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Autore: Prussian Blue    07/11/2013    3 recensioni
"Hanno i colori della foresta"
Il pensiero di Gilbert fu interrotto dalla voce della ragazza.
"Allora, lo vuoi ancora quel bacio?"
Le sue parole vennero sussurrate sulle labbra del giovane, a quel punto i loro visi erano così vicini, che i loro nasi si potevano toccare.
Chi avrebbe immaginato che studiare insieme avrebbe portato a questo.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                     E' Vero Che L'Amore E' Una Questione Di Chimica?

Gilbert era contento che quella mattina non stesse piovendo, era da una settimana che continuavano a venire giù litrate d’acqua, il che non è il massimo se devi prendere l’autobus per andare e tornare dal liceo tutti i giorni. 
Si incamminò verso la fermata accompagnato dalla sua migliore amica, Elizaveta. 
“Mi prometti che studiamo, però? Ogni volta che facciamo i compiti insieme finisce sempre che tu mi distrai, e non la voglio un’altra insufficienza per colpa tua!”
La ragazza girò la testa verso l’amico, facendo scuotere la folta capigliatura castana con l’azione, che già di muoveva davanti al suo viso a causa del venticello autunnale. 
“Ma se hai preso sei l’ultima volta!”
“E’ stata pura fortuna, scemo” ribattè Eliza sorridendo, guardando Glibert negli occhi rubei. Quegli occhi che riflettevano tanto la personalità del ragazzo tedesco, dall’animo focoso e impulsivo. 
La cacciava sempre nei guai insieme a lui, quello stupido di Gil! Da quando lei si era trasferita in Germania dall’Ungheria, qualche anno fa, lui era sempre riuscito a farla divertire. 
 
Arrivati finalmente a casa del tedesco, dopo poche fermate dell’autobus e un breve tragitto a piedi, i due giovani si tolsero le scarpe per infilarsi due paia di comode pantofole, (i genitori di Gilbert, al momento ancora al lavoro, erano molto puntigliosi per quando riguarda la pulizia), e cominciarono a sistemare l’occorrente per lo studio. 
“Cosa c’è da studiare per domani?”
“Chimica, interroga”
“Nooo…”
La ragazza appoggiò la testa sul suo quaderno a spirale verde in segno di disperazione. Chimica non era mai stata il suo forte, e forse avrebbe dovuto pensarci due volte prima di cominciare a frequentare un liceo scientifico. 
“Suvvia, non è così tragico,, ti aiuto io, dai, stupida”
Gilbert scompigliò i capelli dell’amica, ancora accasciata sulla scrivania, che alzò subito la testa e si girò per punzecchiarlo un po’. 
“Per te è facile, sei portato per questa materia assassina, secchia!”
Eliza sbattè lievemente la mano sul braccio del ragazzo albino, che in risposta tirò fuori la lingua, come un bimbo di cinque anni. 
“Che vuoi, io sono un genio, fa parte della mia magnificenza!”
“Ma se è l’unica materia in cui vai decentemente! Mi stupisco che tuo nonno non ti abbia ancora dato la strigliata mensile" lo canzonò Eliza, ridendo. 
Gilbert tirò fuori il suo diario dallo zaino grigio decorato con varie toppe delle sue band preferite, la copertina si stava quasi staccando a causa di tutte le volte in cui esso era stato buttato per terra, calpestato, infilato nella cartella in malo modo, quindi cercò di fare attenzione mentre lo faceva. 
“Ma ti metti mai una maglietta che non sia nera? Ti vedo con quelle delle band tutti i giorni! Perché non provi una bella camicia ogni tanto?”
Il giovane voltò lo sguardo in basso verso la sua t-shirt nera con dettagli rossi. “Ehi, contrasta col colore dei miei bellissimi capelli! Tu, piuttosto, perché indossi i calzini con la stampa ad animaletti?”
Eliza spintonò leggermente l’amico, sentendo le proprie guance surriscaldarsi istantaneamente,  e incrociò le braccia  alzandosi in piedi. “Tu, come osi prendere in giro i miei calzini!? Erano gli unici puliti.” replicò fingendo un tono di voce offeso. 
“E in ogni caso, dovremmo proprio studiare ora.”
“Come vuoi, stupidona” E così cominciarono a studiare per davvero, Eliza evidenziando in colori diversi le parole e i concetti chiave, e Gilbert facendo svogliate sottolineature storte a matita. Guardandolo, la ragazza castana si chiese come facesse il suo amico ad essere imparentato con il fratellino minore Ludwig, ragazzino molto preciso e ordinato, che da grande vuole fare l’ingegnere. 

 
“In che categorie si distinguono i miscugli?”
“Omogenei, che sono monofasici, ed eterogenei, che sono…”
“Poli…”
La incoraggiò il giovane tedesco, anche con lo sguardo. 
“Poli…polifasici!”
“Esatto, polifasici!” Ripetè entusiasta Gilbert. “Vedi, non è così difficile!”
Lei gli scompigliò i capelli affettuosamente. 
“Io farei una pausa”. Sospirò Eliza, notevolmente stanca: dopo due ore di studio pieno, vedeva tutto sottoforma di formule. 
I due giovani andarono a sedersi sul letto morbido di lui, togliendosi le pantofole e restando con i calzini. 
“Allora, dimmi un po’, alla fine esci sabato?”
Gilbert si stese sul letto piuttosto rumosamente, stiracchiandosi un po’, mentre poneva il quesito all’amica, che invece stava a gambe incrociate, e giocherellava con le stringhe dei pantaloni della tuta nera. 
“Non lo so, forse viene a trovarmi mio zio. Non sopporto quando i parenti ti avvisano all’ultimo momento, è da una settimana che pianifico di mangiare in centro dopo la scuola! E poi ci saranno tutti! Ma va bene, è da un po’ che non vedo mio zio, mi fa piacere se viene…”
Ma Gilbert non la stava più ascoltando. Infatti era disteso sul letto, con le gambe che si agitavano in aria, mentre giocherellava con cellulare bianco di Eliza., che appena se ne accorse, cercò immediatamente di impossessarsi dell’oggetto. 
“Che minchia fai col mio cellulare!? Ridammelo subito, oppure vedi cosa ti faccio!” protestò arrossendo mentre tentava di raggiungerlo mentre l’amico lo teneva in alto con il braccio. 
“Eh, perché? Hai qualche segreto? Uh, Eli ha messaggi compromettenti con il suo ragazzo!”
Rise di gusto il tedesco, e intanto si dimenava sul letto per impedire ad Elizaveta di riprendersi il cellulare. 
“Non cel'ho neanche un ragazzo! Dai, coglione, non sei simpatico sai? Molla la presa, ora!”
“Solo se mi dai un bacetto sulla guancia, perché so che mi vuoi bene” replicò lui, ridacchiando.
“Se vuoi te ne do pure due, basta che me lo restituisci”
Lei, intanto, era letteralmente balzata sopra di lui. I due cominciarono a lottare per gioco, tra gli intrecci di coperta e lenzuola, e il cuscino che cadeva per terra. 
 
Alla fine si fermarono, lei sopra di lui, mentre gli teneva stretti i polsi sul materasso, lui con una gamba quasi per terra, entrambi col fiatone. 
Gilbert ebbe l’occasione di guardare la ragazza dritta nei suoi bellissimi occhi verdi. 
“hanno i colori della foresta”
Il suo pensiero fu interrotto dalla voce di lei. 
“Allora” mormorò Eliza con voce tremante, rossa in volto, dopo aver ripreso fiato “Lo vuoi ancora quel bacio?”
Le sue parole vennero sussurrate sulle labbra del giovane, a quel punto i loro visi erano così vicini, che i loro nasi si potevano toccare. 
“e devo anche dirlo?”
Gilbert alzò leggermente la testa, e catturò la bocca di Eliza in un passionale gioco di labbra. Lei nel frattempo aveva mollato la presa sui suoi polsi, così lui cominciò ad accarezzarle i capelli, mentre l’amica -amica?- appoggiava le mani sul suo petto. 

“Dovremmo studiare chimica insieme più spesso”. 


A/N: Questa è la mia prima fanfiction. Mi è venuta in mente ieri sera, mentre cercavo di prendere sonno, come un'illuminazione improvvisa, probabilmente non molto brillante. Spero non sia così male, ma essendo la prima che scrivo, non sono bravissima! ^.^

 
  
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