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Autore: Risa Lily Angelie    05/11/2013    13 recensioni
Ovvero, cosa succede quando due idioti decidono di andare oltre.
***
Prendiamo una Koizumi particolarmente decisa. Sommiamola ad un Otani estremamente dolce ed imbarazzato. Moltiplichiamo per tanto amore, ed infine dividiamo il tutto per una serie di sfortunati eventi.
Cosa ne uscirà fuori? Un gran macello!
Ce la faranno i nostri eroi ad andare 'oltre'?
Enjoy!
***
~Koizumi Centric.~
[Risa/Otani♥]
{Avvertenze: Probabile OOC, tanto, troppo fluff, lunghezza esagerata (vi ho avvertiti!) per i miei standard e... Tanta vergogna! :'D}
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Otani, Risa Koizumi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lovely Complex: After the end. ~♥'
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A tutte le ragazze, che siano Nanette o Gigantesse.
A tutte le ragazze, che siano innamorate o meno.
 A tutte le ragazze, a quelle che sognano ad occhi aperti ed a quelle coi piedi per terra.
A tutte voi se, come me, vi siete identificate in Risa, almeno una volta.

~~~
"Acchan è di sopra, cara."
Annuisco distrattamente e, dopo aver salutato la signora Otani, mi precipito in camera del mio fidanzato.
Appena entrata nella stanza, trovo Otani, seduto sul letto, sommerso da una quantità di libri considerevole, tanto che è quasi un miracolo che si intraveda la sua testa, fra tutte quelle pagine e copertine.
"Disturbo?" Accenno, schiarendomi la gola.
Lui solleva lo sguardo da un libro a dir poco enorme - che se avesse alle gambe i centimetri di pagine di quel libro, mi avrebbe raggiunta e forse anche superata! - e mi lancia un sorriso.
"No, nient'affatto."
Mi accomodo di fianco a lui.
"Che studi?" Chiedo, sporgendomi per vedere meglio il libro che Otani tiene sulle ginocchia.
"Credo di star studiando due-tre materie insieme da quattro ore, come minimo. Non trovo saggio affrontare l'argomento."
"Da quando usi termini tipo 'saggio'? Oh, lo studio ti fa male!" Sghignazzo divertita, punzecchiandolo.
"Molto divertente." Commenta lui, seccato, chiudendo però il libro che aveva sotto il naso, giustificandosi con un "Sono esausto".
In quel momento, la voce della signora Otani ci chiama.
"Io vado a fare la spesa! Torno tra mezz'ora!"
"D'accordo!" Trilla Otani dal piano di sopra.
Dopodiché sentiamo il rumore di una porta che sbatte.
"Allora..." Comincia Otani, stiracchiandosi le braccia. "A cosa devo l'onore della tua visita?"
Come? Se n'è dimenticato?!
"Otani, stasera c'è il concerto di Umibozu..." Bisbiglio, stupefatta; come ha fatto a dimenticarsi una cosa così importante?
"Ma lo so, scema!" Mi sbeffeggia lui, ridendo. "Ti stavo prendendo in giro!"
"Beh, non sei divertente." Ringhio, risentita.
"Maddai, non te la sarai mica presa!" Fa lui, allungandosi verso di me, e guardandomi con un'espressione da cane bastonato.
Sa quanto sono sensibile a quella faccia, maledetto! 
Infatti mi addolcisco istantaneamente, e la leggera arrabbiatura che avevo sbollisce in fretta. Nonostante ciò, decido di stare al gioco.
"E invece sì!" Mento, incrociando ostinatamente le braccia.
Otani mi prende decisamente di sorpresa e mi piazza un bacio sulle labbra.
"Meglio?" Mi sussurra.
Io arrossisco appena.
"Mmh." Mugugno, cercando, senza riuscirci, di trattenere un piccolo sorriso,
Atsushi sghignazza.
"A che ora c'è il concerto?"
"Alle otto."
"E tu vieni qui alle..." Otani guarda l'orologio. "... Sei?"
Ma se mi aveva detto lui di passare prima! 
"Mi prendi in giro?"
"Abbastanza."
Sbuffo sonoramente.
"Non sei divertente, Nano!"
Otani si lascia sfuggire un sospiro.
"Oggi sei particolarmente acida." Commenta.
"E tu..." Lo rimbecco io, mollandogli uno schiaffetto sulla nuca. "... Tu oggi hai voglia di farmi saltare l'intero sistema nervoso tutto insieme!"
Otani si massaggia appena fra i capelli.
"Scusa..."
Sorrido appena.
"Okay" esclamo, balzando in piedi. "Ri-iniziamo da capo!"
"C-come?"
"Ciao Otani, come va?"
"Ma cosa..."
"Sei pronto per il concerto?"
"Sì, ma..."
"Oh, insomma!" Brontolo, pestando i piedi. "Vuoi essere collaborativo o no?!"
Atsushi scoppia a ridere.
"Dio, quanto sei scema!" Esclama tra le risate.
Viene da ridere anche a me, per cui balbetto un "idiota" e poi scoppio a ridere anch'io.
"Allora, tra quanto andiamo? Dobbiamo prendere i posti." Chiedo.
"Tra una mezz'oretta, che dici?"
"Mmh, va bene." Annuisco io.
Restiamo qualche momento in silenzio, poi è Otani a parlare.
"Allora, che hai fatto oggi?"
"Niente di che..." rispondo poco convinta. "Ho... Parlato con Nobu, oggi, sai?"
"Davvero? Com'è stato il viaggio di ritorno?"
La nostra amica frequenta l'università ad Hokkaido, ed ora, con l'occasione delle vacanze estive, è tornata qui ad Osaka, per riabbracciare i genitori, gli amici ed il fidanzato, Nakao.
Li ammiro; portare avanti una relazione a distanza non deve essere affatto facile.
"Tranquillo." Rispondo.
In realtà, oggi pomeriggio io e Nobu abbiamo parlato di tutto, fuorché del suo viaggio. E l'argomento principale, è stato decisamente imbarazzante. E poco piacevole.
~~~
"Allora, come vanno le cose tra te ed Otani?" Mi chiese, appena messe a sederci al nostro solito tavolo, al solito bar.
"Bene! Va tutto a meraviglia! Oggi usciamo, andiamo a vedere un concerto di Umibozu!" Risposi con gli occhi a stellina.
"Oh, no, ancora con Umibozu..." Gemette lei.
"Ehi!"
"Ma piuttosto, dimmi..." Nobuko mi diede una gomitatina. "Avete... Come dire... Sì, dai, hai capito, no?"
"Ehm, no." Risposi perplessa.
La mia amica si posò una mano sulla fronte.
"Perché sei così ingenua..."
"Eh?"
"Risa, sai cosa succede quando un ragazzo ed una ragazza si vogliono tanto bene?"
"Ehm... Si fidanzano?"
"No. Cioè, volevo dire, sì. Ma poi, che succede?"
"Ehm..." Riflettei un attimo. "Escono insieme? Si baciano? Giocano?"
"Risa..."
"Si dividono il gelato?"
"Risa!"
"Ah!, oppure litigano su che film vedere il sabato sera!" Gioii soddisfatta. Sì, era sicuramente quello. "In effetti, l'ultimo sabato io ed Otani abbiamo litigato su che film vedere e-"
"No, Risa." Mi interruppe Nobu. "Non intendevo quello."
"Allora cosa?" Chiesi con espressione angelica.
La mia amica mi si avvicinò con aria cospiratrice.
"Vanno oltre."
"Oltre?" Ripetei, perplessa. "Oltre che?"
"Ma ci sei o ci fai?!" Esclamò Nobu allibita. "Oltre! Oltre il bacio!"
Ci misi qualche secondo ad assimilare la frase di Nobuko. Poi, arrossii di botto.
"C-che cosa?!" Trillai.
"Su, Risa, non essere melodrammatica! Tutte le coppie lo fanno!"
"Beh, io ed Otani no!"
"Perché siete due imbecilli, ecco perché!"
"Non ci abbiamo mai pensato..." Balbettai in imbarazzo.
"Beh, è ora che cominciate a farlo!" Era un doppiosenso? "State insieme da due anni!"
"Un anno e dieci mesi."
"È uguale. Non vorrete rimanere gli All Hanshin Kyojin a vita!"
"Oddio, no!"
"E allora datevi da fare!" Nobu mi puntò un indice contro. "È ora che tu ti prenda le tue responsabilità!"
"Le mie responsabilità?" Ripetei incredula.
"Tu, oggi! Vedi di cogliere la palla al balzo!"
"Eh?" Non capivo.
"Datti da fare, Risa!"
Arrossii.
"Ma-"
"No, non ci provare! Anzi, sì, provaci, ma con lui!"
"Ma io-"
"O ti disintegro!"
"Okay, mammina." dissi, arrendendomi.
~~~
"Senti, Otani..." Comincio, incerta.
"Sì?"
"Hai mai pensato che noi due..." Mi sento arrossire. Prendo una ciocca di capelli, sfuggiti dalla presa del mio fermaglio e ci giocherello nervosa. "... Potremmo, come dire. Ecco..." Mi impappino.
Maledetta bocca secca. 
"Sei sicura di stare bene? Sei rossa." Commenta Otani, accigliandosi.
"Eh?" Mi porto una mano ghiacciata sulla guancia bollente. "Sto benissimo!" Esclamo. "Però mi chiedevo se..."
"Se?"
"Avessi mai pensato..."
"A cosa?"
"A..." Dai Risa, ce la puoi fare! "... Al concerto andremo in bicicletta?"
No, Risa. Seriamente? Che codarda. 
"Eh?" Otani mi guarda stranito.
 Mi do una manata sulla fronte.
"No, non volevo dire quello..."
"E allora cosa, di grazia?" Otani non è mai stato un tipo paziente.
"È imbarazzante!" rivelo, arrossendo ancora.
"E tu dilla lo stesso!"
"Tu non hai idea della vergogna che sto provando in questo momento!"
"Certo, se non mi dici-"
"Andare oltre!" Trillo, interrompendolo.
Le guance mi vanno a fuoco.
Otani apre la bocca per dire qualcosa, poi la richiude. Boccheggia qualche secondo.
"Oltre?"
"Sì." Rispondo; sto tremando di paura.
"Oltre che?"
Resisto alla tentazione di strangolarlo.
Ora capisco come si è sentita Nobu. 
"Oltre, sai... Il bacio." Sussurro, guardando in basso.
Che vergogna! 
"C-come?" Fa lui ad occhi sbarrati.
"Mi hai sentita.." borbotto, stringendomi le ginocchia.
"Tu hai detto..." Otani è rosso in viso.
Lo sapevo, pessima idea.
"E-era un'idea come un'altra..." farfuglio.
Fa troppo caldo, qui dentro.
"Tu vorresti -eheh- Lei vorrebbe..." Otani fa una risatina nervosa. "Oddio -eheh- Lei, lei... Tu..." 
Cavolo, l'ho mandato in tilt. 
Arrossisco.
"Tu no?" Sussurro, in modo appena udibile.
Magari lui non vuole farlo con me. Magari mi vede brutta. Magari preferirebbe farlo con qualcuna come Kanzaki, invece che con un disastro come me... 
Otani interrompe il mio lavorio mentale, prendendomi per un polso, mentre sto giocherellando nervosa, tesa e decisamente soprapensiero, con un cuscino beige.
Alzo lo sguardo, rossa in viso come non mai, e un istante dopo, le labbra di Atsushi sono sulle mie.
La sua mano prende coraggio e mi sfiora la guancia bollente.
Approfondiamo il bacio, poi ci stacchiamo, ci ricerchiamo, ci ritroviamo e ci scontriamo.
È come un ballo, una danza di labbra e bocche.
Scopro di starmi sbilanciando solo quando perdo l'equilibrio e finisco addosso ad Otani, che finisce con la schiena sul letto. Lui mi guarda e si trattiene dal ridere. Gli sorrido e lo ribacio.
Sono ormai a cavalcioni su di lui, le mie mani posate sul suo petto, le sue messe sulle mia schiena, e le nostre bocche che continuano quella danza.
Se questo è un sogno, non svegliatemi. 
Mi irrigidisco appena lui inizia a giocherellare con il bottone della camicetta che indosso. Mi stacco improvvisamente, di colpo tesa.
Lui mi lancia un'occhiata.
"Sicura?" Mi sussurra, portando mi un ciuffo di capelli - sciolto dopo la caduta - dietro l'orecchio.
Il cuore mi batte a mille, rimbomba nella mia testa così forte da far male.
"Sicura." Bisbiglio in un respiro, prima di baciarlo nuovamente.
Mi ritrovo con la camicia slacciata dopo pochi secondi.
Ci stacchiamo per riprendere fiato.
Mi guarda con uno sguardo che non gli ho mai visto prima, se non la sera del mio diciottesimo compleanno, quando ci siamo messi insieme.
Tira un po' su la testa, quanto basta per un altro bacio a fior di labbra.
Approfondisco il bacio, portandogi una mano dietro i capelli.
Alla bocca dello stomaco, sento uno strano calore, che si espande.
Una voce da basso, ci fa sobbalzare.
"Acchan! Sono tornata!" 
Accidenti, è la signora Otani! 
Scivolo via da sopra Atsushi, mi abbottono nervosa la camicetta, e mi ravvio i capelli, senza avere il coraggio di guardare negli occhi la figura accanto a me, che si mette a sedere, passandosi una mano sulla nuca.
"Acchan? Ci sei?" Trilla la signora Otani dal piano di sotto, assolutamente inconsapevole di avere appena mandato in fumo la Prima Volta di suo figlio.
Atsushi emette un rantolo, in risposta alla madre.
"Acchan?!"
"Ho capito!" Esclama a quel punto il mio ragazzo.
Salta giù dal letto, poi mi afferra per il polso e mi sbatacchia qua e là fino al piano di sotto.
"Noi andiamo, ciao!" Fa lui, infilandosi le scarpe e, appena il tempo di infilarmi le mie, puf!, via da quella casa.
~~~
Silenzio.
È tutto silenzioso.
Troppo silenzioso.
Da quando siamo in bici - destinazione: Concerto di Umibozu -, io ed Otani siamo troppo imbarazzati anche solo di guardarci negli occhi, figuriamoci poi ad avere una conversazione!
"Beh, è stato..." bisbiglia lui, probabilmente soprapensiero.
"...imbarazzante." termino io per lui, guardandomi le nocche bianche.
"Sì." Conferma lui, annuendo. "Decisamente."
Gioco nervosamente con un lembo della gonna marrone che ho indosso.
"Già..." Commento, imbarazzatissima.
"Beh" potrei scommetterci, anche se non posso vederlo visto che mi è di spalle, ma sta sorridendo. "La Prossima Volta andrà meglio, no?"
Arrossisco istantaneamente, pensando ad una possibile Prossima Volta.
Che imbarazzo! 
"C-Cosa?" Balbetto, cercando, a scarso esito, di apparire impersonale.
"Che c'è?" Otani si volta a lanciarmi un'occhiata. "Non vorrai mica arrenderti."
"Ti sembro il tipo che si arrende?"
Lui ride, ed io sorrido.
"No. Decisamente no."
"Ecco, appunto. E ora muoviti, che altrimenti arriviamo tardi!"
Otani fa un'ultima risata e accelera.
 Io mi stringo istintivamente a lui, sorridendo appena.
Ce la faremo. Faremo anche questo.
~~~
Una settimana dopo.
Dling-dlong!
"Ecco, arrivo!" Trillo, uscendo di corsa dalla mia camera da letto e precipitandomi al piano di sotto.
"Buongiorno!" Cinguetto allegra e sorridente, aprendo la porta al mio fidanzato,
"Sono le quattro del pomeriggio, Koizumi."
"E allora?"
"Si dice Buonasera."
Sbuffo.
"Rovini il mio buonumore, Tappo."
"Buonumore?"
"Dobbiamo festeggiare per il tuo esame andato bene, no?"
"Sicuramente. Ehm, potresti farmi entrare in casa?"
"Oh."
Arrossisco e lo faccio entrare in casa.
"Ma cos'è questa puzza di bruciato?" Chiede il mio ragazzo, annusando l'aria.
"Puzza di- Oh, no! La torta!" Urlo, precipitandomi in cucina.
Pregando tutte le divinità possibile, conosciute, sconosciute e presunte, tiro fuori dal forno un ammasso di roba dal colore tendente al nero.
"Per i mille coniglietti gommosi.." sospiro, guardando afflitta quella che sarebbe dovuta essere una torta al cioccolato.
"Non crederai davvero che io mi mangi quella cosa, vero?" Commenta Otani, avvicinandosi e scrutando le ceneri della mia creazione.
"Oh, ma sta' zitto!" Lo rimbecco io.
"Fattelo dire, sei una pessima cuoca."
"È che mi sono distratta..."
"Seh, tutte scuse." Fa lui, facendo spallucce.
"Quanto sei irritante." Commento, mentre faccio sparire quella schifo-torta.
"Cosa c'è di male ad ammettere di non saper cucinare?"
Scuoto la testa.
"Lascia perdere." Sospiro.
Ci tenevo a fare qualcosa di carino per lui...
Otani deve intuire il mio disagio, perché sorride.
"Allora!" Esclama, facendomi sobbalzare. "Cosa facciamo per festeggiare?"
"Ah!" Trillo io, sorridendo e facendo schioccare la lingua. "Ne sarai contento!"
~~~
"Film."
"Sì."
"Film."
"Esatto."
"Figo, che film?"
"Oh, è qui la sorpresa." Dico io, con l'aria di chi la sa lunga. "Sceglilo tu."
Dovete sapere, che ogni volta che io ed Otani decidiamo di vedere un film, finiamo per litigare. Io voglio un film romantico, lui ne vuole uno horror; io voglio un fantasy, lui preferisce uno di spionaggio.
Finiamo così per passare la serata a discutere, lanciandoci contro pop-corn.
"Questo qui!" Esclama Atsushi, tirando fuori un DVD di mio fratello.
"C-cosa?" Balbetto, afferrando il disco. "Ma questo è horror!"
"Esatto."
"Ed è di mio fratello! Quando scoprirà che ce lo siamo visto senza dirgli niente, ci farà a pezzettini!"
"Se lo scoprirà." Sussurra lui con fare cospiratorio. "Siamo soli oggi, no?"
"M-ma... Oh." Sorrido. "Sì, sì hai ragione. Ma sai che io e gli horror non andiamo d'accordo." Diciamo pure per niente.
"Oh, ma è a questo che serve il tuo fidanzato macho, figo virile."
"E tu saresti 'macho', 'figo' e 'virile'? Da quando?" Commento scettica.
"Non rovinare l'atmosfera." Mi zittisce lui, spegnendo le luci, in modo da godersi meglio il film.
"Ma quale atmosfera?" Chiedo perplessa, mentre Atsushi inserisce il disco nel lettore DVD.
"Quella che si verrà a creare quando tu, terrorizzata, caccerai un urletto e ti avvinghierai a me."
Ma sentilo! 
"Per quello..." dico, arrossendo appena. "... Non credo che serva il film." Gli faccio notare.
Lui sghignazza e si mette a sedere sul divano. Poi mi tira per un polso e mi fa scivolare su di lui.
"Idiota." Lo rimprovero, sbuffando su un ciocca di capelli che mi è finita sugli occhi.
"Scema." Sussurra lui, mettendomi il ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
Mi accoccolo un po' meglio fra le sue braccia.
Si sta così bene... 
Ci guardiamo negli occhi, e un istante dopo ci stiamo baciando, lì, sul divano, abbracciati.
Mi ritorna in mente l'episodio a casa Otani; come allora, siamo soli. E ci stiamo baciando.
Oddio, è questa la Prossima Volta! 
Sbarro gli occhi e mi stacco da lui, un po' a disagio.
Dopo quello che è successo l'altra volta, mi vergogno da morire! 
"Otani... Questa sarebbe... La Prossima Volta?" chiedo, sentendomi sprofondare dall'imbarazzo.
Ma perché il discorso lo tiro fuori sempre io? 
Otano arrossisce.
"Beh..." Dice, abbassando lo sguardo. "Non ci avevo pensato..." bofonchia.
"Fammi capire: siamo a casa, da soli, davanti ad un film che mi fa rizzare i peli delle braccia, abbracciati... E tu non ci pensi?!"
Esite anche un limite all'idiozia, che diamine!
Atsushi, rosso in viso di imbarazzo, si aggancia una mano dietro il collo.
"Beh..." Rotea gli occhi e li punta su di me. "Aiuterebbe se ti dicessi che ora ci ho pensato?" Domanda con un sorriso da schiaffi.
"Prima o poi ti ammazzo." Bisbiglio sorridendo.
E ci baciamo un'altra volta; le nostre bocche iniziano nuovamente quella danza. Si cercano, si prendono, si scontrano, e via, così, di continuo.
 Senza quasi accorgermene mi sdraio sul divano, trascinandomi dietro il mio ragazzo.
"Pesi, eh." Commento, nonostante le guance rosse.
"Non credere che tu sia leggera, Gigantessa."
Mi bacia.
"Sì, certo, certo..." Farfuglio io, mentre nello stomaco riprende quello strano calore. Mi sembra di avere un fuoco che parte dal basso ventre e sale su, prende tutta la spina dorsale e su, sulle guance.
Quando Otani mi bacia sul collo, trattengo il respiro.
Un bacio, due, tre...
Chiudo gli occhi.
Voglio morire così! 
"Ma che fai, non respiri?"
Apro gli occhi.
"Ehm..." boccheggio.
Stupido idiota. 
"Beh?"
C'è da dire che, visto dal basso, Otani è davvero carino.
"È che-"
Vengo interrotta da un'urlo che ha ben poco di umano, che proviene da quel maledetto film.
"C'è da dire..." sussurro, lanciando di sbieco uno sguardo al televisore. "Che è davvero il massimo del romanticismo. Questo film, dico."
Otani ghignazza.
"Risa..."
"Uhm?"
"Sei bellissima."
Arrossisco violentemente, il cuore mi sta per esplodere.
Lo attiro a me, prendendolo per il colletto della maglia, e lo bacio ancora.
Ancora ancora e ancora. 

Potrei non stancarmi mai.
La mia - già di per sé - scarsa lucidità svanisce, e rimaniamo solo io, lui, il nostro amore, il divano e le urla del film.
Odioso, odioso film! 
Otani mi aiuta a togliermi la maglietta, peccato che le paillettes mi rimangano intrecciate ai capelli. Rimango incastrata con la maglia.
Io sbuffo ed Otani ride. 
Mi libero, imbarazzata per il contrattempo e Atsushi mi scioglie i capelli, prima intrappolati nel mio solito chignon. 
Ci sorridiamo a vicenda e via, di nuovo a baciarci, a sfiorarci, sempre più felici e sempre più emozionati.
 È quando afferro un lembo della maglietta di Otani, decisa a toglierla, che di scatto si accende la luce.
Io ed Otani sbarriamo gli occhi. Poi, lui si tira su e sbianca.
"Koizumi" bisbiglia, con gli occhi fissi davanti a sé. 
"C-cosa?" Sibilo, ad occhi sgranati.
"Meglio che ti alzi..."
Con lentezza esasperante mi tiro su; mio fratello, occhi sbarrati, ci indica stupefatti.
Non lo abbiamo sentito entrare per colpa del film, accidenti! 
Arrossisco all'inverosimile e mi nascondo dietro la spalliera del divano.
"E-e tu... Che ci fai qui?!" Balbetto con aria allucinata, cercando di rimettermi la maglietta senza farmi vedere da Takato.
"Oh, cavolo... Voi stavate..."
"M-ma no!" Esclamò ad occhi sbarrati. "Figurati se noi... Ti assicuro che non è come sembra!"
"Ehm, Koizumi, come vorresti spiegargli allora, quello che stavamo facendo?" Mi bisbiglia Otani, rosso in viso, muovendo appena le labbra.
"Non sindacare! È quello che dicono sempre nei film..." 
"Ecco!" Urla mio fratello. "Vi state vedendo il mio film preferito!"
"No, ti ho già detto che noi non- eh?" Mi interrompo a guardarlo con gli occhi fuori dalle orbite.
Da quando mio fratello si è totalmente rincretinito?
"Il mio film." Ripete quello. "Nessuno deve toccarlo, e tu lo sai!"
Di fianco a me, Otani si dà una manata sulla fronte.
"Non ci posso credere..." Sussurriamo insieme io ed Atsushi.
~~~
"Risa..."
"Dimmi."
Otani se n'è andato una decina di minuti fa, imbarazzato come non mai. E sullo stesso divano dove prima eravamo io ed Otani, ora ci siamo io e Takato.
Che figuraccia! 
Mio fratello, perfettamente consapevole di irritarmi, mi prende una ciocca di capelli fra le dita.
"Lo sai che sei piena di doppie-punte?"
Indispettita, gli tolgo il ciuffo di capelli dalle mani.
"Da quando sei un parrucchiere?"
"Hai ragione... Però sono un ragazzo."
"Eh?"
"Cara sorellina..." Sorellina? Ma se sono la maggiore! "Non crede che non abbia capito."
Sbianco.
"C-cosa?" Ti prego, non dirmi che parla di Otani... 
"Cosa stavate facendo, tu e il tuo ragazzo." Risponde, mettendo mi un braccio attorno alle spalle.
Arrossisco violentemente.
E ti pareva! 
Farnetico qualche patetica scusa.
"Senti..." Riprende lui. "Hai quasi vent'anni e poi fare quello che vuoi, non posso dirti cosa devi o non devi fare." Ovvio che non può, sono la sorella maggiore! "Però state attenti."
"Che vuoi dire?"
"Non voglio diventare zio così presto."
"Ah!" Arrossisco ancora di più. "Tranquillo..." balbetto.
"Bene! E-" Takato si guarda intorno. "Non riuscirò mai più a guardare questo divano senza pensare a te e il tuo ragazzo che- Argh, che orrore!"
Scoppio a ridere.
"Scemo!" Sghignazzo.
"Ti voglio bene anch'io, Risa."
~~~
-Quindi l'ha capito.
"Eh, già."
-Beh, buon per lui.
"Eh?"
-Voglio dire, se non se ne fosse accorto, sarebbe stato preoccupante. Anche più stupido di te!
"Ehi!"
Otani, dall'altra parte della cornetta, ride.
-Comunque, hai notato ogni volta veniamo... 'interrotti'?
"Forse è il Karma che vuole punirti."
-Per cosa?
"Per la tua stupidità."
-Scema.
"Idiota." Ribatto prontamente.
Improvvisamenre ripenso ad oggi pomeriggio ed a campo di vergogna.
-Koizumi, ci sei?
Rantolo qualcosa.
-Potresti... Dirmi quello che hai detto prima?
"Eh?" Farfuglio, perplessa.
-Dicevo... Puoi dire quello che hai detto prima?
"C-cosa?"
-Idiota. 
"Ah, ma grazie! La tua ragazza ti chiede una cosa e tu-"
-No, non hai capito. Dì 'idiota'.
"Perché mai dovrei dire 'idiota'?
-L'hai detto.
0-1 per Atsushi Otani. 
"Uff."
-Ridillo.
"Idiota?"
-Sì.
"Già detto."
Rimonta di Risa Koizumi! 1-1, palla al centro. 
-Che lagna che sei! Ridillo e basta!
Sbuffo sonoramente.
"Idiota."
-Ecco.
Credo che Otani stia sorridendo.
"Allora?" Chiedo con fare scocciato.
-Quando dici 'idiota', la tua voce...
"Che?"
-È dolce.
"M-ma... Ma non dire cavolate!" Esclamo, scettica.
Lui sbuffa.
-Uccidi il mio lato romantico.
"Disse quello che trova dolce la voce della propria ragazza che lo definisce 'idiota'."
-Ah-ah! L'hai rifatto!
"Cosa?"
-La tua voce! Si è addolcita!
"Ma finiscila di dire assurdità!"
-È così, te l'assicuro!
"Stento a crederci." Commento buttandomi a peso morto sul letto, sollevando le gambe.
-Sembra che sorridi.
"Quando?"
-Quando dici 'idiota'.
"Ancora con questa storia?"
-Tu non mi credi!
"Scemo."
-Come te.
Sbuffo trattenendo una risatina.
"D'accordo, io me ne vado a letto. Buonanotte."
-Buonanotte, Gigantessa.
"Ah, aspetta!" Lo fermo, mettendomi a sedere di scatto.
-Che c'è?
"Tu..." Mi blocco. "... Sei un vero, totale idiota."
-Anche tu.
Dopo aver attaccato, salto giù dal letto e mi piazzo davanti allo specchio.
"Idiota." sussurro.
Le labbra si piegano all'insù.
~~~
"Non ci posso credere."
"Beh, credici." Commento, attaccandomi alla cannuccia.
Sono passati due giorni dalla catastrofe del secondo tentativo andato male.
"Interrotti."
"Sì."
"Da sua madre."
"Già."
"E da tuo fratello."
"Yep."
Nobu si passa una mano fra i capelli, esasperata.
"Questa si chiama sfiga. Sei più disperata di quanto pensassi."
"Ehi!"
Nobu si mette una mano sotto il mento, accarezzandoselo pensierosa.
"Bisogna trovare..." Sussurra, seguendo il filo dei suoi pensieri.
"Che?" Chiedo, perplessa.
"Un posto..."
"P-per cosa?"
"Per farvi prendere il treno dell'Amore, dannazione! Avete vent'anni e siete ancora una coppietta da ragazzini delle elementari!" Urla, balzando in piedi.
Alcune teste dei clienti del bar si girano a guardare Nobu.
Arrossisco violentemente.
"Nobu, abbassa la voce!" Dico, tirandola per la manica.
Lei si guarda intorno un momento, poi si risiede.
Forse è semplicemente destino che io ed Otani non facciamo quel passo...
"Ah, sì!" Gli occhi della mia amica brullano in modo preoccupante.
"Eh?"
"La casa al mare di Nakauccio!"
"C-che?" Balbetto; che diavolo sta dicendo?! 
"Tu ed Otani. In una casetta al mare. Lontani, assolutamente lontani da tutti e da tutto. Che ne dici?"
"Non credo sia una buona idea..."
~~~
E quindi, nonostante le mie riserve e i miei molteplici dubbi, esattamente una settimana dopo la chiacchierata con Nobu, io ed Otani siamo davanti quella casa maledetta.
Ho anche dovuto dovuto mentire ai miei; ho detto loro che avrei passato questo week-end con Nobu.
Ah, quella ragazza me la pagherà! 
Con le mani che tremano, infilo la chiave nella toppa della porta.
Appena entrata accendo la luce; è una casa piccolina.
Appena si entra in casa, a destra c'è un piccolo salone, alla sinistra della porta c'è una cucina (che quantomeno Nobu ha avuto il buongusto di riempire di cibo.), e in fondo un paio di camere da letto e il bagno.
Sospiro, tesa, e prendo la mia valigia.
In un certo senso, è una specie di convivenza. 
"Uhm, carino." Commenta Otani, in vago imbarazzo.
"Già... Eh." Farfuglio, intimidita quanto lui.
Chissà che gli ha detto Nakao per farlo venire qui. 
Poso la valigia in camera; sul letto - ovviamente, matrimoniale -, c'è una lettera.
La prendo e riconosco subito la scrittura di Nobu.

"Risa, segui bene quello che ho scritto.
Nell'armadio ti ho lasciato... Un regalo.
Osa non usarlo o ti uccido!
Nobu.
Ps: Ricordatevi le precauzioni!"

Arrossisco all'inverosimile.
Ma è pazza? E se l'avesse letto Otani?!  
Accartoccio il biglietto, e lo nascondo in un cassetto del comodino, lì accanto.
Apro l'armadio e mi trovo davanti un completo: reggiseno, mutande e reggicalze - no, dico!, reggicalze! Non so neanche come si mettono! - rosso fuoco.
Mi spalmo una mano sulla faccia.
Non mi metterò mai - mai! - una cosa del genere! 
"Koizumi!" Chiama Otani dal salone.
"Sì?" Trillo io, ancora imbarazzata, mentre chiudo l'armadio.
"Che ne dici se andiamo al mare?"
~~~
"Eddai!"
"No."
"Per favore!" Tiro Otani per un braccio.
"No, non ho nessuna intenzione di farmi il bagno al mare."
Sbuffo contrariata ed incrocio le braccia.
"E allora che ci sei voluto venire a fare, qui?!" Borbotto.
"A prendere il sole." Risponde lui, con fare ovvio. "E ora spostati, la tua figura gocciolante mi fa ombra."
Sulle mie labbra si disegna un ghigno malefico.
Mi allontano da Otani e mi avvicinò ad un bambino, dell'ombrellone accanto al nostro.
"Scusa bambino, puoi prestarmi un momento il secchiello?"
Il ragazzino solleva gli occhi scuri ed annuisce.
Io prendo il secchiello e vado a riva. Riempito il contenitore d'acqua e mi avvicino al mio ragazzo, che si sta godendo il sole di luglio ad occhi chiusi.
Faccio cenno al bambino, proprietario del secchiello, di far silenzio, e lui si mette le mani davanti alla bocca, in attesa, trattenendosi dal ridere, intuendo ciò che sarebbe avvenuto di qui a poco.
Trattengo una risatina.
"Otani?"
Atsushi apre gli occhi e puf!, l'acqua salata finisce sulla sua faccia.
Lui impreca, e io lascio cadere il secchiello rosso, contorcendomi dalle risate.
Otani balza giù dalla sdraio.
"È così, eh?" Dice, fissandomi. "Allora vuoi la guerra!" E con queste parole si getta rapidamente verso di me.
Io lo schivo e, ridendo ancora, inizio a correre via allegramente.
"Non mi prendi!" Rido divertita, facendogli la pernacchia.
"Ah, davvero? Lo vedremo! Torna qui!"
Due secondi dopo ci stiamo rincorrendo per la spiaggia come due perfetti idioti.
"Avanti, muovi quelle gambe!" Sghignazzo io, voltandomi.
Quest'attimo di disattenzione mi costa caro; slitto, non so come, col piede e mi ritrovo gambe all'aria.
Otani si piega in due dalle risate.
"Oddio, quanto sei ridicola!" Riesce a dire, tra una risata e l'altra.
Indispettita, gli tiro un calcio, lui perde l'equilibrio e, come un sacco di patate, finisce a terra.
"E ora chi è il ridicolo, eh?" Gli rinfaccio, ridendo.
Lui mi lancia un'occhiata di fuoco.
"Sai cosa ti aspetta ora, vero?"
"Cosa... Oh, no, no, no!" 
Troppo tardi, Otani si è già avventato su di me, facendomi il solletico.
"Arrenditi, ormai sei in mio potere!" Sghignazza lui.
"Ahahahahahah- Aspetta che... -ahahahahahaha- Mi libero e... -ahahahahah!"
"Su, a mettilo, non puoi resistere, ho vinto!"
"Sì, sì... -Ahahahahahaa- Come dici tu! Haahahahahaha- Ma lasciami non -ahahahah- non respiro!"
Otani smette di farmi il solletico e mi guarda negli occhi. Solo in questo momento mi accorgo di quanto siamo vicini. E che mi è praticamente addosso.
Mi perdo nel suo sguardo color nocciola.
"Sei pesante." Balbetto.
Lui rimane lì a fissarmi senza spiccicare parola.
"E dì qualcosa... Idiota."
"Ah, hai sorriso!" Mi dice lui, sorridendo.
Mi metto una mano davanti alla bocca, arrossendo.
"Non è vero!"
"Sì che è vero!"
"No, non è vero... E ora togliti, voglio alzarmi."
"E se io non volessi farti alzare?" Sussurra lui, stringendomi i polsi.
"Saresti uno scemo."
"Quasi quanto te."
Sbuffo con una risatina.
"Su alziamoci. Stiamo facendo spettacolo qui in spiaggia davanti a tutti. E tu mi stai pesando addosso."
"Che? Che frase è?" Fa Otani, spostandosi di lato, in modo a permettermi di alzarmi in piedi.
"Non puntualizzare." Borbotto. "Oh beh, io ho fame. Andiamo a mangiare?"
~~~
L'unico rumore presente in cucina è il ticchettio insistente dell'orologio, che segna le otto di sera.
Piuttosto nervosamente giocherello col cibo che ho nel piatto, mentre però nella mia testa rimbomba una sola parola: dopo-cena.
Sono un po' preoccupata per quello, in effetti.
Succederà stasera. Andremo 'oltre'! 
Sollevo lo sguardo su Otani, e lo trovo intento a fissarmi. Appena i nostri occhi si incontrano, arrossiamo e ripuntiamo fermamente lo sguardo sul piatto.
Cavolo, c'è troppa tensione! 
Finiamo di mangiare in un silenzio innaturale, per due come me ed Otani.
Poi, io mi alzo per mettere i piatti nella lavastoviglie, mentre Atsushi ripiega la tovaglia.
È mentre sto
per infilare un bicchiere nella lavastoviglie, che un paio di braccia mi prendono da dietro, cingendomi la vita.
Arrossisco di colpo.
"C-che fai?" Balbetto, di colpo a disagio.
"Lascia fare." Risponde Otani, togliendomi il bicchiere dalle mani. "Faccio io."
Atsushi prende il mio posto, sciacquando piatti ed infilandoli nella lavastoviglie.
"Mmh." Sorrido.
"Che c'è?"
"Niente." Rispondo. "È che sei un Uomo di casa."
"E avevi forse dubbi?"
"Abbastanza."
"Ehi!" Otani mi spruzza contro un po' d'acqua.
Il getto bagnato mi arriva in faccia.
"Argh, idiota!" Esclamo, passandomi una mano sugli occhi.
"E con questo, siamo pari." Dice lui, riferendosi a questo pomeriggio, in spiaggia.
Scuoto la testa con un sorrisino.
"Oh beh, io intanto vado a letto." Dico, con tono volutamente noncurante.
 Lui annuisce.
"Arrivo subito."
Io in pochi minuti mi sono lavata i denti, ed ora sto davanti al completino rosso di Nobu, con l'imbarazzo alle stelle.
Lo metto. No, non posso! Che vergogna! 
Maledico la mia amica in tutte le lingue che conosco - una.
"Che stai facendo?" Mi sorprende una voce maschile alle spalle.
Caccio un urletto spaventata e mi precipito a chiudere l'armadio.
"N-niente!" Balbetto imbarazzata.
Sospiro; si prospetta una serata complicata.
~~~
"Ehi, dormi?"
"No. Tu?"
"No."
Accendo l'abat-jour e mi metto a sedere.
Otani mi segue.
"Non riesci a dormire?" Ci chiediamo in sincronia.
"No, tu?" ci rispondiamo a vicenda.
Ci sorridiamo, un po' in imbarazzo.
"E quindi che facciamo?"
A questo punto non so bene che succede. Non so se sono io a baciare lui, o lui a baciare me, o noi che ci baciamo insieme.
La mano di Otani finisce delicatamente sulla mia guancia, mentre io mi sporgo verso di lui.
Questa ormai conosciuta danza di labbra, denti e lingue, inizia un'altra volta.
Ritorna quel fuocherello dispettoso alla bocca dello stomaco che si agita, si agita, ancora e ancora, quasi cercasse di uscire.
Una mia mano affonda nei suoi capelli, così morbidi.
Un suo braccio mi attira a sé.
Ci siamo solo io, solo lui, solo noi.
Otani mi morde appena il labbro e si stacca.
"Hai un buon odore." Sussurra, la sua fronte appoggiata alla mia.
Arrossisco più di quanto non fossi rossa due secondi fa.
"Ma cosa sei?" Sdrammatizzo io. "Un cane da tartufi?"
Lui mi lancia un' occhiata, scettico.
"Sei un tartufo?"
"Sei un cane?"
Lui scoppia a ridere.
Quant'è bello quando ride!
"Sei incredibile, Koizumi. Dico davvero." Mi dice, prima di baciarmi.
"Beh" rispondo io, staccandomi ma rimanendo ad un soffio di distanza dalle sue labbra. "È una delle mie tante qualità."
Otani ride ancora, poi mi abbraccia.
Ecco; gli abbracci di Otani sono la cosa più rara di questo mondo.
Otani non abbraccia.
Otani bacia. Otani sorride. Otani fa lo scemo. Urla. Scherza. Gioca. Litiga. Non abbraccia.
Otani non
mi abbraccia mai, o quasi.
Forse perché abbracciandomi si nota ancora di più la differenza di statura (ora siamo seduti, quini il problema non si pone), o forse perché si vergogna.
Non lo so. Ma non importa.
Otani mi sta abbracciando, e non c'è niente di più bello al mondo.
E mentre siamo abbracciati, stretti in quel legame che, secondo me, ha qualcosa di magico, lo bacio. Lo bacio ancora e ancora. E lui mi bacia. Ci vogliamo baciare fino a consumarci, quasi a volerci fondere per sempre in un'unica persona.
Quello strano calore al basso ventre continua d espandersi, ancora e ancora.
Ci siamo, questa è la volta g- Non riesco a finire di formulare il pensiero, perché squilla il mio cellulare.
Neanche nel più squallido dei Cliché. 
Mi stacco da Otani quasi con violenza.
"Ma non è possibile-" esclamo piccata, ed agguantando il cellulare che è sul mio comodino.
"Pronto!" Ringhio.
-Risa!
Oh, no. Mia madre. 
Mi metto un palmo sulla faccia.
"Ehi, ciao!" Esclamo, cercando di apparire contenta.
Intanto, Otani si avvicina a me.
"Chi è?" Mi sussurra.
-Tesoro. Chi c'è lì con te?
"Nobu!" Rispondo, mentre schiaffo una mano sulla bocca di Otani.
-Ma a me sembrava più la voce di...
"Sai, siamo molto stanchi- ehm, stanche, noi andiamo a letto. Ci sentiamo domani, ok?"
Prima che mia madre possa ribattere, ho già attaccato il telefono. E l'ho anche spento, per sicurezza.
Tolgo la mano dalle labbra di Atsushi, che mi lancia un'occhiata perplessa.
"Mia madre." Dico, quasi a giustificarmi.
"Oddio..." dice lui, passandosi una mano fra i capelli. "Questa situazione sta diventando tragi-comica."
"Non dirlo a me." Commento, ridendo nervosa. "Sembra quasi che ce lo facciano apposta, sempre quando stiamo per-" Arrossisco e continuo a ridere agitata, sentendomi una completa idiota.
Otani mi sorride con dolcezza.
"Beh... Dov'eravamo?"
~~~
Dieci minuti.
Sono dieci minuti che Otani sta combattendo contro il mio reggiseno.
"Sicuro di non volere una mano?" Dico, cercando di non ridere.
"No, no..." Atsushi ha un'aria concentrata. "Ce la posso fare da sol- Ah! Ce l'ho fatta! Asp- Ah, no."
Scoppio in una risatina incontrollata.
"Ripeto; sicuro di non volere una mano?"
Otani scuote la testa.
"Aspetta, ci sono quasi..."
"Stai ripetendo la stessa cosa da dieci minuti."
"Ma come fate, voi donne, a vivere con questi cosi?"
Scrollo appena le spalle.
"Ci si abitua."
"Ah! Un momento! E... Ci sono!"
In effetti, sento il gancio del reggiseno aprirsi.
Otani me lo toglie e lo fissa qualche momento.
"Tu, brutto maledetto-" Sta parlando con un reggiseno? "Mi hai fatto sudare sette camicie!"
"Ma se te l'ho tolta, la camicia..." commento, mentre mi copro il seno con un lenzuolo.
Lui mi lancia un'occhiata.
"Sei gelosa?"
"Del mio reggiseno? Sì, da morire."
Atsushi sghignazza e mi bacia. 
Cavolo, quanto lo amo!
~~~
Le mani di Otani sono fuoco.
I suoi capelli sono fuoco.
La sua pelle è fuoco.
Il suo respiro sulle mie labbra, è fuoco.
La sua bocca è fuoco. 
Le sue braccia, fra le quali mi trovo dolcemente cullata, sono fuoco.
Lui è fuoco. Lui è calore. Lui è vita.
E io voglio quel fuoco, quel calore. Voglio Lui. 

Mi aggrappo a lui, con le mani che quasi graffiano la sua schiena calda e di fuoco.
Fuoco. Rosso. Arancione. Come i suoi capelli.
Le sue labbra lasciano una dolce e bollente scia sul mio collo.
Lo stringo più forte, ancora di più verso di me.
Inspiro l'odore dei suoi capelli, le sue braccia mi stringono.
I vestiti giacciono ormai abbandonati in un angolo.
Ci sono solo io. C'è solo Lui. Ci siamo solo Noi.
Tra un bacio e l'altro Otani non smette di guardarmi un attimo.
"Sicura?" Sussurra sulle mie labbra, con voce roca. "Non voglio farti del male."
"Sono sicura." Rispondo con la voce che trema. "Tu non mi faresti mai del male."
Sto tremando. Ma non è Paura.
È Emozione. È Eccitazione. È Desiderio. È Amore.

Ed è anche Dolore, potente, forte, lacerante, devastante, quando entra centro di me.
"Ti faccio male?" Mi chiede impaurito il mio ansioso, dolce ed ingenuo Otani. "Mi dispiace, avrei voluto che-"
Lo interrompo con un bacio.
"È tutto perfetto." Rispondo, mentre iniziamo a muoverci.
Ed è quando mi scende una lacrima, che non è di Dolore, ma di Amore, che gli bisbiglio:
"Ti amo."
Lui si ferma, e mi guarda negli occhi, spostandomi un ciuffo di capelli dal viso.
"Anche io. Non sai quanto."
A questo punto mi bacia, mentre ricominciamo a muoverci, a toccarci con le mani goffe ed inesperte, con le mie gambe artigliate alla sua schiena, con le nostre mani intrecciare, quasi a consolidare una muta promessa.
Lui è Fuoco.
Io sono Fuoco.
Noi siamo Fuoco.
~~~
Mi sveglio, abbracciata ad Otani che mi tiene per la vita.
Trattengo un sorriso tra me e me, arrossendo lievemente nel ricordare ieri sera.
"Sei sveglia?" Mi sussurra all'orecchio, intrecciando una mano con la mia.
"Ti amo." Sorrido io in risposta.
Lui mi stringe a sè con un braccio.
"Credo tu mi abbia rubato un pezzo di cuore." Mi bisbiglia Otani impercettibilmente.
Gli schiocco un bacio sulla guancia.
"Se avessi ancora da qualche parte un pezzo di cuore ancora mio, sono certa che me l'avresti preso." Rispondo.
"Ti amo. E so che non te lo dico molto spesso. Ma ti amo."
"Anche io."
"Anche tu cosa? Anche tu ti ami?"
"Ma quanto diavolo sei scemo, Nano?"
"Non incominciare adesso, Gigantessa."
"Sei tu che hai cominciato!" Borbotto, allontanandomi da lui.
"Sei insopportabile!"
"Anche tu lo sei!"
Rimaniamo a fissarci qualche momento, e poi scoppiamo a ridere.
"Certe cose non cambiano mai." Commento.
"Beh, meno male. Pensa se tu potessi diventare anche più stupida di quello che sei attualmente."
"Oh! È così che tratti la tua ragazza dopo la prima notte insieme?!" Ringhio, ormai stufa.
Otani sospira.
"Te l'ho mai detto che sei carina quando ti arrabbi?"
Arrossisco.
"E-eh?"
"Ah, e anche quando sei imbarazzata."
"Ma cosa- Otani, che ti sei fumato?"
"Anche quando sei scettica."
"E finiscila..." balbetto, rossa come un peperone.
Lui mi prende per la vita e mi trascina verso di sé.
"Dobbiamo partire." Sentenzio, vista la sua intenzione a rimanermi appiccicato (non che la cosa mi dispiaccia, in realtà).
"Hai ragione. Ma... Io avrei un'idea migliore." Sussurra lui sulle mie labbra.
"È la stessa che sto pensando io?" Chiedo, arrossendo.
"Anche tu stai pensando a fare una bella colazione?"
"Otani!" Lo richiamo, sconsolata.
Lui scoppia a ridere.
"Stavo scherzando!" Ride lui.
Sbuffo con una risata.
"Allora?"
"Sì, credo sia la stessa idea." Mi dice, prima di baciarmi.








~Angolo di Risa-chan.~

Non. Posso. Credere. Di. Averlo. Fatto.

Ancora non mi capacito di come io abbia potuto inventarmi una cosa del genere.
No, non mi capacito.
Non ho manco mai scritto di un argomento del genere, e, per quanto mi riguarda, posso assicurarvelo: È IMBARAZZANTE. MOLTO.
Helpatemi.
So di aver toppato tutti i caratteri, ho fatto un casino, ma ormai ci combatto da mesi, se non pubblico impazzisco (?)
No, seriamente. Se state leggendo questo, vi amo. Tanto. (?)
No, okay, la smetto, e mi dileguo, prima che qualcuno mi uccida x'D
E... Dite che Rating Rosso va bene, o basta l'Arancione?  :O
Va beh, vi lascio a questo quesito e scappo.
Baci :3

Risa-chan. ~


 
   
 
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