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Autore: anotherlivingpoet    05/11/2013    3 recensioni
Lascio il giorno alla gente comune,
con i loro pensieri sgombri dalla follia,
alla gente ch'io invidio tanto.
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Genere: Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riflessioni Notturne.








Recitare non è ciò che amo fare.
Recitare è ciò che ho bisogno di fare.
Io affermo solo quello che il mio essere reclama:
un palcoscenico e magari, un copione.
Datemi una commedia,
e vi farò ridere fino a non respirare.
Datemi una tragedia,
e vi farò piangere fino all'ultima lacrima.
Non cercate prepotenza nel mio tono,
perché non ne troverete.
Il mio cuore sarà sazio di quelle emozioni,
ma badate: non sarà per molto.
Per questo devo recitare.
Per essere in pace con me stessa.
Posate in mano mia una penna, nell'altra un quaderno,
e vi scriverò il mondo.
Il mio sfogo, nell'assenza del cibo spirituale.
È questo per me, la scrittura.
Lasciatemi un mese in un teatro con fogli e penna,
e vi potrei scrivere uno spettacolo.
Lasciatemi un mese senza queste cose,
e potrei impazzire.
Potrei girovagare come un leone in gabbia dentro le stesse mura che mi salvano dal gelo.
Potrei lasciarmi morire,
trascinandomi lenta nella mia stessa fine.
Lascio il giorno alla gente comune,
con i loro pensieri sgombri dalla follia,
alla gente ch'io invidio tanto.
E mi prendo la notte,
pronta a condividerla con le creature come me,
ahimé, poche ormai.
Compagne mie, non lasciatemi sola.
Vegliate su di me,
e vi donerò nuovo tramonto.



4/10/2013, ore 22.40
   
 
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