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Autore: radioactive    04/11/2013    2 recensioni
C’era quella falsa credenza che i figli dei Sindaci fossero in qualche modo privilegiati, quando di privilegiato avevano solamente il cibo che mangiavano a pranzo e a cena: come tutti quelli dei Distretti, loro potevano finire dentro gli Hunger Games – cosa che era già successa – e il numero delle copie dei loro nomi era uguale a quelli dei ragazzi che non avevano preso tessere. Il fatto che uno dei loro genitori gestisse il Distretto non cambiava nulla, anzi, forse peggiorava le cose.
[...] Si avvicinò a grandi falcate verso la porta, afferrò il cappotto appeso all’attaccapanni vicino all’entrata e poi uscì, percorrendo il breve percorso in pietra che lo portava nel giardino della propria casa, ora pieno di celosie, eriche e ciclamini autunnali. Riempì i suoi polmoni di quel profumo che lo faceva star tranquillo – lo stesso che Ariel avrebbe desiderato avere in un vaso di terracotta.
| pre-74th Hunger Games ● Tallulah e Lyosha ● 1.032 parole circa ● DISTRETTO 4 - DISTRETTO 8 ● a yingsu ♡ |
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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            » piove sui nostri volti.

 

 

 

 

Il mare cullava dolcemente la barchetta a remi che il padre aveva concesso a Tallulah per quel giorno – solo quel giorno. Non si poteva dire che il sindaco del Distretto 4 fosse una persona particolarmente protettiva nei confronti della figlia, ma di certo voleva permetterle una vita agiata considerando il suo ruolo nel centro urbano, preferiva vederla a casa, circondata da ciò che poteva ritenere “di lusso” invece che lasciarla andare al molo con gli altri ragazzi – ormai adulti – della sua età. Ma quel groviglio di ricci e quella pelle color cioccolato che era Tallulah si sentiva indipendente e desiderava mostrarlo con tutte le sue forze, gridarlo al mondo intero.

Ed ora era lì: stesa sulla barca a godersi il sole autunnale sul viso e il rumore dell’acqua tutt’attorno, in lontananza, dei pescatori parlavano tra loro decidendo se tornare o meno a riva – sulla spiaggia, dei bambini giocavano e ancora più in là Finnick Odair – un loro Vincitore – intrecciava una rete da pesca in compagnia di Annie Cresta.

Si sentiva bene, Tallulah – poteva addirittura desiderare di morire in quell’istante. Eppure no, non lo fece.

Le mancava qualcosa, qualcosa di importante – un vuoto vicino al cuore.

 

 

Lyosha accompagnò Lloyd alla porta, salutandola con un gesto della mano e ringraziandola per il cesto di pane – che non avrebbe mangiato. Quella che era stata la sua Mentore aveva deciso di dilettarsi in cucina e usava come cavia il povero Isaacs, che dei suoi esperimenti non ne voleva sapere.

Già una volta la donna gli aveva portato dei biscotti che, all’apparenza erano innocui, ma poi si sono rivelati delle perfette bombe che lo costrinsero a rimanere chinato sul water per tre giorni di fila; ma di fronte al viso quasi speranzoso dell’altra e forse un po’ bambinesco, non poteva rifiutare il suo dono che, sebbene avesse un profumo invitante, probabilmente era troppo salato, o dolce, oppure aveva versato dentro del pepe per “dare più sapore” – esattamente ciò che era successo con i biscotti insieme ad altri avvenimenti che il ragazzo preferì non ricordare.

Lasciato quindi il pane sul tavolo, recuperò la coperta di pile con cui era coccolato sulla poltrona davanti al camino acceso, era sempre stato un ragazzo un po’ troppo freddoloso, a dir la verità, e per lui quelle temperature un po’ troppo rigide per essere autunno, poteva solo sperare che in Inverno non calassero ulteriormente arrivando al ghiaccio. Aveva già visto una persona morire congelata, al Distretto 8, e l’immagine di quel viso contornato da brina non faceva altro che scuotergli il corpo e fargli rizzare i peli sulle braccia.

Chiuse gli occhi, affondando il capo tra le spalle e appoggiando la guancia sul braccio, addormentandosi con il tepore del fuoco ai piedi ed il calore di un abbraccio sul corpo.

 

 

Quando Tallulah si svegliò da quel sonnellino fuori programma, i pescatori erano già ritornati al porto, i bambini erano dentro l’acqua a giocare e Finnick continuava ad intrecciare la rete con Annie, che pareva non essersi mossa di un millimetro.

Si mise a sedere, massaggiandosi i capelli e procurandosi sollievo – non ci credevano in molti alla pesantezza di quella criniera, ma non le importava più di tanto. Guardò il sole calante, pieno di luce con raggi talmente luminosi da sembrare lingue di fuoco, questi ballavano sulle onde come delle sirene e la ragazza pensò più di una volta di buttarsi in acqua, ma decise che non sarebbe stato saggio: suo padre sarebbe andato su tutte le furie.

Si sedette al centro della barca e afferrò i due remi con le mani, iniziando a muoversi in modo da ritornare a riva, abbandonare la barca e tornare a casa, era in ritardo e il Sindaco-suo-padre avrebbe mandato i Pacificatori a cercarla, e questo non le piaceva affatto. L’ultima cosa che voleva, per concludere la giornata, era essere scortata alla villa, ricevendo occhiate dai suoi coetanei non molto discrete, a dir la verità.

C’era quella falsa credenza che i figli dei Sindaci fossero in qualche modo privilegiati, quando di privilegiato avevano solamente il cibo che mangiavano a pranzo e a cena: come tutti quelli dei Distretti, loro potevano finire dentro gli Hunger Games – cosa che era già successa – e il numero delle copie dei loro nomi era uguale a quelli dei ragazzi che non avevano preso tessere. Il fatto che uno dei loro genitori gestisse il Distretto non cambiava nulla, anzi, forse peggiorava le cose.

La barca arrivò a riva, Tallulah si alzò, scavalcando il bordo dell’imbarcazione e prese a correre verso casa, cercando di arrivare in anticipo rispetto al ritardo, e poi si mise a piovere. Senza motivo, iniziò a ridere.

Chissà se qualcuno si sta beccando tutta la pioggia come me, adesso.

 

 

Lyosha si svegliò di colpo, aggrappandosi ai braccioli della poltrona e scoprendosi ansante – probabilmente aveva appena fatto un incubo, ma di questo ricordava solamente una voce sconosciuta che gridava il suo  nome, come se chiedesse aiuto. Lentamente, fece scivolare i piedi da sotto la coperta per terra, toccando il parquet freddo con i calzini di cotone, riuscendo quasi ad avvertire la temperatura bassa di questo oltre il tessuto. Appallottolò la coperta gettandola sulla poltrona e cercò le scarpe sotto il tavolo del salotto dove si era appisolato, infilandosele mentre si appoggiava con i reni su una sedia per non cadere.

Si avvicinò a grandi falcate verso la porta, afferrò il cappotto appeso all’attaccapanni vicino all’entrata e poi uscì, percorrendo il breve percorso in pietra che lo portava nel giardino della propria casa, ora pieno di celosie, eriche e ciclamini autunnali. Riempì i suoi polmoni di quel profumo che lo faceva star tranquillo – lo stesso che Ariel avrebbe desiderato avere in un vaso di terracotta.

Chiuse gli occhi, alzando gli occhi verso il cielo, rendendosi conto solamente in quel momento che il suo gesto – l’esser corso in giardino per stare in mezzo ai fiori – era totalmente privo di senso, quasi infantile.

Una goccia gli imperlò la guancia, facendolo rabbrividire – stava iniziando a piovere, ma lui non si mosse, lasciò che l’acqua gli inzuppasse la giacca e infradiciasse i capelli.

Chissà se qualcuno si sta beccando tutta la pioggia come me, adesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata

prima di incontrare quella giusta, così, quando finalmente la incontriamo,

sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.»

[ANONIMO]

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE D’AUTRICE«viviamo e respiriamo parole»

 

Hola

Allora, non ho molto da dire, in realtà. Tallulah è un personaggio di yingsu (a cui è implicitamente dedicata la fic ) che abbiamo amorevolmente accoppiato (like animali, ahah) in un futuro che non dovete ancora conoscere – da qui la nota “what if?”.

Anche se mi sembra abbastanza palese, questa fan fiction tratta di due missing moments di Tallulah e Lyosha – del secondo, sarà ripreso tutto nelle pagine rubate di Die on the front page, just like the stars – di lei, invece, dovrete sempre aspettare l’ipotetico futuro che arriverà alla fine di I’m frozen to the bones. Ritornando al discorso: i due missing moments sono intrecciati tra loro in stile Il violoncellista di Sarajevo, ovvero due storie collegate tra loro che tratta di due persone che non si incontrano (Tally e Ly si incontreranno nell’ormai ipercitato futuro, eh ♡) . Non c’è una vera e propria ship, ma diciamo l’anticamera, ecco.

Ovviamente, essendo una sorpresa per yingsu che crede che io stia scrivendo la prima delle Pagine Rubate, la shot non è betata e quindi mi scuso per eventuali errori.

 

GRIDO A YINGSU: Spero vorrai scusarmi per l’aver usato la stessa citazione di When the moon fell in love with the sun, all was golden in the sky – ma mi sembrava azzeccata, ecco.

 

Alla prossima!

radioactive,

 

 

 

 

 

 

a n g o l o s p a m

a.    Die on the front page, just like the stars. { HUNGER GAMES – long – nuovi tributi, 72nd edizione } radioactive

b.    I’m frozen to the bones. { HUNGER GAMES – long – nuovi tributi, 73rd edizione } yingsu

c.     Blur. { HUNGER GAMES – long – nuovi personaggi } Ivola

d.    Così mi uccidi. { HUNGER GAMES – oneshot – nuovi personaggi } yingsu

 

   
 
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