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Autore: Ink_    05/11/2013    1 recensioni
[wing!fic]
Si era domandato a volte – e in una vita precedente- se gli angeli pregassero o se bastasse loro levare lo sguardo e domandare direttamente al Signore, per quanta importanza potesse avere ora, era giunto alla conclusione che forse sì, gli angeli pregavano, pregavano i mortali – o quello che ne rimaneva.
Castiel pregava il suo nome

{Castiel/Jimmy ♥}
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Jimmy Novak
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Disclaimer: I personaggi citati appartengono alla Kripke Enterprises, Wonderland Sound and Vision e  alla Warner Bros
Note: wing!fic
 


 
Unanswered prayers




 
                                                                                                             
Call my name and save me from the dark
(Wake me up)
Bid my blood to run
(I can't wake up)
Before I come undone
(Save me)
Save me from the nothing I've become.
-Evanescence
 
 


Jimmy Novak non ricordava, non possedeva più i ricordi della sua infanzia spensierata, ricordava più il sapore dei pancake che sua madre preparava la domenica mattina, prima della Messa o quando i ragazzi più grandi l’avevano picchiato dietro al parchetto perché era una checca con l’abito da monaca e perché secondo loro portava la cintura di castità; non ricordava di essere tornato a casa gonfio di lividi, con la camicia buona strappata e il naso zampillante di sangue, non ricordava sua madre stringerlo e promettergli che il Signore li avrebbe puniti.

La foto del suo matrimonio era diventata una macchia sfuocata in una cornice scrostata, due volti anonimi e privi di qualsiasi significato, sorridenti per qualcosa che non aveva più importanza. Il primo zoppicante “paa-pa!” strillato da Claire (chi era Claire?) era stato avvolto dalla nebbia, lo scalpiccio dei primi passi, il calore della prima candelina, lo scricchiolio della ghiaia sotto le ruote della prima bicicletta rosa … vuoto.

Passavano così i minuti, le ore, i giorni (i secoli?) nel vuoto.

Dopo che il tiepido abbraccio delle ali dell’angelo si era sciolto, il suo corpo, no, la sua anima forse? Qualunque cosa fosse adesso, Jimmy era stato scaraventato come un mezzo di carne in qualche angolo della sua stessa mente, rinchiuso in una gabbia dorata che sapeva di divino e di gelo. E di silenzio.

Viveva (lasciava che il tempo gli scorresse addosso) così, avvolto in una nebbia così candida da fargli male agli occhi, densa come miele, ma non altrettanto dolce. Si sentiva leggero mentre fluttuava in quella melassa immacolata, le palpebre socchiuse e l’ombra di un sorriso sulle labbra secche.

A volte accadeva che, mosso dall’eco di un ordine impartito milioni di anni fa [1], l’angelo venisse da lui e allora la luce diventava così intensa da risultare nauseante, Castiel, così si chiamava quel tepore che lo avvolgeva.

A volte accadeva che lo ringraziasse e per quanto si sforzasse, Jimmy non riusciva ricordare  per cose quella creature celeste gli fosse tanto grata.

A volte accadeva che fosse lui a sentirsi debitore nei confronti di Castiel, quando gli faceva rimbombare il suo nome dentro le ossa –Jimmy, Jimmy, Jimmy.

Si era domandato a volte – e in una vita precedente- se gli angeli pregassero o se bastasse loro levare lo sguardo e domandare direttamente al Signore, per quanta importanza potesse avere ora, era giunto alla conclusione che forse sì, gli angeli pregavano, pregavano i mortali – o quello che ne rimaneva. Castiel pregava il suo nome ogni volta che gli faceva visita e Jimmy pregava il nome del silenzio [2], lo sentiva raschiare contro le pareti della sua gola riarsa e rimanere sospeso, catturato dalla luce. Lo pregava perché quelle grandi e maestose ali  nere non smettesse di avvolgerlo, di accarezzarlo, di far scorrere piccoli brividi lungo il suo corpo inerme, di far battere il suo cuore, perché quando Castiel veniva da lui riusciva a sentirlo, il debole battito del suo cuore, eco del fruscio della sua ali dell’angelo. Era così delicate e vive, scorrevano lente lungo il suo corpo e la necessità di toccarle diventava quasi un bisogno primario, ma la nebbia lo costringeva a rimanere immobile, quasi crocifisso nell’oscurità splendente della sua stessa mente, rinchiuso in una gabbia dorata, rinchiuso nel suo corpo. Jimmy pregava che Castiel non smettesse mai di ricordargli che di lui era rimasto ancora qualcosa.

Il piacere lo lambiva come le onde del mare, quelle pacate che ti lambiscono i piedi, quelle che Jimmy non poteva più ricordare. Si ritiravano e poi ritornavano a ricoprirlo, come un paio di grandi ali scure (il nero della notte non era mai stato così caldo e avvolgente), così, finché non si ritiravano definitivamente, la luce si affievoliva e il silenzio tornava sovrano. E in uno spiraglio di lucidità Jimmy meditava che forse ne era valsa la pena e così sedava quel qualcosa che premeva contro le pareti della gabbia, che graffiava, ringhiava e lo incitava a ricordare come e perché fosse arrivato a questi punti.

Chiudeva gli occhi e si consolava con la convinzione che nemmeno bere dal calice dell’ haoma [3] avrebbe potuto avvicinarlo di più al paradiso, non quando il paradiso erano un paio di labbra che lenivano la luce che lo divorava, dentro e fuori.



 
 
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NN (Note Noiose)
  • [1] riferimento al comando di Dio rivolto agli angeli dopo la creazione degli essere umani.
  • [2] Cassiel (קפציאל Qafsiel Kaziel in ebraico) è uno dei Sette Angeli Planetari della Cabala, sovraintendente del Regno Minerale e dominatore della sfera di Saturno, reggente quindi del segno del Capricorno. E’ conosciuto anche come l’”Arcangelo del Silenzio” quanto il suo compito è quello esclusivo di osservare e vigilare su quanto avviene sulla Terra, senza intervenire. Su di lui è chiaramente basato il personaggio di Castiel sia per l’analogia con il nome che per il comportamento, soprattutto per la prima stagione in cui fa la sua comparsa.
  • [3] pozione considerata capace di stabilire un contatto con le sfere celesti il cui uso pare essere stato proibito da Zoroastro (font. Il mercante di libri maledetti, Marcello Simoni)
  • Titolo da Prayers degli In This Moment
 
Hi :)
Sono confusa da questa storia, sapete? Era da un po’ che mi frullava in testa, peccato che prima che iniziassi effettivamente a scriverla era una massa informe di against, non-con e Castiel/Meg/Jimmy e tanto, ma tanto against e sesso violento e tutto ciò che mi è rimasto è stato un naso rotto e un paio di insulti ç__ç  La domanda è: come sono arrivata ad un mistico amplesso con un angelo dentro la testa di un personaggio!!?? 
Non lo so. Sono confusa.
Non mi lamento più di tanto, almeno ho trovato il modo di scrivere su Supernatural *scuoricinamento intensificato*
L’ho messa come AU perché secondo Jimmy non c’è nulla di bello nell’ essere incatenati ad una cometa. A me piacerebbe essere incatenata ad una cometa … insomma, deve essere fico, no? Evidentemente non lo è.
Io purtroppo non sopporto Castiel, ma ehy! Il figlio di puttana ha le ali e io non potevo non approffitarne :3


 
Hope you liked,
hope you review,
remember how much Ink loves you!


 
   
 
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