Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: Didone24    21/04/2008    1 recensioni
Piccola shot originale senza pretese, fresca e romantica al punto giusto ;)Torno con una storiella leggera e nel frattempo aspetto l'ispirazione per una nuova long fic ^^ Intanto commentate in tanti il mio piccolo flash mentale :P Posterò presto la seconda parte!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

Avevo proprio bisogno di una doccia gelida. Qualcuno dice che aiuta a rimettere i nervi al loro posto. Forse serve a sciacquarsi di dosso stress, tristezza e negatività. Non lo so. Fattostà che adesso mi sento molto meglio, la mente libera e i capelli al vento, ancora umidi. Comincio a correre veloce, come per non farmi sfuggire di mano questa magnifica sensazione di libertà. Libera da cosa, poi? Questo lo so. Libera da una cosa che negli ultimi mesi non mi ha lasciato un attimo di pace. Libera da un patetico sentimento che paradossalmente mi ha svuotata da tutte le emozioni. Non so più nemmeno cosa sia, e non voglio pensarci. L’unica cosa al mondo che mi interessa adesso è smettere di vivere in stand by, riparare le mie ali e ricominciare a volare.

Non ho alcuna reazione quando, aprendo la cerniera del borsone per prendere le chiavi della macchina, cadono a terra tuta, scarpe da ginnastica e l’intero arsenale di bagnoschiuma, shampoo e simili. Mi chino per raccoglierli, sbuffando e rassegnandomi alla mia patologica sfortuna.

 

-         Vuoi una mano?

 

Merda.

Quella voce. Quella dannatissima voce mi arriva alle orecchie insieme all’inebriante profumo che conosco fin troppo bene. O meglio, che non ho mai scordato.

Caspita, la vita è proprio assurda. Proprio quando ti stai impegnando con tutte le tue forze a dimenticare una parte assolutamente distruttiva della tua esistenza, ecco che qualcuno o qualcosa ti si presenta davanti sbarrandoti l’unica strada giusta che ti eri sforzata di percorrere.

Dio, mi vuoi forse lì accanto a te? Cerca di comunicarmelo in un altro modo la prossima volta.

 

Resto ancora immobile, china sul mio borsone vuoto.

 

-         Cosa ci fai tu qui? – dico incredula dopo un lungo e imbarazzante silenzio, ignorando la sua domanda. Il mio cervello si rimette finalmente in moto e così comincio a raccogliere le mie cose, dandogli le spalle.

-         In realtà cercavo te. – risponde lui piano.

-         Oh, bè. Sei venuto nel posto giusto. Dimmi. – dico secca, con un filo di sarcasmo, voltandomi. Rivederlo fa quasi più male di stargli lontano. Ho la sensazione che il cuore abbia fatto un salto fino allo stomaco. Mi odio con tutta me stessa quando mi accorgo di avere le gote in fiamme. Dolore, pensieri che mi scorrono freneticamente davanti agli occhi, senza fermarsi. Nostalgia.

-         Ti va se ci facciamo un giro? – chiede.

-         Ho la macchina qua fuori.

-         Nessun problema, sono a piedi.

-         Come vuoi. – concludo.

 

Sinceramente non mi va proprio un giro con lui, so già che mi investirò per mancanza di concentrazione.

Cosa ancora più assurda, nessuno dei due si preoccupa di iniziare una conversazione. Il che, per qualche strana ragione, non mi turba. Continuo a fare come se non esistesse, con la stessa sensazione di libertà di prima. Non mi sento a disagio. Infondo non ho niente da dirgli.

 

-         Allora, che si dice di nuovo? – chiede con un imbarazzo palpabile, che mi fa venire voglia di ridere. Cerco di trattenermi e dargli la risposta più ovvia:

-         Niente di che. Troppo studio e troppo poco divertimento. Mi sfogo facendo a pugni con un sacco appeso al soffitto, di questi tempi. – per la prima volta gli sorrido, incrociando il suo sguardo per un secondo.

-         Ah, non sapevo che ti fossi data alla box.

-         Mi sembra normale, se non ti fai sentire mai. – chissà perché, oggi ho voglia di essere spregevole. Infondo me lo merito.

-         Scusa…

-         Non era un rimprovero. Ho solo ammesso come stanno le cose.

 

Nel frattempo abbiamo raggiunto la mia golf di terza mano, posteggiata in solitudine nel parcheggio deserto. Apro lo sportello e lo invito a sedersi.

 

-         Prego.

-         Vuoi che guidi io? – mi chiede. Questa volta mi viene sul serio da ridere, e non reprimo l’istinto.

-         Accidenti, ti sei scordato proprio tutto di me. Ti ricordo che ho la patente da un anno, so guidare e non ho mai avuto incidenti. - Oggi sarà la prima volta, penso.

-         No, è che mi sembri un po’ su di giri.

-         Per niente. – rispondo.

-         Okay…

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Didone24