Era il mio compleanno e Londra era grigia come al solito. Non mi era mai piaciuta la nebbia, a dir la verità, ma c'era qualcosa in quella città stracolma di fumo e di tristezza che al contrario rendeva le mie giornate migliori. Comunque non aveva importanza, ormai. Luke non c'era più da mesi, lì con me, a sorridermi la mattina al mio risveglio e non c'era nemmeno la sera quando mi addormentavo fra le sue braccia mentre mi baciava la fronte per tranquillizzarmi nelle notti più buie. L'unica mia consolazione era che sapevo che un giorno o l'altro sarebbe tornato. Era giovane e io non ero nessuno per impedirgli di vivere la sua vita; per quanto io lo amassi, sarebbe stato puro egoismo fargli scegliere fra me e la musica. Eravamo i due amori della sua vita, e giustamente voleva avere un pezzo di entrambi. La pazienza non era il mio forte ma lui aveva aiutato a farmene sviluppare un po', quanto basta per aspettare che tornasse. Il solo pensiero che mi faceva continuare con la mia vita era la sola frenesia che provavo quando lo rivedevo dopo tanto tempo. Mi sentivo come una bambina il giorno di natale quando lo rivedevo. Per questo quando al telefono mi disse che non sarebbe potuto tornare a casa per il mio compleanno, mi sentii come se mi fosse crollato il mondo addosso.



Assalita da da questi pensieri mi alzai dal letto, un gemito di protesta uscì dalla mia bocca. Mi alzai per fare colazione. Prima che potessi prendere le chiavi e uscire di casa, mia madre mi chiamò, ovviamente per farmi gli auguri. La confusione che fece al telefono solo per via della sua eccitazione è indescrivibile. Il telefono passò svariate volte dalle mani di mia madre a quelle di mio padre, di certo non si può dire che i miei non ci tenessero a essere presenti il giorno del mio compleanno. Li vedevo raramente. Da quando mi ero trasferita a Londra andavo a far loro visita durante le feste e nonostante fosse solo gennaio e li avessi visti neanche un mese prima non passava nemmeno un giorno senza che sentissero la mia mancanza, e la cosa era chiaramente reciproca. Dopo 20 minuti abbondanti di telefonata, mi diressi finalmente al bar dietro l'angolo, vicino al mio appartamento. Bevvi un cappuccino velocemente e mangiai due ciambelle. Dato che era il mio compleanno decisi di fare uno strappo alla regola. Tornai subito su nel mio appartamento. Vivevo da sola ma era relativamente grande, almeno per le mie esigenze. Chiusi la porta. Sentii dei rumori provenire dal salotto. C'era qualcuno in casa. Mi avvicinai cautamente. Analizzai meglio i suoni che stavo sentendo. Sembravano delle voci, simili a quelle che si sentono quando stai guardando un film ma ci si trova in un altra stanza, lontano dalla fonte del suono. Capii di chi erano le voci. Erano la mia e quella di Luke. Lo stomaco mi si attorcigliò, come se qualcuno mi avesse tirato un pugno nella pancia. Arrivai in salotto. Non c'era nessuno. Il televisore era acceso. Sullo schermo vidi delle immagini mie e di Luke. Erano dei video che avevamo fatto io e lui, durante le nostre giornate insieme. In quel momento c'era un video in particolare, il video che filmò col mio cellulare il giorno prima che dovette partire di nuovo per il suo tour attorno al mondo. Era disteso sul divano. Inquadrava il suo viso. Iniziò a parlare.

"Heeey!" Iniziò. "Sono io, Luke. Adesso non sei qua con me, tua madre ti ha appena chiamata perché ha bisogno di te un attimo. Volevo approfittarne per lasciarti un ricordo di me anche mentre non ci sono. So quanto il nostro essere separati ti renda triste e sai anche quanto renda triste me. Sappi però che anche quando non sono lì con te, io ti penso sempre. Quando canto sul palco, l'unica persona a cui rivolgo le mie parole sei tu. Anche se tu non riesci a sentirmi perché sono dall'altra parte del mondo, la mia voce ti raggiungerà sempre. Insieme possiamo fare tutto. Ma solo se teniamo una parte l'uno dell'altra con noi potremmo farcela. Adesso chiudo perché credo che tu stia per tornare qui da me. Alla prossima, piccola. Ti amo più di quanto tu possa immaginare. Davvero. Ciao." Chiuse il video con una linguaccia. Inevitabilmente lacrime sgorgarono dai miei occhi per tutta la durata del video. Che sentimentale che ero. Delle braccia lunghe avvolsero la mia vita da dietro. Era lui, sapevo che era lui, ma non volevo crederci, non potevo crederci.

"Buon compleanno, amore mio" Una voce calda e profonda sussurrò al mio orecchio. Mi voltai con le guance coperte dalle lacrime. Lo guardai in viso. Quel viso che conoscevo così bene. Quel viso che scacciava ogni problema. Quel viso, il suo. Affondai la testa nel suo petto, gettandogli le braccia al collo, mentre lui mi riscaldava in un abbraccio capace di far sciogliere il cuore. Rimanemmo abbracciati per non so quanto tempo, centinaia di ore non sarebbe state capaci di compensare tutte le volte che avrei voluto averlo fra le mie braccia durante tutti quei giorni. Allontanai il mio viso dal suo petto, la sua maglietta ormai fradicia dalle mie lacrime di gioia. Ci guardammo negli occhi per dei secondi interminabili. Si chinò leggermente per posare le sue labbra sulle mie; un bacio disperato, le nostre labbra desiderose le une delle altre. Si staccarono solo per finalmente dirsi l'unica cosa che non riuscivamo più a non dire.

"Ti amo" sussurrai

"Ti amo" rispose d'un fiato.


Buonsalve a tutti c: questa è la mia prima storia quindi mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, se è meglio continuare a scrivere o mettermi via la voglia c: spero vi sia piaciuta, ciao bellezze 😘