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Autore: _Fy    08/11/2013    5 recensioni
Erica e Alessandro.
Due compagni di classe.
Due universi paralleli.
Lui; freddo e scostante, bello ma terribilmente stronzo. Odiato dagli uomini e amato dalle donne.
Lei; ragazza gentile ed estroversa. Nasconde la sua insicurezza dietro il sarcasmo.
Il loro essere diversi li spinge a cercarsi, scontrarsi per poi comprendersi, accettarsi e forse anche innamorarsi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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L’amore non è mai come te lo aspetti e non ti investe quando lo cerchi.

Succede così, quasi per caso; uno sguardo, un sorriso, una parola pronunciata appena ed è fatta.

L’amore non è mai sempre uguale.

Non ha metri di paragone.

Può essere caldo e passionale o tiepido e gentile.

Il bello dell’amore è che può sorgere ovunque, anche dalla distruzione.

Il bello dell’amore è che non si stanca mai, che non si ferma mai.

Risorge anche quando sembra ormai distrutto, quando lo neghi o quando ne hai paura.

L’amore può essere cura o malattia.

E’ un circolo vizioso da cui non si esce.

 

 

Il vento soffia pungente causandomi qualche brivido; mi stringo maggiormente al mio cappotto panna incrociando le braccia sotto il seno come per cercare di trattenere un minimo di calore in più.

Forse avrei dovuto mettere qualcosa di più pesante.

Affondo il naso nel tessuto della sciarpa; è di lana e mi pizzica la pelle del viso.

I capelli lunghi e lisci mi scendono sulla faccia e so che forse ad occhi esterni potrei sembrare quasi inquietante.

Il chiacchiericcio degli studenti che si avviano a scuola mi giunge ovattato; la mia mente è tutta assorbita dal discorso che la mamma mi ha fatto stamattina; si è innamorata e vuole farmi conoscere l’uomo che frequenta ormai da quasi un anno.

Si è innamorata ed io non ne sapevo nulla.

Si è innamorata ed io non ho notato nulla.

- Ehi Erica!

La voce di Camilla, la mia compagna di banco, mi distrae dalle mie pippe mentali.

Le sorrido quando la vedo avvicinarsi a me correndo e mi domando come faccia a trovare tanta energia di lunedì mattina; io a differenza sua mi sento un bradipo costipato.

- Ehi Camilla! Quanta energia di prima mattina!

Mi sorride strizzando gli occhi azzurri e mi sembra quasi un personaggio di qualche manga giapponese.

- Oggi sono di ottimo umore, tutto qui.

Infilo le mani nelle tasche abbandonando la posa rigida in cui mi ero rinchiusa e do un calcio al sassolino che si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

-Beh, tu sei sempre di buonumore... Hai studiato matematica per il compito?!

Annuisce guardandomi con fare sospetto, socchiudendo gli occhi e storcendo le labbra tutte dal lato destro della faccia.

- Ti lascerò copiare, ho capito…

Sorrido compiaciuta mentre lei gonfia le guance rosse per il freddo con finta aria teatrale.

- Come farei senza di te?!

Chiedo retoricamente.

Sospira mentre il vento le scompiglia i capelli biondi dal taglio corto.

Camilla è una ragazza molto bella; è minuta, il viso è ovale dai tratti dolci e delicati, gli occhi azzurri sono piccoli e quando ride li strizza forte. Ha un sorriso gentile e in sua presenza non ti senti mai fuori posto.

E forse è proprio per questo che mi piace molto stare con lei.

Compiamo gli ultimi passi in silenzio prima di arrivare di fronte al cancello azzurro della scuola. Anche se a vederlo bene, di azzurro non è rimasto pressoché nulla; la pittura è bella che andata e il grigio delle sbarre di ferro è visibile anche a un kilometro di distanza.

- Anche oggi siamo arrivate in ritardo!

Mi lamento.

- Questo perché sei davvero lenta, lo sai?!

Mi rimprovera bonariamente in risposta.

- Poche storie o faremo tardi per davvero.

La tiro per le maniche della giacca mentre delle piccole proteste escono a raffica dalle sue labbra lucide di rossetto. Mi fermo solo in prossimità della porta cercando di riprendere fiato prima di entrare e sorbirmi le lamentele della professoressa Di Maggio, docente di matematica.

Con mia grande sorpresa la professoressa non è ancora arrivata in aula.

Mi concedo un sospiro di sollievo.

Lo scenario che si presenta ai miei occhi non è diverso dagli altri giorni; i ragazzi sono coalizzati tutti da una parte della classe sicuramente intenti a decantare lodi sulla loro inesistente e alquanto triste vita sentimentale. Seduti ai primi banchi i secchioni ripassano in maniera frenetica quelle diavolerie matematiche che ci propinano i professori solo per il sadico gusto di vederci impazzire e poi, da tutt’altro lato, c’è lui, Alessandro, accerchiato come sempre da quelle quattro galline spennacchiate che starnazzano per ogni sua espressione facciale.

Non che ne faccia poi molte, in questi quattro anni di scuola l’ho visto solo ghignare in modo provocatorio.

Tutte dicono che sia bello, e forse lo è davvero: altro, asciutto con pochi muscoli, i capelli neri dal taglio corto sulla nuca e più lunghi sul davanti, carnagione olivastra, occhi di un verde scuro incorniciati da delle folte sopracciglia, tratti del viso spigolosi, naso dritto e proporzionato.

Tuttavia per me è solo una gran seccatura.

Tutto di lui mi irrita, partendo dal suo atteggiamento freddo e distaccato.

-Patetico!

Mi sfugge inavvertitamente.

Mi copro la bocca con le mani sperando che nessuno mi abbia sentito ma le mie speranze risultano essere vane quando i suoi occhi verdi si puntano immediatamente nei miei.

-Tsè, è l’invidia a parlare Mancini?!

Mi sorride scoprendo i denti bianchi.

Fingo noncuranza ma le mani strette a pugno tradiscono il mio stato d’animo.

-Cosa dovrei invidiare di te, Rizzo?

Allarga maggiormente il suo sorriso mentre i suoi occhi scivolano su di me con fare indignato.

Mi fissa con un sopracciglio arcuato come a voler dire che la risposta è evidente a tutti.

-Già, non hai proprio nulla da invidiarmi tu.

Mormora provocando le risatine isteriche da parte delle mie compagne di classe.

-Adesso basta Erica, lascialo stare. Tutti i giorni è la stessa storia!

Mi sussurra Camilla tirandomi dalla manica, proprio come poco prima avevo fatto io con lei.

La ignoro e sono pronta a ribattere ma la professoressa entra in classe ancor prima che possa spiccicare una sola parola.

-Buongiorno ragazzi! Andate a sedervi e prendete un foglio protocollo!

Sorridi vittorioso mentre io sono costretta a sedermi al mio posto.

1 a 0 per te.

 


Ciao ragazze, questo è un piccolissimo assaggio della storia che voglio scrivere! Spero che vi piaccia.... Un bacione!

Fy <3

   
 
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