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Autore: Karyon    07/11/2013    2 recensioni
«Cosa c'è di più immortale dell'amore e della guerra?»
(Gilbert Keith Chesterton).
Raccolta sulla guerra e ciò che essa distrugge (e crea).
Raccolta sull'amore e ciò che esso crea (e distrugge).
Perché, in fondo, non sono che due facce della stessa medaglia.
[Raccolta disomogenea: presenti tutti i personagi, molte ship, diversi generi/avvertimenti/rating].
-Turchia/Antica Grecia-Impero bizantino. 1453
-Spagna/Impero berbero-arabo. 1492
Genere: Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Modern Age

 

1453 – Città di Costantinopoli

Quel giorno le fiamme, anche se a malapena carezzate dal mite vento del sud, furono talmente alte da sfiorare la volta celeste e così roventi da sciogliere in un solo battito di ciglia un impero durato mille anni.

Quando tutti quegli uomini dalla pelle bruciata dal sole e le espressioni feroci abbatterono le solide porte della città quasi non poteva crederci. Lei lo sapeva da tempo che qualcosa sarebbe accaduto, lei conosceva l'oscura minaccia che si allargava da Est come un acido corrosivo pronto a distruggere ogni cosa. Chiudendo gli occhi, le era ancora possibile rivedere quello sguardo profondo e scuro come una notte senza luna, mentre quel ghigno affilato sul visto olivastro la faceva rabbrividire ogni volta.
Sadiq era potente ed era insaziabile.
Avevano combattuto a lungo, anno dopo anno, per una sopravvivenza che lei cercava di proteggere a ogni costo. Soffriva da tempo, la sua povera terra dilaniata da lotte interne, ma non avrebbe mai permesso a nessuno di distruggerla; non ci era riuscito Romano, no ci sarebbe riuscito lui.
«Eccomi, mia signora, sono tornato come avevo promesso» fece Sadiq, inchinandosi.
Gli occhi incorniciati dall'inquietante maschera bianca, rilucevano di un'emozione che lui stesso fingeva di non provare: eccola, Atena, fiera come la divinità di cui portava il nome, bella come il sole che baciava quel giorno di conquista.
«Torna da dove sei venuto, non c'è niente per te qui» ribatté lei, furiosa.
Una sottile ruga le increspava la pelle dalle sfumature del bronzo, mentre gli occhi azzurri si accigliavano nel tentativo di arginare la rabbia. Indossava solo una lunga tunica anch'essa azzurra, leggera come un sogno.
Sadiq pensava che forse era vero che l'antica Grecia era stata la patria di ogni bellezza.
«Ci sei tu» si limitò a dire, con la sua voce forte e sicura mentre lei tremava.
Atena sapeva cosa voleva, ma sapeva anche che non sarebbe mai sopravvissuta al dissolvimento della propria storia con la Sublime Porta. Sarebbe morta piuttosto.
«Dovrai uccidermi, arabo» fece, scrollando la lunga chioma castana con stizza; si spostò di qualche passo ad accarezzare un'anfora di ceramica, memoria di un passato ormai sconfitto, e mormorò «Questa è la mia terra, è ricca di una storia di cui tu puoi intravedere un mero spiraglio. Non lascerò che i tuoi uomini la distruggano».
Sadiq la guardò per un attimo in silenzio, poi si sfilò la maschera dal viso con un sospiro.
Atena si rese conto che era la prima volta che lo vedeva senza, la prima volta dopo anni.
Era bello.
Aveva qualcosa, nei lineamenti duri della mascella, nella forma degli occhi, di selvaggio; e la sua pelle gli ricordava la kalamata più dolce.... chissà se era morbida come sembrava?
Atena sorrise internamente, per un istante, pensando a come sarebbe stato tutto diverso se... gli uomini della sua terra parlavano sempre di fare la guerra per trovare la pace, ma la verità era che la pace non esisteva, non nel cuore dell'umanità.
«Vieni con me. Qui tra poco non resterà più nulla» fece Sadiq, sentendo improvvisamente tutto il peso della propria vecchiaia.
Lui non poteva fare nulla per fermare l'assedio, né voleva; non gli interessava niente di conquiste, di imperi, di distruzioni, voleva lei. E lei sola.
Tuttavia sapeva che non sarebbe riuscito a convincerla, perché indomita era la spada che brandiva con mani tanto delicate. Conosceva la sua forza, era per quello che l'amava.
Atena gli sorrise un'ultima volta, poi sguainò il coltello dalla cintura dorata che le cingeva la vita.
Sadiq fece un passo indietro, mentre voci arabe già si sollevavano dai cortili devastati, a scandire gli ultimi rimasugli di tempo di un impero.
«Non farlo».
«Non ho altra scelta».
Un sussurro e gli si avventò contro, con un fendente profondo che gli squarciò la divisa su un fianco. Erano così vicini da sfiorarsi, ma la sua anima stava già andando chissà dove.
Per un solo istante, Sadiq ebbe freddo, poi sentì il bruciore salirgli su per un braccio e il sangue bagnare il pavimento intarsiato. «Fermati...» ripeté, ma lei non ascoltava: posseduta da uno spirito che era a metà tra la furia cieca e l'infinita tristezza, continuava ad affondare la lama cercando di colpire più parti possibili di quel corpo che, lui non lo sapeva, ma aveva tanto amato a distanza.
Uno, due, tre volte la schivò, continuando a fissarla in quegli occhi di ghiaccio fuso; piangeva Atena, piangeva tutte le sue lacrime mentre cercava di colpire il suo più grande nemico.
Fu per istinto, un ultimo fatale istinto, che lui sguainò la scimitarra quando fu con le spalle al muro.
«Ah...»
Si accorse del suo sangue che gli imbrattava le mani solo dopo e cacciò un urlo disperato.
«Atena!» La afferrò per accompagnare la caduta e si accasciò su di lei, mentre la vista gli si annebbiava. Sadiq non piangeva mai ma, quella volta, dovette farsi una violenza inaudita per non lasciare lì la sua anima, insieme alle lacrime.
«Parlami, ti prego...»
Atena gli sorrise, alzando una mano ad accarezzargli il viso «Non angustiarti, hai fatto la cosa giusta...»
Sadiq scosse la testa ripetutamente, ma lei lo fermò con un gesto deciso «Ti prego, tratta bene la mia terra e io rivivrò con lei» sussurrò, prima di morire.
Sadiq non poté dire successivamente quanto tempo rimase accanto al suo corpo, ma ricordava che la città si era lentamente svuotata dalle voci che la riempivano, fino a lasciare solo il nulla.


Note autrice:
Aloha, gente hetaliana! Ho sempre pensato di introdurmi in pianta un po' più stabile in questo fandom, ma le varie idee che ho avuto erano seriamente impossibili. Questa è arrivata un giorno che mi annoiavo a lavoro, quindi non credo sia molto meglio :D
Il mio intento è descrivere di guerra e amore in varie epoche della storia, da quella moderna a quella contemporanea e ritorno. Forse ci piazzerò un po' di storia antica e medievale, ma non ne sono sicura.
Avverto già da ora che, sebbene ce ne saranno (forse) di leggere, la maggior parte varieranno dall'angst, alla malinconia, alla depressione, quindi preparatevi! XD Ci saranno morti, battaglie e distruzioni varie. La raccolta è disomogenea, quindi modificherò l'indice a ogni pubblicazione.
Ah, ed essendo io una storica e quindi una rompipalle di professione, le note storiche saranno circa il doppio delle storie stesse. Me ne dispiaccio molto. Vado da un terapeuta apposta per migliorare.
Detto ciò, la storia:
Qui iniziamo con Sadiq e Atena, o meglio: Impero Ottomano e Impero Bizantino.
Io non seguo Hetalia da una vita, quindi non ho idea se Antica Grecia esista o meno. Ho letto in giro che il personaggio di Antica Grecia è anche Impero Bizantino (sebbene io all'inizio avevo pensato più a una specie di sorella/fratello di Roma) e che Sadiq, pur essendo Turchia, è anche Impero Ottomano. Tutto ciò è molto strano, ma se l'autore dice così... se ne sapete qualcosa in più, illuminatemi!
Comunque io ho preferito crearmi un personaggi mio: Atena, ovviamente come la Dea della saggezza e odierno centro dell'intera Grecia. In greco sarebbe più Athìna, ma non mi piaceva. Ho voluto farla orgogliosa, malinconica e forte, come sono in effetti i greci (quei pochi che conosco).
Sadiq, invece, so che esiste però non ho idea di che carattere abbia. Ho letto, sempre da qualche parte, che prova qualcosa per Antica Grecia, quindi ho sfruttato la cosa. Ovviamente in realtà lei odierebbe Sadiq, ma essere vicini per tanto tempo può aver fatto nascere qualcosa.
La data segna la caduta di Costantinopoli ed è uno degli eventi che gli storici considerano come inizio dell'Età Moderna (insieme alla scoperta dell'America e alla cacciata degli arabi dalla Spagna). Non in Italia comunque, se ve lo stavate chiedendo.
La frase che dice Atena (gli uomini della sua terra...” è legata al fatto che moltissimi filosofi greci parlavano della pace in questi termini: “Per avere la pace, bisogna preparare la guerra”(Aristotele).
Quindi mi sembrava bello inserirlo.
La kalamata è un tipo di oliva, famoso in Grecia: è scura con venature rossastre. I turchi non sono propriamente scuri, ma è anche vero che l'Impero Ottomano non comprendeva solo la Turchia quindi Sadiq un po' scuretto ce lo vedo.
Gli aforismi iniziali sono tutti legati alla guerra e provengono da varie nazionalità, ovviamente non potevo metterle tutte. Ce ne sono due tedesche perché devo ammettere che inizialmente avevo inserito solo quella di Hitler che come frase in sé mi piace: è inquietante e oscura al punto giusto. Però poi mi sono resa conto che poteva anche offendere (del tipo: come se di tedesco ci fossero solo i nazisti), quindi ho inserito il grande Von Bismark per pareggiare.
Non ho per ora inserito avvertimenti molto forti, ma potrebbero capitare. In questo caso avviserò a inizio capitolo.
Bon basta, è un papiro.
Scusatemi, sul serio. Spero vi piaccia!
Alla prossima! :)

   
 
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