Dall’ingresso ancora spoglio, si passa a un lungo corridoio. Poi i due saloni, la cucina, le stanze da letto. Lampadari bianchi piumati, tappeti optical, quadri che occupano pareti intere, lenzuola ricamate con disegni di animali (oggi la scelta è caduta sulle farfalle), amplificatori vintage, poi i mobili desing, divani colorati, sedie, poltrone. Duecento metri quadrati nel centro di Milano. Benvenuti nella nuova casa di Mika.

è questo che Michael legge e sorride, appoggia Vaniti Fair* su una delle poltrone ai lati del divano. Si alza quando sente il campanello suonare apre la porta e si trova davanti una delle  persone che non si aspetterebbe mai, il suo amore eterno quello che dura da sette anni ormai.  Lo abbraccia, gli schiocca un bacio, gli scompiglia i capelli e lo fa entrare. Si siedono su uno dei divani in salotto e stretti l’uno con l’altro si raccontano quello che hanno passato in questi due mesi lontani.  Parlano fino a quando Michael non scorge l’orario sullo schermo del televisore dove adesso sta scorrendo in muto il video dell’ultima canzone dei Fun. Le 7.15 quando s acorge che infondo un p di fame c’è l’ha davvero allora chiede al suo compagno “you're hungry?” e lui annuisce e Mika “we order a pizza?” dopo aver ricevuto il consenso si affretta a cercare il suo i-phone, cerca su internet un nome di una pizzeria he faccia consegne a domicilio, prima di chiamare urla un “how you want the pizza, honey?”  pe ricevere come risposta un “mhh margherita thanks”* e mormorare un “ok”, chiama e cerca di ordinare senza creare una di quelle sua gaf mondiali, quando arivano all indirizzo le cose si complicano Mika non sa proprio come si chiami la via in cui ha da poco comprato casa, allora dice “ ci possiamo incontrare davanti il duomo” l’uomo dall’altra capo del telefono mormora un si perplesso, Mika attacca e corre in salotto, do ve l’uomo della sua vitalo aspettava addormentato sul divano, decide di non svegliarlo, gli scatta una foto, gli scrive un biglietto e glielo attacca in fronte sul biglietto con scritto “I'm going to pick up the pizzas, I love you”. Mika si infila una felpa presa a caso dall’armadio si tira su il cappuccio e si avvia verso il duomo, alle 8.30  si trova davanti ad un tizio con i capelli tinti di blue e due pizze in mano, il fattorino non fa in tempo ad aprire bocca che “si sono Mika, non avrai un autografo, n no faro una foto con tee si ti pagherò le pizze come le persone normali.” Il fattorino  sembra aver capito tutto e in un inglese parlato a dir poco perfettamente risponde “ non s chi tu sia ,ma comunque fanno 6 euro e 90 centesimi” Mika paga e ordina di tenere il resto, poi riprende la strada di casa. Arrivato a denstinazione apre la porta e si trova davanti, il suo amato che sta apparecchiano la tavola sorride e gli va incontro con le pizze, le posa sul tavolo e l aiuta a finire di apparecchiare. Finito si siede e in tutta tranquillità si siedono parlano del più e del meno, fino a tarda sera.
negli occhi di quei due ragazzi che ora sono seduti sul divano abbracciati a guadare un film romantico si  possono leggere tutti gli insulti della gente, si possono vedere tutte le occhiatacce ricevute, ma se si guarda affondo superando tutta la cattiveria si possono leggere tutti i ti amo, tutti i messaggi d’amore, e tutti i sentimenti che l’uno prova per l’altro.
Questa è la storia di sue ragazzi uno lo conosciamo già e l’altro tutti se lo immaginano come vogliono, io ho preferito non dargli un nome, lascio spazio alla vostra immaginazione potete sostituire tutti quei amore, amato o altro con qualsiasi nome, o immaginarvelo come volete.

*In inglese margherita si dice daisy lo so ma a me personalmente piaceva di più così 
*Vanity fair è uno dei miei giornali preferiti lo amo e nel ultimo numero c’è questo articolo che descrive la nuova casa di Mika cosi ho pensato di mette