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Autore: Angoletto    06/11/2013    0 recensioni
Cosa succede se qualcuno risponde ad un tuo messaggio lasciato per pura noia su di un muro diroccato con un pennarello? E' quello che succede a Sally, una normalissima studentessa che forse troverà l'amore grazie a questo scambio di risposte con un completo sconosciuto.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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WALL.

1

 

Erano giorni ormai, giorni che lasciavo messaggi sul muretto diroccato appena dietro la scuola.
Insieme alla mia amica Erin ero andata a fumare di nascosto e per noia avevo cominciato a scarabocchiare parole senza senso col pennarello rosa che porto sempre con me.

“Chi vuole sentirmi?”. Scrissi poi in fine prima di andarmene.

Non so perchè l'avessi fatto, avevo tante amiche e di gente con cui parlare ne avevo parecchia ma mi sentivo comunque vuota. Sentivo che nessuno mi capiva in pieno e forse quel messaggio di aiuto mi era uscito direttamente dal cuore, senza che il cervello lo filtrasse.

Era cominciata così.


Il giorno dopo tornai a quel muretto, avevo dimenticato li il quaderno di algebra.

Mentre mi accucciavo a prenderlo l'occhio mi balzò su di una macchia nera nel mezzo del pasticcio rosa che avevo dipinto il giorno prima.

“Io”.

 

Una risposta, una risposta alla mia domanda. Incredula afferrai il pennarello rosa dalla borsa e senza pensarci due volte scrissi subito dopo “Chi sei?”.

Dopo essermi guardata intorno mi dileguai come un cerbiatto impaurito.

Per qualche minuto mi nascosi dietro un albero ma il suono della campanella mi obbligò a lasciare quel posto.

“Finalmente sei tornata Sally! Credevo ti fossi fermata a fumare senza di me!”. Esclamò Erin non appena mi vide voltare l'angolo.

Accennai un sorriso e senza dire nulla mi rifugiai nell'androne scolastico. Senza farmi vedere cominciai a buttare occhiate in giro. Dovevo capire, ottenere indizi su chi fosse il misterioso “Pennarello nero”.

 

Durante l'intervallo scappai di corsa senza dire nulla a nessuno. Corsi a perdi fiato verso quel muro.

 

“Chi sei tu?” recitavano le nuove parole apparse sul muro in nero.

 

Il cuore cominciò a battermi sempre più forte. Non era un caso quella risposta. C'era davvero qualcuno che andava appositamente li per “parlare” con me.

 

“Sono Sally, tu come ti chiami?”. Azzardai a scrivere il mio nome, ce n'erano a bizzeffe di Sally a scuola e non credo avrebbe capito subito chi fossi.

Come prima diedi un occhiata veloce tra gli alberi e me la filai. L'adrenalina si faceva sentire e cominciai a sudare freddo,

Ero curiosa e spaventata allo stesso tempo. Se fosse stato un pazzo? Se avesse volesse incontrarmi prima o poi? Avevo solo domande in testa. L'unica cosa di cui ero certa è che non avrei mai e poi mai detto nulla a nessuno, almeno per il momento. Nemmeno ad Erin, era la mia migliore amica ma non sapeva tenere la bocca chiusa.

 

Passai il resto delle lezioni ficcanasando tra i banchi dei miei compagni in cerca del fantomatico pennarello nero. I risultati furono deludenti. Non ne trovai nemmeno l'ombra.

Feci lo stesso passando davanti gli armadietti ma non riuscivo a vedere abbastanza bene.

Dalla borsa tirai fuori la bottiglietta d'acqua e ne sorseggiai la metà. Poi realizzai.

Ero un idiota, di pennarelli neri ne era pieno il mondo sarebbe potuto essere chiunque. L'adrenalina e la curiosità mi avevano annebbiato il cervello tanto da non calcolare un dettaglio così ovvio.

 

Avevo bisogno di rilassarmi, così spinta dalla speranza di ritrovare un altra risposta andai nuovamente al muretto.

Nulla, nessuna risposta.

Non era ancora venuto.

Un rumore improvviso mi fece scattare. Mi voltai e mi ritrovai faccia a faccia con un ragazzo. Aveva l'aria trasandata e sexy.

Era molto alto e portava i capelli corvini lunghi e spettinati. Indossava un t-shirt nera e jeans strappati su degli anfibi che avevano visto giorni migliori.

 

“Oh, scusa non volevo spaventarti”. Disse lentamente con fare quasi drammatico.

“Non mi hai spaventato”. Risposi con tono leggermente nervoso.

Che fosse lui? Tirai fuori il pennarello rosa, volevo vedere la sua reazione.

Elettroencefalogramma piatto. Nada. Nessuna reazione se non la risata silenziosa dovuta sicuramente alla mia espressione da ebete con un pennarello vicino la faccia.

“Bel pennarello” disse con lieve sorriso.

“G-grazie” risposi mentre sentivo la faccia andare a fuoco.

“Mi chiamo Sally, tu chi sei?” Chiesi senza pause.

“Sono Trevor, vengo dal liceo qui dietro. Te vai nella scuola dall'altra parte del muro diroccato?” mi domandò.

“Si, vengo qui di nascosto per rilassarmi”. A quanto pare non ne sapeva nulla della storia dei messaggi sul muro, ma poco importava. Mi piaceva questo ragazzo.

“Come me allora, non ho mai avuto il piacere di vederti però. Evidentemente abbiamo orari differenti” rimuginò lui. Il suono di una campanella lontana ci riportò alla realtà.

“E' meglio che vada, ho troppe punizioni da saldare. Non ne voglio una anche per il ritardo” disse mentre mi salutava con la mano.

“A presto” dissi appena in tempo, prima che sparisse tra gli alberi.

 

Mi voltai verso quel muro. Non avevo ancora capito con chi stavo parlando, ma la cosa certa era che grazie a lui avevo incontrato quel ragazzo e che sempre grazie a lui presto l'avrei rivisto.

  
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