Mi alzai, e mi stiracchiai. Dovevo accompagnare Viola e Diamond a scuola, e dovevo andare subito dopo al lavoro. Mike dormiva profondamente, dato che oggi era il suo giorno libero, e io per un attimo lo invidiai quasi. Scesi le scale, preparai la colazione dei miei figli, ovvero cereali con latte (di capra per Viola, dato che a quello di mucca era allergica) e poi andai a svegliare i ragazzi. Viola era ancora addormentata, mentre Diamond era già alzato e vestito -Mamma, quella dormigliona di Vì non si vuole svegliare!- mi disse mio figlio, e io svegliai dolcemente la mia bambina. Lei aprì gli occhioni azzurri, e io mi ricordai di mia madre, che era morta tanto tempo fa. Aveva i suoi stessi occhi, e di sicuro la mia piccola aveva ereditato l'azzurro da lei. -Uffa, già la scuola- commentò, e insieme a Diamond scese le scale, poi si sedettero a tavola.

Mike scese le scale, e mi mise le spalle intorno alla vita, per poi darmi un bacio. -Ciao amore, ciao ragazzi- salutò Mike, e si sedette accanto a Diamond -Papà, oggi ho la partita di calcio, vieni a vedermi?- chiese lui, e Mike sorrise -Certo, campione!- disse. Quando i ragazzi ebbero finito, li caricai in macchina, salutai Mike e andai verso la scuola. Arrivati a destinazione, mi diedero un bacio e si avviarono in classe. Sorrisi, poi ritornai a casa siccome avevo dimenticato, come sempre, l'orologio. Quando fui là, vidi Mike al telefono -Sì, sì- stava dicendo -Certo che puoi. Ok, a più tardi- poi attaccò. -Chi era?- chiesi a mio marito, e lui sviò l'argomento. Poco dopo, partii e arrivai al lavoro. Fu una giornata stressante, e quando tornai a casa, affondai la faccia nel cuscino del letto. Mike era strano, infatti mi parlava solo sempre di quale lacca per i capelli usare, di quale maglietta si sarebbe più intonata ai suoi occhi e cose simili. Sembrava quasi Vito. Aspetta...Mike era Vito! Questo significava solo una cosa: Ann marie. Come pensavo, nel soggiorno c'era Ann marie, che si stava mettendo il rossetto come se non fosse successo nulla -Vituccio, stavo pensando che siccome noi ci amiamo molto, perchè non ci mettiamo insieme?- disse, e io scesi in soggiorno -Ciao- dissi solo, e Ann marie mi guardò come fossi un aliena, senza rispondermi. Proprio in quel momento, arrivarono i ragazzi da scuola. -Ciao papà! Ciao mami- salutarono in coro, e quello che fece Mike mi stupì -Che volete da me? Ci conosciamo per caso?- disse, poi lui e Ann marie risero. Con una scusa, presi i bambini e li portai in camera -Ragazzi...ehm... Papà, sì, insomma...Viola, come è andata la verifica di geografia?- chiesi, per cambiare argomento -Bene, ho preso otto e mezzo! Inoltre, mamma, si avvicina Natale! Tra una settimana arriverà Babbo Natale...Io e Didì possiamo fare la letterina?- mi chiese mia figlia, e io annuii -Certo, tesori, e inoltre oggi facciamo l'albero! Su, andate a prendere i festoni, le decorazioni, che io penso a portare su l'albero- dissi, e loro eccitati scesero in mansarda a prendere fiocchi, lustrini, palle colorate, stelle e stelline per addobbare la casa. Tornai in soggiorno -Vattene, Ann marie! Dobbiamo fare una cosa di famiglia, e se non sbaglio, tu non centri niente!- ordinai, ma lei sbuffò -Senti, il mio Vito vuole che resto qua, e io ascolto il mio ragazzo, non te!- replicò lei, applicando un tocco di lacca alla chioma viola -Per quanto mi riguarda, Mike è M-I-O M-A-R-I-T-O, hai capito cara?- le urlai, e lei mi lanciò un occhiata -Vito, vero che posso restare?- chiese. Io guardai Mike, sperando con tutto me stesso fosse di nuovo in lui -Certo, bambola- disse invece, deludendo tutte le mie aspettative. Io ringhiai a Ann marie, che sorrise, abbracciando Vito. Portai su l'albero, e i bambini fecero lo stesso -Forza, ragazzi, aiutatemi a sistemare i fiocchi e le ghirlande: Didì, tu metti una ghirlanda sul caminetto, mentre tu Vì, metti un fiocco su ogni piolo della scala. Metti i fiocchi rossi con il bordino oro, magari, mentre tu Diamond metti la ghirlanda oro- dissi, e i ragazzi contenti si misero al lavoro. Io montai l'albero, poi lanciai un occhiata a Vito e Ann marie: erano abbracciati, ogni tanto emettevano dei risolini e chiaccheravano. -Mike, ci aiuti a mettere i lustrini sui mobili della cucina?- chiesi a Mike, speranzosa che fosse ritornato lui -Pupa, io mi chiamo Vito, e poi perchè dovrei farlo?- disse, e non mi trattenni. Presi Ann marie per un braccio, senza contare i suoi lamenti, e la sbattei fuori casa -Non ritornare!- le urlai, poi chiusi la porta. Vito mi guardava stralunato -E tu ritorna in te, ti prego- dissi a Mike. Fu come dire le parole magiche, perchè lui ritornò il Mike di sempre, e mi abbracciò -Ragazzi, forza, venite ad aiutarmi con l'albero!- disse solo, e i nostri figli arrivarono di corsa. Mettemmo i fili d'oro sull'albero, poi fu la volta delle luci colorate, delle palle colorate, e infine della stella, che quest'anno toccò a piazzarla la piccola Viola. L'ultima cosa furono gli oggetti speciali: dei piccoli oggetti che significavano tanto per noi, e che volevamo ci fossero nella notte di Natale. Diamond appese un globo fatto a forma di pallone da calcio, Vì il fiocco giallo di Mr.Banana, io appesi la catenina a cuore regalata da Mike, e lui appese un cuore di stoffa con su scritto: non conta dove sei, cosa fai e quanti averi possiedi.

Conta solo con chi sei.

Io sorrisi, poi abbracciai il mio Mike e i miei figli. Sentii il calore della nostra famiglia, e capii come fosse vera quella frase.