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Autore: CarolPenny    21/04/2008    1 recensioni
"Ehi! Precisiamo una
cosa! Mi piacciono gli uomini, ma questo non fa di me una donna!"
Storia momentaneamente ferma!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN MESE E MEZZO

La pioggia batteva forte sul parabrezza. La strada era poco visibile, ma c’era poco traffico. La radio trasmetteva una canzone country, la preferita di James, intitolata “I’ll follow them” . Ma la sua testa era altrove. Era così ubriaco da non  sapere neanche dove stesse andando. Il temporale stava cessando e James aveva un sonno tale che quando guardò l’orologio che indicava le 2:35 della notte, dovette rivederlo altre due volte prima di rendersi conto di quello che aveva visto. Indossava una giacca di jeans con un pellicciotto attorno al colletto. Era così caldo che ci si appoggiò e chiuse gli occhi. 

Successe tutto in una frazione di secondo: quando li riaprì, scorse una figura nel bel mezzo della strada e per non investirla sbandò, fermandosi giusto in tempo in un angolo per la sosta.                                                                                

“Cazzo!” James si stropicciò gli occhi e poi aprì lo sportello della macchina. Grazie all’aria fredda di fuori, sembrò riprendersi un pò.  Si aggiustò i capelli corvini che portava corti e un pò rialzati sulla fronte.
 “Ehi amico…tutto bene???”  Si avvicinò a lui una persona, dalla voce un po’ roca.
“Per poco non ci rimettevo la pelle!” la aggredì James “Ma che tieni in quella testa di cazzo per camminare in mezzo alla strada?”  
“Ma che cazzo hai tu?” rispose quella e James capì che si trattava di una ragazza. “Io ero qui in un angolo, sei tu che mi sei venuto addosso!” 
Il ragazzo le fece il verso e cercò di rientrare in macchina, ma la vista gli si fece sfocata e ci andò a sbattere contro. La ragazza si avvicinò velocemente a lui e lo prese appena in tempo, per le braccia, prima che cadesse e lo sistemò a fatica sul sedile. Sembrò essersi addormentato. Gli diede due schaffi in viso per farlo rinvenire.
"Ehi!" La reazione di James fu alquanto violenta, quasi diede un pugno alla ragazza. 
"E'...proprio ubriaco" pensò lei tra se. James si alzò anche se a fatica e si mise a sedere. 
 "E tu chi sei?"  chiese alla ragazza, che alzò gli occhi al cielo. Avbrebbe tanto voluto urlargli in risposta <> ma decise di mantenere la calma.

"Anne...e tu?" 
"James...ma che ci faccio qui?" 
Anne alzò le braccia "Questo proprio non lo so!"
Il ragazzo si sistemò meglio sul sedile e si mise le mani in faccia, il gesto fu seguito da uno sbadiglio. Dopo di che, parlò di nuovo alla ragazza come se avesse ripreso un pò di lucidità.
"E tu che ci fai qui?" disse guardandosi intorno.
"Cercavo un passaggio in città..." Anne aveva un aspetto un pò trasandato. Indossava una grossa felpa color petrolio, che le arrivava quasi alle ginocchia e un pantalone marrone. Aveva dei capelli color rame, molto lunghi. Erano bagnati e legati. Gli arrivavano quasi fino al fondoschiena. In effetti, la ragazza era del tutto bagnata.
"Salta su!" disse James tranquillo, ma ancora titubante.
"Coooosa???" esclamò Anne un pò preoccupata. "Tu sei ubriaco! Io non entro..."
"Come vuoi..." il ragazzo chiuse violentemente lo sportello.
Anne osservò James appoggiarsi allo schienale e dopo un minuto dovette constatare che si era addormentare di nuovo. Sentì qualche goccia sul viso e capì che stava ricominciando a piovere. Non aveva proprio voglia di restare per l'ennesima volta sotto ad un temporale, così, decise di approfittare del ragazzo e della sitiuazione. Andò dall'altra parte e aprì lo sportello e sempre a fatica lo prese per le braccia e lo sistemò nell'altro sedile anteriore. Richiuse lo sportello e dopo aver recuperato la sua sacca andò a sedersi alla guida. 
"Ehi scusa!" urlò nelle orecchie del ragazzo, che si lamentò. 
"Dove abiti?!" fece ancora Anne. 
James non rispose e lei ripetè la domanda. Il ragazzo sibilò qualcosa di incomprensibile. Ci vollero altri 5 minuti per riuscire a capire. 
"Cosa???!" esclamò Anne stupita "Ma a quell' indirizzo c'è un locale gay!" 
Mise in moto la macchina e si fece il segno della croce. Sapeva guidare ma non aveva la patente. Fece una manovra un pò storta ma riuscì ad entrare in autostrada. Ripetè al ragazzo la stessa domanda altre 10 volte, in cui lui rispose di nuovo l'indirizzo del locale gay "The secret" e l'indirizzo della Casa Bianca,  fino ad uno che sembrò "normale". Ci vollero quasi 20 minuti per arrivare, anche se l'abitazione non era molto distante da dove erano partiti. Si trovava in un bel vialone, pieno di alberi. All'indirizzo corrispondeva una casa a due piani a cui si accedeva attraverso un grande cancello automatico. Anne fermò la macchina e cercò tra le chiavi un telecomando per aprirlo e fu fortunata. 
Una volta dentro la proprietà risvegliò James.
"Siamo arrivati!"
Il ragazzo fece un gemito e uscì dalla macchina. Barcollando raggiunse una scala a chiocciola che si trovava all'esterno. Anne scese e lo seguì. Alla fine della scalinata c'era una porta e attraverso di essa si entrava nella casa. Il ragazzo accese le luci. C'era subito un corridoio aperto su un soggiorno. Era molto disordinato, con una grande libreria, un divano e due poltrone. Al centro della stanza c'era un tavolino di legno, circolare, basso. A destra, il corridoio terminava con un'altra porta. A sinistra invece era lungo e c'erano diverse porte ai lati. Anne chiuse quella principale. James si tolse la giacca, la buttò a terra e si avviò verso l'ultima stanza. Senza neanche accendere la luce si fiondò su quello che dal rumore che fece quando ci si buttò sopra, doveva essere un letto. Anne rimase immobile, sull'uscio della porta, per qualche istante, poi chiese ad alta voce 
"Ehm...scusa! Dove posso sistemarmi?" Non ci fu risposta. Al suo posto, la ragazza sentì russare. Sospirò.
"Il divano andrà bene..." disse tra se sarcasticamente.

   
 
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