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Autore: foschi    06/11/2013    3 recensioni
- Ti amo Donatello – sussurrò Leonardo
- Anche io, Leo –
- Ne sei sicuro, Don? –
Il più piccolo aveva inarcato un sopracciglio perplesso – Sì, perché? –
- Perché so che c’è qualcosa che non va. C’entrano il maestro Splinter ed i ragazzi, vero? C’entra quello che ci aveva detto quella volta, vero? – Gli occhi ramati dell’ex leader cercavano i suoi nocciola. Rassegnandosi, il viola sospirò:
- Sì. –
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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  Por favor, vuelve aqui, junto a mi…!

 

 

Saaalve  gente!! :D

Vi sono mancata?? :3 Scusate l’assenza, ma sono stata molto impegnata  -_-

Per vostra sfortuna (?)  sono tornata e sono tornata con questa storia su una coppia che ho iniziato ad amare ultimamente! *^*

Qual è la coppia?? Signori e signore, ecco la coppia LeoxDon! :3

Trama?? Leggete e saprete! x3

Come, vorrei ringraziare mikeychan, ladyzaphira e ka93 per il loro splendido supporto! *^*

Ed ora, buona lettura! ;D

 

 

 

Leo guardava malinconicamente il suo Donnie lavare i piatti. Erano le 23.00 di sera, perché ancora non l’aveva raggiunto a letto?

Un sospiro uscì dispettoso dalle sue labbra. Da quando erano andati a vivere da soli, lontani dalla loro famiglia, Donnie era cambiato. Il suo luminoso sorriso non splendeva più sul suo – bellissimo! – viso. I suoi caldi occhi nocciola si erano spenti. Niente riusciva a tirarlo su di morale e lui sapeva di chi era la colpa...

 

“Da questo momento in poi” aveva detto il maestro Splinter con cipiglio severo “Voi non siete più miei figli, non siete più degli Hamato. Vi disconosco e vi bandisco da questa casa!”

Le due tartarughe avevano ascoltato quella terribile – se così si può dire – punizione. Il corpo di Leonardo aveva iniziato a tremare. Di dolore, avrebbe detto qualcuno. D’altronde lui era sempre stato l’allievo preferito di Splinter!

Ed invece no! Leonardo aveva iniziato a tremare di rabbia! Come? Come poteva Splinter trattarli in quel modo? Cosa c’era di male nel loro amore? Era per via dell’incesto? E che importava! In fondo, non erano veri fratelli…!

Indignato, l’ex leader si era alzato “Non è un problema. Sarò felice di andarmene da una casa in cui non si riesce a vedere oltre alle tradizioni e non sarà questo a spezzare il mio amore per Donatello!”

Il viola lo aveva guardato a bocca aperta. Era davvero Leonardo quello? No, sicuramente no. Lui non avrebbe mai risposto così a Splinter, al loro sen-sei…!

“Ti proibisco di parlarmi in questo modo!” la voce di Splinter era sfigurata dall’ira. Il suo bastone venne sbattuto violentemente sul pavimento ligneo del dojo mentre i suoi occhi mandavano lampi di pura ira.

Ignorandolo, l’azzurro aveva aiutato il fratello ad alzarsi “Don, vuoi venire a vivere con me? Io ti amerò più di quanto non abbia fatto ora”

Gli occhi ramati di Leonardo si erano specchiati in quelli noccioli e velati di lacrime di Donatello. Il suo sguardo deciso e colmo d’amore si era specchiato in quello pieno di paura di Donatello. Niente e nessuno avrebbe potuto rompere l’amore che provava per lui…!

“Lo vorrei tanto, Leo…”

Senza indugi, le labbra dell’azzurro si erano posate su quelle del viola. Le loro lingue si carezzavano lascive. L’aveva fatto apposta. Sapeva che Splinter stava fremendo d’ira pura…

 

I loro gemiti riempivano la stanza. Le labbra di Leonardo erano chiuse su quelle di Donatello. Le loro lingue si carezzavano lascive. Leonardo li aveva letteralmente trascinati a letto quando il viola era stato completamente soggiogato dai gemiti che i denti sulla sua carne avevano causato. Era stato soggiogato dalle sue mani così calde che l’avevano spogliato di  qualsiasi armamentario ninja.

Ed ora erano quelle stesse mani a carezzare, febbricitanti di passione,  il suo addome. Erano quelle stesse labbra a lambire quel pezzo di carne arrossato precedentemente dai suoi denti. Erano quegli stessi gemiti a soggiogare Donatello, portandolo ad una pura estasi.

Dalle sue labbra, la lingua del maggiore era scivolata lungo la sua gola, il suo addome fino alle sue intimità, lasciando dietro di sé una scia argentata di saliva.

Giocava lussuriosa con il suo pene, uscito dal suo spacco intimo. Ne saggiava l’asta in tutta la sua lunghezza. Ne solleticava la punta. Avertendo l’irrigidimento di Don, Leo non perse tempo ed imboccò il suo sesso. In poco tempo e fra i gemiti più acuti, il seme di Donatello giunse nella bocca del maggiore.

- Sei ottimo, come sempre – si asciugò con un braccio sudato il rivolo di seme che gli bagnava la pelle.

- G-grazie – ansimò il viola rosso in viso.

Il dolore arrivò implacabile. Il bacio che Leonardo gli aveva riservato non era servito da anestetico. Sentiva il suo pene eretto entrare ed uscire dal suo ano. Lo sentiva sempre più in fondo ad ogni spinta. Lo sentiva sempre più duro finché non erano venuti implacabili, come un fiume in piena.

- Ti amo Donatello – sussurrò Leonardo

- Anche io, Leo –

- Ne sei sicuro, Don? –

Il più piccolo aveva inarcato un sopracciglio perplesso – Sì, perché? –

- Perché so che c’è qualcosa che non va. C’entrano il maestro Splinter ed i ragazzi, vero? C’entra quello che ci aveva detto quella volta, vero? – Gli occhi  ramati dell’ex leader cercavano i suoi nocciola. Rassegnandosi, il viola sospirò:

- Sì. –

 

***********

 

 

Le palpebre calarono pesanti sui suoi occhi ramati. Il cielo, sebbene ancora scuro, iniziava a tingersi di un rosa perlato. Era l’alba. Era l’inizio di un nuovo giorno… e la fine del loro amore. Una dispettosa lacrima si infranse sul pavimento grigio della terrazza. Aveva detto che niente avrebbe spezzato

il suo amore per lui, ma non era vero.

 

“D’ora in poi, non hai più impegni con me, sei libero” aveva detto voltandosi di spalle

“Come? Perché??” Le parole del genio si erano posate su di lui come una pioggia gelata.

“So che ti mancano. So che vorresti tornare da loro, ma so che loro non ci accetteranno. Ormai il legame che avevamo con loro si è spezzato. Ma se credi che tornando da loro, tutto tornerà come prima, va’ pure. Non ti preoccupare per me.”

Due cristalline lacrime solcavano le guance del viola. Finito? Era tutto finito?

 “Perché? Perché Leo? Non mi ami più?”

Il leader aveva sospirato pesantemente. Doveva far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non piangere.

“Certo che ti amo, Don. Più di quanto tu pensi, ma per ora è più giusto così” E lasciando basito il genio, se ne era andato da quella casa che li aveva accolti dopo che erano stati esiliati dalla tana.

 

“Perdonami, Don. Perdonami per quello che ti ho fatto. Non avrei voluto arrivare a questo ma non ce la facevo più a vederti così distrutto per loro. Loro non ti meritano ma questo ancora non l’hai capito e per questo devo rinunciare a te. Anche se mi strazia il cuore, devo rinunciare a te. Chissà, magari un giorno torneremo insieme, ma ora non è possibile. Non ci può essere un lieto fine per noi. Per questo me ne sono andato. Per questo mi sono congedato da questo sogno che non potrà mai realizzarsi. Mi dispiace Don, amore mio.”

E mentre le sue lacrime si infrangevano al suolo, Donatello camminava nei vicoli scuri delle strade. Aveva gli occhi vuoti e le lacrime rigate dal pianto. Lasciato? Leo lo aveva lasciato? Sì, l’aveva lasciato. Ed ora cosa poteva fare lui? Cosa doveva fare? Doveva andare a cercarlo, o tornare dai suoi fratelli? In lui albergava una confusione spaventosa.  Il suo cuore lo pregava di cercarlo, la mente di andare dai fratelli. E sebbene, il cuore gli dolesse nel profondo, sebbene quell’amore gli fosse sfuggito dalle mani,  avrebbe seguito quest’ultima. Anche se i giorni si sarebbero continuato a susseguirsi, anche se il sole avrebbe seguito il suo corso, anche se la luna sarebbe stata ogni sera più bianca, lui doveva accettare la fine del loro amore.

“Mi dispiace, Leo. Anche se ti venissi a cercare ed a dirti che ho cambiato idea, son che non torneresti da me…” Si lasciò scivolare contro il muro, lasciò andare il cuore ad un pianto disperato.

 

*************

 

Le grida provenienti da un vicolo attirarono le attenzioni di Leonardo.

- Cosa sta succedendo là? –

Agile e silenzioso, osservò attentamente la scena. Un gruppo di ninja di Shredder stavano lottando. Ma contro chi?

Gli occhi ramati della tartaruga si spalancarono quando vide Donatello scontrarsi con quel gruppo. Erano troppi per lui. Non ce l’avrebbe mai fatta da solo! Estrasse le sue katana pronto a gettarsi nella mischia. Troppo tardi, però.

Uno di quei ninja aveva preso il sopravvento colpendolo in testa con una spada, mentre la tartaruga era impegnata ad attaccare uno di quei ninja.

Donatello sgranò gli occhi stordito, le forze gli vennero meno e lui si accasciò al suolo, privo di sensi.

- DONATELLO!! –

 

*************

 

Quando la tartaruga ninja riaprì gli occhi nocciola, una luce gialla lo accecò. Mettendosi a sedere a fatica, si guardò intorno. Si trovava in una camera arredata elegantemente anche se non eccessivamente. La finestra era contornata da una tenda lilla mentre le pareti erano di un leggero giallo ocra

- Dove sono? – si chiese

- Ah! Finalmente ti sei svegliato! – una voce femminile attirò la sua attenzione.

Una donna alta, magra, dai capelli rossi gli sorrideva.

- Dove sono? – ripetè il genio

- A casa mia. Ti ho portato qui dopo che quei farabutti ti hanno colpito –

- Farabutti? –

- Sì, quei tizi da cui mi stavi proteggendo! –

Notando l’espressione spaesata del viola, la donna si sedette sul letto – Sei comparso dal nulla appena mi hai sentita gridare. Mi hai detto di scappare e mettermi in salvo ma non ho fatto in tempo che i nemici ci hanno circondato. Non so cosa volevano da me, ma tu hai iniziato a combattere – a proposito, te la cavi bene! – finché non ti hanno accerchiato e mentre attaccavi uno di loro, uno ti ha colpito alla testa. Sei crollato a terra con il sangue che usciva dalla ferita sulla tua testa. Non so perché, ma quando ti hanno visto crollato a terra, sono scappati ed io ti ho portato qui. –

Il genio si stese nel letto. C’era qualcosa che non andava in quel racconto. Aveva sentito qualcuno gridare ma non ricordava chi fosse, sebbene la sua voce gli risuonasse familiare.

- Comunque piacere, io sono Alba –

- Io sono… chi sono io…? –

 

**************

 

 

- Ragazzi!! –

L’azzurro entrò sconvolto nella tana. Al diavolo Splinter che lo aveva esiliato! Aveva visto Donatello crollare a terra. Aveva visto quella donna portarlo via mentre lui rimaneva come paralizzato su quel balcone, incapace di intervenire. Era corso dai suoi fratelli a chiedere aiuto. A chiedere aiuto per cercarlo…

- Leonardo! – Mikey era corso verso di lui. Felice di rivedere il fratello ed allo stesso tempo preoccupato

- Cosa c’è? Che è successo? – Raphael si avvicinò al fratello mentre Mikey lo  faceva sedere sul divano.

Le lacrime cadevano a fiotti dagli occhi del leader. – D-Don… -

- Che è successo, Leo? – chiesero preoccupati Raph e Mikey

- E’ stato colpito da… dai ninja e… è svenuto. E’ scomparso… -

I due fratelli si guardarono preoccupati mentre l’azzurro scoppiava nuovamente a piangere.

- Ti aiuteremo a cercarlo, Leo – Mikey lo abbracciò.

 

 

- Dove pensate di andare? – il maestro Splinter si erse sulla porta del dojo

- A trovare Donatello, mi pare ovvio –

- Voi non metterete un piede fuori casa! – il bastone sbatté sinistro sul pavimento – Leonardo ti avevo detto di non mettere più piede in questa casa! –

Raphael digrignò i denti – Maestro, Donatello è nostro fratello, dobbiamo aiutarlo! –

- Voi non metterete piede fuori di qui! –

- Sa’ che le dico maestro? – urlò Raphael – Non mi importa dei suoi ordini. Leo e Donnie sono miei fratelli e devo aiutarli! Hanno già sofferto abbastanza –

Ed ignorando gli ordini di Splinter, le tre tartarughe corsero fuori casa, alla disperata ricerca di Donnie…

 

**************

 

Quello scontro lo aveva privato della memoria. Non ricordava più chi fosse, né da dove venisse. Per questo Alba lo aveva invitato a stare a casa sua, almeno finché non si sarebbe ripreso.

Donatello si trovava bene accanto ad Alba. Si era instaurata una profonda amicizia fra loro e lei faceva di tutto per aiutarlo. Ma nonostante il suo aiuto, la memoria non tornava. Nella sua mente, c’era quella voce così familiare eppure così sconosciuta che lo chiamava…

- Io esco un attimo –

- D’accordo! – urlò la donna dalla cucina.

 

 

L’aria serale di New York gli era sempre piaciuta. Lo rendeva così… calmo! Le stelle brillavano fulgide in cielo, la luna splendeva argentea e le macchine scorrevano sotto i suoi occhi nocciola. Tutto era così calmo, così tranquillo! Peccato solo che lui non lo fosse. Quella voce lo assillava.

“Di chi era?” sforzandosi di ricordare, la tartaruga si prese la testa fra le mani. Gli era venuto un gran mal di testa. Possibile che fosse destinato a rimanere per sempre senza memoria??

Alcune urla attirarono la sua attenzione. Di nuovo quei ninja, quei farabutti? A quanto pare si divertivano a mettere sottosopra la pace della  città!

 Senza perdere tempo, il viola si gettò nella mischia. Aveva perso la memoria ma ancora sapeva battersi!

In poco tempo, si sbarazzò di alcuni ninja. Ma ebbe un deja-vouz. Aveva già vissuto quella situazione. Una  “vittima” da salvare. I nemici che lo aggredivano… ed una voce che lo chiamava!

- DONATELLO! – un’arma, un Sai, colpì il ninja che stava per colpirlo.

- Ti aiutiamo noi, fratello! –

In poco tempo, i ninja erano scappati così come la “vittima” e la pace era tornata.

- Tutto bene, Donnie? –


**************

 

La tartaruga viola guardava il sole sorgere. Erano a Central Park, immersi nel verde. I suoi fratelli gli avevano raccontato della sua vita. Gli avevano raccontato ogni singolo episodio e la memoria piano piano riaffiorava. Ora sapeva di chiamarsi Donatello, di essere una tartaruga mutante oltre che ninja. Ma c’era un particolare che voleva sentirsi raccontare. Un particolare che la sua memoria – ormai totalmente recuperata – voleva sentirsi raccontare da lui

- Don… -

La voce del leader nascondeva una nota di paura oltre che tristezza. Si sarebbe mai ricordato di loro? Della loro relazione…?

- Dimmi, Leo… - la sua voce era fredda, molto fredda. Era fredda e tagliente.

- Io volevo… chiederti scusa. So che tutto quello che ti è successo è per colpa mia. Non sarebbe successo nulla se io non… - le parole gli morirono in gola, vinte dai singhiozzi. Mikey e Raph lo abbracciarono

- Don, io ti amo ma se tu non mi vuoi più vedere… ti capisco –

Un silenzio grave calò tra i presenti. Ed ora? Era veramente la fine per loro…? In cuor suo Leonardo sperava di no. Lo amava così tanto! Ma avrebbe accettato qualsiasi risposta di Donatello…

- Leonardo… - la tartaruga seguitava a guardare il sorgere del sole – In questo periodo in cui sono stato senza memoria, avevo una voce che riecheggiava  nella mia mente. Allora non ricordavo di chi fosse ma ora so che era tua. E’ sempre stata la tua voce a spingermi a ricordare e soprattutto a spingermi a ricordarmi di noi. Leo, sono io quello che ha bisogno di chiedere scusa. So che l’hai fatto per me. Stavo rovinando il nostro rapporto e mi dispiace tanto! Io ti amo, Leo! –

Le lacrime – stavolta di gioia – uscirono dagli occhi del più grande. Anche il più piccolo aveva le lacrime che gli rigavano il viso.

Le loro labbra si unirono in un bacio. In un tanto atteso bacio. Un bacio che sarebbe stato preludio di qualcosa di più profondo.

- Ok, noi andiamo… a più tardi piccioncini! – disse ironico Raph portandosi via un Mikey dagli occhi lucidi

 

Le due tartarughe risero e tornarono a baciarsi quando furono sole.

- Mi amerai, Leo? Per tutta la vita? –

- No, per molto di più Don. Molto di più –

E così sarebbe stato un grande amore fino alla fine. Un amore coronato da un evento speciale.

 

- Dici che il maestro Splinter ci riaccetterà in casa? – mormorò Donnie giocando con la fascia azzurra

- Non so e non mi importa. So solo che la mia vita sei tu e la voglio vivere con te –

Donnie sorrise e avvicinò le loro labbra. Già sarebbe stato un grande amore.

- Mmm credo che più tardi ti farò conoscere Alba. Credo sia preoccupata… -

- Ahaha lo credo anche io. Ti amo, Donnie –

- Anche io, Leo. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice


Ave popolo! :D

Wow, sono sfinita! Questa storia sembrava non finire mai e sinceramente non so se ne è valsa la pena, non mi piace molto… <__< Comunque, commentate voi! xD
Dunque… la storia è questa: Splinter ha cacciato Leo e Don per la loro relazione. Loro sono andati a vivere soli ma Leo si è accorto che Don pensa sempre a Splinter ed i suoi fratelli (che sebbene accennato, accettano la loro relazione). Quindi Leo lo “lascia” ma per questo, Don si trova coinvolto in una rissa in cui per difendere questa donna, Alba, perde la memoria. Soggiorna un po’ da lei (scusate se è scomparsa! ^^” Ma in pratica Don le presenta i fratelli! xD) e quando grazie ai fratelli (che Leo aveva “chiamato”)  riacquista la memoria, fa pace con Leo. Amen v.v

Ok, questo in generale: dal punto di vista tecnico, il corsivo indica i flashback mentre le virgolette i pensieri dei personaggi.

Spero sia tutto chiaro! ^^” Scusate se non mi sono soffermata su molte cose, ma non avevo proprio tempo, anzi mi sono stupita che la storia sia così lunga! O.o

Bacioni alla prossima,

Olivier_Rei=D

 

 

 

 

 

   
 
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