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Autore: Mayka92    07/11/2013    1 recensioni
Dopo lunghi anni trascorsi lontani da casa, è giunto il momento per Aurora di fare ritorno nel suo Reame. La minaccia di Malefica torna a farsi viva. La perfida donna, vuole la sua vendetta a tutti i costi. E per ottenerla, decide di avvalersi dell'aiuto di una vecchia conoscenza, un pirata il cui nome e' Hook.
Cosa succedera' nel reame della Principessa? Cosa succedera' alla ragazza stessa? Avra' il suo "E vissero per sempre felici e contenti?
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aurora, Killian Jones/Capitan Uncino, Malefica
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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*Eccolo li, imponente e regale.
Era passato cosi' tanto tempo dall'ultima volta che lo aveva visto, che non lo ricordava tanto bello, quasi da accecarla.
Una lacrima le rigo' la guancia. Non una lacrima triste o amara. Una lacrima calda e ricolma di gioia.
Un sorriso raggiante le si dipinse sul volto.
Si strinse nella mantella blu e prosegui' il suo cammino, cercando di eliminare in poco tempo i pochi metri che la separavano dal Castello.
Flora camminava vigile e attenta di fronte ad Aurora, affiancata da Fauna e Serena.
Non aveva parole da pronunciare in quel momento, e forse nemmeno servivano. Rimase in silenzio godendosi la vista della sua casa dalla quale per lungo tempo era stata costretta ad abbandonare.
Fauna suggeri' di entrare nel Castello utilizzando l'ala est per non dare troppo nell'occhio.
A passo svelto tagliarono per i giardini illuminati dai primi colori del tramonto, che lo rendevano quasi una visione angelica.
Una volta raggiunta la porta, Flora la apri' esortandole ad entrare senza perdere tempo.
Ma Aurora sembro' non sentire quelle parole.
Si era fermata a guardare quei giardini col cuore che le batteva forte nel petto alla vista.
La voce delle zie che la chiamavano sembrava non giungere alle sue orecchie, le quali non percepivano alcun suono se non quello dei battitti sempre piu' pronunciati del suo cuore.
I ricordi riaffiorarono nella sua mente, ricordi di quando era bambina e giocava allegra e spensierata per quei prati, ammirando la bellezza della natura.
Le immagini di lei che correva e rideva per quella distesa verde erano chiare e limpide ai suoi occhi, come se le stesse vivendo in quel preciso istante, tanto da poterle quasi toccare con le dita delle mani... altre lacrime calde le rigarono il volto.
Un tocco la fece sussultare, era Serena.
Aurora si volto' verso di lei.
La fata le sorrise dolcemente e con un gesto caldo e affettuoso le asciugo' le lacrime, e Aurora rispose con un flebile e timido sorriso*
 
- Andiamo bambina
 
*Le disse dolcemente facendole cenno col braccio di incamminarsi dentro il Castello.
La Principessa annui' appena con un cenno del capo e riprese a camminare.
Una volta varcata la soglia, riusci' ad udire per il lungo corridoio che le si parava davanti, un grosso vociare di persone indaffarate con i preparativi.
Fauna di nuovo sollecito' a sbrigarsi e raggiungere le stanze di Aurora.
Le quattro si misero di nuovo in cammino attraversando l'ala est del Castello, in direzione dell'ala nord nella quale erano situate le stanze della ragazza.
Camminando, la ragazza continuava a guardarsi attorno senza lasciarsi sfuggire il minimo dettaglio, riempiendosi nuovamente gli occhi della vista della sua casa, che mai aveva dimenticato.
Dopo diversi minuti di cammino, giunsero a una scala che dava accesso al piano nel quale era situata la camera della Principessa.
Gradino dopo gradino finalmente la scala termino' e, in fondo al corridioio, Aurora riconobbe subito la porta che innumerevoli volte aveva varcato anni addietro.
Sorrise di nuovo.
O meglio, continuo' a sorridere. Quell'espressione non aveva mai abbandonato il suo volto dall'esatto istante in cui aveva visto il Castello.
Lentamente e quasi con insicurezza, allungo' la mano verso la maniglia. Ma, poco prima di toccarla, si fermo'.
Serena la chiamo', e di nuovo la guardo' con quel dolce sorriso che sembro' darle di nuovo sicurezza.
La ragazza prese un respiro e finalemente tocco' la maniglia con la mano, per poi aprire la porta.
Ne varco' la soglia ed entro'.
Rimase ferma dopo essere entrata. Non si mosse di un passo.
Rimase a guardare la camera senza muovere un solo muscolo.
Non le sembrava vero.
Le tre Fate, senza dire una parola ad Aurora, richiusero la porta alle sue spalle, lasciandola sola, come era giusto andasse quel momento.
Aurora degluti' silenzionamente, poi mosse dei piccoli e lenti passi verso il centro della camera e con un lento movimento delle braccia, tolse il cappuccio del mantello che le copriva il capo.
Si avvicino' ad una sedia situata accanto al letto, slacciando poi il nodo del mantello, riponendolo su di essa.
Si avvicino' poi al letto, camminando attorno ad esso, facendo scorrere la punta delle dita sulle coperte morbide e setose color indaco.
Quel soffice tatto rimase ancora impresso sulla sua mano, una volta ritratta.
Si avvicino' all'armadio aprendone le ante, osservando i vestiti che erano riposti al suo interno.
Si sposto' verso lo specchio, del quale percorse gli intarsi con la punta delle dita della mano destra.
Successivamente si mosse in direzione della scrivania sulla quale tutto era risposto esattamente come lo ricordava.
Apri' un cassetto, trovandovi la carta da lettere che spesso utilizzava.
Un candelabro, l'inchiostro nero con accanto una piuma d'oca.
Un porta gioie e dei piccoli contenitori ovali nei quali erano riposte delle essenze sulle quali chino' il volto, scostando appena con le mani i capelli che ribelli le erano scivolati dalle spalle. Socchiuse gli occhi e ne inspiro' lentamente e con cura il profumo di rose che quelle essenze emanavano, lasciandosi inebriare da esso.
Proprio in quell'istante udi' una voce.
Pacata, flebile e quasi impercettibile.
Aurora si raddrizzo' con la schiena, voltandosi verso la direzione dalla quale proveniva la voce.
Una figura femminile si trovava sull'uscio della porta.
Un volto dolce, gentile e affettuoso che fra mille sarebbe stata in grado di riconoscere.
Un nodo le si formo' in gola tanto era immensa e indescrivibile la felicita' di vedere quel viso.
Il cuore rallento' vertiginosamente i battiti, le gambe quasi le tremarono e sembrarono cederle da un momento all'altro... ebbe la terribile sensazione di cadere da un momento all'altro.
La voce di quella donna chiamo' il suo nome con estrema dolcezza, quasi in un sussurro.*
 
- Aurora
 
*Una volta pronunciato le lacrime scesero copiose dagli occhi della Principessa, la quale si mosse verso quella donna quasi con disperazione tanta era la felicita' di rivederla.
La donna fece altrettanto, avvicinandosi a lei per poi stringerla in un abbraccio.
Un abbraccio che solo lei era in grado di darle.
Una abbraccio che solo una Madre poteva dare alla proprio figlia, amata e adorata.
Aurora strinse sua madre, la Regina Leah, con tutte le forze che aveva in corpo.
La strinse e dalle sue labbra uscirono solo dei singhiozzi incontrollati.
La Regina bacio' la guancia umida della figlia, tornando poi a stringerla fra le braccia, carezzandole i lunghi e mossi capelli castani che le ricadevano sulla schiena.
La cullo' in quell'abbraccio. Abbraccio che da tanto tempo, forse fin troppo, aveva atteso di poterle finalmente ridare.
Le lacrime non smettevano di sgorgare dalgli occhi di Aurora, e i singhiozzi continuavano a uscirle dalle labbra.
Strinse maggiormente la Madre, quasi come se volesse aggrapparsi per paura di poter cadere da un momento all'altro.
Il cuore ora non batteva piu' a rilento, ma batteva in modo talmente accelerato, che sembrava quasi uscirle dal petto.
Finalmente fra i vari singhiozzi, una parola usci' dalla bocca della Principessa, pronunciata con voce rotta dal pianto, ma che traboccava di felicita' e amore.*
 
- Madre
 
*Disse col poco fiato che le rimaneva.
La Regina sorrise dolcemente al suono di quella soave voce, che le sue orecchie avevano atteso cosi' tanto a lungo prima di poter udire di nuovo.
E quella semplice parola pronunciata dalla figlia, fece scorrere le lacrime sul suo viso. Lacrime che aveva cercato di trattenere fino all'ultimo, ma che erano impossibili da non versare visto che finalmente, dopo un tempo infinitamente lungo, poteva finalmente riabbracciare la sua Aurora, guardare il suo viso dai lineamenti perfetti e innocenti.
Rimasero a lungo l'una stretta all'altra, quasi senza voler scioglere quell'abbraccio tanto atteso, desiderato, sperando potesse durare in eterno.*
  
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