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Autore: I_Am_Abigail    05/11/2013    1 recensioni
'Però non dobbiamo dirlo a nessuno! Ho sentito dire che quando una persona è felice,
molte volte succede qualcosa che la fa ritornare triste. E io sono felice ora,
quindi non voglio ritornare triste. Tu sei felice invece, Mike?'
(Bike, ambientata quasi del tutto nel 1982, aka piccoli BJ e Mike **) -1420 parole circa-
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bulletproof Friendship

 

 


Molto spesso mi capita di ripensare a quando avevo dieci anni o poco più, e magari ero troppo piccolo per capire a pieno il significato delle cose, ma ero anche abbastanza sveglio da capire quali fossero quelle veramente importati da meritare più attenzione.


 

Oggi pomeriggio lo passo a casa di Billie, il mio migliore amico.. Ci conosciamo da poco, ma abbiamo legato subito come mai avevo fatto con nessuno.
Sto camminando verso casa sua ora, abitiamo vicini e non mi andava di prendere un autobus, di solito a quest'ora non trovi mai neanche un posto a sedere e ti ritrovi schiacciato contro sconosciuti che ti guardano male, senza preoccuparsi neanche di non pestarti i piedi.
Sono già arrivato davanti a casa sua e ho suonato il campanello, da dentro però non sento nessun movimento. Abitano in otto qui dentro, Billie e i cinque fratelli con i loro genitori, e di solito c'è un baccano che si sente anche dall'altra parte della strada.
'Chi è?' sobbalzo dopo l'urlo della signora Mamma-di-Billie proveniente dall'interno.
"Ehm.. Sono Michael, l'amico di Billie!" urlo di risposta, dovrebbe ricordarsi di me.
La porta si apre e la madre del mio amico mi fissa un attimo, con occhi diversi dal solito e sotto due occhiaie violacee che di solito non ha. Mi fa un piccolo sorriso e si sposta di lato, segno che posso entrare e raggiungere la camera di Billie al piano superiore.


La porta della sua camera è chiusa, e stranamente dall'interno non proviene musica come al solito, ne urla tra fratelli come mi racconta spesso Billie.
"Bì sono Mike, posso entrare?" chiedo bussando piano. Nessuna risposta.
Che si sia dimenticato che ieri mi ha chiesto se oggi venivo da lui?
Apro la porta e vedo la sua figura seduta per terra che mi da la schiena, al centro della piccola stanza, rivolto verso la finestra semi aperta.Quando fissa fuori dalla finestra, anche a scuola a volte, vuole dire che è triste, lo so. L'ultima volta aveva litigato con Anna e lei non gli parlava più. Lui era dispiaciuto ma non voleva chiederle scusa. 
Siamo entrambi intelligenti, ma come io sono testardo lui è terribilmente orgoglioso.
Mi avvicino e mi siedo di fianco a lui, notando delle copiose lacrime che gli scendono dagli occhi e che non cerca neanche di asciugare. Da quanto tempo è qui per terra che piange? Mio dio, odio vederlo triste, e odio anche il fatto che non ho idea di cosa potergli dire.. Non sono mai stato bravo con le parole, soprattutto in momenti, come dire, delicati.

 

"Billie.. Perché stai piangendo?" chiedo titubante, sperando non mi mandi via.
Lui si gira e mi guarda con quei suoi occhi verdi, che al contrario degli altri giorni non sono luminosi e grandi, ma tristi e quasi vuoti, se così si può dire.
'Mio padre è all'ospedale, ho tanta paura di non rivederlo più..' dice con la voce bassa, resa abbastanza tremolante dal pianto interminabile. 
"Come è all'ospedale, cos'è successo?" chiedo preoccupato e sconvolto.
'Questa notte l'ho sentito tossire, davvero forte, poi la mamma ha iniziato a piangere e ho sentito che diceva ad Alan di chiamare un'ambulanza, allora sono andato in cucina a chiedere cosa stesse succedendo, ma nessuno mi ha risposto. E' arrivata l'ambulanza quasi subito e hanno messo papà su una barella, e mentre lo portavano fuori dalla porta mi ha guardato cercando di sorridere, facendomi 'ciao ciao' con la mano perché gli avevano messo una mascherina e non riusciva a parlare.'
"E non ti hanno detto come sta? Quando torna? Niente?"


'Mamma è andata con lui ed è tornata solo questa mattina, quando le abbiamo chiesto come stava papà ha iniziato a piangere e ha detto che starà via per un po'. Io però ho paura che non torni più, capisci? E' tanto che sta male. Ho tanta paura che mi abbandoni Mike..' detto questo Billie ha ricominciato a piangere più forte di prima se possibile, e l'unica cosa che ho potuto fare io è stato avvicinarmi il più possibile e lui e abbracciarlo, il più forte possibile.
"Sai Bì, non ne parlo mai, ma anche a me mancano i miei genitori. Ti ricordi appena abbiamo fatto amicizia? Ti ho raccontato che quando ero piccolo mi hanno affidato ai signori con cui vivo ora, e anche se li chiamo 'mamma' e 'papà' so che non sono figlio loro. Mi vogliono bene come se lo fossi, però mi mancano quelli veri."
'Mi dispiace Mike, avevo dimenticato che tu hai passato tutto questo. Non deve essere stato facile, se fosse successo a me non so cos'avrei fatto senza i miei genitori.'
"Non preoccuparti, forse è stato meglio così. I miei veri genitori, non erano 'brave persone', o almeno così mi hanno detto, e sono felice di dove vivo ora. Magari non c'è più amore tra loro, ma i miei genitori adottivi sono due persone molto carine, mi piacciono."



'Cosa vuol dire che non c'è più amore tra loro?' mi chiede Billie curioso, con l'ombra delle lacrime che si fa finalmente più leggera.
"Li sento spesso discutere sul fatto che è inutile far finta di essere un famiglia felice, che ci sono problemi e che non si amano più come quando erano più giovani, o tante altre cose così.."
'Mike, ma cos'è esattamente l'amore secondo te?'
"Mmmh, non lo so Bì, secondo me è quando vuoi tanto bene a una persona, davvero tanto, e hai sempre voglia di stare con lei, vuoi raccontarle tutte le cose belle che ti succedono e magari anche quelle tristi. Vuoi fare con lei tutto quello che ti piace e anche tutto quello che piace a lei. O qualcosa del genere insomma, dev'essere una cosa bellissima da quel che ho capito".
'… Mike.., dici che io posso amarti?' mi chiede con tono innocente, lasciandomi davvero spiazzato.
"Ehm.. Non lo so.. Perché me lo chiedi?"
'Beh, io ti voglio davvero tanto bene, ti racconto sempre tutto, quando sono felice o anche triste, e mi piace passare il tempo giocare con te, e quando ci incontriamo al parco anche se ci sono tanti bambini io vengo subito a salutare te. Questo pensi che sia amore?
"Credo di sì Billie, anche per me è così, quindi sì!" dico felice di questa nuova scoperta.
'Woo! Allora io amo te e tu ami me! E sarà sempre così, ci stai? chiede impaziente.
"Ci sto amico, io, te, e l'amore!" sorrido felice, e lui mi sorride, finalmente, di rimando.

 

'Hey Mike, però non dobbiamo dirlo a nessuno! Ho sentito dire che quando una persona è felice, molte volte succede qualcosa che la fa ritornare triste. E io sono felice ora, quindi non voglio ritornare triste.
Tu sei felice invece?'
"Certo che sono felice, quando lo sei tu lo sono sempre anche io!"
'Allora dobbiamo fare un giuramento!' proclama solennemente il mio amico alzandosi.
'Mike, da oggi staremo sempre insieme, ma senza dirlo a nessuno!, ne dell'amore, ne della promessa che stiamo facendo ora, niente di niente! Ci stai?' e mi porge il mignolo.
Mi alzo di scatto e glielo stringo, non c'è niente di più importante di una promessa fatta con i mignoli!
"
Giuro che staremo sempre insieme, e non racconterò mai a nessuno della nostra promessa!"

 

E così è stato, ancora oggi nessuno è al corrente di quello che
successe quel giorno. E noi abbiamo mantenuto la promessa.
Ricordo che quando mia madre mi venne a prendere quella sera
non volevo tornare a casa, ma Billie mi abbracciò, mi diede
una bacio sulla guancia e mi disse che ci rivedevamo il giorno dopo.
Ero un po' triste, ma ero sicuro che il giorno dopo lo avrei rivisto.
E così fu, proprio come il giorno dopo e quello dopo ancora.

 

Adesso, dopo circa trenta anni lontani da quel giorno,
non è cambiato niente, siamo ancora io, lui e l'amore.
Certo, è un amore particolare, ma è il nostro, solo nostro.
Billie ora sta dormendo, con la testa appoggiata al
mio petto, mentre gli accarezzo i soffici capelli scuri.
Dormiamo sempre insieme, quando siamo in tour,
lontano da mogli, figli, e tutto quello che non è 'noi'.
C'è da dire che a volte litighiamo, ma tra noi c'è sempre
quell'indissolubile promessa che ci facemmo da bambini,
e ogni volta la rinnoviamo quando ci teniamo per mano,
quando cantiamo, suoniamo e viviamo insieme sul palco,
quando ci guardiamo negli occhi e sorridiamo, senza un apparente
motivo, e senza bisogno di nessuna parola per capirci.

 

Ti amo Billie Joe, ti amavo all'ora e ti amerò sempre”. 








Heeello gente! Vi presento questo piccolo scempio :')
Come avrete notato narra di un'ipotetica giornata del settembre del 1982, quando il padrè di Billie venne a mancare e lui aveva solo 10 anni.. ç_ç
So che di sicuro non è andata così, però non ho saputo trattenermi dallo scrivere ù.ù 
Spero piaccia, almeno un pochino, mi sono impegnata tanto per scriverla decentemente D:
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate :3 A presto <3 



-ovviamente i personaggi (per mia sfortuna) non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro o altre assurdità varie-

  
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