
“A Los Angeles.” dissi in preda a un leggero sconforto. Anche lui si rabbuiò.
 
“Penso che dovresti accettare, io ti verrò a trovare” soffiò sulle mie labbra, prima di trascinarmi sul divano, tra un risolino e l’altro.
 
 
 
 
Los Angeles, 2014.
 
 
Aprii gli occhi dando un’occhiata veloce all’orologio, che segnava poco meno delle due. Sospirai di sollievo, benedicendo, dopo un piccolo spavento, di non essere andato a letto troppo tardi la sera prima. Evidentemente però la sveglia aveva funzionato bene, perché mi restavano almeno tre ore per il provino. O meglio, io ero già stato scelto, e avrei solo dovuto presentarmi la per scegliere la mia controparte femminile. Ero divertito da questo improvvisarmi regista, perché almeno era una variante dalla solita parte dell’attore.
 
Già, attore. Un lavoro dove sei sempre sulla cresta dell’onda, per poi ritrovarti affogato, o trasportato dalla corrente, seguito da giorni di calma piatta. Piattissima. Per fortuna, era il mio turno di essere sulla cresta dell’onda, sennò non mi avrebbero mai preso in quel film e non avrei mai conosciuto lei.
 
Arrivai puntuale alle quattro e mezzo davanti agli studi cinematografici dove lavoravo, inforcando gli occhiali da sole. Ovviamente non speravo di camuffarmi. Sorrisi ai fotografi che erano sempre appostati lì davanti, prima di entrare.
“Signor Drumms, Dylan ti aspetta di là.”
La voce di Mrs. Jones, quasi un sussurro, mi indicò il luogo dove avrei dovuto esaminare le possibili attrici femminili. Se non altro, mi sarei rifatto gli occhi.
 
Entrato, Dylan il Regista, mi sorrise venendomi incontro. Era un uomo buono, ed era mio amico da tanti anni, quindi si fidava di me.
“Harry, sei pronto?” mi chiese scherzando e trascinandomi accanto a lui.
 
Fu dopo pochi minuti che la vidi, seduta con il copione in mano. L’avevo già vista su alcuni cataloghi, sui giornali e avevo sentito parlare di lei, ovviamente. Ma non ero preparato all’impatto che una creatura del genere ha sugli uomini. Quasi ci restai secco.
 
Capelli biondi lunghi che le arrivavano quasi alla vita, occhi marroni da cerbiatta circondati da eye-liner che li rendeva più lunghi. Naso alla francese, così adorabile che provai l’impulso di morderlo.
La bocca carnosa continuava a muoversi in movimenti impercettibili, cercando di ripassare le parole del copione.
 
Indossava dei pantaloncini corti di jeans, stivaletti bassi marroni e un golf grigio scuro. Pensai che avesse freddo.
 
“Sbaglio o hai avvistato qualcuna?” borbottò contento al mio orecchio Dylan, seguendo il mio sguardo ipnotizzato su di lei. Sentendosi osservata, lei alzò lo sguardo incrociando il mio da pesce lesso e quello divertito di Dylan.
 
“Gwen, cara, vieni qui!” le fece cenno Dylan, facendomi capire che la conosceva. Lei si mosse verso di noi, che gambe!, con una certa grazia, avvolgendomi con il suo profumo francese.
 
“Ciao Dylan” disse con un marcato accento inglese, stringendo la mano a Dylan. Lui la abbracciò.
 
“Cara, sono contenta che tu sia qui. Ti presento il protagonista maschile, Harry Chris Drumms”
 
Lei mi rivolse un sorriso dolcissimo, prima di stringermi la mano. “Piacere, Harry. Io sono Gwen White.”
 
Mi sentivo un mentecatto, incapace persino di dire qualcosa di intelligente per farla ridere.
 
“Beh, è un piacere conoscerti Gwen.” dissi infine non senza un certo sforzo. Tornai poi in me, dicendomi che di ragazze belle ne avevo incontrare tante. Incontri ravvicinati, diciamo.
 
“Harry, come sai, lei è la ragazza di cui ti ho parlato. E vorrei che fosse lei ad interpretare Catherine Earnshaw.”
 
Ovviamente io interpretavo Heathcliff, il rozzo uomo che ama follemente la ragazza che viveva con lui, e non sarebbe stato difficile fingere di essere ‘innamorato’ di un tale angelo.
 
“Io sarei onorata di interpretare Catherine.”
 
 
*
 
 
“Allora, Harry, che ne pensi?” mi chiese a quel punto, dopo aver visto recitare Gwen, Dylan.
 
“Non è male, Dylan. Per essere una che non ha esperienza, se la cava bene. Io direi di farla provare. Per me lei è Catherine.” dissi sicuro.
Fu così che Gwendaline White entrò nella mia vita, interpretando la bisbetica Catherine Earnshaw in Cime Tempestose.
 
*
 
#Gwen
 
“Harry, aspetta.”
 
Harry Drumms, che stava passeggiando per i corridoi degli studi usati per il film, si voltò verso di me, sorridendomi e facendomi cenno di raggiungerlo.
Sapevo benissimo chi era, l’attore del momento, molto bravo e chiaramente bello. Aveva due occhi verde acqua che si incorniciavano a capelli ramati e uno sguardo perforatore. Ma ero abituata a quel tipo di bellezza, basta pensare che mi svegliavo ogni mattina con Matt al mio fianco.
 
“Ti volevo ringraziare, per aver scelto di darmi la parte.” dissi sorridendogli e ricevendo un altro bellissimo sorriso in risposta.
 
“Non è me che devi ringraziare, Gwen. Sei brava a quanto pare.” commentò lui scrollandosi le spalle. Sorrisi timidamente.
 
“Invece voglio ringraziarti. So che è anche grazie a te” insistetti io.
 
“Aspetta a ringraziarmi, quando Dylan ti costringerà a lavorare ore e ore mi odierai” disse continuando a sorridere, per poi notare la mia espressione evidentemente confusa.
 
“Scherzo, Gwen” aggiunse poi, aprendo una bottiglietta d’acqua.
“Non mi spaventa il lavoro, Harry” precisai piccata, ripensando a cosa avevo passato per lavoro solo un anno prima. Ma non potevo lamentarmi, avevo guadagnato Matt.
 
“Sai avevo sentito tanto parlare di te, Gwen” dice improvvisamente lui, poggiandosi allo stipite di una porta e guardandomi intensamente.
 
“Beh, anche io di te, se è per questo” risposi io, cercando di non arrossire o sfuggire a quello sguardo a cui non avrei saputo dare una definizione.
 
“Ma non ti avevo mai visto” disse poi lui, quasi a se stesso, perso in qualche strana riflessione.
 
“Io sì, eri ai teen choice awards l’anno scorso” ricordai improvvisamente, dandomi della stupida per non essermelo ricordato subito.
 
Lui sorrise, evidentemente compiaciuto che mi ricordassi di lui. Questo mi lusingò, stranamente non ero così timida con i ragazzi, infatti mi arrabbia con me stessa.
“Eri la presentatrice o..?” chiese lui, ormai incuriosito da ciò che avevo detto. Ormai mi ero inoltrata in quella conversazione e non potevo fare altro che seguirla.
 
“No, avevo accompagnato il mio..ehm..” balbettai in cerca di una definizione per etichettare Matt l’anno precedente “fidanzato” conclusi dopo un attimo di riflessione.
 
Lui aggrottò la fronte, evidentemente deluso, forse voleva provarci, mi dissi. Poi sorrise, confondendomi.
“Bene, ci vediamo in giro Gwen. Domani iniziamo a girare, lo sai, vero?” disse, poi strizzandomi l’occhio si girò e sparì, lasciandomi con una sensazione di solitudine.
  
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