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Autore: _joy    08/11/2013    4 recensioni
Ambientata durante "Morsi di ghiaccio" - A complicare il già difficile rapporto tra Rose e Dimitri, all'Accademia è arrivata Tasha Ozera. Innamorata di Dimitri, tenta di convincerlo a seguirla come suo Guardiano. E la vacanza sulla neve non fa che aumentare il dolore e la gelosia di Rose verso quella che sembra ormai una coppia. E Lissa...anche Lissa sembra conquistata da Tasha. E comunque, nella sua vita ormai Christian sembra la priorità. E così, sola come mai prima, Rose si ritrova a pensare con nostalgia al periodo della loro fuga e, in particolare, al loro soggiorno a NY, quando vivevano tra gli umani e si chiamavano... Blair Waldorf e Serena Van der Woodsen
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nate arriva proprio quando ho chiuso l’ultimo sacchetto.
 
Entra perplesso nella suite mentre io faccio un cenno e ringrazio il fattorino che solleva le mie borse ed arranca verso l’ascensore sotto il loro peso.
«Hai svaligiato la suite?» scherza Nate.
Io sorrido tristemente.
«No. Ho dato via i miei vestiti»
«I tuoi vestiti?» lui batte le palpebre su quegli occhi incredibilmente azzurri «E perché mai?»
Sospiro e mi siedo sul divano.
«Perché non mi servono più Nate»
Tendo una mano verso di lui, ma improvvisamente il suo sguardo si fa duro e lui arretra di un passo.
«Nate…»
Ma non mi fa nemmeno parlare.
«Fammi indovinare. Mi stai per lasciare?»
«Nate, io…»
«Bè, se non altro immagino di doverti ringraziare: almeno stavolta mi avvisi. L’altra volta sei sparita e basta! Cosa sarebbe… Un miglioramento nel nostro rapporto?»
 
Lo sapevo che non sarebbe stato facile.
Del resto, non merito che sia facile.
 
Mi alzo e mi avvicino di un paio di passi, guardandolo negli occhi.
«Nate, devo ripartire. Io e Serena dobbiamo tornare… dobbiamo andare via di nuovo. Noi…»
«Perché?» mi chiede, angosciato.
«Perché… te l’ho detto quando sono tornata, Nate. Non posso restare. Noi abbiamo scelto… Scelto di vivere da un’altra parte e ora…»
«No, Blair, no! Non ha senso! Cosa vuol dire da un’altra parte? Ma da un’altra parte dove? Cosa c’è, a parte Manhattan?»
Storco il naso.
«Nate, questa è veramente una frase da ragazzino stupido che vive nel suo mondo dorato. Che cavolo dici? C’è il mondo fuori di qui, lontano da questo guscio vuoto fatto di feste, balli e abiti firmati, sai?»
Lui mi fissa con uno sguardo penetrante.
«Non c’è un altro mondo per Blair Waldorf che non sia questo»
 
Annuisco.
Non sa quanto ha ragione.
Blair appartiene a questo mondo dorato e piccolo: è nata qui, l’ho creata così… e solo qui può esistere.
Ma io non posso restare ferma in un sogno di cristallo, ora l’ho capito.
Non sono libera qui, paradossalmente.
Sono intrappolata nel personaggio che ho creato.
 
«Hai ragione. È sempre stato così… ma ora non lo è più. Io sono cambiata, Nate»
«Cosa? Tu, cambiata? Non è vero! Perché dovresti cambiare?»
Mi mordo il labbro.
Così non andiamo da nessuna parte.
Certo che non ci crede: Blair non ha mai avuto bisogno di cambiare.
Ma, piccolo particolare… Blair non esiste.
Esiste Rose, e Rose è cambiata eccome.
 
«Tutti cambiano, Nate. È la vita»
Lui ride; una risata priva di gioia.
«Fai prima ad essere sincera anziché a parlare di grandi cambiamenti esistenziali. È per quel tipo?»
Non rispondo e lui mi incalza.
«È per quel Dimitri? Ho visto come ti ha guardata stamattina!»
Prendo fiato e lo guardo negli occhi.
«Sono innamorata di lui, Nate»
Lui serra la mascella, come se lo avessi preso a pugni.
«Mi lasci per un altro. Dovevo immaginarlo»
Scuoto il capo.
«Dimitri non vuole stare con me, Nate»
Lui sembra confuso.
«Cosa stai dicendo? Si vede benissimo che…»
Scuoto il capo, non voglio sentire.
Fa male, fa solo male.
«Nate, ascoltami ti prego. Odio mentirti. Io… ti ho mentito in questi giorni e mi sono comportata male, sono stata egoista, perché… ti rivolevo, perché tu mi fai stare bene, mi doni gioia, perché con te sono una Blair spensierata»
Lui muove un paio di passi per la stanza.
«Una Blair spensierata? Perché, che preoccupazioni terribili può mai avere miss Waldorf? Non ti hanno messa in lista di attesa per la nuova Birkin?»
Serro gli occhi.
Fa male anche questo.
Mi considera una stronzetta superficiale… Bè, ho fatto la stronzetta superficiale con lui, direi che me lo merito.
«Quando io e Serena ce ne siamo andate a studiare… all’estero, ho incontrato Dimitri. È una storia impossibile, lo so. Ma mi sono innamorata e… non posso farci niente. Però sono anche una stronza egoista e siccome le cose andavano male e io mi sentivo così sola… è arrivata la tua lettera e… aveva il sapore di casa. Mi sono precipitata qui, da te, anche se sapevo che era il gesto di un’egoista, perché tu… sei tu. Tu mi ami e mi fai stare… bene»
Termino debolmente e lui scuote il capo.
«Se con me stai bene perché mi vuoi lasciare? Se con me stai bene, perché ti sei innamorata di un altro? Perché te ne sei andata?»
Mi tremano le labbra.
«Perché io…perché io non sono questa Nate. O meglio, non sono solo questa. Non sono solo una ragazzina che vuole assolutamente la nuova Birkin» sorrido, amaramente «O meglio, non più. C’è altro… e tu questo altro non lo vedi»
«Fammi vedere, allora!» mi prega.
Io scuoto il capo.
«Non ti importa davvero Nate. Sono tornata e non mi hai chiesto perché me ne sono andata, perché ti avevo lasciato… Mi hai ripresa come se ci fossimo visti fino al giorno prima, ma le persone cambiano; la vita ci cambia! Non potevi pensare davvero che fosse tutto a posto… O meglio, lo hai voluto pensare»
«Ah, ecco. Lo sapevo. È colpa mia»
Mi avvicino tendendogli di nuovo le mani.
«No, Nate, no. È colpa mia, solo mia. Ma non posso andarmene, stavolta, senza spiegarti»
«Te ne vai in Russia?» chiede, tentando di sembrare indifferente.
Scuoto il capo.
«Vado via con Serena»
«Quando?»
«Domani pomeriggio»
Chiude gli occhi.
«Grazie dell’ampio preavviso. Da quando lo sai?»
Mi mordo il labbro.
«Da prima di tornare»
Annuisce.
«E lui non viene con te»
Scrollo le spalle.
«Non lo so. Penso di no»
«E allora perché non resti?»
Sembra disperato e io mi sento così triste per lui.
Mi avvicino e poso le mani sui suoi fianchi, delicatamente.
Alzo gli occhi per incontrare i suoi e penso che questo è un addio.
Un addio a Nate, ma anche un addio a Blair.
«Nate, tu meriti di più…»
«Non dirlo!» sbuffa «Non dirlo, è la scusa più stupida ed egoista…»
Lo zittisco:
«Ascoltami: dico davvero! Meriti di più, molto di più di una stronza egoista come me. E io ti auguro che arrivi presto e che sia speciale… Certo, non sarà me, ma…»
 
E lui sorride.
Sorrido anche io, mentre i miei occhi si riempiono di lacrime.
Ci stringiamo e mentre affondo il viso nel suo maglione e lui mi accarezza i capelli penso a quanto, ancora, sia incredibilmente generoso con me.
Il nostro abbraccio dura un’eternità e, quando dolcemente mi stacco da lui, penso che sto lasciando andare per sempre la mia parentesi a NYC.
Sorrido, tra le lacrime.
«In bocca al lupo per tutto, Nate. E… addio…»
«Non dire addio. Non dirlo, è così… definitivo. Arrivederci, piuttosto»
Annuisco, ma so che è l’ennesima bugia.
Arretro verso l’ascensore e dolcemente lascio la sua mano, che ancora stringe la mia.
«Ciao» bisbiglio.
Mi volto e davanti a me c’è Chuck.
Faccio un salto per lo spavento, mentre lui fissa i miei occhi rossi, poi Nate, poi la porta della nostra ex stanza, svuotata delle mie cose.
 
Ma, incredibilmente, quando posa di nuovo lo sguardo su di me non c’è traccia della consueta ironia nei suoi occhi.
«Immagino di essere arrivato in tempo per i saluti» dice, secco.
Io annuisco.
«Sì, Chuck. Io…»
Non so come proseguire.
Lui mi dice:
«Ho visto uno dei fattorini portare via le tue cose. Mi ha detto che lo hai incaricato di portarle in una parrocchia, perché siano date ai poveri»
Annuisco.
Sento un gemito provenire da Nate.
Mi volto e mi guarda con gli occhi sbarrati.
«Tu… hai dato le tue cose ai poveri? I tuoi vestiti?»
Annuisco di nuovo.
Sembra sconvolto.
«A me non servono più»
«Conti di andare in giro vestita di stracci?» chiede Bass, sardonico.
Scrollo le spalle.
«Sono solo vestiti. Sono solo soldi. Ci sono persone che muoiono di fame e vendendo un solo paio delle mie scarpe possono vivere per mesi»
«Sei diventata filantropa?»
Chuck sarebbe meno sconvolto se gli avessi detto che gli alieni stanno per invaderci.
 
O i vampiri.
Divertente.
 
«No. Ho scoperto che il mondo in cui viviamo qui è falso e fantastico quanto una bolla di sapone. E altrettanto inconsistente»
Sono entrambi attoniti.
«Meglio così Nate» dice poi Chuck «meglio così: ti ho sempre detto che era una stronza, ma ora devo aggiungere che è anche matta»
Nate chiude gli occhi, poi marcia in camera sua e chiude la porta.
 
È finita.
 
È andato.
Mi sforzo di non rimettermi a piangere e muovo un passo, ma Chuck mi prende per il braccio.
«Blair, te lo dico una volta sola: stai lontana da lui, capito?»
Ha ancora quell’espressione seria e capisco che, dietro la sua facciata di bastardo figlio di papà tiene davvero a Nate.
Annuisco.
«Dico davvero: se te ne vai, non tornare. Non fargli male di nuovo»
Mi si chiude la gola.
«Non tornerò, Chuck. E Nate lo sa»
«E per quanto riguarda le stronzate filantropiche, ricordati che ti ho vista stamattina e…»
«Ho detto a Nate di Dimitri» lo interrompo «Non volevo fargli del male, Chuck»
Lui non ribatte.
Poi mi lascia il braccio.
«Per quel che vale, mi spiace davvero» aggiungo.
Lui cammina verso il bar e si versa un whisky, senza guardarmi.
«Addio, Waldorf» dice soltanto.
«Addio, Chuck. Abbi cura di lui»
 
Le porte dell’ascensore si chiudono sulla sua schiena rigida.
 
*
 
Appena metto piede nell’atrio di casa di Serena mi accoglie un dolce profumo di peonie.
L’appartamento è pieno di fiori rigogliosi.
Dal salotto fanno capolino Christian e Lissa e la seconda corre ad abbracciarmi.
«Bentornata» dice, semplicemente.
Io annuisco e la stringo e ora sì, sì che mi sento a casa.
Lei mi prende per mano, mi accompagna al piano di sopra e apre la porta della mia stanza.
È pulita e ordinata.
E, soprattutto, vuota.
Non c’è traccia di Tasha.
«Rose, volevo scusarmi per averti tolto la tua stanza» dice Lissa, seria «Ero talmente ansiosa di far sentire Tasha a suo agio che ho davvero esagerato. Mi dispiace tanto, davvero!»
Annuisco.
«Tasha?» chiedo.
«Mi sono scusata e le ho detto che ho sbagliato a trattarti come ho fatto, poi le ho offerto la mia camera, ma si è sistemata in quella in fondo al corridoio. È stata molto gentile»  
«Bene» dico, neutra «Dov’è, ora?»
Preferirei non incontrarla… Ma tanto domani torniamo all’Accademia.
«Fuori con Dimitri»
Ingoio il magone, mentre Lissa si scusa ancora.
«Lo so che ti dispiace, non dirmelo più… ehi, Liss! Anche questa cosa della camera te l’ha detta Christian? Certo che è proprio saggio!»
Scherzo, per stemperare il mio nervosismo, ma la risposta di lei mi lascia basita:
«No. È stato Dimitri»
Cerco di mantenere un contegno ed entro nella mia stanza.
«Allora, cosa metti stasera?» chiede Lissa, correndo a raggomitolarsi sul letto, come ha sempre fatto «Il vestito di Marchesa era favoloso!»
Scuoto il capo.
«No, Liss: era un vestito da come Nate vede Blair. Stasera mi vesto da Rose, semplicemente»
«Quindi da gran figa» mi strizza l’occhio, complice, e poi si fa seria.
«Hai parlato con Nate?» chiede.
Annuisco.
 
Vado a sedermi accanto a lei e, attorno a me, vedo che le cose che sono state mie per due anni.
Le foto di me e Lissa alle feste super-glamour.
Gli outfit invidiabili.
Le vacanze sulla neve.
Quando sono tornata a Manhattan sentivo una nostalgia struggente per tutto questo.
Ora mi sembra semplicemente un bellissimo, sfavillante ricordo di due anni splendidi, ma passati.
Ora vedo sotto la superficie di quel periodo.
«Ehi» Lissa richiama dolcemente la mia attenzione «Tutto bene?»
«Sì e no» sospiro «Sì perché gli ho detto la verità… per quanto possibile. No perché l’ho ferito, di nuovo»
Lissa mi prende la mano.
«Era inevitabile» dice, piano.
«Già. Vorrei averci pensato prima di correre qui e buttarmi tra le sue braccia»
«Bè, va detto che è una tentazione buttarsi tra le braccia di Nate Archibald…» ammicca.
Le do una spintarella scherzosa e lei ridacchia.
«Dai, eravate una coppia sensazionale!»
«Modestamente…» annuisco.
Poi però penso agli occhi colmi di dolore di Nate e torno seria.
«Ho fatto una cosa imperdonabile, Liss! L’ho usato! Gli ho fatto del male sapendo che sono tornata nella sua vita senza poterci restare, l’ho trattato come un burattino senza importanza… mi vergogno di me!»
Lei sospira.
«Non flagellarti. Certo… non ti mentirò. Lui è innamorato di te. Nel suo modo superficiale, così da Nate, che vede quella che sei sempre stata e non quella che sei oggi. Ma in modo pulito. Comunque… glielo dovevi, Rose. E sapere la verità è il primo passo per guarire. Gli passerà»
Annuisco, mesta.
«E… dai, Archibald non è uno che può restare solo, con quel viso d’angelo. Vedrai che ti rimpiazza presto!»
Mi fingo offesa dall’idea e lei ride, poi però mi chiede di raccontarle tutto.
Mentre parlo mi alzo e giro per la stanza, tocco le mie cose, apro la cabina-armadio e ci sparisco dentro.
Ecco un’altra parte della mia vecchia vita: un paradiso.
Mi muovo tra gli appendiabito e trovo quello che cercavo.
Riemergo e Lissa si ferma a metà di una frase.
«Metti quello? Fantastico! Lo adoro! Sarai stupenda… Non te lo sei mai messo prima: perché?»
«Perché non è da Blair: Blair è una bambolina da fiocchi e pizzi. L’avevo comprato perché è da Rose»
Lei sorride.
«Anche quando eri Blair sentivi la mancanza di Rose»
«Ehi, io sono Rose! Blair è solo… l’esternazione della mia parte più femminile e frivola. Ma sono sempre io!»
Lissa scende dal letto e mi abbraccia.
«Lo so, amica mia, lo so!»
 
*
 
Quando finisco di prepararmi e mi guardo allo specchio quella che vedo è una Rose sicura di sé e affascinante.
Indosso un abito aderente come un guanto, rosso cupo, con una spallina singola, di strass neri.
Ai piedi ho delle Jimmy Choo altissime.
Devo ricordarmi di dire a Lissa di imballare i vestiti e portarceli via… Prima o poi, anche da Guardiano, potrò andare a una festa, giusto?
Scendo le scale e in salone vedo Tasha con Lissa e Christian.
Negli occhi della Ozera passa un lampo, ma poi mi sorride cordialmente.
«Stai benissimo Rose… o dovrei dire Blair?»
«No, chiamami Rose: Blair esiste solo per Serena Van Der Woodsen»
Strizzo l’occhio a Lissa, che ricambia complice.
Mi abbraccia e io ammiro il suo abito con il corpetto ghiaccio e la gonna di tulle: sembra la regina delle fate.
«A te sì che stanno bene certi abiti» le dico.
Lei scuote il capo.
«Non sarò mai sexy come te… Pazienza, regalami il Marchesa!»
Alzo gli occhi al cielo.
«Liss, ho regalato tutto. Soprattutto il Marchesa!»
Lei sbuffa.
«Non si regala un vestito così!»
«Invece sì, se vuoi chiudere definitivamente una storia!»
«Ah, ma quindi non vedremo Nate stasera?» si intromette Tasha «Peccato. Un così bel ragazzo…»
La guardo con tanto d’occhi.
Vuole fregarmi anche Nate?
Non che io abbia più diritti su Nate, chiaro…
Ma insomma, questa Moroi è insaziabile!
«Usciamo?» chiede Christian, sbrigativo.
«Oh, sì, andate» cinguetta Tasha «Io aspetto Dimitri»
 
Prendo un respiro e fingo indifferenza nel dirigermi verso l’ascensore.
Non ho certezze, con Dimitri.
Stamattina è stato incredibile, ma…
Ci siamo baciati altre volte.
E lui è sempre stato chiaro e categorico nel dire che una relazione tra noi due è impossibile.
So che stasera, con molta probabilità, dirà le stesse cose: devo essere realista.
È cambiato qualcosa?
D’accordo, forse l’ho fatto rosicare… e Nate ne ha pagato le spese.
Ma… Tasha?
Quanto potere ha su di lui?
E c’è una scelta tra me e lei, realmente… O non c’è mai stata?
Cerco di dominare i miei pensieri ingarbugliati, ma durante il tragitto sono silenziosa.
Quando arriviamo al party, scopro che si tratta della solita serata extra-lusso, con la solita gente vanesia e inconsistente che spende migliaia di dollari per l’abito di una sera che poi getterà via perché lo hanno visto tutti, ma è qui a fare beneficienza.
Gente che non ha idea di cosa sia della beneficenza.
Rabbrividisco al pensiero che due settimane fa tutto quello che volevo era stare qui.
Resto al fianco di Lissa e mi irrigidisco quando vedo entrare Chuck.
Lei mi stringe la mano, ma lui è solo.
Mi getta un’occhiata di sommo disprezzo e si allontana a grandi passi da noi.
Respiro di nuovo.
«Stai tranquilla, non vedo Nate!» mi rassicura Lissa, guardandosi discretamente attorno.
Christian grufola qualcosa sulla pazzia femminile e va a prendere da bere.
Lo guardo scuotendo il capo, ma poi dico alla mia migliore amica:
«Vai con lui»
«No, no, resto con te!»
«Liss, davvero, vai. Dovrei essere io a farti da guardia del corpo, non il contrario… E non credo che Nate verrà stasera. Ma tu puoi passare una bella serata con il tuo ragazzo»
«Voglio passarla con te, la bella serata» ribatte, angosciata «Siamo di nuovo a New York, insieme! Nella nostra città! Solo tu sai come ci si diverte qui!»
Le sorrido.
«Liss, io sono qui. Sarò sempre qui. Ma c’è anche Christian e questa è la sua occasione di conoscere i party folli di Manhattan. Domani ce ne andiamo… Io e te abbiamo vissuto qui due anni, lui no. È giusto che tu lo coinvolga, che condivida con lui questa serata. Io sono qui. Vai tranquilla»  
«Ma noi due…»
«Noi due siamo sempre Serena e Blair. Sapremo divertirci anche da altre parti, no?»
Le strizzo l’occhio e lei ride.
Si allontana mandandomi un bacio e io giro un po’ per la sala, evito Chuck, saluto delle conoscenti, ri-evito Chuck e alla fine esco in terrazza con un bicchiere di champagne in mano.
Sono assorta nei miei pensieri e non saprei dire quanto tempo è passato quando sento due mani calde sistemare sulle mie spalle nuda una giacca scura e pesante.
Volto il capo e vedo il profilo di Dimitri nella luce bassa.
«Ciao» mormoro.
Lui si siede accanto a me.
Osservo i suoi vestiti semplici e di nuovo mi colpisce come, anche senza abiti firmati, sia bellissimo.
Restiamo in silenzio per un po’, un silenzio amichevole.
Lo rompe lui:
«Allora… come è andata oggi?»
«Orribilmente» dico, guardando fisso davanti a me «Ma in un certo senso è stato liberatorio. Solo che… mi dispiace di essere stata così cattiva ed egoista»
«Rose… Tu non sei una persona cattiva ed egoista. Hai solo scoperto che le conseguenze delle tue azioni possono non ricadere solo su di te, ma ferire gli altri»
Annuisco e, dopo una pausa di silenzio, chiedo:
«Ho mai ferito… Te?»
Mi volto a guardare il suo profilo e, dopo un attimo, Dimitri risponde semplicemente:
«Sì. Mi fa male litigare con te»
«Anche a me fa male» sospiro «Tanto. Davvero. Eppure… so che a volte ti ho provocato e che ho cercato la lite. Era come se… volessi sfogare la rabbia, solo che poi stavo anche peggio»
Lui annuisce, guardando davanti a sé.
 
Prendo fiato e chiamo a raccolta tutto il mio coraggio.
«Mi dispiace, Dimitri»
Lui annuisce di nuovo, ma io proseguo:
«No, davvero. Mi dispiace davvero per come mi sono comportata sulla questione di Tasha… Sono stata capricciosa e stronza e l’ho fatto perché tu mi hai ferita, più di quanto credevo che si potesse ferire qualcuno. Poi io ho fatto lo stesso con Nate, senza volerlo… Ma l’ho fatto»
Cerca di interrompermi, ma lo fermo con un cenno.
«E la cosa peggiore è che mi sento male non solo per questo… Ma perché io voglio, nel profondo del mio cuore, che tu sia felice. E se io non posso farti felice… Voglio comunque che tu lo sia. Sempre. E allora ho pensato che anche se fa male… Io sono pronta a lasciarti andare, Dimitri. Perché tu sei dentro di me e io ti sento mio ma… le persone non si possiedono, non sono oggetti. Tu non sei certo un oggetto»
Sento il pianto che mi stringe la gola ma mi sforzo di proseguire con voce ferma.
Mi volto per guardarlo e lo vedo fissarmi con gli occhi sgranati.
«Rose, io…»
«Io ce la farò se saprò che tu stai bene. Che sei felice. E se andare con Tasha ti rende felice, allora è giusto così»
Lui batte le palpebre un paio di volte davanti ai miei occhi gonfi di lacrime e poi si sporge verso di me.
Mi abbraccia forte e io mi sento, per la prima volta, totalmente e assolutamente a casa.
 


NdA: buonasera!
Per chi di voi si sta chiedendo: chi sei? / Dov'è finita Serena VdW? / Cosa cavolo sta succedendo a questa storia? ... La risposta è: sono io, sempre io, che ho cambiato nick! 
Vi preannuncio che questo è il penultimo capitolo di questa storia e che presto avrete l'epilogo. 
Grazie a Lisbeth17 per avermi spronata a riprendere il filo della mia storia, delle mie storie aperte... Ha ragione a dire che le ho trascurate e per questo vi chiedo immensamente scusa e vi ringrazio se avrete ancora la pazienza di seguirle, fino alla fine.
E, per tutti gli aggiornamenti:
 https://www.facebook.com/Joy10Efp


Buona lettura,
Joy

   
 
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