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Autore: DansUnReve    07/11/2013    0 recensioni
'Alzò il braccio con l’intento di bussare alla cabina, ma si accorse assurdamente che dalla finestrella il conducente sembrava si fosse assopito, piegato su se stesso, nonostante il gran rumore che li circondava. Magari si stava sbagliando; magari gli era caduto qualcosa per terra nella brusca frenata ed ora stava cercando di raccoglierlo..'
Genere: Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A novembre iniziava ad esserci sempre il freddo vero, quello che faceva uscire le nuvolette compatte dalla bocca ogni volta che respiravi. Annie questo lo sapeva, e quella sera senza luna era uscita ben coperta da strati di maglie e maglioni. Nonostante il suo grande sforzo però il freddo era più penetrante del solito e lei si sentiva congelare le ossa. Si era appena congedata dalle sue amiche, che abitavano dall’altra parte della città, ed ora stava tornando a casa sul tram deserto. Il mezzo viaggiava spedito sulle rotaie, ma la strada era lunga, così la ragazza aveva deciso di mettersi le cuffiette e lasciarsi cullare dal perfetto dondolio del tram.

Non era ancora arrivata che, però, di colpo tutto si bloccò. Con un forte stridore il tram decelerò, ma il rumore dei freni sulle rotaie  avevano risvegliato Annie, che preoccupatissima si era ripresa dai suoi pensieri. Le luci avevano preso a fare le bizze e tutt’intorno a lei si sentivano i clacson delle macchine distanti. Si sentiva sempre più stordita e spaventata, per questo decise di alzarsi per cercare rassicurazione nel conducente e capire cosa fosse successo. Alzò il braccio con l’intento di bussare alla cabina, ma si accorse assurdamente che dalla finestrella il conducente sembrava si fosse assopito, piegato su se stesso, nonostante il gran rumore che li circondava. Magari si stava sbagliando; magari gli era caduto qualcosa per terra nella brusca frenata ed ora stava cercando di raccoglierlo.

Stava per girare sui tacchi e tornare al proprio posto nella speranza che il tram ripartisse presto, ma senza badare dove stesse mettendo i piedi, scivolò. Senti un gran male alla caviglia, e si ritrovò a maledire il conducente che probabilmente aveva fatto cadere dell’acqua. Cercò di rialzarsi, stringendosi ai pali per tirarsi su senza sforzare troppo la caviglia malandata. Le luci si spensero un’altra volta; e lei un’altra volta imprecò. Quando tornò a vederci osservò meglio com’era messa la sua caviglia. Solo allora si accorse che il liquido non era acqua, ma bensì sangue. Ne aveva le mani sporche, i vestiti e le scarpe. Il pavimento era impregnato si sangue che scorreva copioso da sotto la porta del vano conducente. Annie cacciò un forte urlo terrorizzata ed in lacrime. Corse alla porta per poter scendere, iniziando a battere i pugni con tutta la sua forza e continuando ad gridare disperata affinché qualcuno l’aiutasse.

Poi di nuovo. Di colpo si spensero tutte le luci. Annie si ammutolì, incapace di dire una sola parola, ma con le lacrime calde che ancora scendevano sulle guance. Anche i clacson non suonavano più, adesso se ne accorgeva. C’era un silenzio tombale, denso e spaventoso che nel nero di una notte senza ombre scuoteva l’animo nel profondo, fino a far sussultare le membra dal terrore. Annie tirò su con il naso.

Si sentì un forte tonfo contro il tram, e la carrozzeria si piegò all’interno. La ragazza sobbalzò. Un altro tonfo, e di nuovo la carrozzeria venne deformata. Annie riprese ad urlare e a chiedere disperata aiuto.. Un altro tonfo. Il tram sembrava contorcersi come un animale ferito.
Poi dal nero apparvero due occhi enormi, spaventosi e gialli, che sembrava stessero ghignando, ma Annie non riusciva a distinguere un volto, e ormai senza voce si ritrovava per terra nel sangue, piagnucolante, a implorare pietà perché quell’incubo finisse. Infine si sentì prendere per una spalla, mentre un rumore di ossa rotte risuonava in quel silenzio che si era di nuovo posato come un manto di neve, e infine svenne.


Annie aprì gli occhi d’un colpo e si ritrovò di nuovo sul tram deserto con cui stava tornando a casa. Ci mise qualche minuto per rendersi conto che si era assopita. Aveva sbattuto violentemente la spalla, perché il mezzo si era fermato, ormai giunto al capolinea. Dalla cabina stava uscendo il conducente, che non appena la vide la guardò storto, un po’ come si guarderebbe un pazzo che gira nudo per le strade, e l’avvertì che il tram era fuori servizio e che avrebbe dovuto scendere. La ragazza era ancora inquieta e fissava allibita il conducente, in piena salute e sicuramente senza alcuna emorragia in corso. Si fissò le mani e si accorse di tremare, ancora spaventata. L’uomo che fino a poco prima aveva visto morto le ripeté sempre più spazientito che doveva scendere. Annie si ritrovò quindi nell’aria fredda della notte, con le lacrime agli occhi, a chiamare i suoi genitori per farsi venire a prendere con la gola secca e la voce arrocchita.
   
 
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