*
Due mesi prima, alle tre e ventisette di una cocente nottata di settembre, aveva richiuso fra le lacrime, in un mondo sospeso sullo stupore, lo sconcerto, l'estasi, la quarta di copertina sull'ultima pagina.
Era successo cosí, come muore un parente, come finisce una storia d'amore, come una rosa sfiorisce.
Da allora percorrendo i corridoi del liceo ci metteva un'ansiosa cautela nell'aprire le porte; prima di attraversare le strisce pedonali o prendere il metrķ si guardava sospettosa alle spalle.
Da allora di notte, di tanto in tanto, quanto la stringevano solo l'insonnia e l'ombra della lezione del giorno, si alzava dal letto, apriva l'antina della biblioteca, e alla luce tenue dell'abat-jour, controllava che tutte le sinuose linee d'inchiostro fossero al loro posto, che nulla fosse cambiato, che quelle undici, perfette parole, fossero sempre le stesse:
"L'uomo in nero fuggí nel deserto e il pistolero lo seguí."
Questa č la veritā.
Due mesi prima, alle tre e ventisette di una cocente nottata di settembre, aveva richiuso fra le lacrime, in un mondo sospeso sullo stupore, lo sconcerto, l'estasi, la quarta di copertina sull'ultima pagina.
Era successo cosí, come muore un parente, come finisce una storia d'amore, come una rosa sfiorisce.
Da allora percorrendo i corridoi del liceo ci metteva un'ansiosa cautela nell'aprire le porte; prima di attraversare le strisce pedonali o prendere il metrķ si guardava sospettosa alle spalle.
Da allora di notte, di tanto in tanto, quanto la stringevano solo l'insonnia e l'ombra della lezione del giorno, si alzava dal letto, apriva l'antina della biblioteca, e alla luce tenue dell'abat-jour, controllava che tutte le sinuose linee d'inchiostro fossero al loro posto, che nulla fosse cambiato, che quelle undici, perfette parole, fossero sempre le stesse:
"L'uomo in nero fuggí nel deserto e il pistolero lo seguí."
Questa č la veritā.
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