» piove sui nostri volti.
Il mare cullava dolcemente la barchetta a remi che
il padre aveva concesso a Tallulah per quel giorno –
solo quel giorno. Non si poteva dire che il sindaco del Distretto 4 fosse una
persona particolarmente protettiva nei confronti della figlia, ma di certo
voleva permetterle una vita agiata
considerando il suo ruolo nel centro urbano, preferiva vederla a casa,
circondata da ciò che poteva ritenere “di lusso” invece che lasciarla andare al
molo con gli altri ragazzi – ormai adulti – della sua età. Ma quel groviglio di
ricci e quella pelle color cioccolato che era Tallulah
si sentiva indipendente e desiderava mostrarlo con tutte le sue forze, gridarlo
al mondo intero.
Ed ora era lì: stesa
sulla barca a godersi il sole autunnale sul viso e il rumore dell’acqua tutt’attorno,
in lontananza, dei pescatori parlavano tra loro decidendo se tornare o meno a
riva – sulla spiaggia, dei bambini giocavano e ancora più in là Finnick Odair – un loro Vincitore
– intrecciava una rete da pesca in compagnia di Annie Cresta.
Si sentiva bene, Tallulah – poteva addirittura desiderare di morire in quell’istante.
Eppure no, non lo fece.
Le mancava qualcosa,
qualcosa di importante – un vuoto vicino al cuore.
◊ ◊ ◊
Lyosha accompagnò Lloyd
alla porta, salutandola con un gesto della mano e ringraziandola per il cesto
di pane – che non avrebbe mangiato. Quella che era stata la sua Mentore aveva
deciso di dilettarsi in cucina e usava come cavia il povero Isaacs,
che dei suoi esperimenti non ne voleva sapere.
Già una volta la
donna gli aveva portato dei biscotti che, all’apparenza erano innocui, ma poi
si sono rivelati delle perfette bombe che lo costrinsero a rimanere chinato sul
water per tre giorni di fila; ma di fronte al viso quasi speranzoso dell’altra
e forse un po’ bambinesco, non poteva rifiutare il suo dono che, sebbene avesse
un profumo invitante, probabilmente era troppo salato, o dolce, oppure aveva
versato dentro del pepe per “dare più sapore” – esattamente ciò che era
successo con i biscotti insieme ad altri avvenimenti che il ragazzo preferì non
ricordare.
Lasciato quindi il
pane sul tavolo, recuperò la coperta di
pile con cui era coccolato sulla poltrona davanti al camino acceso, era
sempre stato un ragazzo un po’ troppo freddoloso, a dir la verità, e per lui
quelle temperature un po’ troppo rigide per essere autunno, poteva solo sperare
che in Inverno non calassero ulteriormente arrivando al ghiaccio. Aveva già
visto una persona morire congelata, al Distretto 8, e l’immagine di quel viso
contornato da brina non faceva altro che scuotergli il corpo e fargli rizzare i
peli sulle braccia.
Chiuse gli occhi,
affondando il capo tra le spalle e appoggiando la guancia sul braccio,
addormentandosi con il tepore del fuoco ai piedi ed il calore di un abbraccio
sul corpo.
◊ ◊ ◊
Quando Tallulah si svegliò da quel sonnellino fuori programma, i
pescatori erano già ritornati al porto, i bambini erano dentro l’acqua a
giocare e Finnick continuava ad intrecciare la rete
con Annie, che pareva non essersi mossa di un millimetro.
Si mise a sedere,
massaggiandosi i capelli e procurandosi sollievo – non ci credevano in molti
alla pesantezza di quella criniera, ma non le importava più di tanto. Guardò il
sole calante, pieno di luce con raggi talmente luminosi da sembrare lingue di
fuoco, questi ballavano sulle onde come delle sirene e la ragazza pensò più di
una volta di buttarsi in acqua, ma decise che non sarebbe stato saggio: suo padre sarebbe andato su
tutte le furie.
Si sedette al centro
della barca e afferrò i due remi con le mani, iniziando a muoversi in modo da
ritornare a riva, abbandonare la barca e tornare a casa, era in ritardo e il Sindaco-suo-padre avrebbe mandato i Pacificatori a
cercarla, e questo non le piaceva affatto. L’ultima cosa che voleva, per
concludere la giornata, era essere scortata alla villa, ricevendo occhiate dai
suoi coetanei non molto discrete, a dir la verità.
C’era quella falsa
credenza che i figli dei Sindaci fossero in qualche modo privilegiati, quando
di privilegiato avevano solamente il cibo che mangiavano a pranzo e a cena:
come tutti quelli dei Distretti, loro potevano finire dentro gli Hunger Games – cosa che era già
successa – e il numero delle copie dei loro nomi era uguale a quelli dei
ragazzi che non avevano preso tessere. Il fatto che uno dei loro genitori
gestisse il Distretto non cambiava nulla, anzi, forse peggiorava le cose.
La barca arrivò a
riva, Tallulah si alzò, scavalcando il bordo dell’imbarcazione
e prese a correre verso casa, cercando di arrivare in anticipo rispetto al
ritardo, e poi si mise a piovere. Senza motivo, iniziò a ridere.
Chissà se qualcuno si sta beccando tutta la
pioggia come me, adesso.
◊ ◊ ◊
Lyosha si svegliò di
colpo, aggrappandosi ai braccioli della poltrona e scoprendosi ansante –
probabilmente aveva appena fatto un incubo, ma di questo ricordava solamente
una voce sconosciuta che gridava il suo
nome, come se chiedesse aiuto. Lentamente, fece scivolare i piedi da
sotto la coperta per terra, toccando il parquet freddo con i calzini di cotone,
riuscendo quasi ad avvertire la temperatura bassa di questo oltre il tessuto.
Appallottolò la coperta gettandola sulla poltrona e cercò le scarpe sotto il
tavolo del salotto dove si era appisolato, infilandosele mentre si appoggiava
con i reni su una sedia per non cadere.
Si avvicinò a grandi
falcate verso la porta, afferrò il cappotto appeso all’attaccapanni vicino all’entrata
e poi uscì, percorrendo il breve percorso in pietra che lo portava nel giardino
della propria casa, ora pieno di celosie,
eriche e ciclamini autunnali. Riempì i suoi polmoni di quel profumo che lo
faceva star tranquillo – lo stesso che Ariel avrebbe desiderato avere in un
vaso di terracotta.
Chiuse gli occhi,
alzando gli occhi verso il cielo, rendendosi conto solamente in quel momento
che il suo gesto – l’esser corso in giardino per stare in mezzo ai fiori – era totalmente
privo di senso, quasi infantile.
Una goccia gli
imperlò la guancia, facendolo rabbrividire – stava iniziando a piovere, ma lui
non si mosse, lasciò che l’acqua gli inzuppasse la giacca e infradiciasse i
capelli.
Chissà se qualcuno si sta beccando tutta la
pioggia come me, adesso.
«Forse Dio
vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata
prima di incontrare
quella giusta, così, quando finalmente la incontriamo,
sapremo come essere
riconoscenti per quel regalo.»
[ANONIMO]
NOTE
D’AUTRICE ◊ «viviamo e
respiriamo parole»
Hola ♡
Allora,
non ho molto da dire, in realtà. Tallulah è un
personaggio di yingsu
(a cui è implicitamente dedicata la fic ♡)
che abbiamo amorevolmente accoppiato (like animali, ahah) in un futuro che non dovete ancora conoscere – da qui
la nota “what if?”.
Anche
se mi sembra abbastanza palese, questa fan fiction tratta di due missing moments di Tallulah e Lyosha – del secondo,
sarà ripreso tutto nelle pagine rubate di Die on the front page, just like the stars – di lei, invece,
dovrete sempre aspettare l’ipotetico futuro che arriverà alla fine di I’m frozen to the bones.
Ritornando al discorso: i due missing moments sono intrecciati tra loro in stile Il violoncellista di Sarajevo, ovvero
due storie collegate tra loro che tratta di due persone che non si incontrano (Tally e Ly si incontreranno nell’ormai
ipercitato futuro, eh ♡) .
Non c’è una vera e propria ship, ma diciamo l’anticamera, ecco.
Ovviamente,
essendo una sorpresa per yingsu che crede che io stia scrivendo la
prima delle Pagine Rubate, la shot non è betata e quindi mi scuso per eventuali errori.
GRIDO
A YINGSU: Spero vorrai scusarmi per l’aver usato la stessa citazione di When the moon fell in love with the sun, all was
golden in the sky – ma mi
sembrava azzeccata, ecco.
Alla
prossima!
radioactive,
• a n
g o l o s p a m •
a.
Die on the
front page, just like the stars. { HUNGER GAMES – long – nuovi tributi, 72nd edizione } radioactive
b.
I’m frozen to the
bones. { HUNGER GAMES – long – nuovi tributi, 73rd edizione
} yingsu
c.
Blur. {
HUNGER GAMES – long – nuovi personaggi
} Ivola
d.
Così mi
uccidi. { HUNGER GAMES – oneshot – nuovi
personaggi } yingsu