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Autore: vamp89    20/04/2008    0 recensioni
Quattro ragazze della stessa famiglia, quattro storie e tempi diversi, un viaggio in giro per l'Italia. Questa storia si evolve intorno a Silvia, giovane nipote di un grande magnate dell'industria, che si troverà coinvolta in alcuni "affari" di famiglia, e che dovrà combattere per riuscire a segiure il suo cuore. Nuovi amici e molti amori si delineeranno sul suo cammino, molte storie e molte vite si intreccieranno sullo sfondo fantastico di castelli da favola fino a fondersi in un'unico destino.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Genova 2004

Era una delle tante mattine estive genovesi, con sopra la città, il cielo azzurro nascosto dalla cappa d’umidità, e sul mare l’azzurro macchiato di nuvole. La sveglia suonava monotona sul comodino ma nessuno la spegneva. La casa, vuota all’apparenza, ospitava la presenza malinconica di Silvia, secondogenita della famiglia Merisi, antica famiglia di commercianti fiorentini, da cui non proviene però Caravaggio (Michelangelo Merisi). La ragazza appoggiata alla ringhiera della terrazza dell’attico dove abitava con i genitori e il fratello ventenne karl, guardava in modo spento il lento fluire e rifluire delle onde sulla spiaggia sottostante. Osservando il viso inespressivo, qualunque persona avrebbe pensato ad una ragazza serena di rara bellezza, ma in realtà Silvia era molto malinconica quella mattina. Il vento fece sbattere la porta finestra riscuotendola dal torpore delle sue riflessioni. Voltandosi ad aprire la porta scorse, nell’angolo vicino ad essa, le sue valige fatte e il pensiero delle vacanze con il nonno e con la nonna la rattristò come non mai. Di solito il pensiero di passare tutta l’estate nei ricchi palazzi di famiglia, in Toscana, Umbria e Veneto, l’avrebbe resa felicissima, ma quell’anno aveva un brutto presentimento. Qualcosa avrebbe trasformato quella vacanza in qualcosa di diverso. Quella sensazione di cambiamento le permeava i sensi da oltre una settimana e le rendeva orribile il pensiero di lasciare Genova.


Firenze 2004

Papà, lo vuoi capire che siamo nel 2004 e, non nel ‘700! urlava al telefono Giorgio Merisi al padre Vittorio. “Tu non puoi essere mio figlio! Come mai rifiuti la tradizione, credo che il tuo matrimonio funzioni no? Fortuna che c’è tua moglie Katarina!” Le urla di Vittorio risuonavano nella grande sala da pranzo del palazzo Fiorentino di famiglia. “Il mio matrimonio funziona solo perché io non voglio abbandonare i miei figli. All’inizio abbiamo avuto Karl per consolidare il matrimonio e alla prima crisi mia moglie ha voluto Silvia per legarmi a se. Perché non vuole uno scandalo! Mai nessuna Von Eyck è stata lasciata dal marito!” “Tu sei solo un debole Giorgio e le tue parole, sommate alla tua paura del matrimonio me lo confermano. Silvia viene qui quest’estate e sarò io a dirle tutto. Tu non devi parlarci. Non devi influenzarla! Capito!?! “ Così Vittorio finì la telefonata con il figlio, girandosi verso la moglie Orietta. “Non vuole vero Vittorio? Lo immaginavo, è troppo legato a Silvia. Non vuole vederla soffrire come sta soffrendo lui.” “Soffrire, soffrire. Cosa vuol dire soffrire? Potrebbe coltivare nuovi interessi. E poi se il loro matrimonio non funziona è solo colpa sua. E’ un debole! Mentre Katarina è molto forte ed invece che compensarsi a vicenda, i due si scontrano. Per fortuna Katarina tiene insieme la famiglia.” E con queste parole Vittorio si chiuse nello studio lasciando la moglie fuori, nel salone, pensando che, in fondo, il marito aveva ragione; dopo tutto loro due erano felici insieme.


Borgo san Lorenzo (Firenze) 1505


Il verde brillante delle foglie bagnate di pioggia sembrava strano paragonato al cielo plumbeo di quella giornata primaverile. Lo scrosciare dell’acqua del torrente e il frusciare dei rami scossi dalla brezza rendevano magico un piccolo angolo di selva che la giovane Francesca aveva, da sempre, scelto come suo rifugio. La giovane, appena sedicenne, aspettava con ansia i pochi attimi di libertà, che la tutrice le concedeva ogni giorno, per poter dimenticare etichetta ed eleganza, e giocare fra i flutti dell’ansa del torrente. Fin da bambina non aveva mai potuto giocare con i fratelli o i genitori. Si doveva rispettare l’etichetta! Non bisognava creare disagi al padre, noto commerciante, nel pieno della sua carriera. Francesca lo sapeva bene lei era la pecora nera della famiglia, non aveva mai voluto veramente giocare con la sorella. Lei andava a cavallo, avrebbe voluto cacciare con i fratelli, ma non poteva, per che i nemici del padre potevano trovare in lei il punto debole nella sua vita e sfigurarlo con tutta la nobiltà, facendo così crollare il mondo perfetto del padre. Francesca si era sempre trattenuta dai suoi istinti, quando era con la gente, ma, se certa di essere sola, aveva imparato moltissime cose che una ragazza di buona famiglia non avrebbe dovuto imparare. Leggeva di nascosto i libri del padre e si interessava soprattutto di erbe e medicina. Sapeva accudire gli animali e andare a cavallo. Una volta, quando aveva tredici anni, si era persino vestita da maschio per esplorare il paese, che per lei era un ambiente molto affascinante proprio perché ignoto, riuscendo a passare inosservata. Tutti in famiglia sapevano di alcune sue stranezze e, per questo e altro, la chiamavano spesso, scherzosamente, Selvaggia.


Versilia , 2004.

Il viaggio era molto lungo e noioso, anche se molto comodo. Gli uomini mandati dal nonno a prenderla erano arrivati ben tre giorni in anticipo, facendola preoccupare per questa prematura partenza. Il padre non faceva altro che ripeterle di non ascoltare molto il nonno, mentre la madre cercava di convincerla che il nonno fosse un uomo molto buono e ragionevole, di cui fidarsi ciecamente ed a cui affidarsi. E così, confusa e sconcertata, che Silvia era partita alla volta di Firenze, prima tappa del tour dei palazzi di famiglia. Era affascinata e annoiata al tempo stesso dal paesaggio che vedeva scorrere dal finestrino della macchina. I palazzi di famiglia non li aveva mai visti tutti ed era molto contenta di andare a visitarli e di poter scoprire nuove storie di famiglia nei luoghi dove si erano svolte, ma era anche spaventata da questa intensa voglia del nonno di stare con lei. Proprio lei, la piccola Silvia, la secondogenita che nessuno aveva mai voluto veramente. Lei lo sapeva ormai da tempo, il padre e la madre non la volevano veramente, lo avevano fatto per salvare le apparenze e la loro vita di coppia sposata. Karl, invece, era nato dal primo periodo di amore che c’era stato fra i due, incrinatosi poco dopo, ma che i due sapevano di aver provato l’uno per l’altra. E così, immersa in quei tristi pensieri, che Silvia vedeva scorrere il mondo davanti agli occhi. Città, paesi, boschi, prati, case, strade e ogni piccola parte di quel bellissimo luogo che è la Toscana.


  
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