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Autore: devil girl dark    20/04/2008    9 recensioni
''La mia voce..ti svela passato presente e futuro...per questo tutti mi cercano...per questo mi inseguono...vogliono il potere..è brutto ciò che possiedo...Il mio passato? Beh..non voglio svelarlo...crudo e aspro com'è...magari un giorno..si...Tu intanto tienimi per mano..aiutami a superare la paura...proteggimi...aiutami a superare i demoni del mio passato che mi inseguono tutt'ora...solo tu puoi farlo...solo tu puoi portarmi alla luce della vita...'' [Con Dante DMC4, Nero, Trish altro personaggio]
Genere: Generale, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dante, Trish
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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The song of the witch
The song's witch




Era notte fonda..il cielo nero come la pece, la luna piena situata al centro del mare blu pallida, piuttosto sinistra, il silenzio di quel bosco fitto, così tenebroso e tetro, mettevano i brividi perfino ai più spavaldi paladini.
Ma la cosa strana era che in questa foresta scura camminava un giovane ragazzo da solo, impavido, come se stesse facendo una passeggiata in una mattina splendente.Egli aveva i capelli bianchi, quasi d'argento, occhi azzurro chiaro, alto, sguardo da spavaldo e sicuro. Indossava pantaloni blu scuri, giacca rossa e cappotto blu a tre quarti con ricami rossi.

Avanzava silenzioso e attento nella selva, cercando qualcosa. Arrivò al cuore della foresta. Lì, circondata da siepi, stava una casa, vecchia trasandata e abbandonata da secoli. In seguito, essa venne utilizzata da gruppi di Sette Sataniche per compiere le loro messe, i loro riti e i loro sacrifici. Proprio quella notte, doveva esserci una setta: dalla finestra si intravedeva una luce fioca. Il giovane si avvicinò, in punta di piedi, alla finestra e gettò uno sguardo al suo interno. Proprio come aveva sospettato..erano lì dentro.

I componenti del gruppo stavano attorno a un disegno sul pavimento che raffigurava una chiesa nera con ali di pipistrello e una lunga coda di un mostro che si avvolgeva attorno ad essa. Stavano eseguendo un rito. La piccola stanze era illuminate  dalle poche torce là attorno.

:-Voglio una vittima...voglio sangue..Bramo morte...- disse una voce doppia, roca, quasi stanca e debole.

:-Te ne offriamo una, mio signore.- rispose un servo -E' una ragazza, una splendida ragazza.-

:-E' vergine?- chiese.

:-Esattamente. Una giovane donna vergine..in cambio dell'immortalità.-

:-Mi sta bene..ma la voglio qui al più presto..voglio la sua anima.. Non deludetemi!-

:-Sarà fatto mio signore. Io personalmente conosco questa fanciulla. Non mi sarà difficile portarla alle tue grinfie.- disse quell'uomo, coperto dal cappuccio bianco.


Il ragazzo che stette ad ascoltare fuori strinse denti e pugni, guardando ancora dentro e poté osservare che il simbolo disegnato sul pavimento stava cambiando: il suo colore nero stava diventando color sangue, o meglio..quello era sangue..e la chiesa si sostituì con i delicati lineamenti di un volto femminile. Gli occhi azzurri del giovane si sgranarono a vedere quella ragazza che conosceva benissimo.

:-Aiutami, Nero!- urlò ella; poi il suo volto fu travolto dalle fiamme.

L'albino, di nome Nero, allungo la mano, ma non poté raggiungerla.

:-No!!- gridò.


Quell'urlo lo svegliò di soprassalto , ritrovandosi a sedere sul letto. Era sudato e affannato. Asciugò il sudore dalla fronte con la mano, dopodiché si rimise a letto massaggiandosi il viso, cercando di ricordare il sogno, di capirne il significato: quella ragazza era una sua amica..era in pericolo. Da chi? Da cosa? Chi erano tutti quei uomini? E chi di loro diceva di conoscerla? Lui non lo aveva visto in faccia..e quello lo preoccupava.

:-Devo chiedere aiuto a Dante..- mormorò mettendosi di fianco.



Il mattino dopo era caldo, piacevolmente tiepido, i raggi del sole riscaldavano la terra, i marciapiedi e le strade erano colme di gente che andava e tornava.. Fra i tanti edifici, se ne distingueva uno, leggermente trascurato, un'agenzia chiamata ''Devil may cry''. All'interno dello studio, stava, nella stanza da letto, un uomo che dormiva profondamente. Un giovane uomo di circa 30 anni, anche lui con i capelli color del platino, volto virile, naso dritto, mascella squadrata con un sottile strato di barba nera. Dormiva nel suo grande letto matrimoniale completamente nudo coperto, dalla vita in giù, da un lenzuolo bianco, mostrando così un corpo rigorosamente scolpito.

Si mosse voltandosi ancora dormiente verso la finestra dove la luce filtrava all'interno, riscaldandolo un po'. La stanza era in disordine: sul comodino una bottiglia semivuota di birra, e una scatola priva di pizza, le lenzuola del letto tutte aggrovigliate sul suo corpo e i vestiti sparsi svogliatamente a terra. Quell'uomo doveva vivere da solo a giudicare dalle sue condizioni. C'era silenzio..un divino silenzio e tanta tranquillità.

DRIIIN...DRIIIIN...DRIIIIN... il telefono squillava senza alcuna sosta, fastidioso e stridulo.

L'albino aprì leggermente gli occhi, che si rivelarono azzurri, come il ghiaccio. Li chiuse e li riapri più volte, erano ancora pieni di sonno, poi si  mosse alzandosi di poco per svegliarsi un po'. Con un verso scocciato, allungò la mano verso la cornetta gettando uno sguardo all'orologio. 8:05. Troppo presto...troppo presto per lui. Mugugnò con disappunto e con un secco gesto alzo la cornetta portandola all'orecchio.

:-Pronto...?- rispose a fatica.

:-Ehilà! Ti sembra il momento di dormire ancora?! C'è una splendida giornata oggi!- disse allegramente la voce di un giovane.

L'uomo riconobbe subito la voce di Nero e ghignò.

:-Sarà pure una gran bella giornata..ma basta udire la tua voce di prima mattina per rovinarla, Nero...- sibilò stirandosi.

:- ... Aha ah ah!! Davvero divertente Dante!- rispose lui offeso -Sei a casa più tardi?-

:-Se così fosse?- ironizzò l'uomo stendendosi sul materasso.

:-Ho un lavoretto da proporti..-

:-Sono in vacanza...- rispose secco Dante.

:-Andiamo, Dante, non fare il pirla!-

:-E' il prezzo da pagare per chi mi rompe le palle nei momenti sbagliati.- ribatté l'altro.

:-Guarda che che ne vale la pena!- insistette Nero.

:-Ho detto di no.- confermò Dante.

E lì il discorso sembrò chiudersi. Ma Nero non si dava di certo per vinto. Doveva convincerlo ad ogni costo..ma come? Quel tipo così arrogante e presuntuoso era proprio un osso duro. Poi un lampo illuminò la mente del giovane dopo un breve periodo di silenzio.

:-Che peccato...- disse amareggiato - Con il cliente che ti ho beccato, stai rinunciando a un bel gruzzoletto di soldi, a una bella vacanza degna di un re e magari, se te la lavori bene, a tante scatole di pizza gratis...-

:-Ti aspetto più tardi alle 4. E non tardare!- lo interruppe Dante bruscamente.

:-Ahahahah!- Nero rise di cuore; bastava solo di dire la parola magica ''pizza'' per fargli cambiare idea a quella testa dura -Bene, sapevo che avresti accettato. A più tardi.-


E così finì la chiamata. Dante posò la cornetta al suo posto e tornò a distendersi guardando un punto fuori, poi si concentrò sulla sua camera: era peggio di un porcile ridotta e guarda caso, quel giorno la sua ''cameriera'' non sarebbe venuta, pertanto se la sarebbe dovuta cavare da solo. Sbuffò pigramente alzandosi dal letto. Meno male che non c'era nessuno in quel momento in strada, altrimenti lo avrebbero visto nudo.

:-''Anche se sei la gioia delle donne e la disgrazia degli uomini devi stare al coperto.''- ridacchiò rivolto al suo amichetto. Si abbassò per raccogliere gli abiti da terra e con passo da culturista si avviò al bagno. Poco dopo si sentì il rumore dell'acqua.

:-''Proprio ciò che ci voleva...''- pensò sotto la doccia calda.

La sala si era appannata a causa del vapore; le gocce trasparenti gli correvano lungo il corpo, insinuandosi fra le linee dei suoi muscoli lavorati, i suoi capelli argentei si appiattirono alla fronte e al viso. Si infilò sotto l'acqua a lavarsi per bene il viso mascolino, grattandosi le mani col la barba. L'acqua andava raffreddandosi, per cui chiuse i rubinetti ed usci da lì con una tovaglia ben stretta ai fianchi dritto in camera.

Rimase sullo stipite della porta in bilico fra il mettere in ordine o lasciar stare. Lui? Mettere in ordine? Ma non gli passava neanche per l'anticamera del cervello. L'avrebbe fatto la sua ''cameriera'' al ritorno, e sapeva già che non sarebbe stata molto contenta.

Si avvicinò al letto e si vestì con una giacca nera a tre quarti, fornita di tre fibbie di cuoio, una attorno al petto le altre due attorno all'addome; pantaloni lunghi neri di pelle ma sulla zone inguinale, dei glutei e dai polpacci in giù il tessuto era di colore rosso fuoco; scarponi neri e guanti neri a mezze dita solo su pollice e indice di entrambe le mani; completò il tutto con un lungo cappotto di pelle rossa con borchie d'orate alle spalle.

Discese le scale e passò in cucina, con l'intenzione di gustarsi una bella colazione. Anche quel posto era un macello totale. Si grattò la testa con fare leggermente imbarazzato e si mise ai fornelli: bacon, uova, e una tazza di caffè forte. Al termine del pasto poggiò il piatto sul lavello.


Erano appena le undici. Dante era seduto dietro la scrivania con i piedi incrociati su essa, intento a leggere una rivista per uomini adulti.  ...Noia mortale e quiete; il telefono poggiato sul limite del tavolo non squillava e lui, eccezionale Cacciatore di demoni, si nauseava a stare fermo. Il suo mestiere era tanto pericoloso quanto insolito, ma non per lui, che possedeva per metà sangue umano e metà sangue demoniaco.
Si divertiva, anzi, ad uccidere quelle creature infernali ed era sempre alla loro ricerca; ma quella mattina sembrava tutto tranquillo e al nostro Dante non rimane altre che aspettare la proposta di Nero.

Dodici e trenta...nulla ancora...

Si stiracchiò i muscoli, si era insonnolito. Per tanto, si andò a distendere sul divano, incrociando le mani dietro la nuca. Finalmente arrivò il pomeriggio, sembrò scendere velocemente grazie anche al sonno che si godette. La porta dell'agenzia si aprì con il tintinnio di un campanello e dei passi suonavano sul pavimento in legno. Dante aprì un occhio per curiosare su chi fosse entrato. Altri non era se non il giovane Nero. L'uomo guardò l'orologio e ridacchiò.

:-Sei puntuale.- disse senza guardarlo.

:-E tu sei sempre lì a poltrire.- accusò il giovane avvicinandosi al divano su cui era sdraiato il cacciatore.

:-Va al sodo..Cosa vuoi?- sbottò l'altro.

:-Ho un bisogno assoluto che tu diventi la guardia del corpo di una persona.-

:-Uomo o donna?-

Nero ridacchiò :-Fa differenza?-

:-Parecchia.- concluse Dante indifferente.

:-E' una ragazza.-  affermò Nero lanciandogli una foto sul tavolino davanti al divano.

Dante si mise seduto sul sofà prendendo in mano la foto: fu sicuramente scattata durante l'esecuzione di un concerto: difatti, la ragazza era con un microfono in mano, gli occhi strettamente chiusi e la bocca aperta. La sua schiena era coperta da una massa di lunghi capelli castani lisci, i pantaloni attillati di pelle scarlatta davano un'idea sul suo corpo esile ma dalle splendide curve, come dimostrava la maglietta aderente: curve tonde, sode e abbondanti. Una bella gnocca insomma, pensò il cacciatore. Poi sbuffò.

:-E io dovrei diventare la body guard di una cantante a causa dei fan? Mi dispiace Nero...non è il mio genere di lavoro, lo sai.- affermò gettando la foto.

:-Tu credi che se fosse per loro sarei qui?-

:-Bene. Allora sputa il rospo se c'è qualcosa di cui occuparsi seriamente.-

:-Come vuoi...Dei demoni bramano la sua anima.- spiegò il giovane.

:-Hmm..interessante...- fece lui con fare disinvolto. -Cosa ha fatto costei per avere la loro attenzione?-

:-Nulla..solo che è stata venduta loro la sua anima.- A questa confessione, il cacciatore accigliò lo sguardo -E loro la vogliono morta. In pochissimo tempo.-

:-Qual'è il suo nome?- chiese Dante.

:-Tersilia.- rispose Nero.

L'uomo sbuffò :-Che razza di nome!-

:-Si Dante..-ammise l'altro -Ma sai? Non solo il suo nome è strano...-

Gli occhi azzurri di Dante si posarono su Nero in attesa di un approfondimento dell'argomento che non gli fu dato.

Nero lo guardò :-Ha un concerto stasera nel locale qui vicino. Ti va di andare a vedere? Così potrai conoscerla meglio.-

Dante si alzò dal divano diretto nello stanzino. Prelevò le sue fidate pistole, Ebony e Ivory, nascondendole dietro il cappotto.

:-Perché no? Sarà molto interessante...- commentò guardando nuovamente la foto di Tersilia sul tavolo, deciso e impaziente di affrontare quella missione.
  
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