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Autore: IphigeniaYang    07/11/2013    2 recensioni
Sono Giovanna una ragazza che, insieme alla sua migliore amica Morena, decide di trasferirsi a Seoul. Nuova città, nuovo lavoro, nuova vita e..Nuovi Amori.
"Lui, Seungho, l'avevo conosciuto un po' per caso trovandomi a passare una serata con gli amici in un comune karaoke. Ci siamo subito adocchiati ma, in effetti, c'è voluto un bel po' per riuscire ad avvicinarci!" ... "Da quel giorno era già passato più di un anno. Da quando avevamo iniziato a far coppia fissa poco più di 7 mesi."
Nel corso della narrazione saranno presente anche gli altri membri. Buona lettura a tutti e grazie dell'attenzione concessa alla mia "opera" ;)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non era passato molto tempo da quando, insieme alla mia migliore amica, avevo deciso di cambiare aria, di allontanarmi da tutto e da tutti, di abbandonare la noiosa routine giornaliera, di cambiare completamente città.
Dov'ero andata a finire?
Beh non aveva nulla a che fare con l'Italia né tanto meno con l'Europa...Mi ero trasferita un po' verso la parte orientale del mondo; insomma: mi ero trasferita a Seoul anzi..Ci siamo trasferite a Seoul.
Nuova vita, nuovo lavoro, nuove amicizie e...si anche nuovi amori.
Lui, Seungho, l'avevo conosciuto un po' per caso trovandomi a passare una serata con gli amici in un comune karaoke. Ci siamo subito adocchiati ma, in effetti, c'è voluto un bel po' per riuscire ad avvicinarci! Se non fosse stato per Morena ed il suo straordinario approccio con gente nuova sarei ancora ferma, immobile, a fissarlo cantare insieme a tutti i suoi amici.
Da quel giorno era già passato più di un anno. Da quando avevamo iniziato a far coppia fissa poco più di 7 mesi.
Anche Morena aveva trovato il suo compagno in G.O..l'avevo sempre pensato che, insieme, formassero una splendida coppia!
Le nostre giornate erano sempre trascorse più o meno tranquillamente attraversando alti e bassi; ma credo che capiti nella vita di ogni essere umano.
Seungho ed io, come G.O e Morena del resto, riuscivamo a vederci meno del solito. Erano tutti molto impegnati ultimamente tra cameback, nuovi singoli da comporre e varie comparse in diverse trasmissioni ed eventi.
No, non mi sto certo lamentando però...beh si ecco...a volte avrei voluto che le cose tornassero come prima ma infondo sapevo che, prima o poi, sarebbe arrivato anche quel momento. Non mi restava altro che pazientare!
Un giorno mi trovavo al loro dormitorio. Tutti erano fuggiti a fare non so che cosa..Tutti? No no mi avevano lasciata in compagnia del piccoletto, Mir.
Se ne stava a girovagare per casa da qualche ora e, non so per quale strano motivo, non mi aveva ancora rivolto parola.
Avrei dovuto rompere il ghiaccio io?
Ma no continuavo a cazzeggiare davanti al pc finché potevo.
Oh ma guardatelo! Finalmente s'era deciso a calcolarmi almeno un po' infatti me lo sono ritrovata seduto accanto:
-Ehi!- gli dissi sorridente.
-Che fai?- mi chiese curioso.
-Eh? Ma no niente girovagavo qua e la su internet- gli risposi riducendo, subito dopo, la pagina ad icona.
-Se non facevi niente di male perché hai chiuso la pagina eh?- mi aveva detto impertinente.
-Ma che vai dicendo? Ho la coscienza pulita io!- gli risposi subito forse utilizzando un tono poco consono per la conversazione.
-Ah..Ti ho disturbata, ho capito! Io vado..- mi rispose cambiando l'espressione del viso ed alzandosi.
-Ma no dai aspetta! Scusami a volte perdo la delicatezza risultando cafona con chi, in effetti, non se lo merita molto..-avevo detto cercando di scusarmi il prima possibile.
-Beh si in effetti a volte sei un po' cafona, si si!- rispose convintissimo e con fare piuttosto indifferente.
-Ehi tu! Porta rispetto a chi è più grande di te!- gli ordinai con tono autoritario mollandogli un pizzicotto sul braccio.
-Aiaaaa!- esclamò ricevendo il pizzico.
-Eh..così impari!- dissi facendo l'offesa.
Ma poi, vedendolo proprio vicino a me, mi sorse spontanea una domanda:
-Ma perché tu...- bloccai per un attimo le parole osservandolo mentre si stava sedendo nuovamente accanto a me.
-Ma perché io cooooooooosa?- mi chiese avvicinando il suo viso al mio.
-No dico...come mai tu sei rimasto a casa e non sei andato con tutti gli altri?- domandai quasi nervosamente allontanando il viso di scatto.
-Mah..così!- mi rispose senza darmi alcuna soddisfazione.
-”Così” non è una valida motivazione, sai?- gli dissi sbruffona mentre mi apprestavo a tirargli un altro bel pizzicotto.
-Ma aiaaaa! Sai che potrei denunciarti per violenza su minore?- mi disse con l'espressione di chi assapora già la vittoria.
-Ma cosa c'entra scusa? Cosa ti avrei fatto adesso?- chiesi indifferente e ridendo sotto ai baffi.
-Mi stai ammazzando di....pizzicotti!- rispose mutando il tono di voce mentre si avvicinava davvero molto al mio viso.
Non potevo far altro che fissarlo, forse incredula, forse solo divertita ma lo fissavo come se ne fossi ipnotizzata.
Dopo qualche istante, però, tornai in me e mi voltai nuovamente dalla parte opposta e gli risposi a tono:
-Ok scusami ma..sei sempre piccoletto quindi attento a come parli!-
-Perché come sto...parlando?- mi domandò con voce calda mentre notavo che il suo viso era di nuovo parecchio vicino al mio.
Non potevo far altro che fuggire e così, sparando una risposta a casaccio, mi alzai dalla mia scrivania e mi diressi in cucina in cui, nervosamente, cominciai ad aprire gli sportelli in cerca del nulla.
Dopo poco, però, notai un'ombra alle mie spalle e, voltandomi, ritrovai Mir nuovamente accanto a me.
-Oddio! Mi hai spaventata!- esclamai sobbalzando un po'.
-Ahahahaha scema!- mi disse ridendosela di gusto.
-Ehi ehi..porta rispetto alla tua noona!- gli ordinai.
-MIA?- chiese con un sorrisetto sbruffone stampato sul suo visino.
-Ma come puoi prendere alla lettera dei modi di dire!?!- domandai a mia volta mollandogli un pugno sul braccio.
-Aiaaaaaaa attenta che chiamo il telefono azzurro!- disse convintissimo.
-Ma chiama pure chi vuoi tanto io sono innocente!- gli risposi più convinta di lui.
Il battibecco proseguì e proseguì ancora fino a che, non so come, né quando e né tanto meno perché, mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
Panico.
Lo spinsi quasi violentemente con entrambi i palmi delle mani dal petto e l'allontanai:
-Che diavolo ti è saltato in testa eh?- gli chiesi urlando.
-Perché?- chiese a sua volta.
-Perché? Ma ti sei rincitrullito tutto?- dissi incazzata più che mai.
-Che c'è di male?- mi domandò mentre avanzava di nuovo verso di me.
Lo spinsi, ancora una volta, e gli urlai contro più forte di prima.
-Mir...Seungho dove lo mettiamo eh?- alzai la voce.
-Tu lo vedi qui?- mi disse serio.
Mi aveva davvero fatto saltare tutti i nervi e,la prima ed unica cosa che riuscì a fare, fu quella di mollargli un ceffone in piena guancia ritirando subito la mano.
Mir si toccò la guancia e la sua espressione era incredula e sconvolta. Mi fece tenerezza e mi pentii subito di quell'azione quindi mi scusai in qualche maniera:
-Scusa ma..mi hai fatto incazzare potentemente!-
-Ma io pensavo che..lo volessi anche tu!- di disse abbassando lo sguardo verso il pavimento.
-Non perché gioco con te vuol dire necessariamente che provi qualcosa nei tuoi confronti!- gli avevo risposto.
Lo vidi veramente dispiaciuto e lo seguii con gli occhi mentre si apprestava a sedersi in silenzio su una sedia.
Mi sentivo davvero in colpa, forse senza neanche un motivo preciso e valido, ma non sopportavo che qualcuno stesse male a causa mia.
Lo guardai e mi diressi verso di lui sedendomi, a mia volta, sulla sedia che gli stava davanti:
-Mi dispiace davvero!- gli dissi sentitamente accarezzandogli la guancia colpita poco prima e continuai a parlare:
-Ti ho fatto male, vero?-
-Già..- rispose tirando un lungo respirone.
In tutto quel trambusto, però, né io né Mir ci eravamo accorti che, qualcuno, fosse rientrato in casa.
-Mi dispiace davvero tanto!- gli avevo detto ancora una volta avvicinandomi al suo viso per potergli dare un piccolo bacino guaritore.
Ma non appena lo feci Mir si voltò baciandomi ancora una volta sulle labbra.
-Yaaaaaa! Cosa sta succedendo qui dentro?- esclamò una voce proprio dietro di noi.
Alzai lo sguardo e notai un incazzato Seungho proprio dietro Mir che, sentendo la sua voce, si era di scatto allontanato da me.
Silenzio. Panico.
-Vi ho fatto una domanda..Cosa succede qui!?- ci chiese Seungho urlando come un pazzo.
-La..lascia che ti spieghi!- intervenne Mir.
Mi resi conto che Seungho si stava pericolosamente avvicinando a Mir quindi decisi di mettermi in mezzo cercando di fermare una qualsivoglia esagerata reazione da parte di entrambi.
-Giò togliti di mezzo!- mi disse con tono duro e severo Seungho.
Non mi aveva mai parlato in quel modo e ci rimasi malissimo. Gli occhi mi si riempirono di lacrime ma, alla meno peggio, cercai di controllarmi.
Non avevo avuto il tempo di reagire in nessun altro modo quando vedi Seungho afferrare bruscamente Mir per la maglietta.
-Lascialo stare! E' tutto un malinteso!- urlai nel panico più assoluto sperando che nessuno si facesse del male.
-SMETTETELA SUBITOOOOO!- urlai di nuovo disperata.
Tirai un respirone tra le lacrime e mi resi conto che Seungho stava un po' mollando la presa lasciando, poco dopo, libero Mir.
-Perché...mi hai fatto questo?- mi chiese Seungho con tono afflitto.
-Non so cosa mi sia preso..io...mi dispiace!- risposi cercando di salvare Mir ed il rapporto col suo hyung.
-Non è abbastanza..- mi rispose lui sedendosi e stringendo i pugni sulle ginocchia.
-No Giò...- controbatté Mir.
-Mir sta' zitto e lasciami parlare!- gli dissi bruscamente.
-Ma io...- continuava a controbattere Mir.
-Ti ho detto di stare zitto una buona volta!- gli dissi di nuovo rivolgendomi a lui male ancora una volta.
Mi avvicinai a Seungho e mi posizionai alle sue spalle poggiando una mano su una di esse:
-Non lo so cosa mi sia preso ma..so già a cosa stai pensando quindi...io adesso sparisco ma voglio che voi due facciate pace prima che io vada via!-
Mir era sconvolto ma nonostante ciò non stava andando più contro la mia volontà.
Il mio viso era bagnato dalle lacrime ma non potevo lasciarli se prima non li avessi visti riappacificarsi.
-Va' via!- mi disse duro Seungho.
-Prima...dovete far pace! Stringetevi la mano e ricominciate da capo, per favore!- dissi tra le lacrime.
Vidi Mir che si alzava ed andava verso Seungho: lo guardò su quella sedia con la testa bassa e gli diede una pacca sulla spalla sorridendo a me subito dopo.
Non potevo far altro che rassegnarmi ed uscire da quella casa. Uscire dalla loro vita e rinchiudermi come un riccio nel mio, forse immotivato, dolore.

Tornai a casa e, da quel momento, non riuscì più a mettere un dito fuori casa.
Rimasi tutto il giorno a letto, tra le coperte e le miriadi di lacrime. Non avevo voglia di vedere nessuno persino la mia coinquilina, la mia amica Morena. Non mi informavo mai sulle novità degli MBLAQ anche se qualcosina venivo comunque a saperla..in fondo G.O e Morena stavano ancora insieme.
Mir e Seungho non si parlavano più molto o per lo meno non al di fuori delle loro apparizioni insieme in quanto gruppo musicale.
Passavano i giorni lenti sotto i miei stanchi e gonfi occhi, i giorni si trasformavano in mesi e la mia vita sociale si era ristretta solo ed esclusivamente alla mia casa e a Morena.
Un giorno, però, il caso volle che Morena uscisse di casa per potersi recare ad un fan-meeting così da poter sostenere, seppur da lontano, il suo bel ragazzo.
Rimasi sola, simile ad un vegetale: non toccai né la tv, né il pc, né il cellulare per paura di poter rivedere Seungho così, stranamente, mi misi a leggere ma, non appena i miei occhi si posarono su quelle pagine, ripresi a piangere abbondantemente sino a crollare in un pesante, lungo sonno.
Non mi resi conto di ciò che mi fosse successo se non quando il rientro di Morena interruppe il mio sonno.
Cominciai a stiracchiarmi e stropicciarmi gli occhi finché, non molto lontano da me, vidi una sagoma.
Stropicciai ancora una volta i miei occhi e, solo dopo averlo fatto, capii che Morena non era rientrata da sola in casa.
G.O era tornato insieme a lei in quanto, poco dopo, sarebbero dovuti uscire.
Cercai di fare la forte quanto più possibile e, a fatica, cominciai a parlare:
-Moreee allora com'è andata? Oh ciao G.O..è bello vederti!- gli dissi mentre lo vidi allontanarsi.
-Bene bene...c'era un sacco di gente ed ognuno di loro aveva qualcosa da dire!- mi rispose More dal bagno in cui si stava preparando.
-Ah..e..che novità ci sono?- le chiesi nonostante mi si stesse lacerando il cuore.
-Solite cose: disco nuovo, singolo in uscita...com'è normale che sia!- mi rispose tranquilla ma poi continuò:
-Ah e poi...Thunder farà un musical, Joon girerà un nuovo drama, Mir ha delle collaborazioni varie ed eventuali con diversi artisti...-
-Io farò uscire un mini album da solista!- intervenne G.O.
-Ooooh congratulazioni!- gli risposi non troppo entusiasta.
Poi, il gelo.
-...E Seungho ha detto che diventerà papà e che non vede l'ora!- completò in seguito Morena.
Pensavo di aver capito male. Non poteva essere, non volevo aver sentito ciò che, in effetti, mi era stato riferito.
Mi accasciai sul divano coprendomi completamente con una pesante coperta e ricominciai a singhiozzare.
Sapevo che Morena non mi avrebbe mai detto una cosa simile in un'altra circostanza ma, colta dall'euforia per l'uscita col suo amato, aveva parlato senza rendersene conto tanto che, dopo qualche istante, arrivò in salotto correndo sui suoi alti tacchi dispiaciuta sino al midollo.
G.O, vedendo la scena, non poté far altro che seguirla e sedersi accanto all'eclissata sotto le coperte me.
-Ti...senti bene Giò?- mi domandò lui con tono pacato.
Io non gli risposi anzi continuavo a singhiozzare seppur silenziosamente.
Ma G.O non voleva darsi per vinto e, anche se sapeva che probabilmente non l'avrei ascoltato, cominciò a parlare:
-Immagino cosa possa averti turbata in questo modo e, probabilmente, non baderai neanche a ciò che sto per dirti però...devi sapere che da qualche tempo a questa parte Seungho è un po' cambiato! Non esce quasi più insieme a noi al di fuori dal lavoro e, a questo proposito...beh...una sera è andato in un locale. Non so con chi ma fatto sta che c'è andato..Questi suoi “amici”, o quel che sono, non lo controllano anzi fanno tutt'altro! Seungho...ha iniziato a bere fino ad ubriacarsi...proprio in quel momento di “debolezza”, si chiamiamola così, saltò fuori una ragazza e, come puoi immaginare da sola, le conseguenze sono state ben chiare. Per quanto possa aver capito di aver sbagliato deve assumersi le sue responsabilità.-
G.O concluse il suo discorso e, triste a sua volta, tornò da Morena invitandola a restare insieme a me.
-Giò...io resto con te!- mi disse lei dopo aver conferito col suo amato.
-No, no andate...io...starò benone!- le risposi mentre le parole risultavano spezzate dal pianto.
-No io resto!- controbatté lei.
-NO VAI e non voglio sentire altro!- le dissi malamente.
Morena fissò G.O e, insieme a lui, si avviò alla porta, non potendo far altro che seguire il mio ordine.

Rimasi sola ancora una volta. Sarei voluta fuggire da quel posto, non esserci mai stata in vita mia ma, purtroppo, non potevo tornare indietro.
Nella disperazione più assoluta caddi nuovamente in un pesante sonno finché i primi raggi del sole disturbarono i miei occhi.
A fatica riuscì ad aprirli e lo stesso valse per mettermi in piedi ma, nonostante tutto, lo feci.
Mi alzai, mi sistemai alla meno peggio e, dato che l'appetito era ormai passato da tempo, mi assicurai solamente che Morena fosse tranquilla nel suo letto dopo di che, presi la borsa ed uscìì di casa.
Cominciai a camminare sul marciapiede sotto casa nascondendo il viso sotto ai miei grandi occhiali da sole.
Non avevo mai prestato attenzione al mio quartiere e, scrutando qua e la, mi accorsi di un grande edificio proprio alla mia destra.
Rallentai il passo alzando la testa per assicurarmi sin dove arrivasse in tutta la sua altezza ma, quando tornai a calarla, vidi ciò che non avrei mai voluto vedere: da quello stesso edificio uscivano, probabilmente mano nella mano, Seungho ed una ragazza mai vista prima in vita mia.
Mi arrestai di botto e cercai di ritornare sui miei passi ma la sua voce mi fermò.
Rimasi pietrificata nel sentirlo pronunciare il mio nome ancora una volta e, voltandomi, mi accorsi che l'ignota ragazza, lo stava tirando a sé per un braccio.
-Va' avanti. Io poi ti raggiungo!- gli aveva detto lui e la ragazza non poté far altro che obbedire.
Seungho mi si posizionò davanti ed accarezzò con il palmo di una mano la mia bagnata guancia.
Afferrai il suo polso e tolsi quella mano il prima possibile urlandogli contro:
-Lasciami in pace! Mi fai schifo! Non voglio più vederti in vita mia!-
Ma lui mi sorrise ed, avvicinandosi a me, mi incise uno dei suoi dolci, caldi, morbidi baci sulla guancia sussurrandomi di perdonarlo e riprendendo a camminare subito dopo.
Lo fissai allontanarsi da me e, non so neanche il perché, lo chiamai:
-Seungho!- dissi ad alta voce.
Lui si fermò un momento con la testa bassa verso il pavimento ma...non si voltò anzi, riprese a camminare ignorandomi totalmente.
Non potevo credere ai miei occhi, non volevo crederci.
Mi misi a camminare nervosamente per quelle strade affollate e, prendendo in mano il cellulare, chiamai Morena.
-Pronto Giò?- mi rispose quasi subito.
-E' finita, è finita per sempre More!-
-Giò ma dove sei? Vengo a prenderti!- mi disse nervosa.
Purtroppo quelle sue parole ebbero poca importanza.
Tra le lacrime, il nervosismo e quant'altro non mi accorsi che, forse involontariamente, mi trovavo in mezzo alla strada.
Un'auto mi colpì in pieno scaraventandomi bruscamente sull'asfalto.
Non ricordo molto ma tutta la mia vita, in un nanosecondo, mi scorse davanti agli occhi.
Ogni mio muscolo era come pietrificato, le mie labbra si erano sbarrate ermeticamente senza permettermi di pronunciar parola alcuna. Riuscivo solamente a muovere gli occhi.
Vidi due uomini intorno a me: uno teneva in mano il mio cellulare. Dopo di che, il vuoto.

In un tempo che mi sembrò brevissimo, mi ritrovai in una stanza d'ospedale, intubata al naso, alla gola; avevo flebo dappertutto e, mettendo a fuoco con non poca difficoltà, vidi una donna addormentata con la testa poggiata sul mio letto.
Non potevo parlare ma non riuscivo a riconoscerla: mossi una mano e lei si svegliò.
-Giò! Allora...- disse Morena cominciando a piangere disperata.
Non capivo perché avesse reagito in quel modo ma volevo parlare e cercavo in tutti i modi di farglielo capire.
Lei porto alla mia mano una penna vicino la quale posizionò un foglio, poi mi sorrise.
Con tutta la forza che avevo, scrissi un messaggio, seppur cn non poca fatica:
-Ho fatto uno strano sogno!- le scrissi e lei riprese a piangere ma mi parlò:
-Non è stato un sogno...Sono 3 mesi che sei in coma. Ho temuto il peggio ma per fortuna ti sei svegliata!-

Chiusi ed aprii diverse volte gli occhi. Credevo di aver capito male, che le mie orecchie avessero falsato qualcosa ma, non appena arrivò il dottore, mi confermò tutto.
Non potevo ancora muovermi ma avevo tante cose da dire...
Morena mi guardava incredula. Credo proprio che avesse temuto il peggio in quell'arco di tempo.
Volevo parlarle e raccontarle ogni cosa e mi agitavo ma le costole mi facevano tremendamente male.
-Giòòò non devi agitarti..hai ancora buona parte delle ossa rotte!- mi disse More ancora con gli occhi lucidi.
Cercai di sospirare ma non ci riuscìì: mi faceva tremendamente male ogni cosa davvero.

Passarono i giorni e, finalmente, potei uscire da quella prigione di ospedale per poter tornare a casa.
G.O venne a prenderci entrambe per portarci sane e salve nella nostra piccola ma accogliente dimora e, con non poche difficoltà, riuscii a stabilirmi nuovamente a casa.
More non voleva che muovessi un solo muscolo e le mie giornate trascorrevano totalmente al rilento fin quando, però, cominciarono ad arrivare le prime discrete visite.

-Ehiààà malaticcia!- mi disse Thunder col suo solito sorriso tenero stampato in viso mentre si dirigeva verso di me.
-Ehi!- risposi sorridendogli a mia volta.
Cercammo di abbracciarci ma le mie costole non si erano ancora risanate del tutto e cominciai a sospirare trattenendo, però, ogni qualsivoglia verso di dolore per non farlo preoccupare.
Thunder era seguito da un mezzo imbarazzato Joon che, nonostante ciò, si rivelò sempre il solito scemo.
Rimasero con me ore ed ore cercando di non farmi pensare assolutamente a niente, provando a rendersi ridicoli sino allo stremo per farmi sorridere almeno un po'.
Sfortunatamente, come si sa già, le cose belle sono sempre le più brevi infatti arrivò il momento dei saluti. Non volevo che andassero via..ero stata davvero bene in loro compagnia ma non potevo trattenerli ancora.
Loro andavano via ma si davano il cambio con G.O e Mir.

Il viso di Mir non era uno dei migliori visti in quelle ore. Credo si sentisse ancora maledettamente in colpa e, quando G.O si allontanò per poter dare una mano in cucina alla sua amata per la cena, rivolsi la parola al piccoletto:
-Ehi...va tutto bene!- cercai di rassicurare Mir.
I suoi occhi cominciarono a diventare leggermente lucidi e, per quanto stesse provando a farmelo notare il meno possibile, sfuggivano al mio sguardo.
-Davvero...Non devi sentirti in colpa per nessuna ragione. Il peggio adesso è passato ed io mi rimetterò in fretta, te lo prometto!- continuai a parlargli provando a sorridergli per rassicuralo più di prima.
-Mi hai fatto prendere uno spavento che non ti dico!- mi rispose lui stringendo una mia mano e continuò:
-Non farmi mai più una cosa del genere noona, per favore!-.
-Te lo prometto!- gli dissi sorridendogli ancora e, questa volta, parve aver funzionato dato che, anche lui, mi aveva rivolto un piccolo sorriso.

Nel frattempo la cena era pronta ma nessuno dei miei commensali mi fece alzare. Fui servita e riverita di tutto punto e non nego che la cosa un po' mi infastidiva: mi sentivo inutile e, per quanto volessi mostrar il contrario, le mie condizioni me lo impedivano in tutto e per tutto.
Mentre cenavamo il cellulare di qualcuno squillò:
-Si pronto?..Scusate!- disse G.O spostandosi un po' da tutti noi.
Rimasi a guardarlo da lontano. Non so perché ma sentivo che stesse succedendo qualcosa seppur non riuscissi a capire cosa.
-Si, è tutto apposto. Adesso fammi andare. Ci vediamo più tardi- disse al telefono G.O, riattaccando e tornando da noi.
-Va..tutto bene?- chiesi curiosa ma preoccupata allo stesso tempo.
-Eh? Si si, non preoccuparti Giò- mi liquidò G.O in un baleno.
Notai che il suo sguardo cercava di intrecciarsi ripetutamente a quello di Morena che, inizialmente, non se ne accorse. Continuai a tenerli d'occhio per un po' sin quando, insieme, si allontanarono un momento con la scusa di dover prendere il dolce.
-Mi nascondono qualcosa, me lo sento!- esclamai a Mir seduto vicino a me.
-Cosa..cosa te lo fa pensare?- mi domandò lui piuttosto nervoso.
-Il loro comportamento parla chiaro..- dissi.
-Ma no Giò che vai dicendo...Ahm vado un attimo al bagno, torno subito!- rispose nervoso e fuggendo da me.
Ancora una volta mi trovai sola. Fissavo il tavolo pieno zeppo di roba da mangiare poi sentii vibrare qualcosa.
Non capivo da dove provenisse il rumore e cominciai a scrutare intorno. Poi, alzando un fazzoletto, notai il cellulare di Mir acceso. Lo guardai squillare per un po' pensando che il legittimo proprietario uscisse in fretta dal bagno ma..non fu così.
-Vabé rispondo io, non si sa mai!- mi auto dissi mentre mi apprestavo a rispondere.
-Pronto?- dissi.
Silenzio.
-Pronto?- continuai a dire.
-Ahm...Giò. Sei, sei tu?- mi rispose una voce.
Mi resi conto solo dopo qualche istante che, quella stessa voce, era quella che non avrei dovuto assolutamente sentire, era quella stessa voce che mi aveva fatto soffrire maledettamente, quella stessa voce che mi aveva chiesto di perdonarlo, quella stessa voce che, forse inconsciamente, mi aveva tradita.
Ero pietrificata. Non risposi.
-Giò, ti prego parlami! Devo sapere devo..devo sentire la tua voce per sapere che stai bene davvero, per favore! Te ne prego!- continuò Seungho con tono supplicante.
-Non...- dissi interrompendo le parole con gli occhi sbarrati e bagnati.
-Non vogliono che ti chiami, non vogliono che mi avvicini a casa vostra ma io ho bisogno di vederti, devo parlarti! Devo spiegarti..ti prego!- mi disse lui ancora mezzo disperato.
-Non posso...- gli risposi io sospirando.
-Si che puoi Giò, ti prego! Io... Sto venendo li adesso e mi batterò affinché io possa vederti!- disse velocemente e riattaccò.
Il mio cuore sussultò ma non riuscii più a battere ciglio tanto che, all'arrivo di tutti gli altri, provai ad alzarmi per sfuggire ai loro sguardi. Volevo pensare alla cosa da me, senza alcuna restrizione da parte di qualcuno, senza alcuna influenza. Dovevo essere io, la mia testa ed io mio cuore, nessun altro!
A fatica andai in camera mia e chiusi la porta alle mie spalle ma, quasi subito, arrivò Morena.
-Cosa c'è che non va?- mi chiese.
-Niente, devo riflettere su una cosa- le risposi di getto.
-A cosa?- mi domandò lei.
-Saranno anche affari miei, no?- le dissi sgarbata.
-C'entra lui, non è vero?- mi disse.
Ma non ebbe neanche il tempo di aggiungere altro né tanto meno io avevo potuto risponderle che già suonavano alla porta.
Ancora una volta il mio cuore sobbalzò ed i miei occhi si spalancarono.
Arrivò la tachicardia, il tremolio ed il panico più assoluto.
-E tu cosa ci fai qui?- domandò urtato G.O a Seungho appena arrivato e continuò alzando il tono di voce
-Ti avevo detto di non avvicinarti neanche a questa casa!-
Non ero convinta di ciò che volessi ma di getto mi alzai ed uscii dalla mia stanza:
-Lascialo entrare.- dissi a G.O non tono basso.
G.O mi guardò piuttosto sconvolto e provava a capirci qualcosa scorgendo gli sguardi di Mir e poi di Morena la quale, facendogli un cenno con gli occhi, placò l'arrabbiatura del proprio ragazzo.
-E' meglio se noi...andiamo!- disse More a G.O e Mir che, senza farselo ripetere due volte, si allontanarono con lei da quella stanza lasciando me e Seungho da soli.
Io non parlavo. Lui mi fissava.
Stavo in piedi ma ero mezza curvata sempre a causa delle costole non ancora guarite, facevo quasi fatica a respirare non so se per il dolore o per la tachicardia ma non stavo affatto bene.
Seungho si avvicinò e, prendendomi delicatamente per una mano, mi invitò premuroso a sedermi e non affaticarmi.
Lo seguii ma non dissi nulla.
Lui sospirò e, dopo essersi accertato che fossi seduta comodamente, si adagiò vicino a me ed iniziò a parlare pregandomi di non interromperlo fino alla fine:
-Non so neanche da dove cominciare- disse sospirando ma poi continuò:
-Credo di aver fatto uno degli errori più grandi della mia vita prima lasciandoti andare e poi tradendoti così su due piedi seppur non stessimo più insieme. Beh ho...parlato con Mir e mi ha spiegato tutto, per filo e per segno e, i motivi da lui spiegati, mi hanno fatto rendere conto di quanto sia stato solo un emerito coglione a non aver dubitato neanche un secondo di lui ma solo ed esclusivamente di te e...ti chiedo scusa all'infinito per questo.
Poi...c'è un'altra cosa che devi sapere: io...non diventerò padre!- disse e si fermò fissando il pavimento.
Non riuscivo a crederci né tanto meno a capire perfettamente:
-Che cosa? Ma lei era incinta...sarà già di un po' di mesi!- risposi incredula.
-Già ma anche in questo mi sono sbagliato! Mi sono lasciato abbindolare così alla prima affermazione fatta da una sconosciuta e..mi sono fidato. Poi ho saputo...del tuo incidente e non sai quanto sono stato male per questo. Vedere questa ragazza era un'agonia ma che potevo fare?...Poi i miei amici mi hanno fatto ragionare e mi hanno convinto a chiedere alla ragazza un test di paternità: lei ha esitato un po' all'inizio ma poi non ha avuto altra scelta. Ho atteso i risultati per giorni e...il bambino non era mio e, ti giuro, non hai idea di quanto io fossi felice di questo! Non avrei mai voluto star con lei solo per un errore più grande di me e non volevo neanche che tu soffrissi così tanto a causa mia...Si, perchè io so quanto hai sofferto sin da prima dell'incidente; chiedevo sempre di te a G.O e saperti in quello stato mi rendeva debole ma vigliacco allo stesso tempo...-
Non riuscivo a non ascoltarlo né a sfuggire ai suoi pochi sguardi.
-Tu non puoi immaginare il male che mi hai fatto. Guardami...sono piena di lividi, cicatrici e ho non so quante ossa rotte ma sai cosa fa più male di tutto?- gli chiesi.
Seungho fece cenno di no con la testa e mi guardò in attesa di una mia risposta che ebbe poco dopo:
-Qui!- gli dissi portandomi una mano sul cuore e continuai
-Il cuore..quello stesso cuore spezzato e ri-spezzato una volta sull'altra-
-Perdonami, ti prego!- mi disse lui avvicinandosi a me ulteriormente e stringendo le mie mani tra le sue mentre teneva bassa la sua testa.
-Perché dovrei? Per soffrire più di prima?- risposi acida.
Lui non seppe rispondermi anzi abbassò ancora di più il capo accasciandosi sulle mie gambe e disse:
-Io ti amo Giò e l'ultima cosa che vorrei è farti ancora del male-
-Credi che questo possa bastare Seungho?- gli domandai ancora una volta acidamente.
-Ho capito- disse alzandosi di scatto
-Me ne vado e sparisco per sempre dalla tua vita- completò la frase avviandosi alla porta.
Piansi mentre lo vidi allontanarsi e, non appena aprì la porta:
-Anche io ti amo ma ho paura!- gli dissi con un filo di voce destando, però, la sua curiosità.
Tornò indietro e prese il mio viso tra entrambe le sue mani: mi guardò dritto negli occhi comunicandomi non so quante silenziose parole ed emozioni forti e contrastanti tra loro dopo di che mi baciò dolcemente infondendomi tutto l'amore che aveva in corpo.
-E' così che vorrei guarire tutte le ferite che ti ho causato- mi disse sentitamente.
Gli feci cenno di si con la testa e tornai a baciarlo stringendolo forte e, seppur ancora il dolore fosse atroce, non ci pensai più perchè in quel momento, tra quell'abbraccio e quei baci, tutte le mie ferite cominciarono, lentamente a risanarsi.
Lo guardai ancora una volta negli occhi e abbozzai un sorriso. Lo presi per mano e lo portai in camera con me chiudendo la porta alle nostre spalle.
Volevo davvero che mi curasse col suo amore, volevo che, dentro quella stanza, fossimo solo noi due ed il nostro travagliato amore.
Baciò ogni cicatrice, ogni angolo del mio disastrato corpo più e più volte, baciò le mie labbra trascurate troppo a lungo, baciò le mie mani ancora graffiate ed atrofizzate.
Quella notte, nonostante tutto, facemmo l'amore dimenticandoci di tutto e di tutti perché, in fondo, ciò di cui probabilmente dovevamo ancora renderci conto era proprio questo: noi due col nostro amore.
Tutto il resto, almeno per il momento, avrebbe contato meno di zero.

THE END

  
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