A Echo

Perché oggi compie radicequadratadiottantunomenoradicequadratadiquattro anni.

Perché un giorno urleremo insieme dal mio balcone "HAINZ!".

Perché lei è una vera amica.

Perché sssssì. Basta~

Vedeva macchie di sangue spargersi ovunque, come tempera rossa che gocciola da un pennello. Davanti ai suoi piedi giacevano decine di corpi senza vita e migliaia di palazzi, un tempo nobili e maestosi, erano dati in pasto a voraci fiamme, che avvolgevano il triste spettacolo.

Elliot avrebbe riconosciuto quell'evento anche se fosse stato presente per un solo attimo: la tragedia di Sabrié.

I suoi occhi erano impietriti e il lento oscillare della testa si faceva sempre più doloroso, come se stesse martellando le sue disperate meningi.

Percepiva nella mano destra uno spadino, sporco di macchie color cremisi. La sua vista si irrigidì ancora di più. 

Non poteva essere lui il carnefice, era solo un ragazzo nato quasi un secolo dopo la tragedia. Tuttavia la pressione che l'ansia continuava a esercitare lo convinceva sempre di più verso quell'improbabile, quasi stupida affermazione.

Tremava. L'arma malconcia cadde dalla sua mano, la testa danzava nell'aria e il dolore non cessava di torturarlo.

Si inginocchiò di scatto, pregando inutilmente l'ignoto di ritrovarsi immediatamente da qualche altra parte come per magia, lontano da quel lago di sangue. Chiuse con forza gli occhi per non piangere, ma dopotutto l'unica cosa che poteva fare era mostrare a se stesso la sua innocenza singhiozzando come un bambino capriccioso.

Elliot riaprì gli occhi, tutto lo scenario era cambiato: il bianco opaco delle coperte sostituiva il rosso scarlatto delle fiamme e il suo corpo stanco occupava tutto il letto.

Guardò la sua mano; la spada era sparita, ma nella sua immaginazione percepiva ancora il manico freddo.

Sospirò, anche se non era la prima volta che passava un sonno così tormentato non riusciva ancora a opporre resistenza a quella fastidiosa atmosfera che lo tormentava ogni notte.

«Avete fatto di nuovo lo stesso incubo?» chiese una voce familiare, dal tono limpido e tenero. Elliot aveva sempre pensato a quella voce come simpatica e gradevole all'udito, ma non avrebbe mai immaginato di trovarla così rassicurante.

Una mano gracile si posò sulla schiena del ragazzo, accarezzandola con delicatezza. 

Per un momento a Elliot non importava più fare lo stesso incubo tutte le notti, sapeva che la mano e la voce di Leo lo avrebbero rassicurato a ogni risveglio.

Note dell'Autrice

Che dire? Non vedevo l'ora di scrivere sulla mia OTP yaoi! <3 

Spero vi sia piaciuta, e sopratutto che sia piaciuta a Echo/Aki/Cucchiaia/Sacerdotessa ti Krante Togami e ti Krante Zeku/ecc…, anche perché ho sudato sette camice.

Aki, lo so che volevi un AtsuMasa, ma ti prometto che una volta finiti Free! e Death Note potrò guardare e fangirlare su IEGO! <3

Grazie per aver letto!

CrystalHika