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Autore: StelladelLeone    04/11/2013    3 recensioni
Perchè non si può non celebrare il tuo compleanno:D Il modo migliore? Con una one-shot! Il posto migliore? A Fairy Tail!
Una piccola shot senza pretese solo per dire: Tanti auguri Gigi!!
Stella
Dedicata interamente a AngelWings_DwarfGigi4!!
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: OC, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-It's your birthday tomorrow!- -Really?!-

 

Per primissima cosa: AUGURI GIGIIIIII! *la travolge in un mega abbraccio* Io, svampita di prima categoria, ho scoperto solo oggi del tuo compleanno (sono davvero tonta, non hai idea dello shock che ho avuto), ma spero che apprezzerai lo stesso questa fanfiction scritta all’ultimo minuto, perché non potevo assolutamente non celebrare questo glorioso giorno XD

Un bacione gigante, ti voglio bene,

Stella

 

Una piccola figura ammantata di nero camminava per le strade di Magnolia, a passo svelto e costante, come chi è in ritardo e sa che altri la aspettano.

Un mese.

Era passato un mese da quando era partita per quella missione da sola e non era riuscita nemmeno ad avvisare il Master e i compagni del ritardo. Era probabile che l’avrebbe uccisa, anzi era sicuro come l’oro che l’avrebbe uccisa.

La figura deglutì.

Stava già per disperarsi quando passò di fianco ad un banchetto di frutta e la salvezza le si presentò luminosa davanti agli occhi. Illuminandosi di gioia si precipitò a parlare con il venditore e dopo dieci minuti di ardue trattative riprese la sua strada con una grosso sacchetto in carta: quello avrebbe potuto rallentare la sua morte. Forse.

Poi finalmente la vide: la grande fata rossa che l’attendeva ferma sopra al portone della Gilda di Fairy Tail. Di casa.

Con sempre maggior ansia giunse all’entrata e, dopo aver preso un bel respiro, entrò.

“Sono tornataaaaa!” urlò a pieni polmoni e abbassando il cappuccio nero lasciando finalmente vedere il viso roseo contornato da lunghi boccoli biondo-ramato tra cui facevano capolino due orecchie da tigre e con incastonati due grandi occhi blu scuro.

Nella gilda regnava il solito caos: sedie volavano insieme a corpi, barili di sakè, incantesimi, tavoli, armi e chi più ne ha più ne metta.

Con un sorriso respirò l’aria famigliare a pieni polmoni e già si stava per gettare nella mischia, quando un urlo agghiacciante le riportò in mente il motivo della sua fretta.

“MIEEEEEEEEEEEEEEEEEL!!!!!” terrorizzata la bionda si girò e vide la fonte di tutti i suoi timori: una ragazzina, poco più bassa di lei che già era un puffo, con lunghi boccoli biondi e due grandi occhi celesti, avanzava avvolta nella sua felpa dei Beatles a passo di marcia.

Al suo passaggio o i compagni si spostavano, oppure venivano letteralmente calpestati, travolit e scaraventati via dalla furia assassina che puntava a Miel con il chiaro intento di porre fine alla sua breve esistenza.

Giada Angels, la Dragon Slayer della Natura, era incazzata nera e ciò poteva significare solo una cosa: morte e distruzione.

“DOVE DIAVOLO SEI STATA PER TUTTO QUESTO TEMPO?! E PERCHÉ NON HAI ASPETTATO CHE TORNASSI PRIMA DI PARTIRE?!” ruggì avvolta da un aura nera avvicinandosi a Miel, che indietreggiava spaventata.

“I-io…” provò a dire la vittima con gli occhi spalancati per il terrore.

“TU COSA?!” sibilo l’altra ormai a qualche metro dalla sua preda, mentre dietro di lei un enorme drago ruggiva la sua furia.

“I-io… io… Pesche!” urlò colta da un’improvvisa illuminazione prima di lanciare il sacchetto, che aveva comprato, alla furia bionda, che lo prese al volo sentendo con il suo finissimo olfatto il profumo del frutto afrodisiaco.

“Pesche?” chiese Giada indecisa alternando gli sguardi tra il suo bersaglio e il bottino abbracciato.

“Sei chili.” Rispose Miel orgogliosa lasciandosi sfuggire un sorrisino.

Ancora non convinta Giada lo aprì ed estrasse un enorme pesca, che addentò con gusto.

All’istante i tratti furiosi del suo volto lasciarono posto a un’espressione di pura gioia: gli occhi luccicanti, le guance rosate, le labbra feline distese in un sorriso deliziato e l’intero corpo che galleggiava nell’aria.

“Pesche!” ribadì gioiosa, prima che Miel le saltasse al collo, travolgendola e buttandola per terra.

“Mi sei mancata Gigi!” le disse mentre l’altra cercava di non morire soffocata sia per la presa che per la pesca che si era infilata intera in bocca.

“Anche tu mi sei mancata, razza di stordita!” ricambiò Gigi abbracciando l’altra a sua volta e accarezzandole le orecchie.

“Ma si può sapere perché ci hai messo così tanto?!” le chiese perplessa mentre si rialzavano in piedi.

Miel arrossì e la sua coda iniziò a muoversi velocissima.

“Beh… per acciuffare il ladro ci ho messo due settimane e poi…e poi mi sono persa!” rivelò con i lacrimoni agli occhi.

Gigi si batté il palmo della mano sulla fronte.

“Sei un caso disperato lo sai?!” le chiese esasperata, non riuscendo a trattenere però un sorrisino divertito.

“Lo siete entrambe tappette.” Osservò Gajeel dopo essersi avvicinato insieme agli altri della gilda alle due bionde.

Una grossa e preoccupante vena comparve sulla fronte delle due.

“CHI HAI CHIAMATO TAPPETTA?!” urlarono in coro prima di colpire con un doppio gancio destro il Dragon Slayer del Ferro mandandolo a schiantare contro la parete. Mentre Levy correva ad accertarsi della salute del mago e a rimproverarlo per la sua evidente stupidità, Miel e Gigi si batterono un cinque: mai fare osservazioni sulla loro altezza.

“Però non ha tutti i torti… quante volte ti abbiamo detto di portarti dietro una mappa, Miel?” le fece notare Gray, spogliandosi della camicia e dei pantaloni rimanendo in boxer, causando così un semi svenimento in Lluvia, dalla gioia, e in Miel dall’imbarazzo.

“Gray! I vestiti!” lo rimproverò Gigi sorreggendo l’amica completamente rossa.

“Sei un dannato pervertito, ghiacciolo!” lo prese in giro Natsu, mentre Lucy, appena tornata con lui da una missione, capita l’antifona si andava a nascondere dietro il bancone del bar da dove Mira guardava il tutto sorridente insieme a Laxus, che per qualche strana, ma forse non così tanto, ragione la stava aiutando a lavare i bicchieri.

“Cos’hai detto fiammifero?” chiese Gray scrocchiandosi le nocche e ghignando sinistramente.

“Hai sentito benissimo Capitan Mutanda!” rispose Natsu prendendo fuoco.

“Vuoi fare a botte? Prima le hai prese di brutto, sei sicuro di volerti umiliare ancora?” lo sfidò il mago del ghiaccio,

“Sono tutto un fuoco!” gridò allora il Dragon slayer prima di lanciarsi a testa bassa contro Gray, dando inizio all’ennesima rissa della giornata.

A questo punto anche Elfman, per dimostrare a Evergreen di essere uomo si lanciò nella mischia, seguito da Gajeel ancora ferito dell’orgoglio per prima, che Levy guardava rassegnata da sopra il suo tomo di seicento leggerissime pagine; purtroppo nella foga uno dei rissosi lanciò una sedia e colpì Mirajane, facendola svenire e quindi Laxus, circondato da fulmini e nubi nere, decise di vendicarla lanciandosi anche lui all’interno della massa di corpi.

“Pensi anche tu quello che penso io?” chiese Gigi alzandosi in volo di qualche centimetro e guardando la maga con le orecchie da tigre.

Miel ghignò scambiando un occhiata complice con l’amica.

“Ci puoi scommettere!” rispose mentre le sue mani venivano avvolte di oscurità.

“RISSA!” urlarono le due in contemporanea prima di lanciarsi anche loro nella scazzottata.

 

Dieci minuti più tardi erano entrambe sedute al bancone della Gilda, una con un livido viola sulla guancia e l’altra con un labbro gonfio a causa non della rissa, ma dell’intervento di Erza, che appena tornata da una missione con Gerard aveva perso le staffe nel vedere una torta panne e fragole spiaccicarsi sul viso del suo amato. Non si era capito se fosse arrabbiata per la torta o per Gerard, ma nessuno aveva osato chiederglielo.

“Sigh… stavamo vincendo questa volta!” mugugnò Gigi addentando la tredicesima pesca.

Miel annuì, anche lei delusa.

“Di cosa stavamo parlando prima?” chiese poi sorseggiando una granita, che aveva gentilmente chiesto a Gray di prepararle.

“Del fatto che ti fossi persa come al solito come una babbea e che avessi vagato per giorni nella foresta a casaccio” rispose secca Gigi con un ghigno.

“Però sono tornata in tempo! Anzi, in anticipo!” borbottò Miel mettendo il broncio e incrociando le braccia sotto al seno.

“Per cosa?” chiese Gigi perplessa.

Miel strabuzzò gli occhi.

“Ma come per cosa?! Per il tuo compleanno Gigi!!” urlò la ragazza sotto shock.

Gigi lasciò cadere la pesca che stava per addentare.

“Il mio compleanno? Davvero?” chiese incredula mentre nella sua testa si accendeva piano piano una grossa lampadina.

“Sì, Gigi: domani è il tuo compleanno.” Scandì bene Miel.

“Lo sapevo! Lo sapevo che avevo dimenticato qualcosa!” urlò Gigi allora, alzandosi in piedi e battendosi una mano in fronte.

“Non posso crederci che te ne fossi scordata!” sospirò l'amica prendendo a testate il bancone mentre Lucy e Levy scoprivano a ridere: quelle due non cambiavano mai.

“E non hai un regalo?” chiese allora Gigi congiungendo le mani sotto il mento con gli occhioni inquietantemente sbrilluccicanti.

“Domani.” Sentenziò Miel determinata.

“Come?! Dai ti prego! Ora sono curiosa! Non puoi farmi questo! FAcciamo finta che sia oggi, okay?!” supplicò Gigi attaccandosi al collo dell’amica, che cercò invano di scappare, ma il Dragon Slayer le si incollò addosso con forza e senza la minima intenzione di lasciarla fuggire.

“Daidaidaidaidaidaidai!” iniziò a ripetere fino allo sfinimento, mentre l’amica si tappava le orecchie con le mani.

“BASTA!” urlò alla fine esasperata Miel, “Hai vinto!”

“Sì!” esplose gioiosa l’altra tenendo le mani a coppa.

Con un sospiro Miel lasciò cadere un sacchettino in tela verde acqua nelle mani della ragazza, che veloce lo aprì e rovesciò il contenuto nella mano.

"Buon compleanno, Gigi!" sospirò Miel con un sorriso stampato sulle labbra.

Gigi spalancò gli occhi e rimase in adorazione osservando il regalo nei minimi dettagli, mentre l’amica la guardava in ansiosa attesa di una reazione.

“GRAZIE!” esplose in fine con gli occhi luccicanti balzando addosso a Miel.

Saltellando in tondo continuò a canticchiare “È bellissimo”, mentre tutta la gilda assisteva alla scena ridendo.

“Me la allacci?” chiese poi emozionata e Miel le mise al collo la collana con una catenina argento e appesi vari ciondoli, tra cui due o tre pietre che ricordavano quelle del suo bracciale, delle note musicali, la “B” di Beatles, delle pesche, e infine, al centro, un medaglione decorato con rampicanti, che si poteva aprire, al cui interno c’era la foto di loro due abbracciate.

“Grazie!” ripete contenta mentre Miel scuoteva la testa, dicendo che non era niente di speciale.

“E ora?” le chiese poi, quando l’amica si fu tranquillizzata un poco.

“E ora si va in missione!” esultò Gigi, “Sono tre settimane che ti aspetto per partire, non hai scelta!” la minacciò, ma Miel alzò le mani in segno di resa e senza far resistenza la seguì alla bacheca.

Dopo vari minuti in cui entrambe confabularono ed esaminarono tutte le missioni, Gigi prese un foglietto sorridente.

“Prendiamo questa!” urlò a Mirajane, sventolando la missione dove si richiedeva lo sterminio di un demone di classe A.

“Veramente mi è appena arrivato l’avviso che due nuove reclute di Sabertooth l’hanno scelta anche loro.” Cercò di dissuaderle Mirajane, ma le due ghignarono.

“Vediamo chi arriva prima!” rispose Miel sicura, incamminandosi con Gigi fuori dalla Gilda.

 

“Due nuovi di Sabertooth…” mormorò Gigi dopo qualche minuto, incrociando le braccia dietro la nuca e guardando il cielo, “Chissà che tipi sono… di sicuro meno forti di noi!” disse sicura sorridendo e pregustando una bella sfida.

“Mi sembra di averne sentito parlare…” mugugnò Miel, rimuginando e cercando tra i ricordi.

“Davvero?” chiese l’altra guardandola stupita.

“Ah, dovrebbero chiamarsi… Edward Yoshina, detto l’Assassino, e Ashuros Bleeder.” Disse infine convinta e soddisfatta di esserselo ricordata.

“Già mi irritano…” borbottò Gigi guardando Miel che si aprì in un ghigno mentre una luce nera l’avvolgeva.

“Questo significa… RISSA!” disse con il fuoco negli occhi all’amica.

Due risate spensierate si persero nel cielo pomeridiano.

 

 

 

 

 

  
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