Dedicata a te che
mi fai provare tutto questo
nonostante te l’avessi
proibito.
Ciao Kate.
No troppo freddo, troppo banale, troppo
semplice.
Ehi amore mio.
Ma chi voglio prendere in giro? Quell’
“ehi” iniziale è tremendo, neanche un ragazzino di tredici anni lo userebbe.
Kate…
I tre punti di sospensione? No, sono
sempre antecedenti a cose brutte.
Una città chiamata New
York, 1 ottobre ’13
Futura
signora Castle mi manchi.
New
York non è mai stata così vuota, sì otto milioni di persone ed improvvisamente
senza di te è diventata vuota, le strade affollate mi sembrano deserte quando
mi volto in cerca del tuo sguardo e non lo trovo, il mio stesso letto è
diventato troppo grande da quando la parte destra è di nuovo fredda.
Domani
il volo per Washington parte alle sei del mattino, giuro se ce ne fosse stato
uno ancora più presto l’avrei preso, anzi se me l’avessi permesso ora sarei in
volo per venire da te, il sonno e la notte mi sembrano delle cose così inutili
in questo momento.
Ho
voglia di te.
Troppo
diretto? Forse dovrei fare un giro di parole. No, è così, ho voglia di lei in
ogni suo aspetto. Voglio sentirla vicino a me, voglio il sentire il suo profumo
mentre l’abbraccio, voglio portarle il caffè e poi baciare la sua bocca ed ogni
altra parte del suo corpo.
Sì,
ho voglia di te nel modo più erotico possibile, ma ho anche voglia della tua sola
presenza, di essere svegliato al mattino dalla tua irruenza e fretta, solo
perché non riesci ad allontanarti da me e rischi di arrivare a lavoro in
ritardo. Ammettilo, la causa è quella.
Ho
voglia di sentirmi chiamare Castle con il tuo tono da dominatrice dal cuore
tenero, ma anche Rick nei tuoi momenti di più profonda dolcezza.
Ho
voglia di te perché mi sento solo, sono solo, mia madre – fortunatamente – si è
rinchiusa nella sua scuola per le prove di uno spettacolo, Cip e Ciop non mi fanno varcare neanche le porte dell’ascensore
del dodicesimo e mia figlia, beh Alexis credo mi abbia definitivamente
sostituito con Pi, mi raccomando senza “e”. Stupida torta frutteriana.
Come si può vivere di sola frutta me lo spieghi?
In
realtà anche se Alexis non avesse Pi, Esposito e Ryan mi facessero partecipare
alle indagini e i miei amici scrittori fossero qui tutte le sere per giocare a
poker, mi sentirei solo.
Kate,
soffro di una completa, inspiegabile e irrecuperabile dipendenza da te. Sei la
mia cioccolata, la mia sigaretta, la mia eroina, sei la mia scrittura e il mio
sorriso.
Per
nessun motivo al mondo voglio uscire da questa dipendenza, e ora in questo
momento sono in “rota” come Christine ne “I ragazzi dello zoo di Berlino”.
È
passata mezz’ora da quando ho iniziato a scrivere questa email e ho scritto
solo cose prive di senso e nesso logico. Perdonami, ma mi mandi in pappa il
cervello.
Sono
qui nel letto con il portatile caldo sulle gambe e penso a te al nostro stupido
discorso inconcluso al telefono, odio quando scappi via così, è il tuo lavoro e
blablabla, lo ammetto a volte smetto di ascoltarti
perché mi perdo nei tuoi occhi e se per caso sei dall’altra parte degli US nel
ricordo dei tuoi occhi.
Oh
Kate, sorrido, non riesco a smettere, sento l’eccitazione, la felicità
scorrermi sotto pelle, dalle spalle alle punte delle dita. Vorrei sbattere i
piedi, saltare, gridare, è un anno che siamo insieme e ancora mi fai questo
effetto.
Come
puoi non essere quella giusta? Dai non è possibile, tu sei perfetta per me, beh
sul fatto che io sia perfetto per te ho i miei dubbi.
Ti
amo Kate e non sarò mai abbastanza grato a Dio, al fato, all’universo o qualunque
cosa gestisca questo mondo per averci fatto incontrare, anche se potevano
omettere quei due o tre omicidi ispirati dai miei romanzi.
Ti
amo Kate.
Ti
amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti
amo. Ti amo.
Ti
amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti
amo. Ti amo.
Ti
amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti
amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo.
Okay
credo di poter andare a dormire.
Buonanotte
amore mio.
Always, Rick
O mettevo 47 “Ti amo” o
facevo finire male questa email, quindi ringraziate la banalità di quei ti amo
se no Beckett sarebbe morta in un’azione sottocopertura mentre era a Washington.
Sono parole sentite, non
è una vera storia, sono più parole, pensieri buttati lì, tutti insieme come una
bella macedonia di frutta.
Non sono in grado di
scrivere qualcosa di decente, scusate, ci ho provato davvero, ma mi sto
trattenendo da scrivere di morte, dolore e simili e questo è il meglio che
posso fare.
Odio la distanza, la
odio profondamente, la prenderei a calci nel culo potessi.
Grazie di aver letto
queste neanche mille parole.
Kiss Kiss Becky