La casa è dove possiamo
vivere assieme
Goku e Vegeta erano in piedi accanto a un laghetto di ninfee e parlavano del
loro futuro. Erano a Città del Messico, una delle poche metropoli che non fosse
sotto la giurisdizione dell'imperatore della Terra, vestiti con le loro tute da
combattimento. Si erano rifugiati lì dopo essere sfuggiti a una cattura
internazionale sovvenzionata da un'arrabbiatissima Bulma. Oltretutto, quello che
avevano trovato era un luogo bellissimo, un'oasi di pace in cima a una
montagna, raggiungibile da pochi e perciò ancora più prezioso. Il verde era il
colore predominante di quel paesaggio, e persino Vegeta, di solito molto
scorbutico, si sentiva rilassato, in pace con se stesso.
"Ci ho pensato molto." disse Goku: per la prima volta in vita in sua
aveva preso in mano un atlante, e aveva studiato qualcosa che non fosse arte
marziale. "Questa è l'unico luogo dove possiamo vivere in pace il nostro
amore senza che nessuno ci possa disturbare."
Vegeta aveva sorriso: l'entusiasmo del suo fidanzato, nonostante un'abituale
scontrosità, era inattaccabile e inarrestabile, oltre che contagioso.
"Questo significa che non possiamo più mettere piede fuori di qui."
cercò di metterlo in guardia, ricordandogli i pro e i contro del vivere con
lui.
"Sfido chiunque a metterci le manette nel resto del mondo." esclamò
Goku "Noi siamo più veloci che qualsiasi mezzo abbiano inventato i
terrestri, nessuno può fermarci."
"Sei sicuro di poter vivere in mezzo a questi criminali?" chiese
Vegeta, toccando un punto dolente del carattere di Goku, cioè la sua onestà e
la sua bontà. "La maggior parte di chi viene qua, ha commesso crimini
orribili e fugge dalla legge e non dalle proprie mogli inviperite."
"Potremo aiutare la polizia internazionale a catturarli." suggerì il
più giovane dei Sayan, avvicinandosi in maniera decisa al compagno "Magari
non avrà più importanza che Bulma abbia promesso di dare una ricompensa
stratosferica a chi ci ucciderà, se facciamo i bravi ragazzi."
"Parla per te! Io sono un ragazzo molto cattivo." sbottò Vegeta,
fissando Goku immusonito, ma senza ritrarsi. La tuta, che seguiva ogni
andamento del corpo del Sayan, si gonfiò nella zona del basso ventre, mostrando
quanto era eccitato e quanto gradiva le attenzioni che gli erano rivolte.
"E non ti vorrei diverso." gli sussurrò all'orecchio, prima di
baciarlo.
Vegeta ricambiò il bacio con passione: aveva rinunciato a tutte le comodità che
gli dava Bulma per vivere accanto a Kakarot e doveva ammettere che ne
valeva la pena per rifugiarsi fra quelle braccia.
"Non ti arrendi, vero?" chiese, separate le labbra.
"Non succederà mai. Lotterò con tutto me stesso perché nessuno ci
separi." Goku raccolse dall'acqua una ninfea, che cominciò a perdere la propria
consistenza "Anch'io sono così, potrei morire se ti allontani da me."
-Nessuna causa è persa sinché ci sarà qualcuno a lottare per essa- pensò
Vegeta: conoscendo Goku sapeva che, nonostante all'apparenza sembrasse un
bonaccione, era l'essere meno arrendevole dell'intero universo e avrebbe
lottato per lui fino allo stremo.
Ammirò nuovamente il verde lussureggiante che li circondava, la loro casa: non
era così male.