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Autore: ThePirateSDaughter    06/11/2013    10 recensioni
"“Chica, secondo me tu hai solo paura”.
“Cerca di non essere ridicolo, per favore”."
Ambientata in un ipotetico futuro tra TDWT e TDAS, dove Alejandro è già uscito dal robot ^_^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
- Questa storia fa parte della serie 'Alejandro/Heather Moments'
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Ice-skating.
L’atleta – perché non ci sono altre parole per definirlo, anche se “idiota” le sembra fattibilissimo- esegue una piroetta talmente veloce da farlo diventare qualcosa di basso e indistinto dai contorni sfocatissimi; come se fosse la cosa più naturale del mondo, dopo qualche secondo, si rialza, arcuando la schiena indietro e continuando a roteare su se stesso, per poi darsi la spinta e proseguire via sulla pista ghiacciata.
E tu ti aspetti che io faccia una cosa del genere?”
Heather è livida, per il freddo e per la stizza; le mani ad abbracciarle il petto, sbuffa di freddo, nonostante sia infagottata in un giubbotto rosa scuro – lode e gloria a qualunque istinto le avesse fatto decidere di acquistarlo, perché era indescrivibile-, porti una sciarpa blu scuro attorno al collo e, dulcis in fundo, un paio di paraorecchie scuri. Alejandro decide di distogliere lo sguardo; finisce di allacciarsi il pattino al piede destro, si alza e scivola in pista.
Amor…”
“Heather.”
Amor, non è così difficile. Guarda, lo sanno fare anche i niños”.
E indica, con un ampio gesto della mano, i bimbetti che si rincorrono allegri sulla pista di pattinaggio allestita per l’inverno in Nathan Phillips Square. Qualcuno barcolla, qualcuno sfreccia più spedito degli altri, qualcuno di particolarmente basso riesce a compiere la pazzia e sfreccia tra le gambe degli adulti più inesperti; stanno tutti inequivocabilmente in piedi.
“Tsé” Heather incrocia le braccia in maniera più risoluta. Alejandro si poggia alla balaustra che circonda la pista, quel sorrisetto odioso da io-la-so-lunga in faccia.
Chica, secondo me tu hai solo paura”.
“Cerca di non essere ridicolo, per favore”.
“E allora perché non sei ancora entrata in pista?”
Lo detesta quando fa così. La provoca, la pungola, fa di tutto perché, alla fine, lei possa capitolare. Non ha ancora capito che, in tutta quella storia, è lei a comandare.
“Perché…” sputa lei, cercando disperatamente di pensare a un motivo valido “perché tu… oh, non devo certo venirti a spiegare perché
Alejandro ridacchia. È un pensiero completamente fuori luogo e Heather si odia anche per il solo pensarlo, ma quel giubbotto gli sta perfettamente. E c’è un’atmosfera strana, con le luci, la neve finta e la neve vera, le risate delle persone attorno e il gelo dicembrino che le sta ghiacciando ogni centimetro quadrato di epidermide che si ritrova. Un ambiente strano. Dal quale non vorrebbe scappare e dal quale vorrebbe solo sparire.
“Su chica. Sarò accanto a te, se proprio dovessi cadere”.
Ma che bastardo.
“È ovvio che non succederà” puntualizza lei, con aria di superiorità “E comunque, mi spiace, non attacca. Lo stai dicendo solo per convincermi a scendere in questa maledetta pista e, fidati, non succederà”.
Lui si limita a fare spallucce, socchiudendo appena gli occhi. “Bene. Se hai intenzione di rimanere a bordo pista per tutto il tempo…”
Poi, come se non avesse fatto altro nella vita che lanciarsi via da una balaustra e affrontare una lastra di ghiaccio infido e scivoloso, si stacca con un’aggraziata spinta e comincia a zigzagare tra le persone con un’abilità e agilità che non Heather gli avrebbe mai attribuito, tanto che, qualche secondo dopo, con sommo scorno, si rende conto di fissarlo a bocca aperta come un pesce rosso particolarmente idiota.
E va bene. Ma l’ho deciso io, sia chiaro.
Fissa la lastra di ghiaccio oltre la balaustra con apprensione. Allunga prima un piede. Poi un altro.
“Ehilà, chica!”
Lo spavento, l’ansia, l’improvvisa esclamazione e il suolo improvvisamente scivoloso e instabile sono una combo perfetta: Heather annaspa, agita le braccia come un mulino a vento e, nel giro di pochissimi secondi, è a terra.
“Nella lingua inglese non esistono parole adatte ad esprimere il mio disprezzo nei tuoi confronti * ” sibila, guardandolo da sotto in su. Ed è bellissimo, maledizione a lui. Un semplice giubbotto blu, un paio di guanti, un sorriso divertito, niente di più; chissà come fa a resistere. Deve essere quel suo stupido sangue latino a mantenerlo al caldo. E forse, bisbiglia una stupida vocina da qualche parte nella testa di Heather, anche il fatto che, con lui, ci sia lei. Arrossisce alla sola consapevolezza di esserci arrivata. Sta diventando sentimentale.
“Dammi una mano!” sbraita dunque, stendendo un braccio nella sua direzione. Vuole alzarsi da terra prima che le si congeli il sedere. E prima che qualcuno la noti. E perché, dopotutto, stanno davanti all’ingresso della pista da pattinaggio e sono un intralcio per chiunque voglia accedervi… oh, perché sta pensando alle altre persone?!
“È un onore offrirti assistenza”. Alejandro le prende la mano e la tira in piedi, non senza difficoltà: Heather non ha ancora capito come diamine muoversi.
“Ora” cercare di ignorare la sua voce condiscendente è veramente difficile “cerca di tenere le gambe leggermente divaricate e piègati lievemente in avanti o perderai l’equilibrio. Dammi la mano e vediamo se riesci a fare qualche passo…”
“Faccio da sola, grazie” Heather rifiuta stoicamente la mano tesale – fessa una volta, ma non due- e, nel giro di due secondi, sente l’equilibrio venirle meno un’altra volta. È già preparata a sentire ancora la botta del ghiaccio contro il sedere, forse continuerà a sbatterci contro tutta la sera, magari creerà un buco e distruggerà la pista, così se ne potranno andare tutti a casa… ma la botta non arriva.
Arrivano, invece, due braccia, a stringerla immediatamente sui fianchi e a mantenerla in piedi.
Ha esattamente un istante per realizzare la situazione.
È in piedi, tra le braccia di Alejandro.
È in piedi, tra le braccia di Alejandro e stava per cadere.
È in piedi, tra le braccia di Alejandro e stava per cadere e lui l’ha riafferrata.
È in piedi, tra le braccia di Alejandro e stava per cadere e lui l’ha riafferrata e intorno a loro c’è quell’atmosfera strana, con le luci, la neve finta e la neve vera, le risate delle persone attorno e il gelo dicembrino che, improvvisamente, non sembra le faccia provare più così tanto freddo. Un ambiente strano. Dal quale non vorrebbe scappare. Dal quale vorrebbe solo sparire.
“Ed è esattamente qui” sussurra Alejandro, da qualche parte vicino al suo orecchio destro “che volevo arrivare”.
Ha le braccia ancora strette attorno a lei e non è più per mantenerla: è per non lasciarla più andare.
Heather solleva lo sguardo su di lui e ogni sua resistenza, improvvisamente si azzera; non ci sono pensieri, non ci sono remore, non ci sono frecciate che tengano: Alejandro è lì, davanti a lei, la sta sorreggendo, è a pochi centimetri di distanza, ha gli occhi che brillano e le gote appena arrossate e, maledetta lei, il suo cervello, il suo cuore, qualunque cosa, non le è mai sembrato più bello di così.
Quindi, quando vede il suo viso avvicinarsi, come al rallentatore, non se ne preoccupa nemmeno; chiude gli occhi e basta. Quando sente le sue labbra sfiorare le sue, quasi avesse paura di toccarla –a dispetto di tutta quella strafottenza che mostra di solito-, ricambia e basta. Quando si sente abbastanza stabile, sposta le mani e gli circonda le spalle e si riesce a dimenticare quell’atmosfera strana, delle luci, della neve finta e di quella vera, delle risate delle persone attorno e il gelo dicembrino decisamente, non lo sente più.
E, ora lo sa, non vorrebbe scappare mai.
 
 

 
* = cogliete la citazione, coglietela, coglietela! ** {Glee, terza stagione, Sue Sylvester, contro la coach Washington}.
 
CRISTOFORO COLOMBO, MA VI VEDETE?
NON VEDETE QUANTO SIETE BELLI?
NON VEDETE QUANTO SIETE STUPENDI E BELLISSIMI E SUSCETTIBILI DI FANGIRLAMENTO ALLA MASSIMA POTENZA?! MH?!
Boh, io questi due li amo e si necessitava qualcosa di fluffoso dopo la mia raccolta di Drabble finita decisamente male xD.
DUNQUE! Doverose spiegazioni. Come già detto nell’introduzione, è ambientata in un ipotetico periodo tra TDWT e TDAS, dove Alejandro è già uscito dal robot e lui e Heather hanno appena cominciato a vedersi. Indi quello descritto qui era il loro secondo bacio. Aww *sfehofhesoci*
È un’Heather forse più dolce di quelle che ho scritto in precedenza, ma ehi, a riguardare TDWT, si vede come non sia completamente bastarda. È arrivata pure a preoccuparsi di Alejandro quando sparì, a Londra. In PUBBLICO. E poi su, sono l’amore e basta.
Nathan Phillips Square esiste veramente e viene veramente adibita a pista di pattinaggio, durante gli inverni canadesi *le professional Pirats* *logicamente, mica sto a scrive’ cazzate*.
Prima di lasciarvi, nel caso a qualcuno interessasse, vi posto il link di una Alether che sto scrivendo insieme a Onigiri, un'Aletherer braverrima che vi consiglio!
Link alla storia: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2253193&i=1
Nulla, spero di avervi fatto feelingare un po’ con la bellezza della Alether; per qualsiasi cosa, qui sotto c’è lo spazio per le recensioni ^_^
   
 
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